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Venerdì, 25 Aprile 2025

Il Lunedì dell'Angelo alle 7,35 Papa Francesco ci ha lasciati, con un breve comunicato la notizia della sua scomparsa è stata data dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell circa due ore più tardi. Il porporato di origine irlandese è apparso davanti alle telecamere nella cappella di Santa Marta: «Carissimi fratelli e sorelle - le sue parole -, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino»

La Chiesa entra in sede vacante, decadono tutti i capi dicastero e rimangono in carica solamente il camerlengo, il vicario di Roma, il penitenziere e il vicario del Vaticano. Intanto il cardinale decano Giovanni Battista Re ha già convocato i cardinali per la prima congregazione che avrà luogo domani mattina nell'Aula del Sinodo. Dopo più di un mese di malattia, sembrava averla superata, soprattutto dopo l'ultima apparizione pubblica nella domenica di Pasqua. Il Papa sofferente ha impartito la benedizione dalla Loggia centrale di San Pietro ed ha augurato la buona Pasqua ai fedeli. L'ultimo atto di generosità è stato il bagno di folla a via della Conciliazione sulla jeep bianca con il saluto a diversi bambini. Aveva concesso ieri mattina, l'ultima udienza a Santa Marta al vicepresidente degli Stati Uniti d'America J. D. Vance, ma Francesco ha anche avuto modo di salutare il premier della Croazia, Andrej Plenkovic. Il Papa è riuscito così a cancellare le tante e diverse speculazioni sul mancato saluto al numero due dell'amministrazione Trump e c'era stato chi aveva esultato per il mancato incontro, dando un colore politico alla vicenda. Tutti smentiti la mattina di Pasqua dalle immagini del Pontefice, assistito da don Juan Cruz Villalón e dall'assistente sanitario Massimiliano Strappetti, che regalava le uova di cioccolato per i figli del vicepresidente americano. E qui non posso sottolineare che il Papa è il Papa, non può essere piegato ai nostri schemi politici, il Papa non può essere di destra o di sinistra. Il Papa deve essere sempre ascoltato anche quando le sue parole non sono di nostro gradimento. Anche se, “Obbedire non significa capire tutto e capirlo subito: spesso comporta anche il sacrificio della propria opinione”. Oggi nel nostro mondo impregnato di relativismo, che ha influenzato anche la Chiesa c'è un rifiuto pratico del principio dell’obbedienza e dell’ascolto, per cui si giudicano gli atti del Pontefice alla luce del proprio sentire e non viceversa. Il cattolico oggi dovrebbe riscoprire due parole fondamentali: obbedienza e unità. Troppo spesso la figura di Papa Francesco ha suscitato reazioni contrastanti sui mass media in genere. Da una parte certe frange che si definiscono ultra tradizionalisti, lo hanno criticato aspramente per le sue “sparate”, dall’altra, un certo mondo laicista arrivava ad adularlo, ad usarlo, facendolo diventare addirittura un paladino del partito del politicamente corretto. Ad entrambi gli schieramenti, occorre segnalare alcuni suoi interventi per esempio contro l'aborto: “I ginecologi abortisti sono dei Killer prezzolati”, e poi, “Un aborto è un omicidio. Si uccide un essere umano. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita”. Un altro tema che ricorrerà di frequente nel suo pontificato è stato quello delle colonizzazioni ideologiche. Al centro di tutto la convinzione di Francesco è che «la crisi della famiglia è una realtà sociale. Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione». L'elogio del re Baldovino di Belgio, difensore della vita che non firmato la legge omicida. il Papa ha dato tanti segnali di testimonianza forte, che pochi giornali hanno ripreso. In qualche mio intervento ho ricordato la beatificazione di ben 127 religiosi, uomini e donne, uccisi in “odium fidei”, dagli anarco-comunisti, durante la guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939.

