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Domenica, 16 Giugno 2024

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È stata presentata ufficialmente la stagione 2024/2025 dei Teatri di Siena, ovvero il Teatro dei Rinnovati, riconosciuto recentemente monumento nazionale, e il Teatro dei Rozzi, entrambi gestiti dal Comune di Siena.

Il neo Direttore Artistico, Vincenzo Bocciarelli ha concepito anche la nuova immagine simbolo della stagione: un veliero che emerge dagli abissi oceanici e, colpito da raggi di sole oltre la superficie marina, si proietta oltre il sipario, per ritrovare la sua navigazione nell’approdo e quindi nel contatto con la platea teatrale.

“Con questa metafora della vita – spiega Bocciarelli – e ispirandomi ad un capolavoro shakespeariano assoluto qual è ‘La tempesta’, vorrei comparare le trasformazioni che si attuano nell’animo del teatro alla tempesta emotiva che agita le acque dell’essere umano e guidare lo spettatore in un percorso cognitivo attraversato da repertori multiformi, in un mare in cui lo spettatore abbandona il suo naufragio su un’isola deserta per nuotare verso nuovi orizzonti teatrali, motivato dallo stesso spirito libero di Ariel, personaggio a cui devo molto nella mia carriera di attore”.

Con uno sguardo rivolto alla prosa classica e contemporanea ma anche al musical, al balletto, alla lirica, alla commedia e agli spettacoli per l’infanzia, il programma messo a punto da Bocciarelli rappresenta un itinerario che dalla leggerezza sfocia verso i profondi meandri della psiche umana presentando un’eterogenea e articolata proposta che vuole restituire al suo fruitore un gioco intriso da varie sfumature, fino ad un epilogo a sorpresa, come confermano le parole del sindaco di Siena, Nicoletta Fabio: “Una stagione potente, intensa, affascinante, articolata, completa. Una stagione all’insegna della ricerca e della scoperta dello sconosciuto, del superamento di se stessi per raggiungere sempre nuovi orizzonti inesplorati. Dalla prosa classica al teatro contemporaneo, dalla letteratura alla danza, la stagione dei Teatri di Siena è piena di emozioni e ricca di una pluralità di linguaggi in grado di raggiungere una fascia di pubblico il più ampia e varia possibile: dai più acerbi ai più esperti e appassionati. La stagione 2024/2025 prevede un ampio programma che volge lo sguardo alla città con l’intento di riappropriarsi dei luoghi, della cultura e degli uomini. Un progetto che mira a coinvolgere tutta la cittadinanza con percorsi differenti che andranno a confluire in alcuni eventi comuni come gli incontri con gli artisti. L'energia del nostro direttore artistico è coinvolgente. Sono certa che anche il pubblico saprà apprezzare l'impegno e la professionalità messi a disposizione dei nostri teatri e della nostra città.”

Cartellone aperto a tutti con prezzi speciali e possibilità di accedere agli spettacoli di entrambi i teatri anche attraverso speciali e diversificate formule di abbonamento: “Sipario rosso” (Teatro dei Rinnovati, abbonamento di 20 titoli per 66 spettacoli), “Sipario Blu” (Teatro dei Rozzi, carnet di 8 titoli per 12 spettacoli oltre a 2 eventi speciali al Teatro dei Rinnovati); “Gold line” (“Gran gala della lirica” + spettacolo a sorpresa finale del Teatro dei Rinnovati). Con un grandissimo numero di spettacoli, a riprova del coraggioso sforzo del Comune per soddisfare i sogni di un pubblico multigenerazionale, e della generosità e  fiducia accordata alle intuizioni del Direttore Artistico, le rappresentazioni in  programma si struttureranno ai Rinnovati per tre giorni nei fine settimana e ai Rozzi per una o due repliche nei giorni infrasettimanali. Doppi spettacoli per bambini e famiglie, invece, il sabato pomeriggio ai Rozzi con il format di consolidato successo “Il cercasogni”, in collaborazione con Straligut.

La stagione del Teatro dei Rinnovati comincia il 25 ottobre con un’anteprima nazionale assoluta: Aladin - Il Musical di Stefano D'Orazio, una storia ispirata ad uno dei racconti più celebri de “Le mille e una notte”, Aladino e la lampada meravigliosa, che vedrà protagonista Max Laudadio. e scelto come spettacolo di buon auspicio per realizzare il sogno di una rigogliosa nuova stagione teatrale.

Il 29 ottobre, in “Sipario Blu”, Siena celebra, in un evento speciale, uno dei più grandi attori viventi, Glauco Mauri che porta in scena al Teatro dei Rinnovati il De Profundis di Oscar Wilde, nella versione teatrale da lui messa a punta con musiche di Vanja Sturno che ripercorre la vicenda di Wilde nel momento del suo incarceramento per accuse di omosessualità attraverso una lunga lettera dedicata al suo giovane amico Alfred Douglas con il quale ebbe per qualche anno un'intima relazione. Questo evento vuole essere soprattutto un sentito omaggio del Direttore Artistico ad uno dei grandi maestri del Teatro Italiano con cui intraprese i suoi primi passi professionali.

