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Europa: Giorgia al 29%

Aveva chiesto ai suoi elettori di indicare nella scheda col solo nome di battesimo. Giorgia. Senza indicare il cognome, per sentirsi più vicini, perché “il Palazzo non mi sta cambiando”. Ha avuto ragione lei: i dati delle preferenze alle elezioni europee sono l’indicazione chiara, evidente, palese di come il Meloni abbia senza ombra di dubbio il sostegno del suo elettorato.

Un formidabile successo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Italia, cui corrisponde un’affermazione del Pd così impetuosa da porre le basi per un nuovo, possibile bipolarismo. 

Non solo perché Fratelli d’Italia, dopo due anni di governo in una situazione economica e internazionale decisamente complicata, vedi la guerra in Ucraina e quella in Palestina, ha aumentato la percentuale di consenso passando dal 26% delle Politiche del 2022 al 28,8% delle Europee di stanotte e superando così la soglia che la leader si era prefissata.

Non solo perché il governo italiano, vista la debacle di Emmanuel Macron e Olaf Scholz, è l’unico grande governo in Ue ad uscire “rafforzato dal voto”. Ma perché il premier – che si era presentato come capolista in tutte cinque circoscrizioni, ha incassato qualcosa come 2,3 milioni di preferenze. In sostanza, da sola “Meloni detta Giorgia” vale più del Movimento Cinque Stelle nel suo complesso (2,2 milioni di voti) ma anche più di Lega (2 milioni) e Forza Italia (2,2 milioni). Più di un terzo dei voti di FdI porta il nome del leader. 

In Francia stravince il partito di destra di Marine Le Pen: Rassemblement National è attorno al 32%. Più del doppio rispetto al secondo in lista, Renaissance del presidente Emmanuel Macron si ferma intorno al 15%. A seguito dei primi exit poll, nella sera del 9 giugno, Macron ha preso la parola per annunciare lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni il 30 giugno e il 7 luglio. "Non posso che salutare con favore questa decisione. Siamo pronti a governare se i francesi vorranno darci la fiducia", in queste nuove elezioni, sono le parole di Marine Le Pen dopo il messaggio di Macron

Serataccia per i macroniani, per i socialisti, per gli europeisti: dopo anni di propaganda sull’Unione Europea che migliora le nostre vite, sulle mirabili sorti del Green Deal europeo, sull’ambientalismo, sulla sostenibilità, sulla resilienza e chi più ne ha più ne metta, in una sera tutto si infrange.

Si infrange contro che cosa? Contro il volere degli elettori. Contro il volere dei cittadini francesi, dei cittadini tedeschi, dei cittadini spagnoli, dei cittadini dell’Europa centrale e più in generale dei cittadini europei, che sono evidentemente stufi della politica portata avanti nella scorsa legislatura dalla maggioranza a trazione Ppe e socialisti, ma in realtà è basata su politiche di stampo socialista a tutti gli effetti, che hanno rappresentato un evidente fallimento sotto vari punti di vista.

Vince Giorgia Meloni, che conquista oltre 2 milioni di preferenze, porta FdI quasi al 29% e si conferma leader dei conservatori europei. Vince Elly Schlein, che fa crescere il Pd, nonostante le polemiche della campagna elettorale, e si consolida come alternativa alla premier

Vince Antonio Tajani: Forza Italia conquista il derby con la Lega, diventando il secondo partito della coalizione di centrodestra. Vince anche Matteo Salvini: la Lega regge, anzi aumenta i voti rispetto alle Politiche, benché molti osservatori la davano per spacciata. E sul generale Vannacci, secondo più votato dopo Meloni, aveva ragione lui. Vincono il bipolarismo, per cui, evidentemente, gli italiani continuano ad avere nostalgia, e la coalizione di governo, che passa dal 44 a quasi il 48%. Una rarità in Europa.

Vincono Bonelli e Fratoianni (Avs), che raddoppiano i consensi delle Politiche, con il grande risultato della Salis. Altro giro, altra corsa. Perdono Renzi, Bonino e Calenda, che non riescono a entrare nel Parlamento europeo, rimanendo poco sotto la soglia di sbarramento del 4%. Perde, soprattutto, il M5S di Giuseppe Conte, che sta al 10%: ha smarrito un terzo dei voti delle ultime elezioni e mette a rischio la sua leadership. Perdono, infine, le divisioni che attraversano tanti partiti.

