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Lunedì, 20 Gennaio 2025

“L’obesità tra gli adolescenti è in forte aumento. La causa principale: vita troppo sedentaria. I ragazzi passano troppe ore davanti a pc, smartphone e tablet e dedicano poco tempo alle attività fisiche”. Lo dice Luigi Piazza, direttore del Dipartimento delle chirurgie dell’Arnas Garibaldi di Catania dove è presente uno dei centri hub della Sicilia che si occupa di obesità.

La struttura ha ricevuto anche dalla Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle malattie metaboliche) la conferma di essere uno dei maggiori centri di chirurgia bariatrica in Italia. Con una lettera, firmata dal presidente Giuseppe Navarra, l’Arnas Garibaldi è stato classificato come ‘centro di eccellenza’, confermando il riconoscimento già dal 2006.

“Il riconoscimento – spiega Luigi Piazza – premia, innanzitutto, la sanità siciliana che, grazie alla lungimiranza della Regione Siciliana, ha creato dei centri d’eccellenza nell’ambito della ‘rete obesità’. Poi è chiaro che viene premiato il lavoro dei sanitari.

I protocolli medici messi in atto sono stati in grado di dare risposte positive alle tante problematiche legate all’obesità. Attrezzature all’avanguardia e grande professionalità ci consentono di offrire un servizio di alto profilo scientifico e clinico. Gli utenti apprezzano e lo testimoniano i 250 casi che vengono trattati ogni anno nell’Unità di chirurgia generale dell’Arnas Garibaldi di Nesima. Questo è un ulteriore esempio di buona sanità”.

L’Arnas Garibaldi – spiega il direttore generale, Beppe Giammanco - si conferma ancora punto di riferimento in Sicilia. Un’eccellenza regionale che rappresenta un vanto per la nostra sanità. Ormai da anni i pazienti con obesità importanti trovano nella nostra struttura una assistenza multidisciplinare, con percorsi clinici testati e avanzati. Un plauso va a tutto il personale. Il riconoscimento è uno stimolo ulteriore a fare sempre di più e meglio”.

Diversi i criteri che hanno portato alla conferma del centro come ‘eccellenza bariatrica italiana’:

- team multidisciplinare del dipartimento delle medicine, diretto da Lucia Frittitta, a garanzia di una corretta selezione del paziente. (Si seguono precisi percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali in rispetto alle linee guida nazionali e un inquadramento totale sotto il profilo nutrizionale, endocrinologico e psicologico)

- team in grado di eseguire tutte le procedure chirurgiche bariatriche e revisionali in laparoscopia e in robotica

- un volume di interventi superiore ai 200 casi l’anno

- un follow up dei pazienti operati superiore ai 5 anni regolarmente inserito e aggiornato in un registro nazionale

- la presenza, all’interno dell’azienda, di una unità di terapia intensiva, diretta da Giuseppe Calabrese, di un’endoscopia operativa, diretta da Domenico Catarella, e di una radiologia interventistica, diretta da Giuseppe Giordano, a ulteriore garanzia di sicurezza per gli utenti

Le statistiche che riguardano i pazienti trattati certificano che la fascia di età va dai 30 ai 50 anni. La percentuale maggiore è di sesso femminile, ma va sottolineato che gli uomini manifestano patologie più gravi associate all’obesità, come, ad esempio, quelle di tipo cardiovascolare. Ma c’è un altro dato che preoccupa: l’obesità in età adolescenziale.

“Negli ultimi anni – prosegue Piazza – abbiamo notato un incremento di problemi di peso nei ragazzi e nelle ragazze, causati prevalentemente da cattive abitudini alimentari e assenza di attività fisica. In tal senso sarebbe auspicabile una campagna di sensibilizzazione che coinvolga i medici di base e i pediatri, la scuola e, naturalmente, anche le famiglie”.

