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Giovedì, 01 Maggio 2025

Dopo il periodo di chiusura dovuto ai danni riportati durante il sisma del 26 dicembre 2018, la chiesa di Sant’Antonio di Padova, nella frazione di Monterosso Etneo, è pronta ad accogliere nuovamente i fedeli.
Giovedì 1° maggio, alle ore 18.30, si terrà la cerimonia di inaugurazione alla presenza del vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Salvatore Scalia, del Sindaco di Aci Sant’Antonio, Quintino Rocca, dei responsabili della Curia acese don Angelo Milone e don Rosario Pappalardo, e del parroco don Alfio Vasta.
I lavori, finanziati grazie ai fondi per la ricostruzione stanziati dal Commissario Straordinario per i comuni colpiti dal terremoto, hanno avuto un costo di circa 300mila euro. Gli interventi hanno riguardato il ripristino strutturale e il miglioramento sismico della chiesa, nel pieno rispetto del valore storico, architettonico e religioso dell’edificio sacro.
Il parroco don Alfio Vasta ha dichiarato:
“Questa riapertura è per noi motivo di grande gioia e gratitudine. La chiesa di Sant’Antonio di Padova è il cuore spirituale della nostra comunità di Monterosso. Oggi, finalmente, possiamo tornare a celebrare in questo luogo che ha visto generazioni di fedeli raccogliersi in preghiera. Ringrazio il vescovo, le istituzioni e tutti coloro che hanno reso possibile questo giorno. Il ritorno in chiesa è un momento di rinascita per l’intera comunità.”
Il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Salvatore Scalia, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di questi momenti per il tessuto sociale dei territori colpiti:
"Restituire un luogo di culto a una comunità significa restituirle identità e coesione. Continuiamo a lavorare affinché ogni borgo, ogni quartiere, ogni fedele ed ogni cittadino possa tornare a vivere pienamente i propri spazi di incontro, di cultura, di abitazione e di lavoro. È questa la vera ricostruzione: ridare vita e futuro ai territori colpiti”.
Il programma prevede una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Raspanti. Seguirà un momento di festa comunitaria con la partecipazione di fedeli e cittadini.
La riapertura di Sant’Antonio di Padova a Monterosso segue quella recente della chiesa di Santa Venera a Santa Venerina, confermando l’impegno costante nella tutela del patrimonio religioso e nella ricostruzione dei luoghi di culto danneggiati dal terremoto del 2018.

Ventiquattro cavalli monumentali per correre controcorrente. Ventiquattro visioni poetiche per scardinare l’immaginario del degrado e dell’illegalità. Ventiquattro fotografie per costruire un altare dedicato alla Bellezza e al rispetto. Così nasce “Cavalli eretici di Librino”, la nuova installazione del Museo MAGMA, firmata da Antonio Presti e realizzata nell’ambito della Triennale della Contemporaneità dalla grande fotografa e reporter polacca Monika Bulaj, artista pluripremiata a livello mondiale, che lavora sui confini delle fedi e dei luoghi condivisi.

Mentre le cronache riportano a Catania nuovi blitz che svelano una realtà di stalle abusive, corse clandestine e maltrattamenti, a Librino prende forma una risposta fatta di visioni, quelle che da oltre vent’anni animano l’azione del presidente della Fondazione Fiumara D’Arte. Un intervento artistico e sociale che proprio in questi giorni sta nascendo dietro la Porta delle Farfalle, simbolo di rinascita per il quartiere, che continua il grande disegno di Presti: quello di trasformare Librino in un museo a cielo aperto, un’opera viva che si rinnova al ritmo delle emozioni.

