A due anni dall’inaugurazione dello spazio espositivo, e dopo aver ospitato mostre di rilievo come "Flesh: Warhol & The Cow. Le opere di Andy Warhol alla Vaccheria" e "Dal Futurismo all’arte virtuale", la Vaccheria nel Municipio IX Roma EUR si prepara ad accogliere un nuovo progetto espositivo intitolato *Viaggio nella Pop Art: un nuovo modo di amare le cose*. L'evento, curato da Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei, sarà aperto al pubblico dal 13 settembre 2024 al 31 marzo 2025, e presenterà circa 200 opere provenienti da collezioni private e dalla Collezione Rosini Gutman a cura di Gianfranco Rosini.
Questo spazio, un tempo stalla in un grande casale dell’agro romano, si è trasformato in un polo culturale che coinvolge tutta la comunità, diventando un punto di riferimento per giovani artisti e talenti locali. Con questo nuovo progetto, la Vaccheria mira a diventare la *Casa romana della Pop Art*, una sorta di *Factory* attualizzata ai giorni nostri, fortemente sostenuta dalla Presidente del Municipio IX, Titti Di Salvo, con delega alla cultura. Il cambiamento sarà ulteriormente promosso dalla prima edizione del festival *From Pop to Pop*, in programma dal 13 al 15 settembre, con eventi gratuiti dedicati alla cultura pop.
La mostra *Viaggio nella Pop Art: un nuovo modo di amare le cose* esplorerà quasi otto decenni di storia artistica, ripercorrendo le radici anticonformiste e popolari di questo movimento. La Vaccheria, già nel 2022, ha dimostrato la sua inclinazione verso questo genere con la mostra dedicata a Andy Warhol, molto apprezzata dai visitatori per la capacità di reinterpretare lo spirito di un movimento che ha rivoluzionato il modo di percepire l'arte e la società.
La mostra proporrà 200 opere di 45 artisti italiani e internazionali, attraversando le diverse fasi della Pop Art e le sue moderne articolazioni, dalla Pop Art americana degli anni Sessanta fino alla *New Web Generation*. Gli artisti in esposizione, pur provenendo da contesti diversi, sono accomunati dall’intento di trasmettere emozioni e idee attraverso un uso vivace e dinamico del colore e dell’energia.
Percorso espositivo Il percorso si sviluppa su tre direttrici principali:
1. **Pop Art americana e New Pop**: Qui spiccano le opere di icone come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg. Tra i pezzi in mostra, vi saranno lavori celebri come *Liza Minnelli* e *Cow* di Warhol, insieme ad altre opere che mostrano il suo legame con l'Italia. La sezione includerà anche artisti contemporanei come Mark Kostabi e Marco Lodola, con opere che reinterpretano i temi cari alla Pop Art in chiave moderna, come l'installazione tridimensionale *Abbey Road* di Lodola.
2. Protagonismo femminile nella New Pop Art**: Un omaggio alla potenza creativa delle artiste donne, tra cui Niki De Saint Phalle con le sue *Nana dansant*, in una celebrazione di vita e femminilità. Accanto a lei, altre artiste come Ilaria Rezzi, Ludmilla Radchenko, Erika Calesini e Olivia Gozzano, ognuna con un linguaggio visivo unico e originale.
3. Le radici italiane della Pop Art**: Un focus su Piazza del Popolo a Roma, culla della Pop Art italiana, rappresentata da artisti come Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano. Le opere in mostra, come *Olimpico svastiche* di Angeli e *Manet* di Festa, esemplificano l’influenza di questo movimento sulla scena artistica romana degli anni Sessanta.
Le installazioni
Accanto alle opere, l’esposizione presenterà installazioni immersive realizzate da KIF Italia, come *Pixell*, un omaggio all’uso delle Polaroid di Warhol, e *Pop Mirage*, una video-opera all’interno della *Mirror room*. Queste opere offriranno una riflessione sul sistema della *Factory* warholiana e sul potere dei colori e della musica nel contesto della Pop Art.