Il mese di novembre si apre con Cristiana Capotondi in un monologo scritto e diretto da Marco Bonini, La vittoria è la balia dei vinti, una vicenda intima segnata da un toccante racconto familiare da una madre a una figlia che colora, attraverso la storia ed il passato esistenziale, ogni gradazione della memoria emotiva umana, colpita dalla guerra ma sanata dalla gratitudine dei legami affettivi.
                                                                                        
L’8 novembre Ettore Bassi è il protagonista di Trappola per topi di Agatha Christie un classico della letteratura teatrale tradotto e adattato da Edoardo Erba con la regia di Giorgio Gallione e un cast numeroso che incarna un ventaglio di personaggi bizzarri e ambigui ma mai stereotipati. Uno spettacolo condito di rigore ed eccentricità stimolato da una messa in scena non polverosa che anche attraverso la brillante interpretazione dei protagonisti, lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, all’imprevedibilità e al contempo all’esattezza, proprio come nella scrittura della grande drammaturga britannica.

A metà novembre è di scena il primo balletto, Giulietta e Romeo, un classico su musiche di Sergej Prokof’ev firmato dal coreografo e regista Fabrizio Monteverde che vede danzare Azzurra Schena nel ruolo di Giulietta e Paolo Barbonaglia nel ruolo di Romeo. Una produzione Balletto di Roma che, nell’interpretazione di Monteverde, denuda la trama shakespeariana esponendone il sentimento più cinico e rabbioso, nell’introspezione dei personaggi, in un itinerario scenico percorso dai fotogrammi inquieti del cinema neorealista.
                                                                                         
Il 24 novembre 2024, in Sipario blu, Siena accoglie gli studenti della Sapienza Università di Roma che interpreteranno Filottete, con la regia di Adriano Evangelisti. La tragedia di Seneca, che si muove nelle trame della solitudine e dell’abbandono, della derisione e dell’emarginazione, offre una riflessione sul significato profondo della desolazione che sperimenta una persona ammalata. In questa versione si getta un ponte tra il passato e il presente, dall’Antica Grecia all’esperienza recentemente superata della pandemia. L

A partire dal 29 novembre Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli saranno gli interpreti di Anatra all’arancia di William Douglas, Home E Mark e Gilbert Sauvajon diretta da Claudio “Greg” Gregori in una regia che modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi la trasformazione dei personaggi, sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene      

Il 6 dicembre Giorgio Pasotti darà vita ai Racconti disumani di Franz Kafka per la regia di Alessandro Gassmann, con musiche di Pivio e Aldo De Scalzi. I racconti scelti da Gassman, anche autore delle scene, sono “Una relazione accademica” e “La tana”, narrazioni di quello che lui stesso definisce umanità “disumanizzate”. Se nella relazione presenta una scimmia divenuta uomo, che descrive questa sua “metamorfosi”, nella tana parla di un uomo che, terrorizzato da ciò che non conosce, vive come un animale sotterraneo, in attesa di un nemico del quale è terrorizzato appunto, ma del quale sa molto poco. Un omaggio ad un gigante del teatro e della letteratura russa attraverso i racconti di paure similari a quelle presenti nella realtà che viviamo.

Il Teatro dei Rinnovati respira le atmosfere scaligere nella sua Gold Line: il “Gran Gala della Lirica”, sarà presente con due appuntamenti improntati all’anniversario della scomparsa di Giacomo Puccini, rispettivamente l’11 dicembre con Suor Angelica, interpretata da Andrea Rost nell’esecuzione della Unconventional Orchestra diretta da Concetta Anastasi e la regia di Sergio Basile, e il 18 dicembre con Tosca, nell’interpretazione di Valentina Boi, con l’orchestra (in definizione) diretta da Marco Severi e la regia di Lorenzo Lenzi.

Lodo Guenzi e Sara Putignani saranno invece i protagonisti di Molto rumore per nulla, dal 13 dicembre, per la regia di Veronica Cruciani e Margherita Laera. I due attori sapranno sottolineare incisivamente la differenza fra le relazioni tra sessi opposti che al centro della commedia di Shakespeare che, per alcuni temi come il linguaggio violento e la trama ingannevole, sembra in certi momenti oscillare verso il tragico.
                                                                                       
Il 20 dicembre i Familie Floz debutteranno con Hokuspokus, con la regia di Hajo Shulera: una storia che racconta il viaggio di vita di due personaggi archetipici che si ritrovano e formano una famiglia, con le turbolenze, i colpi del destino e i bei momenti che questo percorso offre. Un’occasione per immergersi nel mondo divertente e squinternato di questi artisti che hanno fatto delle maschere sproporzionate indossate in scena il tratto distintivo di spettacoli ironici e allo stesso tempo pervasi di umanità e poesia.

Il nuovo anno si apre con Nancy Brilli che calcherà il palco dei Rinnovati dal 10 gennaio con lo spettacolo scritto da Gianni Clementi L’Ebreo, per la regia di Pierluigi Iorio, una pièce di intensa valenza storica che ripercorre gli anni delle leggi sulla discriminazione razziale emanate dal regime fascista, in cui molti ebrei, presagendo un destino incerto, avevano pensato di “salvare” i loro beni materiali da presumibili espropri, intestando le loro proprietà a prestanome fidati, di razza ariana.

Altra interprete femminile di eccezione sul palco sarà Lunetta Savino in un testo di Florian Zeller, La Madre, diretto da Marcello Cotugno, che indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre, discernendo i meandri del dolore nell’abbandono dei figli, tra sensi di colpa e mesta accettazione della vita che può rinascere proprio attraverso un distacco.

Il trio composto da Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro sarà protagonista il 24 gennaio de Il malloppo di Joe Orton con la regia di Francesco Saponaro. Il testo, scritto negli anni ’60 dal grande drammaturgo britannico, è ancora considerato una delle migliori commedie nel panorama teatrale inglese, recitato in precedenza da alcune stelle hollywoodiane del calibro di Alec Baldwin e Kevin Bacon. Ora il trio, tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini, interpreterà con la verve che lo caratterizza questa narrazione rocambolesca fatta di situazioni spassose e assurde tipiche del British Humour.