Papa Francesco ha guidato la Chiesa dal 2013 a oggi, per dodici anni. Venuto “dalla fine del mondo”, cioè da un continente come l’America Latina, così lontano dall’Europa, dove erano nati e vissuti i suoi predecessori, ha governato la Chiesa con uno stile molto diverso da loro. Infatti, dopo i “giganti nella santità”, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, tutti e tre canonizzati in tempi strettissimi (il primo e l’ultimo a furor di popolo) e dopo il predecessore Benedetto XVI, il più grande teologo del secolo XX, Francesco ha voluto mettere i poveri al centro dell’attenzione pastorale. “Nulla di nuovo nella vita del cristianesimo,- scrive Marco Invernizzi - che da Cristo in poi ha sempre ricordato il dovere di privilegiare i poveri, che non sono soltanto quelli cui mancano i beni materiali fondamentali, ma coloro che nella loro esistenza sono stati privati di tutto ed è loro rimasto soltanto Dio”. Il Papa ha voluto ricordare questa verità tipicamente cristiana con una sottolineatura molto personale, certamente influenzata dalle sue origini argentine e latinoamericane, dove la povertà è molto più diffusa e visibile che nei Paesi europei. Papa Francesco tante volte ci ha invitati ad andare “fuori”, nelle “periferie” del mondo, auspicava una Chiesa “in uscita” a cercare gli altri, i lontani.

Accanto all’opzione preferenziale per i poveri, Francesco ha voluto mettere la missione al centro del proprio magistero. Una missione che comporta l'evangelizzazione non solo in Asia e in Africa, dove sta crescendo la fede, ma anche una missione caratterizzata dalla necessità di una seconda evangelizzazione in Europa, dove i fedeli diminuiscono anche se non manca la felice sorpresa di adulti che chiedono il Battesimo, come recentemente è accaduto in Francia.

Sicuramente Papa Francesco ha guidato la Chiesa in un tempo molto difficile, dopo il passaggio drammatico della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, un tempo segnato dall’incremento delle guerre locali, parti di quella “terza guerra mondiale a pezzi”, come il Papa ha magistralmente definito la situazione attuale.

La morte di un Pontefice è sempre un momento di grande rilevanza nella storia della Chiesa. Intanto perché il Papa rappresenta il culmine di un corpo sociale, verso il quale è giusto che arrivi tutta la preghiera dei fedeli, dai suoi fratelli cardinali e vescovi ai fedeli sperduti nelle periferie del mondo.

La FISM, Federazione Italiana Scuole Materne, si unisce addolorata e con sentito cordoglio all'immenso coro mondiale per la morte di Papa Francesco.

 Capace di parlare al mondo con parole semplici, ma profonde, in un tempo dove i ritmi frenetici e l'indifferenza sembrano aver preso il sopravvento, il Papa ha scelto di mettere al centro i più piccoli: i bambini, con la loro purezza, le loro domande dirette, il loro bisogno di essere amati. Ha sottolineato come la voce di un bambino debba essere ascoltata e accolta, non zittita; come le loro lacrime, soprattutto quelle dei più fragili e dimenticati, debbano scuotere le coscienze.

 La Festa Mondiale dei Bambini, celebrata a Roma il 25 e 26 maggio 2024 e che ha visto la FISM protagonista, è stata un'iniziativa voluta fortemente da Papa Francesco per celebrare l'infanzia come dono prezioso per l'umanità e per ribadire l'impegno della Chiesa a custodire e valorizzare ogni bambino, promuovendo, cuore del suo insegnamento, una cultura della cura e della pace.

 Nell'omelia pronunciata durante la Santa Messa proprio a Betlemme il 25 maggio 2014, nel corso del suo pellegrinaggio in Terra Santa, disse: "Anche oggi i bambini sono un segno. Segno di speranza, segno di vita, ma anche segno 'diagnostico' per capire lo stato di salute di una famiglia, di una società, del mondo intero. Sappiamo ascoltarli, custodirli, pregare per loro e con loro? O li trascuriamo, per occuparci dei nostri interessi? E ci domandiamo: chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accolgono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e paterno? O siamo come Erode, che vuole eliminarlo? Siamo come i pastori, che vanno in fretta, si inginocchiano per adorarlo e offrono i loro umili doni? Oppure siamo indifferenti?".

 Tutti i bambini del mondo e della famiglia FISM elevano il loro canto di lode e ringraziamento a te, carissimo Papa Francesco, come "nipotini" al loro "nonno speciale" e si uniscano le loro voci a tutti i piccoli che già giocano con gli angeli: siano essi ad accoglierti festanti e ti riconoscano come "nonno saggio", viva e vera voce che sempre li ha difesi.

