Al Teatro Agricantus di Palermo si conclude la stagione stagione invernale con la commedia Tre uomini e una mamma de I Pezzi di Nerd che saranno ancora in scena da giovedì 12 a domenica 15 giugno. Diretti alla regia da Giovanni De Anna, I Pezzi di Nerd (ovvero Michele Iovane, Mirko Cannella e Jey Libertino) tornano in scena al fianco di Lorenza Giacometti in quella che può essere definita una divertente favola romantica dei nostri giorni. Protagonista della commedia è Federica, “imminente” ragazza madre, mollata col pancione al suo destino, è alla ricerca di un compagno che possa essere anche un buon papà.
Insicura ed eterna indecisa, Federica si trova a frequentare contemporaneamente tre ragazzi da cui si sente profondamente attratta per motivi differenti. Di ciascuno di loro ama una qualità diversa: la simpatia, la cultura, il romanticismo… Incapace di scegliere, per un po' mantiene in piedi le tre relazioni contemporaneamente, finché per una strana casualità i tre uomini si incontreranno e diventeranno grandi amici. Cosa succederà? Una commedia brillante, ricca di situazioni rocambolesche e divertenti, che terrà il pubblico con il fiato sospeso fino alla fine. Il Teatro Agricantus è sostenuto dalla Regione Siciliana -Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo e dal Mic - Ministero della Cultura.
È uscito “Oblivio – Il delitto del Cenobio”, nuovo romanzo di Stefano Podestà edito dalla Tigulliana.
Lo scrittore e fotografo rapallese, classe 1978, sull’onda del successo ottenuto ha deciso di proseguire nella fortunata saga noir che vede protagonista il vicequestore Tommaso Arcangeli.
Dopo “Dafne – Il delitto di Altachiara” (2023), presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino, e “Alfa e Omega – Il delitto di Prelo” (2024), in questo terzo capitolo della serie l’autore ha posto l’attenzione sulla tematica del “dimenticare” inteso nelle sue più ampie sfaccettature, proponendo come sempre ai lettori interessanti spunti di riflessione su tematiche di stretta attualità, il tutto impreziosito da nuove affascinanti ambientazioni nel Tigullio.
Il cadavere della settantenne Flora Zerega viene rinvenuto all’interno della propria abitazione nei pressi del Cenobio di San Tomaso, sulle alture di Rapallo, in una gelida mattina di gennaio.
La mancanza di relazioni sociali e le precarie condizioni di salute della donna, affetta da Alzheimer, fanno inizialmente propendere gli inquirenti per una morte naturale, ma la presenza di una sospetta ferita alla fronte, unitamente alla presunta scomparsa di un misterioso quadro seicentesco, indurranno gli agenti del commissariato di Villa Riva a vagliare ulteriori piste investigative.
Il vicequestore Tommaso Arcangeli, sempre più acciaccato fisicamente e demotivato sul lavoro, ma soprattutto alle prese con l’ennesima crisi sentimentale con la compagna Ginevra Torre, nell’affrontare un caso più complicato del previsto dovrà sondare nuovi imperscrutabili lati oscuri dell’animo umano, trovandosi a dover prendere un’importante decisione che avrà ripercussioni sulla propria vita privata e professionale.
L’oblio, ossia il “dimenticare”, inteso come unico rimedio alle offese subite, come malattia e come diritto legalmente riconosciuto, la solitudine ed il disagio giovanile, ma anche un forte messaggio ambientalista, sono alcune delle tematiche di fondo di un racconto ancora una volta ambientato tra fiabeschi paesaggi del Tigullio, una storia avvincente che indurrà inevitabilmente a riflettere sul senso della vita.
La presentazione ufficiale del libro si terrà sabato 28 giugno alle ore 17 presso i ruderi del Cenobio di San Tomaso a Rapallo, in occasione di un evento organizzato dal Comitato Fuochi Santa Maria.
