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Venerdì, 14 Febbraio 2025

L’impatto dell’architettura sul tessuto urbano e sulle abitudini di vita dei cittadini passa per un’analisi attenta delle esigenze del territorio, e nasce dal confronto con chi ha già avuto modo di sperimentare cosa voglia dire il cambiamento. È questo l’obiettivo della serie di incontri promossi dall’associazione CarlottaX - in collaborazione con l’Ordine e la Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania - che, durante l’ultimo appuntamento di ieri pomeriggio (venerdì 7 febbraio) - ha visto la presenza del progettista Andrea Viganò, dello studio Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati.

I “4 progetti x 1 città” - pensati per il Comune di Sanremo - hanno offerto interessanti spunti per la città di Catania, che condivide alcune caratteristiche con il territorio in provincia di Imperia. Un modello di architettura di qualità, tanto auspicato dalla categoria etnea, «in quanto non si traduce solo in estetica e funzionalità, ma anche in sostenibilità, rapporto con il contesto e innovazione tecnologica», ha sottolineato la presidente dell’Ordine Veronica Leone. «Una forma di eccellenza che richiede l’utilizzo di strumenti come i concorsi di progettazione - prosegue - per selezionare le proposte più valide e che rispondano meglio alle esigenze del territorio e all’oggetto del concorso stesso. Un principio che trova conferma in opere diventate iconiche, come il Centre Pompidou di Parigi di Renzo Piano». Incontri che permettono non solo un arricchimento personale e professionale, ma «che mettono in evidenza l’importanza e la sensibilità dell’architetto, che spazia dall’interior design a progetti di ampio respiro che interagiscono con l’urbanistica e con i cittadini», aggiunge la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno.

Una filosofia che muove l’associazione CarlottaX, promotrice dell’iniziativa. Nata nel 2021 come progetto in ricordo dell’architetto Carlotta Reitano (già presidente della Fondazione etnea di categoria e scomparsa prematuramente nel settembre del 2020), «ha come scopo quello di promuovere l’architettura di qualità, affrontando i cambiamenti normativi e avvicinandosi agli approcci dei grandi studi internazionali all’estero - commenta il presidente Alessandro Amaro - Quello attuale è un periodo fertile per la città di Catania, che sta attraversando un percorso di innovazione e trasformazione, a cominciare dal tentativo di realizzare un nuovo Piano Regolatore. Processo alla quale vogliamo essere partecipi con le nostre iniziative e i nostri workshop, affiancati a quelli dell’Ordine e della Fondazione, che muovono in favore della pianificazione e della progettazione programmata».

“Dalla teoria alla pratica”, con l’intervento di Andrea Viganò e la presentazione dei suoi 4 progetti per una città, «stimolo per ragionare sul concetto di novità e rigenerazione, con una visione più ampia del progetto in relazione al suo “comportamento” con il tessuto urbano». In questo quadro rientrano le proposte-modello per Sanremo dell’area del porto e della vecchia rete ferroviaria, da trasformare in pista ciclabile; dell’ex tribunale, da riconvertire in struttura e residence per anziani; della villa Pinetina, con il recupero degli spazi di un ex stabilimento balneare; e del mercato Annonario, rigenerato e modificato nella struttura.

 

Si chiama TuliPark ed è un suggestivo parco fiorito, impreziosito dalla presenza di una bella villa ottocentesca, nel centro abitato di Caltagirone (ingresso da via Fisicara 2). Un angolo di Olanda nel cuore della Sicilia che sarà aperto presumibilmente dal 10 marzo al 15 aprile (l’apertura e la chiusura dipendono dal clima). Circondata da ben 120mila tulipani colorati di 60 tipologie diverse, la villa regala un’atmosfera suggestiva che unisce storia e natura. I visitatori (ingresso a pagamento) possono passeggiare tra le distese di fiori, raccogliere i tulipani, scattare foto e immergersi nella bellezza del paesaggio.

Il parco, l’unico del genere in Sicilia – in Italia gli altri Tulipark sono a Bari, Roma, Bologna, Spoleto e Marina di Ginosa – promette di attirare su Caltagirone l’interesse e la presenza di tantissimi appassionati. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Caltagirone, dalla Diocesi calatina e dai comuni di Catania ed Enna.