Il caso più eclatante, se vogliamo, è il progetto del Green Deal, ma anche l'incapacità di fermare l’immigrazione irregolare, i diktat basati su una burocrazia europea asfissiante che deve sostanzialmente intervenire nelle nostre vite in ogni ambito.

Ilaria Salis sarà europarlamentare, eletta nelle fila di Alleanza Verdi-Sinistra. L'attivista italiana, ai domiciliari in Ungheria, ha raccolto oltre 160mila voti tra Nord-Ovest e Sud.  Dunque, dopo 15 mesi di detenzione, la 39enne milanese andrebbe scarcerata e il processo a suo carico andrebbe sospeso. Questo secondo quanto prevede il Protocollo 7 sui "Privilegi e le immunità dell'Unione europea".

Cosa prevede la legge - Nello specifico l'articolo 9 sottolinea che i membri dell'Europarlamento possono beneficiare, sul territorio nazionale, "delle immunità riconosciute ai membri del Parlamento del loro Stato" e non possono, "sul territorio di ogni altro Stato membro, essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari". Stando a quanto sostengono gli avvocati di Salis la norma è retroattiva e varrebbe dunque anche per i fatti avvenuti prima dell'elezione.  L’articolo 7 dello stesso Protocollo sancisce poi che "nessuna restrizione di ordine amministrativo o di altro genere è apportata alla libertà di movimento dei membri del Parlamento europeo che si recano al luogo di riunione del Parlamento europeo o ne ritornano". Dunque dopo la proclamazione ufficiale, Ilaria Salis godrebbe dell’immunità parlamentare e di conseguenza dovrebbe essere scarcerata.

Immunità non valide in alcuni casi - Le immunità previste dal  Protocollo 7 sui "Privilegi e le immunità dell'Unione europea" non varrebbero solamente considerando l'arresto in flagranza di reato o in caso di sentenza definitiva, proprio come prevede la Costituzione italiana per deputati e senatori.  
I legali: "Chiederemo la libertà di Salis" - "Non appena ci sarà la proclamazione chiederemo all’autorità giudiziaria ungherese di rimettere in libertà Ilaria Salis e di sospendere il procedimento penale". 

Così gli avvocati dell'attivista ai domiciliari a Budapest ed eletta al Parlamento europeo per Avs, annunciano l'istanza di revoca di qualsiasi misura cautelare. I due legali hanno ribadito che ora la 39enne italiana "beneficia dell'immunità" in base alle norme Ue e hanno anche sottolineato che la magistratura ungherese potrebbe provvedere d'ufficio.

Tajani: "Dovrà essere il Parlamento europeo a intervenire" - "Perché per la neo eletta Ilaria Salis ci sia la possibilità di partecipare all'Assemblea serve l’intervento del Parlamento europeo", così il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. "Noi notificheremo che è stata eletta, ma dobbiamo aspettare la proclamazione. Prima non possiamo dire nulla. Appena ci sarà verrà informata in via ufficiale l’autorità ungherese".

L'arresto e l'impatto mediatico - Ilaria Salis, 40 anni tra pochi giorni, è stata arrestata l'11 febbraio 2023 con l'accusa di lesioni aggravate e associazione a delinquere di matrice politica, per aver attaccato dei manifestanti di estrema destra durante un raduno neonazista in Ungheria. Si è dichiarata innocente e ha respinto la proposta di patteggiamento a undici anni di reclusione della procura. Insieme a due cittadini tedeschi, anche loro imputati, rischia fino a 24 anni di carcere ma finora nessuno tra i testimoni l'ha riconosciuta tra gli autori del pestaggio. 

La sua detenzione in condizioni degradanti ha suscitato rabbia e sdegno in molti Paesi europei, quando sotto gli occhi dei media lo scorso gennaio fu portata davanti a un giudice per la prima udienza del processo con un guinzaglio al collo e mani e piedi incatenati. Di qui la scelta di Avs di candidarla per "tutelare i diritti e la dignità" della cittadina europea e per denunciare i metodi di detenzione incivili.

 

Fonte Varie agenzie 

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