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Domenica, 18 Maggio 2025

Gli studenti dell’Istituto comprensivo “Gatti Manzoni Augruso” di Lamezia Terme in Tribunale per ricordare gli “invisibili”. È stata una mattinata densa di emozioni e riflessioni quella vissuta dagli alunni dell’IC Gatti-Manzoni-Augruso, che hanno visitato insieme ai loro insegnanti la mostra fotografica allestita all’interno del Tribunale cittadino, dal titolo “Gli invisibili: volti, nomi e storie di chi è stato ammazzato dalla mafia e dall’indifferenza”.

L’iniziativa, curata da Lavinia Caminiti e promossa dall’Associazione nazionale magistrati del Distretto di Catanzaro e dalla Fondazione Trame Ets, ha l’obiettivo di restituire dignità e memoria a chi troppo spesso è stato dimenticato, vittima non solo della violenza mafiosa, ma anche del silenzio e dell’indifferenza collettiva. Ad accogliere gli studenti il funzionario Deborah Chirico, che ha introdotto i percorsi relativi alla mostra fotografica attraverso le varie icone ubicate tra i vari piani del Palazzo di giustizia.

La mostra ricostruisce, attraverso le immagini tra passato e presente, avvenimenti tragici avvenuti per mano della mafia, riportando i fatti avvenuti insieme alle persone coinvolte, tra cui giudici, magistrati, parroci, donne e anche bambini trucidati, di cui è importante mantenere viva la memoria soprattutto tra i giovani. Tra le vittime di mafia viene ricordato, a distanza dal cinquantesimo anniversario dell’attentato, il primo magistrato assassinato dalla ‘ndrangheta in Calabria, Francesco Ferlaino, ucciso il 3 luglio 1975 a Lamezia Terme. Poi un’ampia carrellata di immagini dove vengono ricordati anche gli attentati avvenuti nel 1992 dei giudizi Falcone e Borsellino e tante altre personalità che hanno sempre lottato contro le ingiustizie e per la legalità. Le fotografie in bianco e nero, accompagnate da brevi biografie e testimonianze, raccontava storie di uomini, donne e giovani che hanno perso la vita per aver detto “no” alla mafia.

Obiettivo della mostra, che ha trasformato il Tribunale in uno spazio di memoria e consapevolezza, è quello di sensibilizzare i giovani rafforzando il senso civico nonché la cultura della legalità attraverso la memoria.

“E’ un’iniziativa molto importante – ha evidenziato la dirigente scolastica Antonella Mongiardo – perché coinvolge direttamente le nuove generazioni in un percorso di consapevolezza.  La mostra, che racconta chi è stato ucciso dalla mafia e dall’indifferenza, ha rappresentato non solo un momento di apprendimento, ma anche un’esperienza di partecipazione civica: un invito a guardare oltre le cronache e le semplificazioni, per riscoprire il valore della memoria attiva e dell’impegno quotidiano contro ogni forma di ingiustizia”. La partecipazione degli alunni alla mostra fotografica è stata organizzata dalle referenti alla Legalità della scuola, le insegnanti Marianna Sena e Giovanna Folino.  

Un'immersione profonda nell'universo di un poeta, di un anarchico, di un musicista che ha segnato un'epoca. Venerdì 9 maggio, alle ore 17:00, il cantautore Carmine Torchia si farà interprete dell'eredità di uno dei più grandi artisti della canzone francese: il leggendario Leo Ferré, maestro indiscusso al pari di Brel e Brassens.

 Il cuore pulsante di Ferré – la sua indomita anarchia, la sua musica viscerale, la sua poesia che graffia l'anima – rivive con nuova intensità nel toccante album di Carmine Torchia: “Non c’è più niente. Carmine Torchia per Leo Ferrè”. Un atto d'amore di un artista calabrese che, da sempre stregato dal fascino di Ferré, ha compiuto un'impresa preziosa: tradurre in italiano gemme musicali che non avevano mai trovato voce nella nostra lingua.

