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Giovedì, 01 Maggio 2025

E’ appena uscita sui principali canali distributivi on line la nuova silloge poetica di Anna Maria Farricelli: ABYSSUM, edizioni  Il Cuscino di Stelle.
“La poesia è vita, senza poesia non c'è vita’” – dichiara l’Autrice.
“Essa ne svela la bellezza nascosta e le emozioni più profonde. Senza poesia, il vivere diventa meccanico, privo di incanto e significato. È la poesia che dona voce ai silenzi e luce all' invisibile” – conclude.

Il testo poetico di ABYSSUM presenta un ampio ventaglio di percorsi e analisi introspettive che prendono per mano il lettore, accompagnandolo in un viaggio alla scoperta della sua intimità più nascosta. Tanti i temi toccati, come frutti colti dall' albero della vita e dell' esperienza che solo un cuore sofferente e sensibile riesce a cogliere. È la poesia che spezza le catene del tempo. 

 Dal profondo e buio abisso del dolore, in un mondo restio ai sentimenti, ABYSSUM si dipana tra i ricordi del passato, i silenzi, le promesse, la ricerca del proprio io attraverso un viaggio che ha come meta un futuro di libertà, di nuovi sogni, nuovi colori, nuova vita ancora da scoprire. La prefazione descrive la sensibilità dell'autrice nel trasformare esperienze in parole evocative, spesso utilizzando immagini del mare e della natura come metafore esistenziali. La silloge include poesie che spaziano dalla nostalgia del passato alla speranza nel futuro, offrendo uno sguardo lirico sull'animo umano. Il volume presenta profonde riflessioni sul dolore e sulla capacità di rinascere, culminando in un'ode alla bellezza presente in ogni frammento dell'esistenza.

Il prossimo 10 maggio, a Marina di Camerota (SA), Annamaria Farricelli e la sua ABYSSUM saranno presenti tra gli ospiti attesi della cerimonia di premiazione della 3a edizione del premio letterario “Calanca” in memoria di Cosimo Criscuolo, organizzata dall’Associazione culturale “il cuscino di stelle” con il supporto dell’Hotel Calanca di Marina di Camerota: un modo per conoscere da vicino una delle scrittrici e poetesse italiane più intense degli ultimi anni ed assistere al battesimo della sua sesta Silloge", che sarà presentata e commentata per l’occasione dal Presidente Editore de “Il Cuscino di Stelle”, Armando Iadeluca.

Pluripremiata a livello nazionale ed internazionale, Annamaria Farricelli è riconosciuta per il suo contributo alla letteratura e alla poesia. La sua opera è caratterizzata da un profondo esame dell’anima e delle emozioni, spesso affrontando temi di rinascita e di speranza attraverso un linguaggio semplice, ma mai banale. Le sue “creature” sono raccolte in sillogi, antologie, racconti, romanzi.

Ho conosciuto Alberto Carlo Ludovici, manager di Axa Assicurazioni, in mare durante alcune regate in barca a vela. Un atleta dal fisico integro e sempre pronto in ogni evenienza. Qualche anno fa iniziano i primi sintomi di una malattia, “Lei”, così la chiama Ludovici, entra nella sua vita. Ma non è una bella fanciulla, ma la Sindrome Laterale Amiotrofica (SLA). Una diagnosi devastante per chiunque e anche Ludovici non nega le difficoltà e le paure, ma reagisce con forza e fiducia. La cosa più bella è che trova la forza di raccontare e raccontarsi per dare un messaggio di speranza, anche un insegnamento di vita per i “sani” e lo fa attraverso un libro appena pubblicato (La forza di un respiro. Come la SLA ha riscritto la mia storia e mi ha rivelato la vera essenza della vita). Si legge d'un fiato e si arriva in fondo come dopo una lunga corsa contenti per la vita che abbiamo ricevuto. Ludovici ci guida su un cammino difficile ben evidenziato dall’immagine sulla copertina presa durante il percorso verso Santiago di Compostela. La vita è un cammino come quello che Ludovici aveva iniziato proprio per Compostela e che si è interrotto per andare a visitare una persona gravemente ammalata. Poi un altro viaggio che, forse, ha portato a una meta più profonda e intima.