Il festival
Il festival *From Pop to Pop*, che si terrà dal 13 al 15 settembre, arricchirà l’esperienza della mostra con una serie di eventi culturali gratuiti. Si comincerà con una passeggiata guidata attraverso l’esposizione, seguita da una *lectio magistralis* sulla Pop Art e dalla proiezione del film *Diabolik* (1968) di Mario Bava. Nei giorni successivi, il programma includerà concerti jazz, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali ispirati alla cultura pop, culminando nella discussione su *Quel filo tra Pierpaolo Pasolini e Andy Warhol*, che esplorerà l’influenza reciproca tra questi due grandi innovatori.
L’iniziativa, organizzata dal Municipio IX Roma EUR in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e il supporto di Roma Capitale, promette di rendere la Vaccheria uno dei nuovi fulcri della scena culturale romana, aprendo uno spazio dinamico e innovativo alla portata di tutti.
Marco Di Vita, artista che dipinge quadri, disegna vignette e scrive poesie, fa sapere che: “Fin da piccolo ho espresso la mia creatività artistica tramite il disegno abbinato alla scrittura; ho sempre rappresentato i miei pensieri e le mie emozioni attraverso il disegno dei fumetti e la realizzazione di dipinti, scrivendo anche poesie. Ai tempi della scuola, che ho frequentato a Torino, quando l’insegnante ci consegnava i fogli protocollo su cui scrivere i temi prima in brutta copia e poi in bella, io elaboravo di getto i miei pensieri senza il bisogno di trascriverli nuovamente su un’altra copia e gli insegnanti rimanevano stupiti e perplessi di questa mia subitanea modalità espressiva. La mia docente, che era molto severa, un giorno mi chiese il permesso di leggere i miei temi a voce alta davanti a tutta la classe dato che li considerava belli e toccanti nei contenuti, perciò utili da diffondere anche agli altri alunni. Sono molto grato a questa docente perché colse subito i miei interessi letterari e spesso, senza dire niente a nessuno, mi consegnava dei libri per approfondire e migliorare la mia passione umanistica. Terminati gli studi obbligatori, ho iniziato a lavorare come magazziniere e nei mercati settimanali per guadagnarmi da vivere e, contemporaneamente, ho deciso di iscrivermi all’Istituto per ottenere il diploma di perito grafico-fotografico dato che mi sentivo portato per svolgere questa disciplina. Durante il periodo di questi studi la mia anima ribelle e il mio spirito di protesta sono riusciti a esprimersi nella realizzazione di opere artistiche fra cui i murales. All’epoca, questi dipinti erano proibiti in quanto considerati alla stregua di graffiti che deturpavano l’ambiente, ma io ritenevo già allora che fossero in grado di abbellire certi contesti urbani caratterizzati da degrado e decadenza architettonica. Il mio primo grande fumetto fu la rappresentazione di tutta la Divina Commedia che composi fra i 10 e i 12 anni e reinventai il ruolo di Dante fra varie saghe e storie fantastiche. Devo tutto quello che ho appreso alla mia professoressa di arte, la Roncarolo, severissima e molto professionale, con cui avevo creato un rapporto basato sulla sincerità e mi considerava uno dei suoi migliori allievi, mi rimproverava spesso dicendomi che avevo la faccia tosta di dire sempre la verità. Sono sempre stato tenace e un giorno decisi di disegnare con le matite colorate l’opera di tela su olio dell’impressionista francese Pierre-Auguste Renoir “La Grenouillère” che rappresenta la scena parigina del pontile con uomini e donne, la barca, l’acqua che si riverbera sul fiume creando un effetto scintillante grazie al sole che contrasta fra le fronde degli alberi. La professoressa Roncarolo mi disse che era impossibile realizzare tale dipinto utilizzando le matite colorate anziché il pennello, ma io mi impuntai nella mia decisione e, alla fine, mi diede il massimo dei voti. Ho sempre amato le sfide e le provocazioni, così un altro giorno mi presentai in classe senza il materiale per disegnare, senza i colori, insomma non portai volutamente con me nessuno strumento di lavoro pittorico. Allora, sempre la stessa docente, con pazienza mi insegnò una tecnica particolare con la penna che, facendo una pressione sempre più forte sul foglio, creava degli effetti ottici di sfumature di blu intenso e così realizzai il coniglietto del pittore impressionista Rembrandt. Quando portai a scuola una scatola di pastelli a olio caran d’ache, la professoressa mi insegnò le tecniche del graffio, ossia colorando il foglio bianco ad esempio di giallo chiaro e dando delle coperture col rosso, grattando con un pennino la cera, si rivelava all’occhio il colore giallo che era nascosto sotto il rosso e così realizzai dei tessuti damascati con i pastelli. Sempre con questa tecnica artistica riprodussi il raro quadro di Edvard Munch “La Danza della Vita” che simboleggia la vita stessa in cui, a sinistra dell’opera, è rappresentata una donna vestita di bianco, nel centro ci sono persone che danzano e, a destra, una donna vestita di nero che impersona la morte. Gli studi che ho svolto mi sono serviti nel mio percorso di vita artistica per ottenere sempre nuove e creative composizioni utilizzando diverse e svariate forme pittoriche e contaminando fra di loro le varie arti per creare un genere nuovo e unico. L’arte è la mia compagna di vita e nei momenti più bui mi ha sempre sostenuto offrendomi nuove possibilità e spunti di approfondimento umano e valoriale in quanto ritengo che l’arte, in tutte le sue variegati espressioni, debba essere un veicolo e un motore di diffusione di conoscenza e valorizzazione dei contenuti che promuove e che crea”.