Il romanzo è disponibile presso Libreria Agorà di Rapallo, Libreria Capurro di Recco, Libreria La Zafra di Chiavari, la Tigulliana di Santa Margherita Ligure ed è inoltre acquistabile online.
Per ulteriori informazioni seguite la pagina Facebook Stefano Podestà Foto&Grafia.
Stefano Podestà, classe 1978, fotografo e scrittore di Rapallo, sull’onda del successo ottenuto ha deciso di proseguire nella fortunata saga noir che vede protagonista il burbero vicequestore pugliese Tommaso Arcangeli.
Dopo “Dafne – Il delitto di Altachiara” (2023), presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino, e “Alfa e Omega – Il delitto di Prelo” (2024), in questo terzo capitolo della serie ha voluto porre l’attenzione sulla tematica dell’oblio, ossia il “dimenticare” inteso nelle sue più ampie sfaccettature, proponendo come sempre ai lettori interessanti spunti di riflessione su tematiche di stretta attualità.
Dello stesso autore e sempre con la Tigulliana si ricordano il saggio autobiografico “Eravamo felici e non lo sapevamo” (2021) ed il romanzo d’avventura “Lui, lei e il Diavolo” (2022).
E’ appena uscita sui principali canali distributivi on line la nuova silloge poetica di Anna Maria Farricelli: ABYSSUM, edizioni Il Cuscino di Stelle. “La poesia è vita, senza poesia non c'è vita’” – dichiara l’Autrice. “Essa ne svela la bellezza nascosta e le emozioni più profonde. Senza poesia, il vivere diventa meccanico, privo di incanto e significato. È la poesia che dona voce ai silenzi e luce all' invisibile” – conclude.
Il testo poetico di ABYSSUM presenta un ampio ventaglio di percorsi e analisi introspettive che prendono per mano il lettore, accompagnandolo in un viaggio alla scoperta della sua intimità più nascosta. Tanti i temi toccati, come frutti colti dall' albero della vita e dell' esperienza che solo un cuore sofferente e sensibile riesce a cogliere. È la poesia che spezza le catene del tempo.
Dal profondo e buio abisso del dolore, in un mondo restio ai sentimenti, ABYSSUM si dipana tra i ricordi del passato, i silenzi, le promesse, la ricerca del proprio io attraverso un viaggio che ha come meta un futuro di libertà, di nuovi sogni, nuovi colori, nuova vita ancora da scoprire. La prefazione descrive la sensibilità dell'autrice nel trasformare esperienze in parole evocative, spesso utilizzando immagini del mare e della natura come metafore esistenziali. La silloge include poesie che spaziano dalla nostalgia del passato alla speranza nel futuro, offrendo uno sguardo lirico sull'animo umano. Il volume presenta profonde riflessioni sul dolore e sulla capacità di rinascere, culminando in un'ode alla bellezza presente in ogni frammento dell'esistenza.
Il prossimo 10 maggio, a Marina di Camerota (SA), Annamaria Farricelli e la sua ABYSSUM saranno presenti tra gli ospiti attesi della cerimonia di premiazione della 3a edizione del premio letterario “Calanca” in memoria di Cosimo Criscuolo, organizzata dall’Associazione culturale “il cuscino di stelle” con il supporto dell’Hotel Calanca di Marina di Camerota: un modo per conoscere da vicino una delle scrittrici e poetesse italiane più intense degli ultimi anni ed assistere al battesimo della sua sesta Silloge", che sarà presentata e commentata per l’occasione dal Presidente Editore de “Il Cuscino di Stelle”, Armando Iadeluca.
Pluripremiata a livello nazionale ed internazionale, Annamaria Farricelli è riconosciuta per il suo contributo alla letteratura e alla poesia. La sua opera è caratterizzata da un profondo esame dell’anima e delle emozioni, spesso affrontando temi di rinascita e di speranza attraverso un linguaggio semplice, ma mai banale. Le sue “creature” sono raccolte in sillogi, antologie, racconti, romanzi.