 

Ma la sua vita di adulto inizia con una esperienza militare che ha lasciato una traccia e che, si legge nel suo libro, è utile in questo momento. In che modo?

 

“L'esperienza militare ha lasciato un'impronta profonda e indelebile nel mio percorso. Sin da bambino, ho sognato di diventare parte di una realtà così dinamica e stimolante, e ho avuto la fortuna di vedere quel sogno realizzarsi quando sono entrato a far parte del gruppo operativo incursori. Questo obiettivo, che ho perseguito con passione e determinazione, non solo mi ha riempito di orgoglio, ma ha anche rappresentato il culmine di un'aspirazione che mi accompagnava fin dall'infanzia. Quando guardavo in televisione quei film avvincenti sulle forze speciali, rimanevo affascinato dalle immagini di uomini audaci, armati e pronti a lanciarsi in azioni eroiche, sacrificandosi per la patria e l'onore. Quella realtà, che sembrava così distante e quasi irraggiungibile, è diventata parte integrante della mia vita, trasformandomi in una di quelle straordinarie persone che dedicano la propria esistenza al servizio del paese. Tuttavia, la transizione dal mondo militare a una vita civile ha rappresentato una sfida notevole e complessa. Abbandonare un lavoro così significativo, che riempiva le mie giornate di scopo e adrenalina, è stato un processo doloroso. Questo cambiamento ha comportato un costo emotivo elevato, tanto che ho dovuto intraprendere anni di terapia per affrontare e elaborare le esperienze vissute durante il servizio. La perdita del mio matrimonio è stata una delle conseguenze più gravi e strazianti di questa transizione, un sacrificio che mette in luce le difficoltà nel bilanciare una vita dedicata a una missione così intensa con le relazioni personali. Essere parte di quel gruppo straordinario significava non solo dedicare la mia vita a un paese, ma anche affrontare la realtà che, vivere nell’ombra. Anche se sono riuscito a vivere il mio sogno, ho compreso che non è da tutti raggiungere tali traguardi. Le esperienze che ho accumulato, le lezioni apprese e i sacrifici affrontati continuano a influenzare la mia vita quotidiana, rendendomi più forte, più consapevole e motivato nel perseguire nuovi obiettivi e affrontare le sfide del presente, portando con me l'eredità di un passato che ha segnato profondamente il mio cammino”.

 

I valori centrali che sottolinea più volte sono la famiglia, l'amicizia, l'amore. A Santiago non è riuscito ad arrivare, a Medjurorje si. Cosa le è rimasto dentro e quanto di queste esperienze la aiutano?

 