Nella piena dormienza dei vitigni in Sicilia è appena iniziata la potatura, una fase cruciale per il futuro delle produzioni. Per il nuovo “start“ le Cantine Colomba Bianca incontrano e formano i produttori, con il supporto dell’agronomo Filippo Paladino e dell’enologo Antonio Pulizzi, per migliorare la tecnica del taglio e raggiungere obiettivi comuni.

«Il 2025 sarà un’annata strategica – spiega Giuseppe Gambino, direttore vendite e sviluppo commerciale di Cantine Colomba Bianca - il 2024 è stato caratterizzato dalla siccità e il 2023 ha colpito con la peronospora. In assenza di volumi orientiamo alla selezione della qualità: la sfida è lavorare in modo coordinato per creare valore, dai vitigni alle cantine, mantenendo lo stesso fatturato con la metà del raccolto».

È tempo di rinnovo per i tralci. Con la potatura della vite si elimina ciclicamente una parte di legno per aumentare la qualità delle uve migliorandone la distribuzione nello spazio. Le dimensioni dei tagli della potatura influiscono sulla vitalità della pianta, grazie a metodi innovativi è possibile gestire al meglio la canalizzazione e ridurre il rischio di infezioni e malattie, oltre che rafforzare la pianta che in assenza d’acqua fa fatica a lignificare.

La siccità ha messo in difficoltà le produzioni della Sicilia Occidentale nel periodo in cui c’era più bisogno d’acqua, da fine giugno ad agosto, dunque si opta per una potatura meno invasiva: tagli piccoli, più gentili e necessari.

«I tagli sono come ferite per la pianta – spiegano l’enologo Antonio Pulizzi e l’agronomo Filippo Paladino – tanto più vecchio e grosso è il legno tagliato, tanto più grande e profondo sarà il cono di disseccamento con conseguenze sul rallentamento del passaggio della linfa lungo il fusto e una riduzione delle sostanze di riserva. In caso di siccità tutto questo può indebolire i fusti, rendere i tralci meno resilienti alle avversità climatiche e più deboli in caso di attacchi parassitari. Le uve in piena maturazione anziché essere destinatarie del nutrimento, potrebbero diventare fonte per la pianta che, con l’esposizione alla fotosintesi e senza acqua, va in disidratazione e attinge energia dai suoi stessi grappoli per guadagnarsi la sopravvivenza».

La scorta lignea va preservata, occorre tutelare le future gemme e favorire il risveglio dei germogli. Come spiegato dagli esperti - in aula e sulle piante messe a disposizione nei vitigni direttamente dai produttori - i tagli vanno effettuati da manodopera specializzata perché avranno effetti immediati ma anche duraturi sul fusto e sulle uve del futuro. La vite, nel corso della stagione vegetativa, utilizza l’energia prodotta dalle foglie per mettere da parte sostanze di riserva che serviranno per la crescita dei germogli durante la primavera successiva, le sostanze di riserva immagazzinate nel legno sono il “serbatoio di energia” della vite. Maggiore sarà la quantità di legno sano, maggiore sarà l’energia disponibile e quindi la capacità della vite di resistere alla siccità, germogliare bene, di anno in anno.

La potatura delle viti si effettua in periodi diversi, in base alla varietà delle uve e alla posizione di ogni produzione: nell’area trapanese della Sicilia Occidentale si inizia a dicembre con le varietà precoci (pinot grigio, chardonnay, syrah), si prosegue a gennaio per grillo, catarratto, nero d’avola, insolia, zibibbo, nerello mascalese. La potatura incide sulla longevità del vitigno.

«Sono sempre più rare le viti con una lunga e felice vecchiaia che raggiungono i 40 anni – spiega Dino Taschetta, presidente di Cantine Colomba Bianca - sono più diffuse le produzioni di circa 10 anni. Con la linea Resilience raccogliamo uve da vitigni che hanno compiuto almeno 25 anni di età. Formiamo i produttori da oltre 15 anni per ottimizzare la cura dei vitigni tenendo conto delle avversità da superare, annata dopo annata. La selezione è la chiave del nostro successo, con tagli attenti favoriremo la vegetazione di pochi grappoli dalla grande qualità».