“L’obesità tra gli adolescenti è in forte aumento. La causa principale: vita troppo sedentaria. I ragazzi passano troppe ore davanti a pc, smartphone e tablet e dedicano poco tempo alle attività fisiche”. Lo dice Luigi Piazza, direttore del Dipartimento delle chirurgie dell’Arnas Garibaldi di Catania dove è presente uno dei centri hub della Sicilia che si occupa di obesità.

La struttura ha ricevuto anche dalla Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle malattie metaboliche) la conferma di essere uno dei maggiori centri di chirurgia bariatrica in Italia. Con una lettera, firmata dal presidente Giuseppe Navarra, l’Arnas Garibaldi è stato classificato come ‘centro di eccellenza’, confermando il riconoscimento già dal 2006.

“Il riconoscimento – spiega Luigi Piazza – premia, innanzitutto, la sanità siciliana che, grazie alla lungimiranza della Regione Siciliana, ha creato dei centri d’eccellenza nell’ambito della ‘rete obesità’. Poi è chiaro che viene premiato il lavoro dei sanitari.

I protocolli medici messi in atto sono stati in grado di dare risposte positive alle tante problematiche legate all’obesità. Attrezzature all’avanguardia e grande professionalità ci consentono di offrire un servizio di alto profilo scientifico e clinico. Gli utenti apprezzano e lo testimoniano i 250 casi che vengono trattati ogni anno nell’Unità di chirurgia generale dell’Arnas Garibaldi di Nesima. Questo è un ulteriore esempio di buona sanità”.

L’Arnas Garibaldi – spiega il direttore generale, Beppe Giammanco - si conferma ancora punto di riferimento in Sicilia. Un’eccellenza regionale che rappresenta un vanto per la nostra sanità. Ormai da anni i pazienti con obesità importanti trovano nella nostra struttura una assistenza multidisciplinare, con percorsi clinici testati e avanzati. Un plauso va a tutto il personale. Il riconoscimento è uno stimolo ulteriore a fare sempre di più e meglio”.

Diversi i criteri che hanno portato alla conferma del centro come ‘eccellenza bariatrica italiana’:

- team multidisciplinare del dipartimento delle medicine, diretto da Lucia Frittitta, a garanzia di una corretta selezione del paziente. (Si seguono precisi percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali in rispetto alle linee guida nazionali e un inquadramento totale sotto il profilo nutrizionale, endocrinologico e psicologico)

- team in grado di eseguire tutte le procedure chirurgiche bariatriche e revisionali in laparoscopia e in robotica

- un volume di interventi superiore ai 200 casi l’anno

- un follow up dei pazienti operati superiore ai 5 anni regolarmente inserito e aggiornato in un registro nazionale

- la presenza, all’interno dell’azienda, di una unità di terapia intensiva, diretta da Giuseppe Calabrese, di un’endoscopia operativa, diretta da Domenico Catarella, e di una radiologia interventistica, diretta da Giuseppe Giordano, a ulteriore garanzia di sicurezza per gli utenti

Le statistiche che riguardano i pazienti trattati certificano che la fascia di età va dai 30 ai 50 anni. La percentuale maggiore è di sesso femminile, ma va sottolineato che gli uomini manifestano patologie più gravi associate all’obesità, come, ad esempio, quelle di tipo cardiovascolare. Ma c’è un altro dato che preoccupa: l’obesità in età adolescenziale.

“Negli ultimi anni – prosegue Piazza – abbiamo notato un incremento di problemi di peso nei ragazzi e nelle ragazze, causati prevalentemente da cattive abitudini alimentari e assenza di attività fisica. In tal senso sarebbe auspicabile una campagna di sensibilizzazione che coinvolga i medici di base e i pediatri, la scuola e, naturalmente, anche le famiglie”.