Coppia di eccezione sul palco il 31 gennaio è quella formata da Paola Quattrini e Giuseppe Pambieri che riprendono un testo cult dei noi, La signora Omicidi nell’adattamento dal racconto di William Rose e con la regia di Guglielmo Ferro. Una commedia ricca di humour e di divertenti intrighi, situazioni ambigue ed equivoci esilaranti, ambientata in una Londra anni ‘50, che fa da sfondo all’improbabile incontro tra un’arzilla e svampita affittacamere e un presunto musicista, in realtà capobanda di un pericoloso gruppo di malviventi.
                                                                                           
Un altro duo imperdibile in scena, dal 14 febbraio, vede Flavio Insinna e Giulia Fiume barcamenarsi con un rinomato testo scritto da Nino Marino e Nino Manfredi e diretto dal figlio del grande attore romano. In Gente di facili costumi Luca Manfredi riporta brillantemente in luce la convivenza forzata dei due personaggi, iniziata con un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni, ma anche di un curioso sodalizio, dove ciascuno condivide con l’altro ciò che ha.

Cult movie, ora sulle scene teatrali, è invece il riadattamento per il palcoscenico di Perfetti sconosciuti, operato dal suo stesso regista, Paolo Genovese, che in tale contesto dirige un cast di attori composto da Paolo Calabresi, Anna Ferzetti, Valeria Solarino, Marco Bonini, Alice Bertini, Dino Abbrescia, Massimo De Lorenzo. Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di non conoscersi a fondo dal momento che ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Grande attesa per il debutto, ai Rinnovati il 21 febbraio.

I due papi di Anthony McCarten, per la regia di Giancarlo Nicoletti sarà il testo, nella traduzione di Edoardo Erba, interpretato da Mariano Rigillo, Giorgio Colangeli e Anna Teresa Rossini, un incontro/scontro, inedito e spiazzante, tra Benedetto XVI e l’allora cardinale Jorge Bergoglio, nel periodo in cui Joseph Ratzinger stava maturando la sorprendente decisione di rinunciare alla carica di Vescovo di Roma, con l’intenzione di indicare proprio il più “ecumenico” Bergoglio come suo successore, con il nome di Francesco. Una scrittura che descrive mirabilmente le “vite parallele” di due uomini straordinari, che finiscono per condividere lo stesso destino.            

Spazio alla verve istrionica di Arturo Cirillo che, dal 7 marzo, darà vita al Don Giovanni di Molière approfondendone i tratti immorali legati alla costante infedeltà con le donne, da lui considerate libertinamente delle vittime da salvare, perché ingiustamente defraudate della possibilità di essere sedotte. Una commedia sempreverde cin cui il gioco della seduzione prevale in un’ottima deformata ma pur sempre convincente.

Dalla Francia a Napoli con il testo di Peppino De Filippo Non è vero ma ci credo, interpretato da un altro partenopeo di eccezione, Enzo De Caro, in scena con la compagnia di Luigi De Filippo dal 14 marzo, per la regia di Leo Muscato. Una pièce che, nel rispetto dei canoni della tradizione del teatro napoletano, vuole trasmettere un sapore più contemporaneo. Una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Muscato continua a seguire questa intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona.
                                                                                         
Il 21 marzo debutta Mariangela D’abbraccio, interprete di un capolavoro assoluto della drammaturgia americana firmata Tennesse Williams, Lo zoo di vetro, con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. Un'opera attraversata da una nostalgia che risulta essere devastante con protagonista anime fragili che potrebbero facilmente ritrovarsi nella nostra società; una tragedia in cui si rincorrono sogni, paure, sentimenti, rimorsi, oppressione, illusioni e che sa trasmettere il vero significato di inseguire la propria vocazione.

Un angolo riservato alla comicità è quello che vede protagonista Maurizio Lastrico, che nel monologo Lasciate ogni menata voi che entrate, in scena dal 28 marzo, sfrutta i suoi celebri endecasillabi “danteschi” per mescolare in toni alti e bassi racconti di incidenti quotidiani, sfortune in agguato, caos accidentali: storie condensate con una graffiante ironia, in cui la sintesi e l’omissione generano un gioco comico di grande impatto e in cui le interazioni del pubblico sono parte dell’azione.

Il 4, 5 e 6 aprile 2025 con il Don Quixote di Miguel De Cervantes, su musiche di Aloisius Ludwig Minkus, nel riallestimento coreografico di Marco Batti che vede primi ballerini Chiara Gagliardo, Giuseppe Giacalone, Matilde Campesi e Filippo Del Sal. Uno spettacolo ricco di luci, colori e atmosfere romantiche che si compenetra perfettamente ai movimenti e alle musica in forme originali e suggestive, cariche di bellezza ed energia.

Dulcis in fundo, l’attesissimo spettacolo a sorpresa, l’11,12 e 13 aprile 2025, il cui titolo sarà svelato dal Direttore Artistico con l’inizio del nuovo anno.