Mentre in campo c’è chi pota, stralcia e lega i tralci, in cantina c’è il vino d’annata in piena fase di affinamento. Colomba Bianca si accinge ad imbottigliare prima i bianchi e poi i rossi fino a marzo. Per altri vini il progetto di affinamento viene deciso molto tempo prima, come avviene per il metodo classico che dopo la vendemmia 2024 sarà imbottigliato nel 2029.

Una “call for project” a cui hanno partecipato architetti iscritti all’Ordine di Catania ha dato vita a una mostra di architettura: “Le fabbriche del divino” - che punta i riflettori sul paesaggio sacro e che richiede riflessioni e sensibilità spiccate - in occasione delle celebrazioni della festa di Santa Barbara a Paternò sarà esposta alla torre Normanna. La mostra è stata realizzata all’interno della Cappella di San Giovanni, sull’acropoli di Hybla Major a Paternò, e sarà visitabile fino all’11 dicembre, dalle ore 9 alle 13 tutti i giorni.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è organizzata da Ordine e Fondazione degli Architetti di Catania, in collaborazione con il Parco Archeologico di Catania e delle ACI, con la parrocchia di Santa Barbara di Paternò e con il patrocinio dell’Archeoclub d’Italia, sezione Ibla Major.

«L’evento inserito all’interno delle festività di Santa Barbara (3-4-5 dicembre), Santa Patrona di Paternò e protettrice anche degli Architetti – ha affermato Veronica Leone, presidentessa dell’Ordine degli Architetti PPC di Catania - unisce e offre l’opportunità per un confronto sull’architettura e l’arte sacra e presenterà ai visitatori le opere progettate e realizzate negli ultimi decenni». «Approfondire il tema del Sacro in Architettura – ha dichiarato Eleonora Bonanno, presidentessa della Fondazione Ordine Architetti PPC di Catania - è la volontà alla base di una riflessione che va oltre le appartenenze confessionali: le ricerche, i concorsi, i progetti mai realizzati e quelli che invece sono venuti alla luce costituiscono un tesoro di conoscenza e sensibilità che va esposto, ammirato e condiviso: questa la finalità della Mostra "Le Fabbriche del Divino", glossario di risposte di quegli architetti che si sono interrogati sul rapporto tra l'uomo e il divino».
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, che hanno proposto per martedì 10 dicembre una conferenza sul tema “Rapporto tra le bucature nell’architettura e il paesaggio”, che si svolgerà nella chiesa-santuario di Santa Barbara. La rivista THEMA, a conclusione della mostra, raccoglierà i numerosi progetti e pubblicherà uno speciale per celebrare l’evento.

 

Il Museo Diocesano di Catania ospita la presentazione del libro “Sale e Sudore” scritto dalla Dott.ssa Brigida Morsellino

“L’autrice usa i racconti altrui per raccontare se stessa facendo un passo indietro per spingere il lettore ad una riflessione interiore”. Queste le parole del regista Giovanni Anfuso che aprono la presentazione del libro “Sale e Sudore” scritto dalla Dott.ssa Brigida Morsellino, presso la Pinacoteca del Museo Diocesano a Catania, davanti ad un folto pubblico composto anche da studenti del Politecnico del Mare “Duca degli Abruzzi”.

Intermezzi Musicali affidati al Maestro Ercole Tringale intervallati dalla lettura di alcuni brani del libro ad opera degli attori Giovanna Mangiú e Luigi Nicotra. Dieci racconti, dieci esperienze con un unico intermediario: il mare. L’oralità che si fa strada attraverso le esperienze dirette di uomini e donne che fanno scelte ben precise perché nel mare vedono speranza, serenità ma anche morte e disperazione.