Per la Banca di Credito Cooperativo di Pachino la visione di benessere economico passa dal vantaggio della comunità locale, evolve lungo percorsi di cooperazione e rimane radicata in Sicilia. Mantenere tangibile quest’identità - in linea con la velocità dei mercati - e mirare alla crescita finanziaria è possibile. Lo dimostra la compagine sociale di BCC Pachino che negli ultimi venti anni è più che triplicata. L’espressione della finanza civile di BCC Pachino oggi conta nell’Isola 18 filiali nelle province di Catania, Siracusa, Messina e Ragusa, è supportata dal lavoro di squadra di 123 dipendenti, si sviluppa con l’attivismo e la fiducia di oltre 7mila soci. Il progresso ha avuto inizio nel 1908 con la “Cooperativa agricola di produzione e lavoro”, è proseguito fino ai giorni nostri con azioni orientate anche ad andare oltre le sagaci scelte finanziarie, grazie all’impegno sociale che da sempre contraddistingue BCC Pachino in linea con la mission del Gruppo ICCREA di cui fa parte.

Lungo l’ascesa cooperativa è stato fondamentale conoscere a fondo le potenzialità dell’imprenditoria siciliana, avere una visione sull’indole del territorio e ascoltare con cura i bisogni collettivi. «BCC Pachino è cresciuta seminando affidabilità – afferma il presidente di BCC Pachino Concetto Costa - offriamo impulso ai settori produttivi che incidono da sempre sull’economia della Sicilia, dialoghiamo con le nuove generazioni, puntiamo sulla promozione culturale e turistica, potenziamo la relazione con la comunità anche con contributi sociali a sostegno dell’inclusione, della tutela dell’ambiente e delle categorie più fragili».

A gennaio 2025, in particolare, la Banca di Credito Cooperativo di Pachino registra il risultato del forte legame rafforzato dal 2018 ad oggi con la comunità etnea: a soli sette anni dall’acquisizione della Banca Sviluppo, la compagine sociale solo a Catania è cresciuta più del 50%. Quello etneo oggi rappresenta uno dei territori più importanti dal punto di vista economico e sociale.

«Alle pendici dell’Etna c’è una città straordinaria e dallo spirito imprenditoriale in continuo fermento. La Banca è vigile sull’evoluzione della provincia di Catania – spiega il direttore generale di BCC Pachino Massimo Sena – offriamo ai clienti servizi aggiornati alle moderne esigenze. Viviamo a stretto contatto con la tradizione e l’innovazione che caratterizza questo territorio, ne condividiamo i valori e conosciamo da vicino la comunità che crede nel futuro e che in questi giorni della festa di Sant’Agata è capace di accogliere oltre un milione di visitatori. Questo successo sorprendente diventa l’occasione per rafforzare il senso di appartenenza e di coesione tra i membri della comunità locale».

BCC di Pachino a Catania, in questa occasione, supporta il Premio per la miglior vetrina “Amo Sant’ Agata” assegnato dall’Associazione San Lorenzo agli esercenti del centro storico che si sono distinti per gli allestimenti popolari, religiosi e creativi.

Catania è un territorio ricco di ricettività e ristorazione con un aeroporto tra i più importanti d’Italia per numero di passeggeri.  BCC di Pachino segue lo sviluppo delle piccole e medie imprese etnee concentrato nei settori del turismo ma anche dell’agricoltura, del commercio, dell’hi-tech e dell’edilizia. La relazione con la compagine sociale in ogni filiale siciliana - da Taormina a Modica, da Noto a Giarre - è stata intensificata nel tempo con lo sviluppo di strumenti finanziari dedicati ai soci e prestiti agevolati, ed è potenziata dal “patto sociale” in continua evoluzione, che si traduce in supporti diretti allo sviluppo di nuovi progetti di vita, con borse di studio, bonus d’istruzione e contributi finanziari per i nuovi nati come il Welcome Baby, finalizzati alla pianificazione del futuro dei nuovi nuclei familiari, quelli che nascono e crescono nella Sicilia del terzo millennio.

In linea con le esigenze contemporanee, BCC Pachino continua a investire in settori strategici come la Green Economy e la NewCo, favorendo l’imprenditoria femminile e giovanile. Con la solidarietà e le partnership nelle iniziative di legalità, BCC di Pachino si schiera e affianca la parte migliore della comunità, quella capace di crescere finanziariamente e socialmente in modo sano e onesto, alimentando un circolo virtuoso che unisce tradizione, innovazione e comunità.

Nella piena dormienza dei vitigni in Sicilia è appena iniziata la potatura, una fase cruciale per il futuro delle produzioni. Per il nuovo “start“ le Cantine Colomba Bianca incontrano e formano i produttori, con il supporto dell’agronomo Filippo Paladino e dell’enologo Antonio Pulizzi, per migliorare la tecnica del taglio e raggiungere obiettivi comuni.