Erebografia ritorna a Lavagna, in provincia di Genova, presso i Giardini della Torre del borgo dal 22 al 31 luglio per il Festivart! Una bellissima occasione per ripresentare le fotografie, lo spettacolo e l’esperienza da parte della giornalista Isabella Puma nell’ambito del Festivart 2024. Il Vernissage è previsto il lunedì 22 luglio dalle 18.30, a seguire la Performance artistica alle 21.30. Stiamo lavorando ad un nuovo spettacolo sempre più poetico che, come la prima volta a Sestri Levante, sempre in provincia de Genova, segue i temi della mostra fotografica. A Lavagna porteremo ancora più musica con diversi musicisti professionisti e coinvolgimento fra pubblico e artisti. La Mostra offre la possibilità di fare esperienza di avvicinamento all’arteterapia e bagno di suoni, grazie alla presenza di Luca Ferroggiaro, esperto in creatività introspettiva.
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA:
Mi chiamo Silvana Fico, ho 27 anni e sono un’artista che ha la passione per la pittura, la musica e soprattutto la fotografia. Sono cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici, ho intrapreso il mio percorso nel mondo dell’arte fin dalla giovane età. La formazione liceale nel campo artistico ha consolidato la mia passione per la pittura che ancora oggi integro nei miei lavori fotografici. La musica è sempre stata una parte essenziale della mia vita e la fotografia è diventata il mio mezzo principale di espressione artistica. Attraverso la fotografia ho trovato la libertà di esplorare diverse realtà, persone e forme d’arte e mi sono presa la libertà di comunicare la mia visione del mondo e di esplorare la dualità tra luce e ombra. Ho colto l’occasione di presentare la mia prima mostra personale durante il Riviera International Film Festival a Sestri Levante, che quest’anno si è svolto dal 7 al 12 maggio e la mia mostra ha avuto luogo a Sestri Levante presso il Comune , è stato un evento che ha fatto parte del fuori festival del cinema indipendente (Riff Off). “Erebografia” è il titolo della mia mostra fotografica, un neologismo che unisce i termini greci “érebo” (le tenebre) e “grafìa” (scrittura). In una serie di ritratti esploro la coesistenza e l’interdipendenza tra luce e ombra, utilizzando l’oscurità come cornice per far risplendere la luce nei soggetti. Ogni ritratto racconta una dualità, mostrando sia il lato luminoso, sia quello in ombra delle persone ritratte, accettando e celebrando entrambi come elementi fondamentali della nostra esistenza. Attraverso “Erebografia” invito gli spettatori a riconsiderare il concetto di luce e ombra e, attraverso fotografie più astratte, a valorizzare la connessione umana con i 4 elementi naturali. I concetti della mostra fanno riferimento alla teoria sugli elementi, alle forze di amore e odio e al cosmo del pensiero del filosofo greco Empedocle, per poi collegarsi alle zone d’ombra nello studio della psiche di Carl Gustav Jung (psichiatra, psicoanalista, filosofo). Collegando Empedocle e Jung, ho dato vita ad un’interpretazione personale che suggerisce una connessione profonda fra la natura esterna e la psiche umana, combinando una teoria cosmologica antica a concetti psicologici moderni. “Erebografia”, che ripropongo ora a Lavagna, sarà un evento che coinvolgerà artisti provenienti da diverse discipline: pittura, musica, danza e acrobatica. Questo spettacolo, che avrà luogo lunedì 22 luglio dalle ore 21.30, offrirà al pubblico un’esperienza sensoriale ed emozionale, integrando le diverse forme d’arte in un’unica performance straordinaria. Gli artisti coinvolti sono Michelle Appiani, cantante e preziosa allieva di Sara Nastos e insegnante della scuola della voce a Chiavari, in provincia di Genova; Samuele Di Felice, in arte Hido, direttore artistico del festivart e pittore in carriera di fulmini e tempeste; Benedetto Piaggio, artista, acrobata, insegnate e direttore di spettacoli in collaborazione con la scuola di circo Synergika a Genova; Laura Russo, artista e pittrice di mare, tempeste e speranza. I musicisti: Nicola Nastos, pianista e cantante attivo sul territorio ligure, ma con un successo internazionale alle spalle; Andrea Trabucco, percussionista e chitarrista genovese amante del sole; Luca Bertelli, esperto in musica elettronica, è attivo sul territorio e ha appena inaugurato il festivart con una serata di musica e arte immersiva al porticato brignardello di Lavagna; Silvana Fico, direttrice della performance e del progetto artistico Erebografia.