“Certo, questi valori e questi principi sono centrali nella mia vita e hanno guidato non solo le mie scelte e le mie azioni, ma hanno anche creato una rete di sostegno che mi ha accompagnato e aiutato nei momenti più difficili. Anche se non sono riuscito a raggiungere Santiago, il mio viaggio a Medjugorje si è rivelato un'esperienza profondamente trasformativa, lasciandomi insegnamenti duraturi e preziosi. A Medjugorje, ho avuto l'opportunità di riflettere e meditare su questi valori in un contesto di condivisione e spiritualità intensa. In quel luogo, ho riscoperto l'importanza dell'amicizia e della fratellanza, valori che ho imparato e vissuto profondamente durante il mio tempo nel gruppo incursori. In quell'ambiente, fidarsi del proprio collega significa non solo condividere l'esperienza quotidiana, ma anche affidargli la propria vita, un concetto che richiede una connessione autentica e una dedizione reciproca che va oltre il semplice lavoro di squadra. Le esperienze condivise con i miei compagni a Medjugorje, unite a quelle intense e significative vissute nel gruppo incursori, hanno rafforzato in me la consapevolezza di quanto siano vitali i legami umani. Ogni momento trascorso insieme, ogni parola di conforto e incoraggiamento ricevuta da chi mi circonda, ha contribuito a costruire un senso di comunità che va ben oltre le parole e le azioni superficiali. Ho appreso che l’amore e la fratellanza non sono solo valori astratti, ma strumenti reali e tangibili di sostegno che ci aiutano a superare le avversità e a crescere come individui. Ciò che mi è rimasto dentro dopo queste esperienze è una profonda gratitudine per le persone che mi circondano e per le relazioni che ho costruito nel corso della mia vita. Ho imparato, attraverso le sfide e le difficoltà, che anche quando ci sono ostacoli lungo il cammino, il valore dell'amicizia e della fiducia reciproca può realmente fare la differenza. Queste lezioni continuano a guidarmi, permettendomi di affrontare le difficoltà con una nuova prospettiva, una maggiore forza interiore e una determinazione rinnovata. In definitiva, la consapevolezza che non siamo mai soli, che possiamo sempre contare sugli altri e che i legami che formiamo possono sostenerci nei momenti più critici, è un tesoro inestimabile che porto con me. Questa realizzazione mi motiva a valorizzare ogni singolo legame nella mia vita, a nutrire le relazioni che ho e a costruirne di nuove, affinché l’amore, l'amicizia e la fratellanza continuino a essere il faro che illumina il mio cammino”.

 

Ezio Bosso, è la sua colonna sonora, è un grande compositore e musicista, quanto la aiuta? Cosa trova nella sua musica?

 

“La sua arte non è solo un insieme di note e melodie, ma una vera e propria espressione emotiva che ha avuto un impatto profondo su di me. La sua abilità di trasmettere sentimenti complessi attraverso la musica è qualcosa che mi ha aiutato a trovare momenti di riflessione e introspezione profonda. Quando ascolto le sue composizioni, mi sento trasportato in un viaggio interiore, dove posso finalmente dedicare tempo a me stesso e ai miei pensieri. La sua musica mi invita a fermarmi, a respirare e ad ascoltarmi di più, a esplorare le mie emozioni e a confrontarmi con le mie esperienze. Ogni nota sembra parlare direttamente al mio cuore, creando un legame che va oltre la semplice fruizione musicale. Inoltre, c’è un aspetto particolarmente toccante nella sua storia personale, che emerge anche dalle sue opere. La sua lotta contro la malattia, e’ qualcosa che ci accomuna. Questa connessione tra la sua musica e la sua esperienza di vita rende le sue composizioni ancora più significative per me. Le sue melodie, cariche di vulnerabilità e forza, mi ricordano che anche nei momenti di difficoltà si può trovare bellezza e significato. La musica di Bosso è una fonte di ispirazione continua, un promemoria che la creatività può fiorire anche in mezzo alle avversità. La sua capacità di trasformare il dolore in arte è una lezione preziosa che mi guida a vedere le sfide come opportunità di crescita. Ogni volta che ascolto una delle sue opere, sento di essere accompagnato in un viaggio che mi invita a riflettere, a sentire e a connettermi con le parti più profonde di me stesso. La musica di Ezio Bosso non è solo una colonna sonora, ma una vera e propria compagna di viaggio che mi ha aiutato a scoprire nuove dimensioni del mio essere”. 

 

Con questo tuo libro Ludovici lascia non solo una testimonianza, ma un esempio di come affrontare le difficoltà e le scelte della vita che interessano tutti, nella salute e nella malattia. Anzi, prima di tutto nella salute. 

“La riga infinita". Romanzo dei romanzi” (Bertoni Editore) di Natale Antonio Rossi è in corsa per il Premio Strega 2025. Un racconto “leggero, con le ali ai piedi”, come lo definisce lo stesso autore, nei ritmi dei contenuti e del pensiero breve, ma non nel pensiero corto.