Le immagini raccontano il cavallo non come simbolo di sfruttamento e illegalità, ma come creatura sacra, corpo libero in movimento, strumento di riscatto morale e sociale. Le fotografie monumentali, stampate su teli che arrivano fino a 9x6 metri, proprio in questi giorni sono in fase di installazione lungo il Cavalcavia che divide in due il quartiere. Un lavoro che nasce dopo una lunga immersione della fotografa Bulaj nei luoghi della legalità e della cura: l’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia e l’ASD Maneggio L’Ulivo di Librino. Qui il cavallo non è protagonista di corse clandestine, né di macellerie equine, ma creatura luminosa, compagna dell’uomo, simbolo di dignità. «L’Istituto opera da 150 anni – ha affermato Ignazio Mannino, commissario straordinario dell’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia – da tempo stiamo cercando di focalizzarci sugli aspetti sociali, e siamo felici di poter collaborare con il maestro Antonio Presti. Il cavallo è un animale molto socievole e, come il cane, instaura rapidamente un rapporto di empatia con l’uomo. Dunque combattiamo con tutte le forze ogni forma di maltrattamento che l’uomo compie nei suoi confronti. È importante che passino certi messaggi, riteniamo che soprattutto i giovani debbano essere formati ed educati».

«Da sei anni gestiamo il maneggio nel cuore di Librino, frequentato ogni giorno da cittadini della zona - sottolineano Marco Parasole e Marika Giuffrida (28 e 25 anni) del Maneggio L’Ulivo di Librino - per noi il cavallo è serenità e rispetto. È parte del nostro quotidiano: una scelta di vita che ci ha fatto girare il mondo e che oggi ci lega profondamente a questo territorio. Al maneggio viviamo immersi tra trenta cavalli: la protagonista del progetto del maestro Presti è Asia. Per noi contribuire a quest’opera è un vero orgoglio». Sul ponte del cavalcavia, una scritta lunga 41 metri reciterà: “Cavalli, poesia e meraviglia in movimento, che corrono verso la libertà; il sogno e la speranza di un futuro migliore”. Due cavalli bianchi, cavalli della luce, incarnano poi l’impegno e la visione di questo progetto: restituire al quartiere e ai suoi abitanti un’immagine altra, possibile, potente.
«I cavalli sono eretici perché si ribellano all’abitudine di una narrazione distorta - commenta il maestro Antonio Presti - perché manifestano la possibilità di scorgere e raggiungere la bellezza. Sono strumenti maieutici di conoscenza. La fotografia dunque diventa linguaggio propedeutico del Museo MAGMA: si fa abbraccio, sguardo, sogno. In questo percorso che durerà tre anni e continuerà per tutto il 2025 - con le prossime inaugurazioni delle “Grandi Madri” (opera fotografica di Lynn Johnson), dei “Cavalli Eretici” (opera fotografica di Monika Bulaj) e di “Cromatismo emozionale” (installazione monumentale di Paolo Bini, con 34 colonne che si ergono sulla montagna sacra di Librino), previste per venerdì 9 maggio - risponde a questa contemporaneità con la bellezza. E la bellezza, ancora una volta, salva, rigenerando la visione».

Il cavallo nel tempo è stato molto più di un animale da lavoro o da compagnia: è stato alleato di conquista, messaggero di popoli, simbolo di libertà e mezzo di trasformazione: «Il cavallo è associato a nobiltà d’animo - continua Presti - segno della connessione tra uomo e natura, tra terra e cielo, legato all’ideale di onore, fedeltà, coraggio. È l’animale del viaggio, sia fisico che spirituale: simbolo di energia cosmica, emblema della libertà interiore, capace di viaggiare tra i mondi e di portare con sé pulsioni e slancio per la rinascita. Come Pegaso nella mitologia greca, porta verso l’elevazione». E nel progetto di Antonio Presti, questa simbologia viene riscattata: il cavallo non più oggetto di sfruttamento e violenza, ma immagine di sacralità perduta, specchio dell’anima collettiva, atto poetico in movimento. «Un ringraziamento va alla Regione Siciliana, al Comune di Catania, all’Università degli Studi di Messina e al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo - conclude Presti - che hanno creduto nell’istituzione di questo Museo monumentale che, grazie alle alleanze orizzontali e a nuove energie, consentirà al quartiere di Librino di ritrovare luce e colore, restituendo all’Anima un varco che conduce all’esperienza del Sogno».