 Il Museo del Rock si trasformerà nel palcoscenico di un'esperienza unica: uno spettacolo di teatro-canzone dove la voce intensa di Torchia e la sua chitarra elettrica daranno nuova linfa vitale alle idee di Léo Ferré. Attraverso monologhi illuminanti, tratti dalla celebre intervista di Françoise Travelet, e attraverso le inedite traduzioni di canzoni potenti e commoventi, assisteremo a una rielaborazione musicale che ne rispetta l'essenza più profonda.

 Non sarà solo un concerto, ma un viaggio alla riscoperta di un artista francese che negli anni '70 infiammò anche il pubblico italiano. E per chi vorrà scavare ancora più a fondo, un libro prezioso raccoglie i testi originali, le traduzioni e le illuminanti riflessioni di Mathieu Ferré, Enrico De Angelis e Andrea Satta, testimoniando l'impegno irrinunciabile di Ferré per la libertà e la pace.

 Ad accompagnare questo viaggio emozionante, sul palco del Museo del Rock, Carmine Torchia dialogherà con Piergiorgio Caruso. Un'occasione preziosa per svelare le tappe del suo percorso artistico e per gettare luce sul delicato e appassionante lavoro di tradurre la musica, sulle scelte sonore che hanno dato forma a questo omaggio e sulle tematiche universali che risuonano nel pensiero libero e visionario di Ferré.

 Carmine Torchia non è solo un musicista, è un'anima inquieta e creativa. Cresciuto nella sua Sersale (CZ), ha nutrito la sua vena artistica tra la pittura e gli studi di Architettura. Oggi vive nel cuore della Toscana, ma le sue radici calabresi vibrano ancora nella sua musica. Padre di Tristan, insegnante e disegnatore di sogni ("Rùanzi"), Torchia è un cantautore che semina parole e musica, portando la sua arte sui palchi di tutta Europa. Ha percorso l'Italia sulle orme di de Chirico con il suo progetto "Piazze d’Italia", un'avventura umana e artistica trasformatasi in un libro intenso, un cortometraggio suggestivo e uno spettacolo teatrale coinvolgente. Artista pluripremiato, con il Premio SIAE e il Premio AFI a Musicultura 2009, Carmine Torchia ci regala ora un atto d'amore verso un gigante della musica, un appuntamento da non perdere.

Venerdì 2 maggio, alle ore 17:30, nell’auditorium del Centro polivalente “Maurizio Rossi” di via Fontana Vecchia, è in programma il seminario “Le tradizioni della seta a Catanzaro”.

Un appuntamento che apre il ciclo di incontri di approfondimento dal titolo “Tutta n’atra storia” connesso ad un articolato progetto ideato dal docente, storico e saggista, Giuseppe Ranieri, e che intende proporre una rilettura della storia locale attraverso la narrazione di eventi e personaggi che pur facendo parte del patrimonio storico, per varie ragioni, sono rimasti nell’ombra. Una vera operazione culturale che non solo ribalta il punto di vista della narrazione, ma crea nuovi appigli con il passato soprattutto per le giovani generazioni che difficilmente tra i banchi di scuola si appassionano ad una materia che sembra enucleare in maniera asettica date, nomi, battaglie.

«Non viene suscitato l’interesse da parte dei ragazzi perché non arrivano a percepire che la storia “ufficiale” è il prodotto della sommatoria di tante storie “ufficiose”, di microstorie di gente comune, i cosiddetti ceti subalterni, che proprio per la loro inclinatura sociale al non aver nulla da perdere, hanno dato vita ad alcune delle pagine di storia più eroiche ed appassionanti di sempre che rischiano di essere sommerse da un’ondata di normalizzazione sociale che vuole espellere ogni avvenimento che non delinei la storia come una sorta di pacifica concessione assistenziale dall’alto e non il risultato di lotte, di rotture e cambiamenti, ma anche dalla mancanza di gente disposta a raccontarla e a saperla raccontare» spiega Ranieri.

Da qui l’impegno della ricerca e della divulgazione attraverso il contributo di studiosi accreditati e di esperti che relazioneranno sugli argomenti proposti in questo percorso a tappe: la produzione della seta, l’epopea del Conte Centelles, l’assedio del 1528, il brigantaggio, la Catanzaro mazziniana con lo sfondo della tragica storia d’amore tra Rachele De Nobili e Domenico Marincola, fino ad arrivare al secolo nostro con la Brigata Catanzaro , poi il dopoguerra con l’occupazione delle terre, l’emigrazione forzata e molte altri accadimenti che hanno avuto un risvolto storico e sociale sul territorio.

