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Giovedì, 12 Dicembre 2024

I trattori invadono l'Europa

L'Unione Europea lancia un primo segnale di distensione agli agricoltori europei. La Commissione europea ha proposto ai contadini di avvalersi di deroghe per il 2024 dalle norme della politica agricola comune (Pac) che li obbligano a mantenere determinate zone non produttive. La proposta della Commissione, inviata oggi agli Stati membri che la voteranno in una riunione di commissione, fornisce una prima risposta politica concreta per affrontare le preoccupazioni sul reddito degli agricoltori. Segue anche le richieste delineate da diversi Stati membri nelle riunioni del Consiglio dell'agricoltura, spiega l'esecutivo europeo.

Per ricevere il sostegno della Pac a cui hanno diritto, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l'ambiente e il clima, spiega la Commissione europea. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell'Ue e svolge un ruolo importante nell'integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Questo insieme di standard di base è denominato Gaec, dall'acronimo in inglese per "buone condizioni agricole e ambientali". Lo standard Gaec 8 richiede, tra le altre cose, di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive. Quest'ultimo si riferisce tipicamente a terreni incolti ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo. Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell'Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac.

Invece di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, gli agricoltori dell'Ue che coltivano colture che fissano l'azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi saranno considerati conformi ai requisiti. Le colture intercalari sono piante che crescono tra due colture principali. Queste colture possono servire come foraggio per gli animali o come concime verde. L'uso di colture che fissano l'azoto e di colture intercalari apporta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, compresa la biodiversità del suolo e la limitazione della lisciviazione dei nutrienti. Le colture dovranno essere coltivate senza prodotti fitosanitari per mantenere l'ambizione ambientale della Pac.

La proposta della Commissione - precisa l'esecutivo europeo - è attentamente calibrata per fornire il giusto equilibrio tra l'offerta di aiuti adeguati agli agricoltori che affrontano numerose crisi, da un lato, e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo, dall' altro.

"Da Bruxelles non arriva una risposta forte alle richieste degli agricoltori, ma un 'contentino' che lascia perplessi su modalità e durata". Così Cia-Agricoltori Italiani commenta la proposta appena arrivata dalla Commissione Ue. Secondo le prime valutazioni, infatti, si tratta di una deroga all'obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, potendo accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari.
"Una proposta debole e insufficiente - dice il presidente nazionale della Cia, Cristiano Fini - quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell'agricoltura, già dal Consiglio Ue di domani, con lo stralcio "senza se e senza ma "dell'obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolare".

Salgono a circa 1300 i trattori nelle strade di Bruxelles, secondo la polizia di Bruxelles-Capitale aggiornando il conteggio diffuso all'inizio della mattinata, quando circa mille mezzi avevano dato il via all'assedio nel quartiere europeo.

Altri trattori vengono segnalati in marcia sulla tangenziale della capitale belga, pronti a unirsi alla protesta. Prosegue intanto nel nord del Paese il blocco al porto di Zeebrugge, iniziato nella serata di martedì. La polizia non può ancora prevedere la durata dell'azione. "Dipenderà dalle discussioni al vertice europeo a Bruxelles e alla conferenza sul futuro dell'agricoltura a Gand", distribuito le stesse forze dell'ordine.

Un centinaio di agricoltori del torinese ha risposto all'invito alla mobilitazione lanciata da Coldiretti per una grande manifestazione a Bruxelles "per fermare le politiche europee che minacciano l'agricoltura italiana".

"Una chiamata a raccolta organizzata in Europa, dove serve fare sentire, forte, la voce delle nostre aziende agricole - spiega il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - è una mobilitazione in vista del vertice europeo che sta avendo una grande risposta da parte dei nostri soci, a dimostrazione di quanto la nostra agricoltura senta sulla propria pelle l'effetto di politiche europee sconsiderate che limitano le funzioni dell'agricoltura preziose per tutta la società: dalla produzione di cibo naturale e non sintetico, fino al presidio contro il dissesto del territorio".

La manifestazione è indetta in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell'Ue, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, in cui la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull'obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac).

"L'appuntamento "Non è l'Europa che vogliamo" - spiega Coldiretti Torino - è per giovedì 1 febbraio alle 9 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne".

È la prima volta in piazza insieme per gli agricoltori provenienti dal Sud e dal Nord dell'Unione Europea dalla Coldiretti agli spagnoli di Asaja, dai portoghesi di Cap ai belgi dell' Fwa e molti altri che invadono la capitale dell'Unione per trasformare le proteste in proposte concrete. L'appuntamento è per domani giovedì primo febbraio alle ore 9,30 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per denunciare, "con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne e presentare le richieste della principale organizzazione agricola europea".

Per l'occasione saranno "mostrate le 'Follie dell'Europa a tavola per toccare con mano gli effetti di normative ideologiche e senza freni che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare degli italiani, a partire dalla Dieta Mediterranea, e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie. Una minaccia che sarà al centro del rapporto 'Le mani dell'Europa sull'agricoltura italiana diffuso per l'occasione", conclude Coldiretti.

Il settore agricolo è in sofferenza in molti Paesi, e clamorose proteste con i trattori sono in corso, oltre che in Italia, anche in Germania, Grecia, Polonia e Romania. Ma le manifestazioni in Francia sono particolarmente imponenti

Migliaia di lavoratori e centinaia di trattori stanno bloccando da giorni le strade intorno a Parigi oltre a quelle di accesso alle altre città della Francia. Che cosa chiedono al nuovo governo guidato da Gabriel Attal? Innanzitutto, la semplificazione burocratica: troppe norme da rispettare, troppi vincoli di carattere ambientale decisi dall'Unione europea, riduzione dei loro ricavi.

Ma la protesta riguarda anche le differenze di reddito fra i diversi comparti: gli allevatori di suini, per esempio, guadagnano in media sei volte più di quelli di ovini e caprini. La categoria degli agricoltori è quella che ha il tasso di povertà più alto in Francia: oltre il 17%. Secondo uno studio, ogni giorno si registrano due suicidi di agricoltori, e il dato è precedente al Covid: dopo, dicono gli agricoltori, può solo essere peggiorato. Negli ultimi mesi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'aumento dei prezzi dell'energia e soprattutto della tassa sui carburanti agricoli.


Fonte Agi e varie agenzie

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