Corrado Barchi, artista poliedrico, opera soprattutto nel campo della musica e dello spettacolo. Musicista, compositore, autore, arrangiatore e producer, ha all’attivo quasi quarant’anni di attività nel settore spaziando dallo studio di registrazione alla musica dal vivo in diverse formazioni musicali. Ha prodotto album di diversi generi musicali spaziando tra pop, jazz, dance e rock. Dal 2013 è presidente dell’Associazione Musicale Limelight che si occupa di organizzazione eventi, promozione artisti e servizi tecnici per lo spettacolo. Nel 2017 ha prodotto il suo primo album solista Progressivamente Pop dove ha cantato e suonato tutti gli strumenti, riscuotendo un buon riscontro critico dagli addetti al settore. Nel 2023 ha prodotto l’album Fortune Cookie colonna sonora del film: La fortuna è in un altro biscotto per Ahora! Film in programmazione su Prime Video. La sua seconda passione è la scrittura: ha pubblicato il suo primo romanzo giallo Il mistero del cadavere scomparso nel 2010 per Giovane Holden Edizioni. Per la stessa casa editrice pubblica nel settembre 2022 Mistero in re maggiore, riscuotendo ottimi consensi. Il libro ha ricevuto una Menzione d’Onore al prestigioso Premio Letterario Internazionale F. Delpino. Classe 1960, di Santa Margherita Ligure, da anni vive a Moneglia piccolo borgo marinaro della provincia di Genova.
Trama del libro e commento sulla quinta di copertina:
La curiosità è una scintilla che può accendere il fuoco di grandi avventure. E si dà il caso che Riccardo Corti sia un uomo molto curioso. Gli è bastato infatti trovare una scritta in cirillico su una lapide del cimitero di Santa Margherita Ligure, a pochi passi da casa sua, per andare a riscoprire la storia di una donna russa, che in un passato ormai lontano era stata molto amica della sua famiglia. La sciâ Mery, la chiamavano, era stata uno spirito libero e carico di fascino. Da un angolo di una soffitta saltano fuori sue vecchie foto e un diario. E sarà proprio quel diario, con il segreto che sembra contenere, a mettersi al centro di una storia pazzesca. Animato dal desiderio di restituirlo alla discendente della sciâ Mery, Sasha, Riccardo arriverà fino alla lontana San Pietroburgo, a confrontarsi addirittura con le agenzie di intelligence russe, in un groviglio di misteri che mai avrebbe potuto immaginare. Tra inseguimenti mozzafiato, segreti perduti nel tempo, nostalgici agenti ora imbranati ora terribili, potenti trucchi informatici, nascondigli imprevedibili, inquietanti boss della mafia russa, si dipana una vicenda fitta dal ritmo incalzante. Sullo sfondo, una città dolce e poetica dalla grande storia, e nell’aria la grande musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij. E ci sarà anche spazio per il germogliare di una inaspettata storia d’amore. Romanzo vivace, appassionante, torrenziale, in cui i toni del thriller si sciolgono in un’atmosfera brillante attraverso protagonisti irresistibili, e i colpi di scena si susseguono senza soluzione di continuità.