Nell’appuntamento d'esordio sarà la storica Sarah Procopio a relazionare su “I rapporti socio-economici nell’industria della seta. Il caso di Catanzaro”. Si parlerà della lavorazione della seta, ma dal punto di vista della manodopera, di chi sosteneva tramite le proprie braccia l’espansione economica e delle sue condizioni di vita, ma anche del perché non vi è rimasta traccia viva nel tessuto economico di questa storia.

In apertura dei lavori è previsto un intervento introduttivo di Teresa Rizzo e Rosario Bressi, rispettivamente presidenti del Comitato Dante Alighieri di Catanzaro e di Arci Catanzaro, ossia gli enti che hanno concesso il proprio patrocinio al progetto.

«Questa iniziativa – afferma Rizzo – è significativa per i risvolti che ne possono derivare. Promuovendo il senso di continuità con il passato, in un certo senso vogliamo onorare la nostra storia condivisa, fatta di microstorie, di vicende personali e sociali di una comunità alla ricerca di quella memoria che resiste oltre il tempo storico».

Durante l’incontro che sarà, moderato dalla giornalista e coordinatrice del progetto, Rosita Mercatante, si cercherà anche di costruire un ponte tra passato e presente grazie al collegamento a esperienze attuali come il progetto Nido di Seta e una testimonianza letteraria in riferimento al romanzo "Seta Marina" di Pietro Comito. La voce di Concetta Mazzei rintraccerà il filo rosso che lega la produzione serica alla comunità Arbëreshë di Caraffa.

Un viaggio entusiasmante e ricco di meraviglia quello vissuto dai piccoli esploratori dell’Istituto Comprensivo Ardito-Don Bosco di Lamezia Terme. Infatti nella scorsa settimana all’interno degli spazi del Plesso Francica, nella prima giornata e successivamente nella seconda giornata al Plesso Don Bosco, circa un migliaio di bambini su quattro turni, hanno avuto modo di conoscere e vedere con i propri occhi curiosi, quanto raccontato dagli “Amici dell’Antico Mulino delle Fate” durante l’immersione nel Bosco incantato dove da secoli si mescolano Storia e Mistero.

Nei mesi scorsi, tutti gli studenti dell’istituto, accompagnati dai propri docenti, hanno partecipato all’evento “Mulino Didattico & Maestra Natura”, promosso e diretto dalle guide di Fata Gelsomina, a cui annualmente partecipano oramai migliaia di piccoli esploratori provenienti da tutta la Calabria e non solo. Il regno di Fata Gelsomina ricordiamo è vincitore del prestigioso Primo Premio Internazionale “La Fabbrica Nel Paesaggio” promosso dalla FICLU per l’UNESCO, e continua ad essere meta di migliaia di visitatori di tutte le età che partecipano ai diversi eventi “Macinare Cultura”.

A raccontare e spiegare la fauna del bosco incantato è stato il presidente dell’Associazione Amici dell’Antico Mulino delle Fate, l’ingegnere Fabio Aiello, che arrivato dalla Svizzera, dove vive e svolge la sua professione, ha voluto riservare nella sua agenda queste due giornate insieme ai piccoli esploratori, presentando la “Magia & Mistero del Bosco delle Fate sulle sue orme”. La finalità dell’intervento è stato quello di educare i più giovani alla bellezza, al contatto diretto con la natura, permettere loro di conoscere le ricchezze storico culturali della loro terra non solo sui libri, far acquisire competenze fondamentali per la vita come l’autostima, il rispetto e le abilità sociali per consentire loro di incontrare le proprie vocazioni. Ha ricordato l’ingegnere ai piccoli che per andare avanti nella vita abbiamo solo due gambe, una si chiama “Conoscenza” e l’altra “Amore”, senza le quali non si riesce ad andare lontano. I video inediti proiettati, riassumono un lavoro costante di monitoraggio del Bosco incantato attraverso fototrappole, che l’ingegnere ha iniziato circa dieci fa, portato avanti con costanza e tanta pazienza. Gli stessi video rimarranno riservati proprio per il rispetto della stessa fauna. E’ stato spiegato ai piccoli esploratori che il “tutto e subito” è uno stile di vita che trascura la bellezza, la poesia dell’attesa e le virtu’ della lentezza. Durante l’incontro non sono state offerte quantità di sapere ma strumenti per ricercare! Sulle pareti dell’istituto sono apparsi i video che hanno illustrato la fauna: dal Colombaccio, al Tasso, dalla Ghiandaia all’Istrice, dalla Volpe alla Martora, dalla Poiana ai Cinghiali, dai Caprioli al Lupo, un luogo a pochi metri del Castello Normanno Svevo di Nicastro in perfetto equilibrio. In chiusura l’ingegnere ha ringraziato tutto il corpo docenti ed in particolare il Dirigente dottoressa Margherita Primavera, ringraziandola ancora una volta per la lungimiranza, la sensibilità e l’interesse dimostrato da sempre per il Regno di Fata Gelsomina e per le attività culturali organizzate dall’associazione Amici dell’Antico Mulino delle Fate. In futuro sono in programma nuove attività didattiche specifiche, che andranno ad integrare quanto già previsto, riservate ai soli istituti che si dimostreranno interessati.