Il libro è stato proposto da Nicola Bottiglieri con la seguente motivazione“Esiste un libro che non ha inizio né fine? Un libro formato da una pagina in bianco ed una stampata ripetute durante le 363 pagine di cui è composto? Un libro per metà scritto dall’autore e per metà dal lettore, il quale potrà usare il foglio pulito per continuare a suo piacimento lo sviluppo della storia. Se impiega la penna o l’immaginazione dipenderà solo da lui. Un romanzo così particolare potrà essere letto aprendo le pagine a casaccio, quello sarà il punto di partenza, poi uno decide se continuare la lettura a scendere o a salire! A questo punto viene da chiedersi di quali materiali è fatto questo romanzo che tanto deve alla “rapidità” delle Lezioni Americane di Calvino! È composto di tante storie, per la precisione 178, ognuna diversa, ognuna autonoma a grandezza variabile oscillante fra le 11 e le 30 parole, le quali pur nella loro stringata bellezza liberano una formidabile energia. Se volessi sintetizzare con una immagine plastica la natura di questo romanzo, penserei ad un mosaico che esplode, dove ogni tessera corre verso un proprio orizzonte. Raccontare l’esplosione, inseguire i frammenti che volano, accompagnarli verso quel luogo dell’immaginario dove risiedono tutte le storie che nessuno ha mai raccontato, questo è il compito dello scrittore nel mondo liquido in cui viviamo!” .

Grazie ad Angelo Barraco responsabile dell'ufficio stampa per la realizzazione dell'intervista per il Corriere del sud

 INTERVISTA ALL’AUTORE

1/ Il tuo rapporto con la scrittura?


Ho sempre anteposto la lingua, nelle varie accezione, alla scrittura. E la scrittura quindi è stata sempre intesa per migliorare l’espressione, tenendo conto delle differenze tra lingua e scrittura: la prima è naturalmente sintetica, la seconda analitica

2/ Come nasce l'idea del tuo nuovo manoscritto?


L’idea de’ “La riga infinita” – il mio ultimo romanzo nasce dalle “Lezioni americane” capitolo sulla “Rapidità” e soprattutto dal romanzo più breve (di una riga) che sia mai scritto: “Quando si svegliò, il dimosauro stava ancora lì” di Augusto Monterroso. Mentre l’idea del prossimo, nasce dalle mutazioni, scambi e contatti che sono intervenuti nei rapporti tra gli esseri umani.

3/ Raccontaci i luoghi dov'è ambientato?


“La riga infinita” non ha luoghi, non nel senso del “non-luogo” come teorizza Marc Augé, ma che ogni romanzo deve avere tre elementi di base: il protagonista (uomo, cosa, o altro), il tempo (ieri, oggi, domani( e lo spazio (chiuso, aperto o altro):

4/ Parlaci dei personaggi del tuo romanzo?


I personaggi sono tutti coloro che, interagendo con la proposta di romanzo, cambiano la prima veste di lettori e cominciano a scrivere: i personaggi sono i lettori/scrittori e nessuno li può conoscere prima della lettura.

5/ Com'è nata la scelta del titolo?


Il titolo viene fuori da un giornalino che scrivevano i miei nipoti. Maria Letizia e Francesco Saverio, con l’idea di continuare a scrivere su quello che avevano letto:

6/ Quali saranno le prossime iniziative relative al libro (presentazioni, fiere, firma copie, ...).


Non ho molta voglia di andare in giro a proporre il libro. Non mi interessa molto. Non trascuro tuttavia coloro che per differenti ragioni mi propongono di parlarne e di presentarlo nel senso di descrivere una modalità di scrittura ( tra le tante possibili).

7/ Se dovessi scegliere una frase del tuo nuovo ultimo romanzo, quale sceglieresti e perché?