La Stagione, così detta “del Sipario blu”, è improntata invece da un ventaglio di titoli ancor più originali ed inediti che vede il 5 novembre 2024, al Teatro dei Rozzi l’apertura del cartellone con una novità assoluta italiana: lo spettacolo scritto da Pier Francesco Pingitore I 2 cialtroni, con Maurizio Martufello e Marco Simeoli, un esilarante testo che descrive uno stile di vita spasmodico in cui ogni spettatore potrà riconoscersi attraverso le caratteristiche dei vari personaggi. Pingitore regala al pubblico una messinscena che oltre all’ironia dai toni irriverenti a cui ha abituato le grandi platee, mette a nudo le vite di due divi non più giovani restituendo agli spettatori uno spaccato di vita moderna, dove la cialtroneria la fa da padrona e ciò che conta non è essere ma apparire a ogni costo.

Inimitabili, omaggio al vate Gabriele D’Annunzio, vede Edoardo Sylos Labini in scena il 12 novembre nel racconto ricco e suggestivo che rievoca la grande figura del poeta del ‘900. Uno spettacolo unico, su drammaturgia di Angelo Crespi, che farà viaggiare gli spettatori dentro la vita di questo poeta, uomo coraggioso e controcorrente che ha contributo a costruire l’immaginario culturale del nostro Paese.

Dal 10 dicembre Debora Caprioglio vestirà i panni di Artemisia Gentileschi in un emozionante e intenso assolo dal titolo Non fui gentile, fui Gentileschi. La vita di Artemisia Gentileschi narrata da sé medesima per la regia di Roberto D’Alessandro. Una pièce che racconta i trionfi, le sconfitte e la lotta dell’artista contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia, e che narra la sua ribellione al sistema attraverso la pittura, andando oltre ogni abisso di violenza subita per salire nel paradiso dell’Arte. Una risposta che risplende della vittoria femminile in un mondo governato da uomini.

Daniele Pecci ha scelto invece John Gay per il successivo spettacolo, in programma dal 7 gennaio: si tratta di Divagazioni e delizie, un testo composto da scritti di Oscar Wilde che ritraggono l’autore nella sua vita “a tirare avanti” durante e dopo la carcerazione. Una sorta di conferenza autobiografica, a tratti interrotta da piccoli colpi di scena assemblata in uno spettacolo poetico, ironico, pieno di bellezza e malinconia, una prova d'attore indimenticabile.      

I Mezzalira portano in scena dal 28 gennaio i loro Panni sporchi fritti in casa, un titolo che nasce da un gioco linguistico che crea una fusione tra il celebre detto popolare “i panni sporchi si lavano in casa” e il concetto della “frittura” come simbolico spartiacque del binomio più antico della storia: quello tra servo e padrone, tra chi produce l’olio e chi lo possiede, tra chi può friggere tutti i giorni e chi non può friggere mai. Un racconto tragicomico che, ai toni brillanti della commedia all’italiana, mescola le tinte fosche del giallo e del thriller e che invita lo spettatore a guardare attraverso il buco della serratura di una casa “qualsiasi” per rintracciare il proprio personalissimo passato, e ricostruire così la propria storia, la storia della propria famiglia… non sempre perfetta.                  

Attilio Fontana e Clizia Fornasier sono i protagonisti, l’11 febbraio, di L’unica donna per me! di Norm Foster, per la regia di Luigi Russo. Coppia anche nella vita e interpreti ideali di questa deliziosa commedia, i protagonisti giocano sul conflitto tra i sessi un tema ricorrente del teatro sin dai suoi inizi, sia nella forma dramradizionale delle identità sessuali, si presume che uomini e donne esprimano la loro comune umanità in modi radicalmente diversi. Un conflitto che si genera inequivocabilmente, a volte tragico a volte spiritoso.

Il 18 marzo Gaia De Laurentiis e Stefano Artissunch daranno vita ad un must teatrale scritto dalla coppia Dario Fo – Franca Rame, Una giornata qualunque: una commedia divertente e vivace che traccia un caustico ritratto delle nevrosi femminili condensando il meglio della comicità dei due autori. Psicoanalisi, depressione, esaurimenti danno adito a conversazioni che diventano vere e proprie gag intrise di comicità surreale.

Karl Schiller secondo Marco Filiberti: il 24 e 25 marzo l’autore e regista chiude la stagione dei Rozzi con Intorno a Don Carlos: prove d’autenticità, un “Kammerspiel ad alta tensione”, in cui il dramma storico-politico declina in uno psicodramma contemporaneo incentrato sulle insidie che i sistemi operano sulle coscienze. Usando la Storia trasversalmente – nel ’500 spagnolo, nel ’700 tedesco, nel nostro tempo – la scrittura di Filiberti porta in primo piano un nodo intricato della coscienza contemporanea: l’annientamento dell’essere umano e il trionfo della dittatura della mediocrità.                    

 Fonte Uf. st. Comune di Siena

 

Ci siamo visti con il Direttore dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale di Urbino, Dott. Vassilis Papadopoulos, che sta sotto la Presidenza dell'istituto di Ancona per parlare del suo grande successo, la serata della proiezione del film Smyrne con la presenza della grande attrice Greca Mimi Denissi.

"Due anni fa, mi spiega il dott. Papadopoulos, parlando con Simona Renga della sua tesi che trattava della distruzione di Smirne, un evento del quale ricorreva il centenario, ho iniziato a sognare di proiettare il film "Smyrna" a Urbino. Essendo un discendente di profughi dell'Asia Minore, sentivo l'importanza di far conoscere questa parte della storia. Mia bisnonna, morta nel 1994, era una rifugiata da Boudja, Smirne, e ho voluto onorare la sua memoria".

"Con l’aiuto della presidente dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale a Parigi, Georgia Kouvela, continua Papadopoulos,sono riuscito a contattare l'attrice Mimì Denissi, la quale ha accettato di partecipare alla prima proiezione italiana del film a Urbino. La sfida più grande è stata convincere le persone a Urbino dell’importanza di un evento storico quasi sconosciuto in Italia, oltre a organizzare un evento di tale portata".