Corrado Barchi ha anche prodotto una nuova canzone dedicata a Santa Margherita Ligure che si intitola "Vado a Santa" che, ad oggi, ha raggiunto oltre 3.000 visualizzazioni su internet.
"A Santa Margherita c'è tutta la mia vita". In questa strofa è racchiuso il motivo che ha spinto Corrado Barchi a dedicare una canzone a Santa Margherita Ligure, sua città natale. Mai finora nessuno aveva scritto una canzone per la cittadina del Tigullio, e Barchi ha voluto colmare questa lacuna con un brano che celebra la bellezza e il fascino della sua terra d’origine. Il brano, firmato con lo pseudonimo di Coddy & Friends Band, è on line da ieri, 16 luglio 2024, e in poche ore su YouTube ha superato le mille visualizzazioni.
Spiega Corrado Barchi: «"Vado a Santa” nasce da un’idea di Alfredo Pieramati, artista milanese che ha realizzato il quadro in stile naif/fumetto che fa da scenario al video clip. Alfredo mi ha portato qualche mese fa il testo della canzone che subito mi è piaciuto. L’ho riadattato e ho scritto la musica e l’arrangiamento del brano in 3 ore. Il videoclip, invece, ha comportato un lavoro un po’ più lungo. La canzone è leggera, in stile dance anni '80, volutamente estiva ed accattivante”. "Scappo dalla città, me ne vado a Santa, con questa Margherita tra le dita…” inizia la canzone in cui vengono citati luoghi simboli del Dolce Vita come il Covo di Nord Est. Ma a far da sfondo c’è la leggerezza del brano, fresco e adattabile a tutte le situazioni, proprio com’è Santa Margherita Ligure: una cittadina bella, raffinata ma per tutti. E soprattutto luogo del cuore di chi l’ha scelta per sposarsi, di chi ha trascorso le sue estati di gioventù o di chi, come Corrado Barchi, ci è nato e cresciuto. La nuova canzone di Corrado Barchi "Vado a Santa", è pronta a diventare il tormentone estivo, portando con sé tutta la magia e l’energia di Santa Margherita Ligure. Un inno alla città che ha dato i natali all’artista, destinato a far ballare e cantare chiunque la ascolti.
Il ministro della Cultura, Lina Mendoni, ha parlato delle sculture del Partenone dal pavimento del parlamento, sottolineando che la parte britannica, per la prima volta, si trova in una posizione difficile, molto più che nel 1982, quando la questione fu sollevata da Melina Mercouri.
il Ministro della Cultura Lina Mendoni ha fatto riferimento alla strategia del governo sul tema della riunificazione delle Sculture del Partenone, già nel 2019, intraprendendo una campagna internazionale.
"Se si guarda da vicino a ciò che è accaduto negli ultimi cinque anni, si vedrà molto facilmente che non solo sono stati fatti passi importanti, ma molto di più. Molto di più, sottolineo, dal 1982, quando è iniziata la questione della restituzione delle Sculture del Partenone di Melina Mercouri", ha detto il ministro della Cultura.
"Il risultato della nostra strategia è la decisione, per la prima volta da decenni, della sessione intergovernativa dell'UNESCO nel settembre 2021, che ha riconosciuto la legalità, il diritto, la giustizia e la moralità della richiesta del nostro Paese", ha affermato.
Nell'ambito della 24ª Sessione del Comitato Intergovernativo dell'UNESCO (ICPRCP), la delegazione greca ha presentato in dettaglio la storia del caso e le posizioni della Grecia sulle Sculture del Partenone, sottolineando in particolare la questione dei loro maltrattamenti durante la loro permanenza al British Museum e le loro cattive condizioni di conservazione a partire dal XIX secolo. fino ad oggi.
Le nostre posizioni", ha detto il ministro, "hanno ricevuto un sostegno caloroso, direi commovente, dalla stragrande maggioranza degli Stati membri, ma anche dagli Stati osservatori. Il rappresentante della Turchia ha confermato categoricamente la nostra posizione sull'inesistenza di qualsiasi firmano".
Durante il suo secondo intervento, Lina Mendoni ha sottolineato che la parte britannica, per la prima volta, si sente davvero in una posizione difficile, il che non è un caso. E' il risultato degli sforzi e della strategia del governo greco, che ha risultati tangibili. Una revisione della strategia che produca risultati tangibili non è possibile.