Sceglierei l’ultima. “Quando la colomba bianca chiuse le ali sul cornicione divenne nera” perché è il segnale della presenza di mio figlio, scomparso da poco.

8/ Se dovessi scegliere tre aggettivi per rappresentare il tuo ultimo libro quali sceglieresti.


Facile alla lettura, proponente per il lettore, amico per gli scrittori che sono amici o vogliono diventarlo.

9/ In quale o quali generi letterari incaselleresti il tuo libro?


Non c’è un genere: è la prima volta che nella storia della letteratura italiana, europea e mondiale viene scritto un “romanzo dei romanzi” che sconfina su tutti i generi senza adottarne uno.

10/ È importante scrivere, ma è sicuramente più importante leggere, le tue letture preferite?


Sono un lettore professionale e vado alla ricerca dei libri di qualità, di assoluta qualità, che spesso si trovano pubblicati dagli editori di provincia e che sono indiscutibilmente superiori a molti testi che vincono i premi, i quali sono necessitati per ragioni editoriali e di cassetta a scegliere i mediocri per raggiungere il lettore più lontano.

11/ Cosa significa per te essere in cosa allo Strega 2025?


Sono in corsa per la STREGA perché Nicola Bottiglieri ha ritenuto opportuno presentarlo sapendo bene che i premi li vincono gli editori (per ragioni di cassetta) e non gli scrittori (anche se tutti credono il contrario).

 

Roma – "Mio figlio. L'amore che non ho fatto in tempo a dirgli", il libro di Marco Termenana (pseudonimo), è tra i premiati per la narrativa edita del Premio Letterario Internazionale “LE PIETRE DI ANUARIA 2024” (assegnato il Premio Emozione).

 Lunedì 24 marzo, si è svolta la cerimonia di premiazione presso la Sala Protomoteca del Campidoglio a Roma.

 La competizione, organizzata dall’Associazione Culturale “Sentieri di Parole” fondata dalla scrittrice Viktoria Vals (pseudonimo), è alla seconda edizione, e quest’anno ha ospitato dodici sezioni artistiche, che spaziano dalla poesia alla scultura.

 “Mio figlio”, da luglio 2021 ad oggi, con quello di ieri, è al 63esimo riconoscimenti in tutta Italia. A novembre 2023, poi, il libro è stato opzionato (lo studio di fattibilità per tradurre il testo in pellicola, n. d. r.) dalla Società di produzione cinematografica Zoorama srl di Roma e quest’ultimo premio è stato ritirato proprio dal produttore Carlo Benso - accompagnato dalla sceneggiatrice Sarah Panatta e tutto il suo staff - che è voluto uscire allo scoperto.

 L’autore invece.

 Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato "Giuseppe".

 La storia, che racconta del vero suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli quando, in una notte di marzo 2014, apre la finestra della sua camera, all'ottavo piano di un palazzo a Milano e si lancia nel vuoto, è una lucida testimonianza di un papà che scrive delle difficoltà della famiglia alle prese con il mal vivere di chi si è sentito sin dall'adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile.

 Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.

 Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.

 Carlo Benso:

“Non capita spesso ad un produttore cinematografico di avere la possibilità di dialogare a tutto tondo con l’autore, ogni volta che è necessario. Con questo autore poi: sempre disponibile e sempre carico di entusiasmo, è lui che tira me e i miei. Si capisce che in quello che fa con noi e con il suo libro, ritrova sempre il figlio. È perciò che sono stato a rappresentarlo con immenso piacere”.

 Questo invece il pensiero di Marco Termenana:

 “Credo che quello che stia avvenendo in questi anni, non sia un successo letterario ma il chiaro segnale della voglia di tutti noi di riflettere, migliorarsi e, in definitiva, capire di più i nostri figli. La mia disperazione viene sempre scambiata per coraggio o per incoscienza, ma, sta di fatto, che sono solo un “testimone oculare involontario”. Non sono uno scrittore ma un papà che ha scritto solo per ritrovare Giuseppe perché il dolore era (ed è) atroce e non si sopravvive senza un adeguato meccanismo compensativo, che io ho trovato nella scrittura.