Oltre un centinaio di persone ha preso parte ieri a Lamezia Terme alla presentazione del libro “Il coraggio di contare” di Natascha Lusenti, pubblicato da Il Saggiatore, opera - manifesto per una nuova cultura economica e sociale al femminile.
“Per secoli ci è stato insegnato che i soldi non fossero affare nostro. Oggi questo tabù si traduce in disuguaglianze pratiche: meno accesso al credito, carriere più discontinue, pensioni più basse”, ha introdotto così il dibattito Maria Francesca Gentile, responsabile Ufficio Stampa di Fondazione Trame che ha moderato l’incontro. A dialogarne sono state tre figure di spicco, portatrici di esperienze complementari: Anna Fasano, Presidente di Banca popolare Etica, Gabriella Reillo, Presidente della Corte d’Appello di Potenza, e Giusi Crimi, Amministratrice Delegata di Entopan Srl. Fasano ha sottolineato come la finanza etica possa essere una leva per la giustizia sociale e l’inclusione, uno strumento politico capace di trasformare le pratiche economiche in pratiche di cura e responsabilità collettiva. “Ma tutto deve partire dall'educazione finanziaria, fin dalle scuole. I giovani oggi non parlano di denaro”. Reillo ha evidenziato la difficoltà di riconoscere e tutelare la violenza economica, una delle forme più subdole e pervasive di controllo, ancora oggi poco visibile nel quadro normativo e giuridico italiano. Crimi ha invece invitato a superare l’idea del lavoro femminile come vocazione, rivendicando pieno riconoscimento e dignità al lavoro delle donne.
Il libro “Il coraggio di contare” nasce da un percorso di ascolto promosso dal collettivo delle donne di Banca Etica e affronta temi come l’indipendenza economica, la gestione del denaro, il lavoro di cura, maternità, la precarietà, intrecciando dati concreti e allarmanti. Numeri che rivelano un divario strutturale, frutto di secoli di esclusione, pregiudizi e retaggi culturali che continuano a relegare il denaro fuori dall’immaginario femminile.
La serata ha acceso i riflettori su domande cruciali: Come si combatte la violenza economica? Qual è il ruolo della finanza etica nel colmare il gender gap? Come educare le nuove generazioni a un rapporto sano e consapevole con il denaro?
Dalle risposte è emersa una convinzione condivisa: il denaro può e deve diventare uno strumento di libertà e non di subordinazione, capace di costruire reti, sostenere progetti di vita, creare comunità solidali e consapevoli. Una visione che si connette ai grandi temi globali – diritti umani, cambiamento climatico, sostenibilità, educazione finanziaria – e che trasforma la finanza in un terreno di responsabilità collettiva.
L’incontro ha confermato quanto sia necessario continuare a parlare di questi temi, rompendo silenzi e stereotipi ancora profondamente radicati.
L’evento è stato promosso dal gruppo di Soci e Socie di Banca Etica in collaborazione con la Fondazione Trame ETS e il Sistema Bibliotecario Lametino, nell’ambito della campagna nazionale Il maggio dei libri 2025.
Ho conosciuto Alberto Carlo Ludovici, manager di Axa Assicurazioni, in mare durante alcune regate in barca a vela. Un atleta dal fisico integro e sempre pronto in ogni evenienza. Qualche anno fa iniziano i primi sintomi di una malattia, “Lei”, così la chiama Ludovici, entra nella sua vita. Ma non è una bella fanciulla, ma la Sindrome Laterale Amiotrofica (SLA). Una diagnosi devastante per chiunque e anche Ludovici non nega le difficoltà e le paure, ma reagisce con forza e fiducia. La cosa più bella è che trova la forza di raccontare e raccontarsi per dare un messaggio di speranza, anche un insegnamento di vita per i “sani” e lo fa attraverso un libro appena pubblicato (La forza di un respiro. Come la SLA ha riscritto la mia storia e mi ha rivelato la vera essenza della vita). Si legge d'un fiato e si arriva in fondo come dopo una lunga corsa contenti per la vita che abbiamo ricevuto. Ludovici ci guida su un cammino difficile ben evidenziato dall’immagine sulla copertina presa durante il percorso verso Santiago di Compostela. La vita è un cammino come quello che Ludovici aveva iniziato proprio per Compostela e che si è interrotto per andare a visitare una persona gravemente ammalata. Poi un altro viaggio che, forse, ha portato a una meta più profonda e intima.