 

Il Governo “europeista” di Donald Tusk, frutto nel 2023 di alchimia politica (una coalizione di dieci partiti, tutti sconfitti dietro il Pis, il Partito di maggioranza relativa con il 35, 38%) continua a governare imbavagliando le voci libere del Paese.

“Già dall’inizio, nell’ambiente di Tusk circolavano due parole d’ordine:“vendetta” e “non cederemo mai più il potere”. La vendetta riguardava i conservatori del PiS, “colpevoli” di aver governato la Polonia per ben 8 anni”. ( Wlodzimierz Redzioch Polonia. Tusk vuole chiudere due televisioni che non controlla, 14.4.25, lanuovabussola.it) Così per rimanere per sempre al potere Tusk, opera per la distruzione ad ogni costo dell’opposizione. Redzioch fa un elenco delle imprese che hanno lo scopo manifesto di annullare ogni opposizione, violando anche le leggi e la Costituzione: cambi del personale nelle procure, attacchi ai giudici delle corti, della Corte Suprema, del Consiglio nazionale della magistratura, del Tribunale Costituzionale, i processi politici pilotati dai procuratori fedeli a Tusk e al suo ministro della giustizia Adam Bodnar, arresti “esplorativi” di testimoni per estorcere accuse contro i capi dell’opposizione. Tusk da qualche tempo si sta concentrando sui mass media. Subito dopo l’insediamento del suo governo, il 20 dicembre 2023, su ordine del ministro della cultura Bartlomiej Sienkiewicz “è stata assaltata la sede della televisione pubblica TVP Info. Quindi è toccata alla Radio polacca e all’agenzia di stampa statale. In questo modo il governo ha cominciato ad occupare i media pubblici che sono diventati mezzi di pura propaganda, la stessa propaganda della televisione privata TVN (la televisione fondata da ex membri di servizi segreti polacchi, oggi in mano agli americani di Warner Bros. Discovery; la televisione schierata apertamente con gli ambienti liberal di sinistra, antipolacca).

Il caso della TVN è molto emblematico, secondo il giornalista Redzioch.“La mossa di Tusk nei confronti di TVN non ha nulla a che fare con la tutela degli interessi polacchi: TVN non è né statale né polacca. L'unico criterio è che sia un braccio mediatico del governo Tusk, un braccio da tenere ad ogni costo, specialmente adesso, prima delle elezioni presidenziali”.

Un altro caso di attacco all'informazione in Polonia è quello che hanno sferrato l'anno scorso, nei confronti di Radio Maryja, il parlamentare Roman Giertych e l'eurodeputato Dariusz Joński, con richieste di vera e propria liquidazione di questa radio e persino di repressione legale contro il reverendo Tadeusz Rydzyk, fondatore della radio. Si tratta di una “brutale campagna contro Radio Maryja e la sua dirigenza,- scrive Redzioch -  che osserviamo da molti anni e che ora, con il governo più anticlericale dalla svolta democratica, è diventata ancora più intensa”. Intanto recentemente è successo un altro fatto gravissimo che mette in serio pericolo la libertà dei media in Polonia: il Tribunale amministrativo provinciale di Varsavia ha annullato la delibera del Consiglio nazionale delle emittenti radiotelevisive (KRRiT) di concessione delle licenze di trasmissione alla televisione wPolsce24 e alla televisione Republika. “Guarda caso, - scrive il giornalista polacco - si tratta di televisioni indipendenti, critiche verso l’attuale governo”. Secondo la giudice Barbara Kołodziejczak-Osetek, il presidente del Consiglio nazionale della radiodiffusione, la Tv, “ha violato «in modo significativo» le vigenti regolamentazioni. Il problema è che la stessa giudice è legata a Iusticia, un’associazione di giudici molto politicizzati, che per anni hanno mostrato la loro avversità verso il governo conservatore; perciò, la sentenza di Kołodziejczak-Osetek non può essere vista come obiettiva”. Per Redzioch i giudici politicizzati (anche in Polonia) “non sono stati guidati dalle leggi, ma si sono purtroppo lasciati coinvolgere in una lotta politica. Di conseguenza, potremmo perdere lo spazio di libertà che TV Republika e “TV wPolsce24” avevano ampiamente offerto ai loro telespettatori”. Secondo il giornalista, Pawel Lisicki: «C’è il sospetto che si stia realizzando davanti ai nostri occhi il piano di attuare la cosiddetta idea di “democrazia militante”, ovvero che si cerchi di mettere a tacere tutte le entità mediatiche indipendenti per impedire loro di togliere il potere all’oligarchia liberale-di sinistra attualmente al potere». Tusk e compagni cercano di impedire che le informazioni libere raggiungano il grande pubblico. E' un colpo repressivo nei confronti dei media privati, guarda caso proprio prima delle elezioni presidenziali. Michal Karnowski, giornalista della TV wPolsce24, ha aggiunto: «Combatteremo. Niente ci fermerà, continueremo a dire la verità, combatteremo per la Polonia, combatteremo per la libertà di parola finché sarà possibile».Vedremo se all’estero si alzeranno voci di solidarietà verso i giornalisti polacchi che combattono per la libertà di parola e il pluralismo dei media.