 Quando ho appreso di questo riconoscimento sono rimasto sbalordito: grande la gioia di trovare visibilità presso una delle perle delle istituzioni italiane. A Roma poi, cioè città di grande cultura e tradizione letteraria. Ed anche il produttore, quando gli ho proposto di rappresentarmi, mi ha detto subito di sì. Sono contento quindi se con la mia testimonianza posso portare valore aggiunto anche per una sola persona e così, di fatto, avrò dato anche senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio.

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L’autore è contattabile attraverso la sua pagina Facebook "Marco Termenana”

La lettura è uno strumento fondamentale per stimolare l’immaginazione, la curiosità e lo sviluppo cognitivo. Per sensibilizzare sull’importanza della lettura multisensoriale come strumento di inclusione e crescita, la Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Ente Filantropico promuove un ciclo di incontri dal titolo “Toccare per leggere: un viaggio nel mondo dei libri tattili.

L’iniziativa, a cura del Centro di Documentazione della Fondazione, pone al centro il valore della lettura tattile, essenziale per le persone con sordocecità e pluridisabilità. I libri tattili non sono semplici supporti per la lettura, ma strumenti di autonomia e scoperta, che permettono di esplorare il mondo attraverso il tatto, favorendo la crescita cognitiva e relazionale e l’inclusività.

“Toccare per leggere” è rivolto a genitori, educatori, professionisti e a tutti coloro che sono interessati ad approfondire il ruolo dei libri tattili nei percorsi educativi e formativi. Esperti del settore guideranno i partecipanti in un percorso di scoperta sull’importanza della lettura come strumento di crescita intellettiva e sviluppo delle relazioni interpersonali.

Si terrà il 12 marzo, dalle ore 14:30 alle ore 17:30 “L’importanza della letteratura per l’infanzia”, l’incontro con Silvia Giuliani, fondatrice di Cunegunde APS mentre il 26 marzo, dalle ore 14:30 alle ore 17:30 sarà la volta di Fabio Fornasari, Responsabile Scientifico dell’Atelier Tolomeo presso l’Istituto dei Ciechi F. Cavazza di Bologna a tenereCostruire mondi tattili: il libro sensoriale”.

“La lettura è una porta d’accesso alla conoscenza e alla crescita personale. Con questo ciclo di incontri, vogliamo esplorare il potenziale dei libri tattili come strumento di inclusione e crescita per tutti – dichiara Patrizia Ceccarani, Segretario del Comitato Tecnico Scientifico ed Etico della Fondazione Lega del Filo d'Oro – Per le persone con sordocecità e pluridisabilità, la lettura tattile è a tutti gli effetti una forma di comunicazione con il mondo esterno, permettendo loro di entrare in contatto con la realtà in modo autonomo e stimolante. È quindi cruciale che la preparazione e la sensibilizzazione sull'uso dei libri tattili coinvolgano tutti, poiché solo così possiamo favorire una reale inclusione, creando ponti tra chi ha accesso a risorse tradizionali di lettura e chi invece dipende da questi strumenti per comunicare e crescere. La lettura tattile non solo stimola le capacità cognitive e creative, ma favorisce anche un’interazione più profonda e significativa tra le persone”.

Gli incontri si svolgeranno presso la Sala Polifunzionale del Centro Nazionale della Fondazione a Osimo (Via Linguetta, 3 – Osimo) e saranno disponibili anche in modalità online, per garantire un’ampia accessibilità. La partecipazione è gratuita, con iscrizione obbligatoria via e-mail entro l’8 marzo per il primo incontro ed entro il 22 marzo per il secondo, scrivendo all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Sarà inoltre disponibile un servizio di interpretariato LIS per favorire l’inclusione di tutti i partecipanti rendendo l'iniziativa davvero aperta a tutti.

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