Ma la sua vita di adulto inizia con una esperienza militare che ha lasciato una traccia e che, si legge nel suo libro, è utile in questo momento. In che modo?
“L'esperienza militare ha lasciato un'impronta profonda e indelebile nel mio percorso. Sin da bambino, ho sognato di diventare parte di una realtà così dinamica e stimolante, e ho avuto la fortuna di vedere quel sogno realizzarsi quando sono entrato a far parte del gruppo operativo incursori. Questo obiettivo, che ho perseguito con passione e determinazione, non solo mi ha riempito di orgoglio, ma ha anche rappresentato il culmine di un'aspirazione che mi accompagnava fin dall'infanzia. Quando guardavo in televisione quei film avvincenti sulle forze speciali, rimanevo affascinato dalle immagini di uomini audaci, armati e pronti a lanciarsi in azioni eroiche, sacrificandosi per la patria e l'onore. Quella realtà, che sembrava così distante e quasi irraggiungibile, è diventata parte integrante della mia vita, trasformandomi in una di quelle straordinarie persone che dedicano la propria esistenza al servizio del paese. Tuttavia, la transizione dal mondo militare a una vita civile ha rappresentato una sfida notevole e complessa. Abbandonare un lavoro così significativo, che riempiva le mie giornate di scopo e adrenalina, è stato un processo doloroso. Questo cambiamento ha comportato un costo emotivo elevato, tanto che ho dovuto intraprendere anni di terapia per affrontare e elaborare le esperienze vissute durante il servizio. La perdita del mio matrimonio è stata una delle conseguenze più gravi e strazianti di questa transizione, un sacrificio che mette in luce le difficoltà nel bilanciare una vita dedicata a una missione così intensa con le relazioni personali. Essere parte di quel gruppo straordinario significava non solo dedicare la mia vita a un paese, ma anche affrontare la realtà che, vivere nell’ombra. Anche se sono riuscito a vivere il mio sogno, ho compreso che non è da tutti raggiungere tali traguardi. Le esperienze che ho accumulato, le lezioni apprese e i sacrifici affrontati continuano a influenzare la mia vita quotidiana, rendendomi più forte, più consapevole e motivato nel perseguire nuovi obiettivi e affrontare le sfide del presente, portando con me l'eredità di un passato che ha segnato profondamente il mio cammino”.
I valori centrali che sottolinea più volte sono la famiglia, l'amicizia, l'amore. A Santiago non è riuscito ad arrivare, a Medjurorje si. Cosa le è rimasto dentro e quanto di queste esperienze la aiutano?