Pro Vita & Famiglia Onlus esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco, che ha sempre difeso con coraggio e fermezza la dignità della persona umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e la libertà educativa dei genitori come pilastri irremovibili del Bene Comune.

 In questi anni, il Magistero di Papa Francesco si è levato con forza contro la “cultura dello scarto”, denunciando l’aborto e l’eutanasia come mali che attentano alla sacralità della vita, alla giustizia sociale e alla stessa pace nel mondo. Egli ha ribadito con fermezza che “l’aborto è un omicidio” e che non è mai lecito “eliminare una vita umana o affittare un utero per produrre un bambino”. Allo stesso modo, ha avvertito che l’eutanasia non è una scelta di libertà, ma il segno di  società che “scarta i più fragili iunanvece di accompagnarli”.

 Numerosi i saluti e gli incoraggiamenti rivolti alla Manifestazione Nazionale per la Vita in Italia, che tornerà in piazza a Roma il prossimo sabato 10 maggio. In occasione dell’edizione dell’anno scorso, Papa Francesco ha ringraziato i partecipanti per “l'impegno e la testimonianza pubblica a difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale”, esortandoli ad “andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità”, perché “la dignità assoluta della vita umana, dono di Dio Creatore, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni”. Anche nel 2023 il Santo Padre aveva incoraggiato i presenti all’evento a “testimoniare la bellezza della vita e della famiglia che la accoglie”, sottolineando la necessità di costruire “una società che rifiuti la cultura dello scarto in ogni fase dell'esistenza”.

 Papa Francesco ha inoltre messo in guardia dall’ideologia gender, definendola “una delle colonizzazioni ideologiche più pericolose”, perché cancella le differenze tra uomo e donna e mina l’identità della persona. Ha sempre difeso la famiglia naturale come fondamento della società, ricordando che “un uomo e una donna sono l’immagine di Dio” e che “senza la differenza sessuale non c’è vera complementarità”.

 Pro Vita & Famiglia si unisce nella preghiera a tutti i fedeli che oggi piangono la sua dipartita, nella certezza che il suo insegnamento continuerà a illuminare l’impegno pubblico di chi si batte per la difesa della vita, della famiglia e della verità sull’uomo e sulla donna.

 

Un gesto ignobile ha colpito il murales realizzato dall'artista aleXsandro Palombo a Milano, dedicato a tre tra gli ultimi grandi testimoni dell’Olocausto: Liliana Segre, Edith Bruck e Sami Modiano. L’opera è stata imbrattata con la scritta “Israeliani Nazi”, accompagnata da una stella di David, un segno di uguaglianza e una svastica nazista. Un chiaro atto di vandalismo a sfondo antisemita, in un momento già segnato da forti tensioni internazionali.

“A chi imbratta e pensa di offendere, rispondiamo che non fa altro che rafforzare la nostra coesione e il nostro impegno collettivo per la memoria”, ha dichiarato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Questo è un impegno che, come cittadini, portiamo avanti per il futuro del nostro Paese.”

Dura la condanna anche dell’artista Palombo: “A Milano si pretende di fermare la guerra a Gaza con atti di vandalismo, urlando impunemente insulti antisemiti e arrivando a deturpare un’opera pop che celebra simboli di pace e memoria. È un gesto vergognoso e inaccettabile.”