 

E’ stato presentato mercoledì 16 Aprile nella Sala Pio La Torre del Palazzo dei Normanni il progetto Discovering Rural Sicily, nato dalla cooperazione di sette GAL siciliani per la promozione turistica e culturale di territori attrattivi e particolarmente identitari dell’isola. Per la prima volta i contenuti confluiscono in una piattaforma web, ruralsicily.com, che lega i diversi volti della Sicilia alla scoperta di un’isola lontana dalle solite mete turistiche, ma più vera e inesplorata: dal Belice fino alla Timpa, passando ai campanili delle Aci per scoprire le terre del Barocco, del nisseno e i peloritani. Nel sito, già attivo e che sarà via via arricchito, turisti e utenti troveranno tutte le indicazioni sui percorsi da poter seguire, i luoghi in cui dormire o mangiare e le info utili, come l’accessibilità dei luoghi, dedicate a quei turisti che necessitano di maggiori attenzioni. Veri e propri pacchetti potenziali che il turista potrà acquistare comodamente dal proprio dispositivo.

Prende così forma la promozione congiunta di una Sicilia nascosta, celata, sconosciuta ai più. Dopo l’apprezzata presentazione a Milano, all’importante Bit, Discovering Rural Sicily ha visto un significativo momento di condivisione tra i sette GAL protagonisti di una storica cooperazione, per la quale tradizioni, culture, bellezze artistiche e architettoniche hanno trovato un comune filo narrativo per la promozione dell’isola. Finanziato dal Dipartimento regionale siciliano dell’agricoltura, Discovering Rural Sicily offre un percorso non solo digitale, ma realistico ed esperienziale, orientato su strade meno frequentate che collegano comuni borghi dal fascino millenario, per un turismo sostenibile che esalti beni culturali e filiere produttive: una proposta turistica innovativa definibile “glocal”.

“Abbiamo vissuto un esempio lampante di come la cooperazione consenta ai GAL di condividere esperienze e di imparare assieme – sottolinea Roberto Barbagallo, presidente del GAL Terre di Aci e della rete dei GAL siciliani, sindaco di Acirale. - Al tempo stesso, la realizzazione di un’attività condivisa permette di sfruttare le risorse economiche in maniera più efficiente ed efficace. Grazie a questo processo di apprendimento creativo e condiviso, i progetti di cooperazione possono aggiungere un valore reale alle rispettive strategie di sviluppo locale”.

Nel nuovo portale inaugurato, ruralsicily.com, turisti e operatori del settore hanno già a disposizione alcune informazioni su itinerari rurali e percorsi da non perdere. In futuro si implementeranno suggerimenti di viaggio sempre più approfonditi, come le esperienze da vivere, l’accessibilità dei luoghi o consigli su dove fermarsi a mangiare o dormire. Si potranno integrare dei veri e propri pacchetti “pre-confezionati” affidati a tour operator specifici. Nei prossimi mesi saranno varati “viaggi-prova” per testare i percorsi e far conoscere, ad alcuni selezionati tour operator, giornalisti e influencer, le potenzialità dei pacchetti.

Le realizzazioni televisive grazie a Rural Sicily

Nelle mattinate del 29 marzo e del 5 aprile 2025, la rete televisiva nazionale La7 ha trasmesso “L’ingrediente perfetto, a tu per tu con la Sicilia”, condotto da Mariagrazia Cucinotta ed interamente dedicato a tipicità ed eccellenze della Sicilia, in occasione del quale sono andati in onda anche i servizi realizzati tra i territori di Aci, Catena, Valverde, Acireale ed Aci Sant’Antonio

Ci sono progetti che nascono dal cuore, che portano con sé il profumo della memoria, la forza della solidarietà e il desiderio profondo di lasciare un segno. “Liberi di Giocare” è uno di questi. La campagna di crowdfunding lanciata sulla piattaforma siciliana Laboriusa.it si è conclusa con successo, superando il traguardo prefissato di 2800 euro e raccogliendo dal basso 3240 euro di donazioni.

Un risultato che racconta una storia di amore che attraversa i confini, di mani che si stringono da lontano per costruire un ponte tra chi dona e chi riceve. Il progetto nasce dall’incontro tra il Rotary Club Aetna Nord Ovest di Bronte e l’associazione CarlottaX, fondata da Alessandro e Carlo Amaro – marito e figlio di Carlotta Reitano – per continuare a far vivere, attraverso gesti concreti, l’anima generosa e luminosa di una donna straordinaria, di una professionista catanese scomparsa prematuramente.