"Durante questi due anni, mi dice il Direttore del Instituto della diplomazia culturale di Urbino, ho intrapreso varie discussioni con la casa di produzione Tanweer e con Infonet per realizzare i sottotitoli italiani, poiché il film è in greco, inglese e turco. Il supporto è arrivato anche da imprese locali che hanno contribuito in modi diversi: Ristorante Magna Grecia di Urbino, Caffè degli Archi, Agenzia immobiliare Feltresca, Agenzia Bastianelli e Cinema Ducale."

"Alla fine, vedendo la numerosa partecipazione e l'emozione del pubblico italiano e greco dopo la proiezione, ho capito che l’evento era stato apprezzato e significativo per tutti."

Il direttore dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale di Urbino, Dott. Vassilis Papadopoulos, ha salutato le autorità presenti, tra cui due Consoli, il presidente della Comunità Ellenica dell'Emilia Romagna, le autorità religiose, civili e militari, e i rappresentanti della comunità armena. A rappresentare ufficialmente l'Ambasciata di Grecia in Italia era il Console Onorario di Grecia per le Marche e l’Umbria, Dimitris Beligiannis.

Il professor ordinario Luigi Bravi di Filologia classica dell'Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara ha presentato Nicola Mancini, 

dottorando in Studi Umanistici con specializzazione in del Testo Antico presso l'Università di Urbino "Carlo Bo", ha fatto un intervento storico di grande rilevanza. Mancini ha illustrato in modo approfondito la presenza degli antichi Greci in Asia Minore sin dai tempi più remoti, offrendo un contesto storico fondamentale per comprendere le radici e le conseguenze degli eventi narrati nel film.

Dopo la proiezione del  film, Mimì Denissi ha parlato al pubblico, con la traduzione di Simona Renga, laureata in Lingue e Letterature Straniere e con un master in Studi sul Medio Oriente. Denissi ha spiegato l'importanza e la difficoltà di realizzare il primo film su questo tragico evento storico, cercando di rappresentare i fatti senza parzialità

Questo impegno l'ha portata a parlare e essere premiata presso le Nazioni Unite.

"L’emozione era palpabile continua Papadopoulos, e molte persone mi hanno raccontato di scene che li avevano colpiti o di memorie personali legate ai loro parenti rifugiati. Una signora italiana, con le lacrime agli occhi, mi ha parlato della figlia incinta che vive a Salonicco e del suo desiderio di averla vicina".

Uscendo dal cinema, ha concluso Vasilios Papadopoulos,ho realizzato quanto i popoli italiano e greco siano culturalmente e storicamente più vicini di quanto immaginassi."

La serata è continuata con il gruppo musicale italo-greco Evì Evàn, che ha suonato musica rebetika, originaria dell'Asia Minore. L'evento è stato arricchito da un aperitivo con mezedes greci, mentre la musica e la danza hanno dominato la notte. 

 

 

Presenti nel evento :

 

- Georgia Lambraki
  Console Onorario di Grecia a Bologna
- Ioanna Valkani
  Presidente della Comunità Greca dell'Emilia Romagna
- Konstantina Pilafa
  Presidente dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale a Roma

- Haris Koudounas Presidente del istituto della diplomazia culturale di Ancona  

 

Questa intervista all'attrice Ellenica Mimi Denissi è stata realizzata in occasione della proiezione del film Smyrne in esclusiva per il Corriere Del Sud : 



  1. Quali sono state le principali sfide e motivazioni nel portare la storia della catastrofe di Smirne sul grande schermo?


Ho sempre voluto scrivere su Smirne, ma richiedeva molte ricerche. È una pagina traumatica della nostra storia moderna e, purtroppo, la ferita rimane aperta poiché la vera storia non è mai diventata parte della storia ufficiale. Inoltre, non era mai stato realizzato un film completo su questo argomento. Volevo che rimanesse per sempre. Come documento, per evitare che simili tragedie si ripetano.

 Come ha preparato il suo ruolo di Filio Baltatzis e quali aspetti del personaggio ha trovato più difficili da interpretare?


Filio è l'epitome della donna microasiatica. Una vera signora. Semplice, affabile. Madre sopra ogni cosa. Dominante in casa, ma devota e obbediente al marito. Sensibile, viziata, socievole, istruita, non ha mai lavorato in vita sua. Eppure, quando avviene la catastrofe, non solo sopravvive, ma diventa un sostegno per tutti. Naturalmente, la parte della distruzione è stata la più difficile. Vede morire il marito e la figlia davanti ai suoi occhi. Molto difficile e logorante per l'attore.

Il film "Smyrna" non solo racconta una storia personale, ma anche una storia di una comunità. Come pensa che il film contribuisca alla memoria storica e culturale degli eventi del 1922?


L'immagine ha un grande potere. Io sono un divoratore di libri. Ma non tutti leggono al giorno d'oggi. Il film ti trascina e ricordi il tema per anni.

 La produzione del film ha coinvolto un cast internazionale e un'ambientazione storica complessa. Può condividere qualche aneddoto o momento significativo dal set che ha avuto un impatto particolare su di lei?


Tutti gli attori sono stati commoventi, perché hanno capito e si sono immersi profondamente nella storia. Per me è stata molto importante la collaborazione con gli attori turchi, poiché siamo riusciti a vedere l'argomento da tutte le prospettive, con passione ma senza animosità.

