Disagio giovanile e dipendenze: la riflessione di sacerdoti ed educatori
Alcuni sacerdoti e educatori, esperti in disagi giovanili legati alle dipendenze, hanno fotografato l’attuale condizione giovanile partendo dall’ascolto. Viviamo in una società caratterizzata da un forte disagio giovanile legato, in particolare, allo smarrimento di identità da parte dei nostri ragazzi. Purtroppo la realtà dei social network e di internet crea illusioni e false speranze nei giovani che credono di potersi confrontare e di poter dialogare modo fattivo e costruttivo nel mondo virtuale. Certamente la connessione multimediale, se usata in modo responsabile e coscienzioso, agevola e aiuta a creare nuove e produttive dimensioni sociali, ma purtroppo molto spesso non è così. L’età giovanile è caratterizzata da componenti e aspetti che la connotano proprio come un momento e un periodo di passaggio verso l’età adulta in cui si è disorientati e confusi dai cambiamenti che questa fase di vita comporta. Il ruolo dei sacerdoti e dei genitori è quello di sostenere e affiancare i ragazzi in questo delicato ciclo di vita amandoli, così come diceva il pedagogista Don Giovanni Bosco nella Lettera da Roma del 1884: "Non ho mai conosciuto un giovane che non avesse in sé un punto accessibile al bene, facendo leva sul quale ho ottenuto molto di più di quanto desideravo” perché "Chi sa di essere amato, ama e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Non basta amare i giovani: occorre che loro si accorgano di essere amati". Questo è un concetto importante di Don Bosco che vale per ogni ambito relazionale, soprattutto in ambito educativo. Come adulti, educatori, genitori e insegnanti è necessario far sentire amati i giovani affinchè si crei un rapporto di fiducia toccando così quel “punto accessibile al bene” che è in ogni cuore, anche il più indurito. In questa epoca storica, in cui tutti noi siamo sottoposti a diversi stimoli e sollecitazioni sociali, è di fondamentale importanza aiutare i ragazzi a discernere quali siano i valori fondativi e gli aspetti regolativi che caratterizzano una buona e virtuosa società, come già sosteneva il filosofo Aristotele nell’indicare il bene comune da raggiungere applicando valori di equilibrio umano. Dobbiamo far riconoscere ai ragazzi quali siano gli ambiti e le situazioni che deviano e distolgono l’agire umano dalle buone intenzioni e purtroppo portano la gioventù a perdere se stessa e la vita che è dono fondamentale e unico di Dio che, come Padre amorevole, ci ha creati liberi e uguali nelle nostre particolari differenze che ci contraddistinguono. Lo spirito che anima e guida la Chiesa contribuisce fortemente a radicare e imprimere nei giovani valori e insegnamenti che saranno utili e fondamentali per il loro sviluppo e la loro crescita serena e benefica all’interno della società. La vera e reale forma di socializzazione è quella indicata da Gesù nel Vangelo, ossia il ritrovarsi fra fratelli condividendo insieme fatti di vita e confrontandosi su aspetti e esperienze che riguardano tutti noi. Il periodo legato al Coronavirus ha lasciato in eredità una tipologia di incomunicabilità fra giovani e adulti e, proprio su questo aspetto, siamo chiamati ad intervenire per cercare di risolvere questa situazione riportando la coesione fra le persone che compongono la famiglia di individui che hanno bisogno e necessità di comunicare fra di loro. Di deriva altrettanto pericolosa sono le dipendenze che affliggono e svuotano moralmente e umanamente i giovani e che vanno da quelle legate alle droghe fino all’alcol e a ogni forma di ossessione e coazione a ripetere comportamenti abusanti e lesionistici verso se stessi e gli altri. Anche su questo aspetto la Chiesa può arginare e risolvere in modo incisivo queste problematiche creando un terreno fertile per il confronto e lo scambio reciproco di pensieri e di idee che vengono elaborate in modo virtuoso grazie agli insegnamenti che ci ha dato Gesù e la riflessione positiva che dagli stessi deriva e prende forma nella società. Nel mondo odierno è fondamentale potersi collegare in modo reale e non solo virtuale fra le persone per poter generare e far germogliare i fiori che daranno gli ottimi frutti dell’umanità voluta da Dio.