«Il 2025 sarà un’annata strategica – spiega Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale di Cantine Colomba Bianca - il 2024 è stato caratterizzato dalla siccità e il 2023 ha colpito con la peronospora. In assenza di volumi orientiamo alla selezione della qualità: la sfida è lavorare in modo coordinato per creare valore, dai vitigni alle cantine, mantenendo lo stesso fatturato con la metà del raccolto».

È tempo di rinnovo per i tralci. Con la potatura della vite si elimina ciclicamente una parte di legno per aumentare la qualità delle uve migliorandone la distribuzione nello spazio. Le dimensioni dei tagli della potatura influiscono sulla vitalità della pianta, grazie a metodi innovativi è possibile gestire al meglio la canalizzazione e ridurre il rischio di infezioni e malattie, oltre che rafforzare la pianta che in assenza d’acqua fa fatica a lignificare.

La siccità ha messo in difficoltà le produzioni della Sicilia Occidentale nel periodo in cui c’era più bisogno d’acqua, da fine giugno ad agosto, dunque si opta per una potatura meno invasiva: tagli piccoli, più gentili e necessari.

«I tagli sono come ferite per la pianta – spiegano l’enologo Antonio Pulizzi e l’agronomo Filippo Paladino – tanto più vecchio e grosso è il legno tagliato, tanto più grande e profondo sarà il cono di disseccamento con conseguenze sul rallentamento del passaggio della linfa lungo il fusto e una riduzione delle sostanze di riserva. In caso di siccità tutto questo può indebolire i fusti, rendere i tralci meno resilienti alle avversità climatiche e più deboli in caso di attacchi parassitari. Le uve in piena maturazione anziché essere destinatarie del nutrimento, potrebbero diventare fonte per la pianta che, con l’esposizione alla fotosintesi e senza acqua, va in disidratazione e attinge energia dai suoi stessi grappoli per guadagnarsi la sopravvivenza».

La scorta lignea va preservata, occorre tutelare le future gemme e favorire il risveglio dei germogli. Come spiegato dagli esperti - in aula e sulle piante messe a disposizione nei vitigni direttamente dai produttori - i tagli vanno effettuati da manodopera specializzata perché avranno effetti immediati ma anche duraturi sul fusto e sulle uve del futuro. La vite, nel corso della stagione vegetativa, utilizza l’energia prodotta dalle foglie per mettere da parte sostanze di riserva che serviranno per la crescita dei germogli durante la primavera successiva, le sostanze di riserva immagazzinate nel legno sono il “serbatoio di energia” della vite. Maggiore sarà la quantità di legno sano, maggiore sarà l’energia disponibile e quindi la capacità della vite di resistere alla siccità, germogliare bene, di anno in anno.

La potatura delle viti si effettua in periodi diversi, in base alla varietà delle uve e alla posizione di ogni produzione: nell’area trapanese della Sicilia Occidentale si inizia a dicembre con le varietà precoci (pinot grigio, chardonnay, syrah), si prosegue a gennaio per grillo, catarratto, nero d’avola, insolia, zibibbo, nerello mascalese. La potatura incide sulla longevità del vitigno.

«Sono sempre più rare le viti con una lunga e felice vecchiaia che raggiungono i 40 anni – spiega Dino Taschetta, presidente di Cantine Colomba Bianca - sono più diffuse le produzioni di circa 10 anni. Con la linea Resilience raccogliamo uve da vitigni che hanno compiuto almeno 25 anni di età. Formiamo i produttori da oltre 15 anni per ottimizzare la cura dei vitigni tenendo conto delle avversità da superare, annata dopo annata. La selezione è la chiave del nostro successo, con tagli attenti favoriremo la vegetazione di pochi grappoli dalla grande qualità».

Mentre in campo c’è chi pota, stralcia e lega i tralci, in cantina c’è il vino d’annata in piena fase di affinamento. Colomba Bianca si accinge ad imbottigliare prima i bianchi e poi i rossi fino a marzo. Per altri vini il progetto di affinamento viene deciso molto tempo prima, come avviene per il metodo classico che dopo la vendemmia 2024 sarà imbottigliato nel 2029.

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