"Il governo e il ministero della Cultura", ha sottolineato il ministro, "stanno sistematicamente facendo pressione sulla parte britannica attraverso la diplomazia culturale e questa diplomazia sta già dando risultati".
Nonostante le rimostranze e le obiezioni che la Grecia ha sollevato per decenni sostenendo il ritorno forzato delle sculture del Partenone al Museo dell'Acropoli, il British Museum si rifiuta di darle per conto proprio, fino a quando una dichiarazione di un funzionario del Ministero della Cultura turco è arrivata a scuotere le opinioni della parte britannica. rafforzare le posizioni negoziali di Atene.
Per approfittare dello slancio, il quotidiano turco Hürriyet ha pizzicato la questione e l'ha pubblicata con il titolo: "Vicino soddisfatto del caloroso sostegno: 'La Turchia ha accartocciato l'argomento principale degli inglesi'". Il sito web del museo afferma che "sono in corso colloqui costruttivi sulla restituzione delle opere", ma Atene non ha ricevuto finora una risposta positiva dal Regno Unito ai Marmi di Elgin.
Negli archivi della Turchia non c'è alcun documento ufficiale che dimostri che lo stato ottomano abbia venduto le sculture del Partenone all'Inghilterra, ha detto Zeynep Boz a ERT.
Il Capo del Dipartimento Anti-Contrabbando del Ministero della Cultura e del Turismo turco ha ripreso la posizione che aveva espresso pochi giorni fa alla 24a Sessione del Comitato Intergovernativo dell'UNESCO per la Restituzione dei Beni Culturali ai Paesi di Origine (ICPRCP).
Sottolinea che quando la parte britannica ha affermato al Sinodo che Lord Elgin aveva acquistato i Marmi del Partenone in quel momento con una licenza legale dello Stato ottomano, "non siamo stati convinti da ciò che ci è stato detto sulla legalità da parte ottomana per la loro acquisizione" proprio perché, come dice, non c'è alcun documento ufficiale negli archivi turchi per dimostrare questa affermazione.
Riferendosi al documento presentato dalla parte britannica come prova che le sculture sono state legalmente date a Elgin, Zeynep Boz afferma: "Dobbiamo pensare a questo in questo modo: se oggi prendiamo un pezzo di carta e scriviamo qualcosa e non lo firmiamo in qualche modo, se non ha un numero, un timbro o qualcosa del genere e viene ritrovato dopo 200 anni, Probabilmente sarà solo un testo scritto su un pezzo di carta. Lo stesso vale per questo documento. Non ha nulla di ufficiale, nessun sigillo, nessuna firma o i liquidi del sultano, non ha nulla. Un documento tradotto in italiano".
La funzionaria turca sottolinea di aver ricoperto questa posizione per 18 anni, durante i quali ha visto molti risultati di ricerca, turchi e stranieri. "Ma nonostante tutte le ricerche fatte negli archivi, so che non c'è nessun firmano che abbia permesso la rimozione dei Marmi del Partenone. Chiaramente, ed è per questo che è difficile per me pensare che un documento senza firma, senza timbro, sia valido".
Per quanto riguarda il sostegno della Turchia sulla questione del rimpatrio dei Marmi, osserva che "sosteniamo sempre la Grecia, sia sulla questione della restituzione dei Marmi del Partenone che sulla prevenzione del contrabbando di opere culturali", in quanto "i due Paesi si sostengono sempre a vicenda e quindi abbiamo espresso il nostro sostegno e abbiamo detto che non abbiamo nelle nostre mani alcun documento ufficiale a sostegno di questa affermazione".
La Turchia sostiene da molti anni il ritorno dei Marmi del Partenone in Grecia. Sì, la lotta contro il contrabbando di opere culturali è un obiettivo comune dei due Paesi. Questo è vero. Questi due paesi hanno sempre avuto un approccio non politico nella lotta contro il contrabbando di beni culturali. Posso confermarlo. Faccio questo lavoro da molti anni. Ci siamo sempre sostenuti a vicenda in questo ideale comune, indipendentemente dalle circostanze, dalle circostanze che ci circondavano, per impedire il contrabbando di opere culturali e la restituzione di opere culturali rimosse dal loro paese in modo illegale".
