L'Unione Europea sarebbe "a pochi centimetri dalla distruzione" e si starebbe preparando alla guerra con la Russia. Con queste parole, il premier ungherese Viktor Orban ha intensificato il dibattito, già acceso, sull'atteggiamento che l'Europa dovrebbe adottare nel conflitto in Ucraina. La questione delle armi da inviare a Kiev, del loro possibile uso in territorio russo, delle truppe da schierare e dei livelli di aiuti da fornire, ha diviso l'Europa tra interventisti e pacifisti.
Secondo Orban, Bruxelles sarebbe già entrata in una fase avanzata dei preparativi per la guerra con Mosca. Durante un'intervista alla radio Kossuth, il primo ministro ungherese ha spiegato che “l'entrata in guerra non avviene in una sola fase”. Le sue dichiarazioni, forti e provocatorie, sono state riprese dalla Tass, l'agenzia di stampa russa. Orban ha delineato tre fasi: discussione, preparazione e distruzione. “Ora stiamo terminando la discussione e siamo nella fase di preparazione. Siamo a pochi centimetri dalla distruzione”, ha affermato.
Queste parole non fanno che esacerbare un clima già teso all'interno dell'Unione Europea, dove le posizioni dei diversi Paesi membri variano notevolmente. Mentre alcuni stati sono favorevoli all'invio di armi e a un intervento più deciso a fianco dell'Ucraina, altri preferiscono un approccio più cauto, preoccupati dalle possibili escalation e dalle conseguenze di un coinvolgimento diretto nel conflitto.
Orban, noto per le sue posizioni spesso in contrasto con quelle di Bruxelles, ha anche espresso il suo sostegno all'ex presidente americano Donald Trump, attualmente al centro di una nuova controversia legale. Su X, il social network di Elon Musk, Orban ha scritto: “L’ho conosciuto come un uomo d'onore. Come Presidente ha sempre messo l'America al primo posto, si è fatto rispettare in tutto il mondo e ha usato questo rispetto per costruire la pace. Lasciamo che il popolo si pronunci a novembre! Continui a combattere, signor Presidente!”
Le dichiarazioni di Orban aggiungono un ulteriore strato di complessità al già delicato scenario geopolitico europeo. La sua visione critica dell'operato di Bruxelles e il suo sostegno a figure politiche controverse come Trump, non fanno che alimentare le tensioni e polarizzare ulteriormente il dibattito sull'approccio dell'Europa alla crisi ucraina. Con le sue parole, il premier ungherese non solo mette in discussione la coesione interna dell'Unione Europea, ma lancia anche un monito sui pericoli di un'escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per il continente.
Le recenti dichiarazioni dei ministri italiani Guido Crosetto e Antonio Tajani hanno chiarito la posizione del governo riguardo all’uso delle armi italiane nel conflitto tra Ucraina e Russia. La Costituzione italiana impone restrizioni severe sull’impiego delle armi, con implicazioni significative per la politica estera e la difesa del Paese. Questo articolo esplora in dettaglio le affermazioni dei due ministri e l’importanza dell’articolo 11 della Costituzione italiana.
L’articolo 11 della Costituzione italiana è un pilastro fondamentale della politica estera e di difesa del Paese. Esso afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali“. Questo principio si traduce in restrizioni concrete sull’uso delle armi italiane nei conflitti internazionali.