 

"Smyrna", un film drammatico del 2021 diretto da Grigoris Karantinakis e interpretato da Mimi Denissi, offre un ritratto toccante e potente della catastrofe di Smirne del 1922. La pellicola rappresenta un coraggioso tentativo di riportare alla luce uno degli eventi più traumatici della storia moderna greca e turca, raccontando le storie personali che si intrecciano con il drammatico sfondo della distruzione della città.

Trama e Contesto

Il film si concentra sulla famiglia Baltatzis, un'importante famiglia greca di Smirne, e narra la loro vita prima, durante e dopo la catastrofe. Mimi Denissi, che interpreta Filio Baltatzis, offre una performance intensa e emotivamente carica, incarnando le speranze, le paure e le sofferenze della sua comunità. La storia è raccontata attraverso una serie di flashback, che permettono agli spettatori di vedere la città di Smirne nella sua gloria pre-catastrofica, un melting pot culturale e commerciale.

Un Affresco Storico e Umano

"Smyrna" non è solo un film storico, ma anche un affresco umano che esplora le relazioni e le dinamiche familiari sullo sfondo della guerra e della distruzione. La rappresentazione della vita quotidiana di Smirne, con le sue vivaci strade, i mercati affollati e le case lussuose, rende ancora più tragica la visione della città in fiamme e della disperazione dei suoi abitanti.

La scelta di Denissi di interpretare Filio, una donna forte e determinata, permette al pubblico di vedere la tragedia attraverso gli occhi di chi ha perso tutto. La sua interpretazione è supportata da un cast eccellente che include attori noti come Burak Hakki, Leonardas Kakouris e Katerina Geronikolou, ciascuno dei quali apporta profondità e autenticità ai propri ruoli.

Realismo e Sensibilità

La regia di Grigoris Karantinakis e la sceneggiatura di Mimi Denissi e Martin Sherman si distinguono per il loro realismo e la sensibilità con cui trattano un tema così delicato. Le scene di massa, come l'incendio della città e l'esodo dei rifugiati, sono girate con una cura meticolosa, rendendo viscerale l'impatto della catastrofe sullo spettatore. La colonna sonora di Evanthia Reboutsika aggiunge ulteriore profondità emotiva, con musiche che riflettono la ricca eredità culturale di Smirne.

Importanza Storica e Culturale

"Smyrna" è più di un semplice film; è un'opera che contribuisce a preservare la memoria storica di un evento spesso dimenticato o minimizzato. La sua importanza culturale risiede nel modo in cui riporta alla luce le storie personali dietro le statistiche storiche, mostrando come la tragedia abbia influenzato individui e famiglie. È un potente promemoria delle conseguenze devastanti del nazionalismo estremo e della violenza etnica.

Conclusione

In conclusione, "Smyrna" con Mimi Denissi è un film che merita di essere visto non solo per la sua qualità cinematografica, ma anche per il suo valore storico ed educativo. Offre una visione intensa e commovente di una tragedia umana, portando sul grande schermo la storia di Smirne con autenticità e sensibilità. Attraverso questo film, le generazioni attuali e future possono comprendere meglio le profonde cicatrici lasciate dalla catastrofe del 1922 e riflettere sull'importanza della pace e della coesistenza tra i popoli.

 

Il 7 Ottobre 2022 è iniziato il sorprendente viaggio de Il Morso del Ramarro che ancora oggi, a distanza di diciannove mesi, prosegue imperterrito in barba alle più rosee previsioni!

Liberamente tratto dal libro omonimo di Valeria Corciolani, best seller nazionale, ne è stata fatta la 2^ ristampa proprio in seguito alla preproduzione del film e una riedizione dalla nuova casa editrice.

L'avventura è cominciata a Chiavari ed è doveroso ringraziare ancora la città per il grandioso traino che continua a fare.

62 i Premi nelle diverse categorie – inclusi sceneggiatura, regia, musica, attori - e 51 le Menzioni speciali e altri riconoscimenti (nomination, finali, semifinali…) vinti nel mondo che, ad oggi, raggiungono quota 113, non ancora definitivi. Questo il report sui festival nazionali ed internazionali.

Ma…dal 15 Gennaio 2024 Il Morso è stato selezionato e inserito su Prime Italia, dove in un mese ha ottenuto un milione e duecentomila minuti di visione (circa ventimila ore), nel secondo mese quattro milioni e si è posizionato tra i primi dieci film più visti, facendo esclamare al referente italiano “Ma come avete fatto?”, nel terzo mese cinque milioni e cento, continuando a tenere la sua posizione. Oltre ottantamila ore che potrebbero corrispondere a cinquantamila persone che lo hanno visto!

La new entry è che Il Morso da Giugno p.v. sarà anche su Prime Mondo, cioè Prime nelle zone anglofone (dal Canada agli Usa, parte dell’Africa, Gran Bretagna, Irlanda, Gibilterra, Malta e tutta l’Oceania) e ispaniche (Centro e Sud America, Brasile incluso) e siamo molto curiosi di vedere i risultati.

Dopo alcuni incontri al Far East Film Festival di Udine per contatti con le distribuzioni asiatiche, Il 30 Aprile, del tutto inaspettata, a Cima Prod è arrivata una e-mail per la partecipazione, in qualità di venditore, al Marché di Cannes. L’incontro con sales e team londinesi che l’organizzava si è svolto in un clima estremamente piacevole e propositivo per la vendita del Morso anche nel resto dell’Europa e in Asia.  