Carlotta, architetta, volontaria, prima presidente donna della Fondazione Architetti PPC di Catania, ha lasciato un'impronta indelebile in chi l’ha conosciuta. E oggi il suo spirito continua a risplendere nel sorriso dei bambini di Ilula, in Tanzania, dove – di fronte alla scuola costruita con il sostegno del Rotary – sorge un parco giochi che porta il suo nome.

Con “Liberi di Giocare”, però, si è voluto andare oltre: acquistare 10 sedie a rotelle per altrettanti bambini con disabilità motorie. Un dono semplice, ma immenso. Perché una sedia a rotelle, in quei luoghi, non è solo un mezzo di trasporto: è la chiave per aprire le porte della scuola, per scoprire il mondo, per sentirsi finalmente parte di qualcosa. «È libertà. È infanzia che riprende il suo spazio. È dignità che si fa cammino – commenta il presidente di CarlottaX Alessandro Amaro - le sedie saranno consegnate direttamente dall’associazione, affinché ogni singola donazione, ogni singolo gesto d’amore arrivi integro a destinazione. Grazie a tutti coloro che hanno fatto la propria parte; grazie a chi ha donato, condiviso, sostenuto. E grazie ai vincitori del Premio di architettura dedicato a Carlotta, che hanno voluto contribuire a sostegno della causa. Il parco giochi costruito di fronte alla scuola di Ilula porta il nome di Carlotta e anche il suo spirito. Con “Liberi di Giocare” si aggiunge oggi un ulteriore tassello a questo sogno nato nel suo ricordo».

 

 

In una Cattedrale raccolta nel silenzio della preghiera, si è celebrata, martedì 22 aprile, la Santa Messa in suffragio di Papa Francesco, che ha reso l'anima a Dio il giorno seguente alla Pasqua.
La liturgia è stata presieduta dal vescovo di Acireale e presidente della CESi, Mons. Antonino Raspanti, e concelebrata dal Cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo, e da numerosi presbiteri della diocesi. Presente anche la Comunità del Seminario Vescovile.
Un momento di intensa partecipazione, nella quale la comunità ecclesiale si è stretta attorno alla memoria del Pontefice, rendendo grazie per il suo fecondo ministero petrino.
Nel corso dell’omelia, il vescovo Raspanti ha tracciato un profilo umano e spirituale di Papa Francesco, sottolineando come egli abbia vissuto la sofferenza degli ultimi tempi offrendola interamente a Dio, per il bene della Chiesa e dell’intera umanità.
“Il Signore – ha affermato – ha accolto questo dono proprio a Pasqua, quando il sepolcro è vuoto e la vita vince la morte”.
Raspanti ha evidenziato come Papa Francesco abbia saputo attualizzare la Parola di Dio con linguaggi nuovi, incarnandola nelle situazioni più drammatiche dell’umanità e traducendola in gesti concreti di misericordia verso immigrati, carcerati, poveri e scartati.
“Uomo semplice e figlio di emigrati – ha detto – ha vissuto il distacco con il passato aprendosi alla novità. Per questo motivo è riuscito a ridare freschezza e purezza alla Chiesa, Sposa di Cristo”.
Con voce commossa, il vescovo ha ricordato come il Papa “ci ha spinti ad essere missionari, a uscire verso le periferie, a farci prossimi a ogni umanità ferita”.
"Oggi - ha aggiunto - il Santo Padre contempla il volto di Dio, non più sacramentalmente, e può finalmente comprendere il mistero del dolore che tante volte ha condiviso: le guerre, le ingiustizie, gli immigrati inghiottiti dal mare”.
“Papa Francesco – ha concluso – ci ha lasciato un’eredità grande, che ora siamo chiamati a portare avanti. Dal cielo continuerà la sua missione, facendo sentire la sua presenza accanto a chi è dimenticato, a chi non ha voce, a chi vive ai margini".

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