Per incentivare il turismo lento ed ecologico, per ampliare la fruizione delle bellezze paesaggistiche e ambientali, il Gal “Serre Calabresi” ha inteso investire per promuovere l'utilizzo della bicicletta per esplorare il territorio, con l’acquisto di 35 stazioni di ricarica per e-bike, una per ogni Comune ricadente nell’area del Gruppo di Azione Locale.

«La mobilità sostenibile e il turismo green sono due dei principali pilastri che ispirano l’azione del Gal “Serre Calabresi”, non solo nelle attività legate all’attuazione del Pal “Spes”, ma anche in quelle realizzate grazie all’utilizzo di risorse a valere su altre risorse nazionali e comunitarie.  Nello sviluppo delle varie forme di turismo “leggero” e “slow”, spicca in modo significativo il cicloturismo.

Il Consiglio di Amministrazione, rilevando un’economia nell’ultima riunione ha inteso puntare sul progetto “E-bike Chargers (Ebic)” che mira ad aumentare l’attrattività del territorio, valorizzandone il contesto naturale e ambientale, sentieri e vie già esistenti, come la Ciclovia dei Parchi, e che si integra con altri progetti in fase di attuazione, quali la Strategia nazionale delle Aree interne (Snai) del Versante Ionico-Serre e “Montagne del Sole”. Un turismo lento che si arricchisce dell’attrattività dei borghi, con interventi relativi all’accoglienza diffusa, alla vendita e alla somministrazione di prodotti tipici ed enogastronomici, alla nascita di botteghe artigiane» ha spiegato il presidente Marziale Battaglia.

«Da qualche anno a questa parte, se i numeri del cicloturismo registrano costanti miglioramenti in termini di viaggiatori che scelgono questo tipo di esperienza per visitare i luoghi di interesse, una buona dose di merito è da ascriversi anche alla sempre maggiore diffusione delle biciclette elettriche. Sulla scorta di questa constatazione è stata rilevata la necessità di postazioni adeguate per la ricarica elettrica e di supporto tecnico, per sostenere il cicloturismo» ha osservato Alessandro Zito, responsabile di “E-bike Chargers”.

Il progetto, infatti, prevede nello specifico, l’acquisto di 35 colonnine di ricarica per e-bike, dotate di cassetta degli attrezzi per interventi di manutenzione, da assegnare, in comodato d’uso, ai Comuni del territorio del Gal che ne garantiranno l’uso gratuito per tutti gli utenti. Sarà, inoltre, realizzata una mappa, accessibile via web, con la localizzazione delle stazioni.

«L’Autorità di Gestione del Prs ha rilasciato il parere di coerenza programmatica al progetto e il Gal sta per procedere alla gara di acquisto delle stazioni di ricarica» ha informato Battaglia.

«Favorire lo sviluppo di una mobilità sostenibile concorre alla valorizzazione del patrimonio ambientale, ma anche culturale, folkloristico, sportivo e ricettivo di tutti i comuni interessati» ha osservato il presidente.

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