Chiavari, in questi sorprendenti diciannove mesi, continua a girare il mondo con le sue gambe, vincendo premi in ogni parte del globo, ben visibile dalla mega mappa che Cima Prod si sta divertendo ad aggiornare nella sede della società, con le bandierine differenziate per tipologia di vittoria Del resto Nerio Bergesio, da attento e caparbio produttore, lo aveva promesso !

Un grande grazie CIMA Prod Srl "Ironicamente seri" continua a farlo al team organizzativo, tecnico e di comunicazione che non si è mai fermato. Il Morso seguiterà ancora per quest’anno ad attraversare il mondo con i suoi temi: il rispetto e la dignità dell'altro, della sua storia e delle sue radici e la possibilità di dialogare ed affrontare le reciproche differenze.

Nel frattempo la società sta lavorando su nuove produzioni, proprie e di partners.  

 

«Cenerentola è una ragazza "sola" che cerca di farsi accettare da una società che vive di apparenze e non di sostanza». Con queste parole, Antonella Lo Bianco, regista di “Fabbrica” - lo Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma - descrive la nuova produzione di "Cenerentola" (Cendrillon) di Pauline Viardot, che debutterà al Teatro Nazionale dal 28 al 31 maggio alle ore 20.00. Questo spettacolo è interamente affidato ai giovani talenti della quarta edizione di “Fabbrica”, che con la loro visione hanno reinterpretato e attualizzato l'antica fiaba popolare che ha ispirato scrittori, poeti e musicisti per secoli.

La "Cendrillon" di Pauline Viardot, presentata per la prima volta a Parigi il 23 aprile 1904, è un piccolo gioiello cameristico per voci e pianoforte, alternando parti cantate e dialoghi parlati. Questo lavoro offre un caleidoscopio di personaggi e ruoli che richiamano la "Cenerentola" di Rossini. La storia, narrata con un raffinato gusto intimistico dalla compositrice, è proposta nella versione italiana curata da Vincenzo De Vivo. Gli allievi della Scuola di Danza, diretta da Eleonora Abbagnato, interpreteranno le coreografie di Giovanni Castelli, mentre la direzione musicale è affidata a Carlo Donadio.

«Il tema di Cenerentola – continua Lo Bianco – è certamente attuale. La solitudine provoca spesso reazioni di isolamento ed auto-isolamento, facendo entrare le persone in un vortice psicologico ed emotivo. È proprio questo vortice che ci interessa esplorare. Ognuno di noi è stato Cenerentola almeno una volta, sentendosi solo, non compreso e non accettato dalla famiglia, dagli amici o dalla società. Questo senso di solitudine è familiare a molti; cerchiamo rifugi per proteggerci che a volte diventano prigioni vere e proprie».

La trama, ben nota, vede i personaggi interpretati dai cantanti di “Fabbrica” Young Artist Program: Mariam Suleiman (Cenerentola), Mattia Rossi (Le Baron de Pictordu), Ekaterine Buachidze e Valentina Gargano (le sorellastre, Armelinde e Maguelonne), Eduardo Niave (Le Prince Charmant), Nicola Straniero (Le Comte Barigoule) e Spartak Sharikadze (Le Portrait). Partecipa anche il soprano francese Margaux Frohlich (La Fée), formatasi a New York.

Il nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma include scenografie di Agnese Falcarin, costumi di Mario Celentano e luci di Giulia Bandera, tutti parte del team creativo di “Fabbrica” Young Artist Program. La coreografia, firmata da Giovanni Castelli, sarà interpretata dagli allievi della Scuola di Danza della Fondazione capitolina diretta da Eleonora Abbagnato. Al pianoforte si alterneranno Zenoviia-Anna Danchack (28,30) e Pavel Tialo (29,31), con Carlo Donadio sul podio.

I talenti di “Fabbrica” Young Artist Program saranno inoltre protagonisti del Caracalla Festival 2024 con lo spettacolo "Regnava nel silenzio. Omaggio a Verdi e Donizetti", previsto per mercoledì 26 giugno alle ore 20.00 presso il Teatro del Portico delle antiche Terme.

Fonte teatro d'opera di Roma 

 

“Il 22 maggio, la sede delegata di Urbino dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale – Marche Italia, diretta dal Dott. Vasilios Papadopoulos, ha organizzato una giornata dedicata alla cultura greca presso il cinema Ducale di Urbino. 

L'evento ha visto la prima proiezione italiana del film "Smyrna" (Σμύρνη μου αγαπημένη), alla presenza dell'attrice protagonista Mimì Denissi, che ha discusso del film e delle sue tematiche accompagnata dall’ottima interprete Dott.ssa Simona Renga del Comitato Scientifico della sede di Urbino.

Erano presenti da parte del Comune di Urbino la Dott.ssa Marianna Vetri, Vicesindaco, il Prof. Haris Koudounas,  fondatore in Italia della prima sede in Italia dell’Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale e Presidente per Ancona e le Marche che ha consegnato un Premio Speciale alla protagonista, la dott.ssa Konstantina Pilafà, presidente dell’Istituto con sede a Roma, il Console Onorario di Grecia per le Marche-Umbria Dott. Dimitris Beligianni e il Console Onorario di Grecia a Bologna Dott.ssa Georgia Lambraki, la  Dott.ssa Ioanna Valkani, Presidente della Comunità Ellenica di Emilia Romagna, esponenti della Comunità di Armenia ed inoltre le autorità religiose e militari di Urbino. 