L’episodio ha suscitato indignazione e richieste di intervento, mentre cresce la preoccupazione per un clima sempre più ostile nei confronti della comunità ebraica in Italia e in Europa.

“Desidero condannare il deplorevole atto vandalico di matrice antisemita avvenuto a Milano. Si tratta di un gesto inaccettabile, che offende la memoria della Shoah e i valori fondamentali della nostra convivenza civile. Inoltre, voglio esprimere la mia più profonda solidarietà a Liliana Segre, Sami Modiano ed Edith Bruck, a cui l’opera artistica è dedicata.” Jonathan Peled, Ambasciatore d’Israele in Italia

A ridosso della manifestazione nazionale pro Palestina a Milano e a pochi giorni dall’inaugurazione dell’opera “The Star of David” Edith Bruck dell’artista aleXsandro Palombo acquisita dal Museo della Shoah di Roma, con un’azione antisemita è stato vandalizzato il murales che celebra tre tra gli ultimi grandi testimoni dell’Olocausto, Liliana Segre, Edith Bruck e Sami Modiano in versione Simpson, nel tipico stile pop dell’artista. Sulle loro figure è stata realizzata la grande scritta “Israeliani Nazi” con la stella di David, il segno uguale e la svastica nazista. Nell’opera era stato ritratto anche Papa Francesco con un cartello e il messaggio che denunciava il diffondersi dell’antisemitismo, il volto del Santo Padre è stato cancellato insieme alla scritta "Anti-Semitism is everywhere”.

Solo pochi giorni fà Edith Bruck, sopravvissuta all'Olocausto, aveva preso parte all'evento d'inaugurazione del murale "The Star of David" Edith Bruck dell’artista contemporaneo aleXsandro Palombo, opera entrata a far parte della collezione permanente del Museo della Shoah di Roma, affiancando "Anti-Semitism, History Repeating" Liliana Segre e Sami Modiano, l'altro murale dell'artista aleXsandro Palombo acquisito dalla Fondazione lo scorso gennaio ed esposto anch’esso nell’antico ghetto ebraico davanti al Portico d’Ottavia.

Anche il murale di Edith Bruck in origine realizzato a Milano e dedicato all'Olocausto e alla lotta contro l’antisemitismo era stato vandalizzato da un'azione antisemita. La Stella di David che da sempre rappresenta il simbolo dell'unità del popolo ebraico era stata cancellata e il volto di Edith Bruck successivamente sfregiato. La scrittrice e poetessa che ha preso parte all’evento di svelamento dell’opera lunedì 7 Aprile ha dichiarato "Il murales vive, deve vivere proprio perché è stato vandalizzato, e cosi vivrà e deve vivere tutto quello che riguarda la memoria e quello che io ho vissuto personalmente. Dopo che lo hanno sfregiato finalmente vivrà, vivrà perchè è tornato a Roma dove io abito, perchè lo hanno vandalizzato a Milano” Edit Bruck.

Un segnale forte contro il negazionismo e l’odio antisemita, che oggi dilaga in nuove forme e con una rinnovata violenza, all’evento di svelamento dell’opera accanto ad Edith Bruck c’era Noemi di Segni, Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia, l'ambasciatore d'Israele Jonathan Peled e Victor Fadlun, Presidente Comunità Ebraica di Roma.

L’ARTISTA

aleXsandro Palombo è uno degli artisti internazionali tra i più riconosciuti e impegnati sulle tematiche di rilevanza sociale e per le sue opere pop di forte impatto, tra cui la serie "I Simpson deportati ad Auschwitz", definita "un colpo di genio" dal quotidiano ebraico americano The Forward. Le sue creazioni affrontano temi come la memoria della Shoah, i diritti delle donne e la lotta contro ogni forma di discriminazione. Nel 2021 la serie di opere apparsa sui muri di Milano “Just Because I am A Woman” con le donne più potenti della politica mondiale vittime di violenza, da Angela Merkel a Hillary Clinton fino a Michelle Obama, è stata acquisita nella collezione nazionale permanente del prestigioso Museo delle Arti Decorative di Parigi situato nei palazzi del Louvre, per l’importante valore e arricchimento che hanno apportato ai fondi cosi come ha scritto il Direttore Oliver Gabet, oggi passato a dirigere le arti decorative del Louvre di Parigi.

 Fonte press office alexsandro palombo

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