“Certo, questi valori e questi principi sono centrali nella mia vita e hanno guidato non solo le mie scelte e le mie azioni, ma hanno anche creato una rete di sostegno che mi ha accompagnato e aiutato nei momenti più difficili. Anche se non sono riuscito a raggiungere Santiago, il mio viaggio a Medjugorje si è rivelato un'esperienza profondamente trasformativa, lasciandomi insegnamenti duraturi e preziosi. A Medjugorje, ho avuto l'opportunità di riflettere e meditare su questi valori in un contesto di condivisione e spiritualità intensa. In quel luogo, ho riscoperto l'importanza dell'amicizia e della fratellanza, valori che ho imparato e vissuto profondamente durante il mio tempo nel gruppo incursori. In quell'ambiente, fidarsi del proprio collega significa non solo condividere l'esperienza quotidiana, ma anche affidargli la propria vita, un concetto che richiede una connessione autentica e una dedizione reciproca che va oltre il semplice lavoro di squadra. Le esperienze condivise con i miei compagni a Medjugorje, unite a quelle intense e significative vissute nel gruppo incursori, hanno rafforzato in me la consapevolezza di quanto siano vitali i legami umani. Ogni momento trascorso insieme, ogni parola di conforto e incoraggiamento ricevuta da chi mi circonda, ha contribuito a costruire un senso di comunità che va ben oltre le parole e le azioni superficiali. Ho appreso che l’amore e la fratellanza non sono solo valori astratti, ma strumenti reali e tangibili di sostegno che ci aiutano a superare le avversità e a crescere come individui. Ciò che mi è rimasto dentro dopo queste esperienze è una profonda gratitudine per le persone che mi circondano e per le relazioni che ho costruito nel corso della mia vita. Ho imparato, attraverso le sfide e le difficoltà, che anche quando ci sono ostacoli lungo il cammino, il valore dell'amicizia e della fiducia reciproca può realmente fare la differenza. Queste lezioni continuano a guidarmi, permettendomi di affrontare le difficoltà con una nuova prospettiva, una maggiore forza interiore e una determinazione rinnovata. In definitiva, la consapevolezza che non siamo mai soli, che possiamo sempre contare sugli altri e che i legami che formiamo possono sostenerci nei momenti più critici, è un tesoro inestimabile che porto con me. Questa realizzazione mi motiva a valorizzare ogni singolo legame nella mia vita, a nutrire le relazioni che ho e a costruirne di nuove, affinché l’amore, l'amicizia e la fratellanza continuino a essere il faro che illumina il mio cammino”.
Ezio Bosso, è la sua colonna sonora, è un grande compositore e musicista, quanto la aiuta? Cosa trova nella sua musica?
“La sua arte non è solo un insieme di note e melodie, ma una vera e propria espressione emotiva che ha avuto un impatto profondo su di me. La sua abilità di trasmettere sentimenti complessi attraverso la musica è qualcosa che mi ha aiutato a trovare momenti di riflessione e introspezione profonda. Quando ascolto le sue composizioni, mi sento trasportato in un viaggio interiore, dove posso finalmente dedicare tempo a me stesso e ai miei pensieri. La sua musica mi invita a fermarmi, a respirare e ad ascoltarmi di più, a esplorare le mie emozioni e a confrontarmi con le mie esperienze. Ogni nota sembra parlare direttamente al mio cuore, creando un legame che va oltre la semplice fruizione musicale. Inoltre, c’è un aspetto particolarmente toccante nella sua storia personale, che emerge anche dalle sue opere. La sua lotta contro la malattia, e’ qualcosa che ci accomuna. Questa connessione tra la sua musica e la sua esperienza di vita rende le sue composizioni ancora più significative per me. Le sue melodie, cariche di vulnerabilità e forza, mi ricordano che anche nei momenti di difficoltà si può trovare bellezza e significato. La musica di Bosso è una fonte di ispirazione continua, un promemoria che la creatività può fiorire anche in mezzo alle avversità. La sua capacità di trasformare il dolore in arte è una lezione preziosa che mi guida a vedere le sfide come opportunità di crescita. Ogni volta che ascolto una delle sue opere, sento di essere accompagnato in un viaggio che mi invita a riflettere, a sentire e a connettermi con le parti più profonde di me stesso. La musica di Ezio Bosso non è solo una colonna sonora, ma una vera e propria compagna di viaggio che mi ha aiutato a scoprire nuove dimensioni del mio essere”.
Con questo tuo libro Ludovici lascia non solo una testimonianza, ma un esempio di come affrontare le difficoltà e le scelte della vita che interessano tutti, nella salute e nella malattia. Anzi, prima di tutto nella salute.
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