L'evento, organizzato in maniera ottima dalla sede delegata di Urbino, è stato descritto come un'esperienza eccezionale, ben al di là della semplice visione di un film. La proiezione ha suscitato una forte reazione emotiva tra gli spettatori, molti dei quali sono stati profondamente toccati dalle vicende narrate. La partecipazione emotiva degli spettatori e l'organizzazione impeccabile hanno reso questa proiezione un'esperienza indimenticabile, capace di lasciare un segno profondo nei cuori di tutti i presenti. 

L'evento è stato arricchito dall'esibizione del gruppo musicale italo-greco Evì Evàn, premiato per la promozione della cultura greca attraverso la musica. E dopo la proiezione del film, si è svolta una serata musicale che si è scatenata ai ritmi del rebetiko, musiche dell'Asia Minore, greche e italiane che hanno ballato nella piazza centrale di Urbino fino alle prime ore del mattino. 

L'iniziativa ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata di Grecia in Italia, del Comune di Urbino, dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e dell’Accademia Raffaello di Urbino, e ha rafforzato i legami culturali e umani tra i partecipanti. 

Smirne che è stato proiettato grazie dal Instituto Ellenico della Diplomazia Culturale Marche e Dott. Vasilios Papadopoulos in prima proiezione in assoluto in Italia diventerà il primo lungometraggio greco ad essere disponibile su Netflix, seguendo le orme di Maestro in Blue  che è diventata la prima serie TV greca ad essere trasmessa sulla popolare piattaforma di streaming.

Il film, acclamato dalla critica, è basato su un diario di famiglia che racconta l'incendio dell'omonima città nel 1922.

Uscito un secolo dopo il disastro di Smirne, il commovente dramma acclamato dalla critica su un'anziana donna greco-americana dà vita all'evento. Il suo diario di famiglia racconta l'incendio del 1922 della città cosmopolita di Smirne, dove un tempo greci, turchi, ebrei, armeni e levantini vivevano insieme armoniosamente.

Fu un evento cataclismatico di così enorme importanza per la storia greca moderna che plasmò generazione dopo generazione dopo il 1922, aggiungendo un'altra pietra miliare indimenticabile – e assolutamente tragica – alla lunga storia della Grecia.

Il film si concentra sulla famiglia Baltatzi, che "racconta l'incendio del 1922 di Smirne, in Grecia, compreso l'assalto alle vivaci comunità greche e armene".

"Smirne" è stato accolto incredibilmente bene in Grecia e ha conquistato diversi premi nazionali prima di essere proiettato anche nei cinema degli Stati Uniti.

Il film è interpretato da un talentuoso cast greco e internazionale tra cui Mimi Denisis, Leonidas Kakouris, Bourak Haki, Krateros Katsoulis, Katerina Geronikolou, Yiannis Vogiatzis, Tamila Koulieva, Anastasia Pantousi, Christos Stergioglou.

Smirne è stato elogiato con entusiasmo dalla critica, riuscendo a raccogliere sei premi dell'Accademia ellenica. Il film ha ottenuto riconoscimenti per la scenografia, la fotografia, i costumi, il trucco e gli effetti speciali.

Nel dicembre dello scorso anno, il film ha raggiunto un pubblico straniero più ampio quando è stato proiettato in settecento cinema in tutti gli Stati Uniti.

Il film è stato proiettato anche in Australia e, secondo quanto riferito, sono in corso trattative per renderlo disponibile per la visione in Russia e Cina. Un accordo con Netflix consentirà a Smyrna di raggiungere un pubblico internazionale ancora più ampio.

Il film è stato scritto da Mimi Denissi in collaborazione con il due volte candidato al Tony Award Martin Sherman. È stato prodotto da Tanweer Productions con Dionyssis Samiotis come produttore insieme ai produttori esecutivi Joseph Samaan e Mimi Denissi.

Con un budget di oltre 4 milioni di euro, è la produzione più costosa della storia del cinema greco. Le principali location delle riprese sono state, Chios, Atene, Pireo e Faliro.

 

Mimi Denissi

Nata a Lamia, è cresciuta ad Atene. Si è diplomata alla High School dell'American College di Agia Paraskevi e si è laureata in Studi Bizantini e Greci Moderni presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Nazionale e Capodistriana di Atene. Ha conseguito anche un diploma presso il Dipartimento di Recitazione della Scuola di Recitazione di George Theodosiadis. 

Traduce da quattro lingue: inglese, francese, italiano e tedesco. Ha tradotto e adattato più di 80 opere teatrali, novelle e romanzi.

Ha scritto cinque opere teatrali storiche: "Theodora", "I Laskarina", "Penelope Delta meets Maga" e "Smyrni mou beloved", che hanno goduto di molte stagioni di successo. Il suo progetto "E da Smirne... Salonicco" è un seguito del lavoro "Smyrni mou Beloved" e fu rappresentato il 24 ottobre 2019 dalla Fondazione del Mondo Ellenico. È membro attivo della ΕΕΘΣ.

Ha diretto i teatri ateniesi "Athena", "Bretagne", "Acropol", "Ilisia-Denisi" e "Ilisia-Volanakis". Nel 2004, ha fondato la scuola di recitazione "Main Stage", collaborando con noti artisti greci e internazionali come Olympia Dukakis, Martin Sherman, Sotigi Kouyate, Dimitris Katalifos, Petros Filippidis, Yiota Festa, Efi Mouriki, Michalis Mitroussis, Periklis Moustakis, tra gli altri.
Ha avuto una relazione con il politico Antonis Tritsis.
Si è sposata due volte: dal 1981 al 1988 con l'attore Yiannis Fertis e dal 2008 al 2009 con il giornalista Sotiris Polyzos.

 

 

 

 

 

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