Come e noto le sculture del Partenone, saccheggiate sull'Acropoli, furono rimosse e rubate da Thomas Bruce, VII conte di Elgin, ambasciatore dell'Impero britannico presso l'Impero ottomano dal 1799 al 1803, e portate in Gran Bretagna nel 1806.
Approfittando dell'egemonia ottomana sul territorio greco, Elgin affermò di aver ottenuto un firmano dalle autorità ottomane per rimuoverli dal Partenone allo scopo di misurarli e imprimerli sui disegni, e poi procedette a rimuoverli e rimuoverli. La parte britannica continua a sostenere che c'è un firmano rilevante, che è stato contestato da vari esperti a livello internazionale e principalmente dalla parte greca.
Nel 2019, il ricercatore iraniano Sarian Panahi, uno dei pochi storici in grado di leggere il turco ottomano e che ha studiato tutti i documenti ufficiali dell'Impero ottomano, ha sottolineato che non esiste un firmano per il trasporto delle sculture.
Questo fatto è stato confermato da due scienziati turchi in un'intervista rilasciata al Museo dell'Acropoli il 18 febbraio 2019. I ricercatori turchi Zeynep Egen e Orhan Sakin hanno presentato i risultati di una lunga ricerca sui documenti ufficiali dell'Impero Ottomano, che sono legati a Lord Elgin, sottolineando che: "Tutti i firmani sono stati scritti in un libro speciale. Anche il loro contenuto era scritto su di esso", ha detto Sakin, che ha respinto l'affermazione britannica secondo cui i documenti di Elgin erano una licenza per esportare i marmi. "Prima di tutto, questo non era un firman. Forse era una lettera personale, ma non un firmano. Il firmano poteva essere firmato solo dal Sultano, non dal Pascià. C'era solo il permesso di visitare", ha detto.
Questa conferma è arrivata con forza in occasione della 24a sessione del Comitato intergovernativo dell'UNESCO per la restituzione dei beni culturali ai paesi di origine (ICPRCP), il 1° giugno 2024, quando Zeynep Boz, che ricopre la carica di capo del Dipartimento anticontrabbando del Ministero della Cultura turco, ha fatto riferimento al firman ottomano, che la Gran Bretagna invoca per l'acquisto delle sculture del Partenone da parte di Lord Elgin nel 1816 come parte della sua storia "Non siamo a conoscenza dell'esistenza di un documento che legittima questo acquisto, che è stato fatto all'epoca dai colonialisti del Regno Unito, quindi non credo che ci sia spazio per discuterne la legalità anche (...) secondo la legge del tempo. Non vediamo l'ora di celebrare con tutto il cuore il ritorno dei Marmi, poiché crediamo che segnerà un cambiamento di atteggiamento nei confronti della protezione dei beni culturali e sarà il messaggio più forte dato in tutto il mondo", ha detto, decostruendo uno degli argomenti centrali degli inglesi per mantenere le sculture del Partenone nel British Museum.
Il fatto che la Turchia abbia ufficialmente "sostenuto" le posizioni della Grecia in merito alla restituzione dei Marmi del Partenone ha a che fare con il riavvicinamento diplomatico tra Grecia e Turchia negli ultimi tempi, ma questo è semplicemente il mezzo con cui la Turchia sta cercando di raggiungere il suo obiettivo finale. Ci sono molti reperti archeologici in diversi paesi d'Europa, che solo... Non c'è posto per loro. Oltre alle sculture del Partenone, un ottimo esempio è la Porta di Ishtar che, invece di trovarsi a Babilonia, in Iraq, è sparsa ai quattro angoli del globo, con la maggior parte di essa nel Museo di Pergamo a Berlino. Il museo prende il nome dalla leggendaria città greca antica e ospita l'altare di Pergamo stesso, la porta dell'agorà di Mileto che dovrebbe trovarsi nei musei di queste antiche città greche sul territorio della moderna Turchia.
In conclusione, il capo del Dipartimento Anti-Contrabbando del Ministero della Cultura turco dà il suo tocco personale al caso della riunificazione delle Sculture del Partenone: "Non vedo l'ora di vedere il giorno in cui i Marmi del Partenone si fonderanno con il cielo che meritano in quell'incredibile Museo dell'Acropoli".
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