“Le azioni hanno bisogno di una riflessione- prosegue Anfuso- e nel libro l’autrice gioca a mischiare le carte per andare dritto al cuore del lettore”.  Creare una riflessione sulla morte con l’atto di esorcizzarla attraverso azioni che rappresentino l’affermazione della vita come l’esercizio della scrittura. 

“Sin da piccola e ora con maggior forza, dato che ricopro il ruolo di dirigente del Duca degli Abruzzi, la mia vita è stata dedicata a questa distesa di acqua salata- spiega l’autrice Morsellino- il mare è vita ma può dare la morte e questo rappresenta lo “Yin” e lo “Yang” del libro: il “Bene” e il “Male” che si fondono con i personaggi, tra loro diversi, e che raccontano il loro rapporto con il grande gigante blu”.

Nei primi otto mesi del 2024 in Italia si è registrato un incremento nei numeri di incidenti e morti sul lavoro. In Sicilia il dato Inail è allarmante. Sono state 46 le vittime da gennaio a settembre 2024, questo fa sì che l’Isola venga inserita nella classifica nazionale nella cosiddetta “zona rossa”, in una scala cromatica su quattro colori che suddivide le regioni in base all’indice medio di morti per milione di lavoratori. La Sicilia è la quarta regione in Italia per numero di vittime.

Si è discusso di questi temi (stamattina 15 novembre) durante i lavori del convegno “Sviluppi futuri della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, organizzato dall’Asp di Catania in collaborazione con le sezioni etnee dell’Ordine degli Ingegneri, Ance, ESEC e Inail, all’interno di Saem 2024 - Salone dell’Edilizia e dell’Innovazione.

«La formazione ha un ruolo strategico per la prevenzione degli infortuni e malattie professionali, lo diciamo da anni, ma questa formazione deve diventare più efficiente ed efficace – ha dichiarato Antonio Leonardi, direttore del Dipartimento di Prevenzione Asp CT e componente Gdl Sicurezza CNI - Se i dati degli infortuni crescono vuol dire che c’è ancora molto su cui lavorare per migliorare il sistema della formazione al fine di incidere su comportamenti, processi, percezione del rischio. Oggi al centro del focus anche le tecnologie innovative e l’intelligenza artificiale, alleati per il miglioramento e il potenziamento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e per la diminuzione degli infortuni». Durante il convegno è intervenuto per i saluti il padrone di casa Alessandro Lanzafame: «Saem oggi è punto di riferimento del Sud Italia e rappresenta la più grande fiera da Bologna in giù - ha dichiarato l’organizzatore del Salone e presidente di Eurofiere – i numeri lo dimostrano: tante le aziende presenti in spazi espositivi quasi raddoppiati con un incremento del 40% rispetto alla passata edizione. Inoltre, ci piace sottolineare la presenza di imprese straniere provenienti da Paesi come Germania e Svezia. L’edilizia è un settore trainante della nostra economia e lo è ancor di più per la Sicilia che sta vivendo un momento di grande fermento grazie ai lavori del Pnrr». «Siamo tutti alla ricerca di soluzioni per arginare il triste fenomeno degli incidenti sul lavoro, e riteniamo che una formazione più efficace possa risultare fondamentale nel contrastare il problema – ha dichiarato Alfio Torrisi, consigliere segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Catania – Inoltre, uno dei punti determinanti su cui stiamo puntando per ridurre il rischio di infortuni sul lavoro è l’intelligenza artificiale». «Come mondo delle costruzioni da tanti anni con il sistema della bilateralità puntiamo sui temi della formazione e della sicurezza. Per noi è una missione, un obbligo arrivare al traguardo di infortuni zero – ha affermato Rosario Fresta, presidente Ance Catania – Riteniamo che la formazione possa davvero rappresentare un salvavita. Dobbiamo formare i nostri dipendenti per annullare ogni rischio». 

Al convegno hanno partecipato anche Cristina Monsone (esperto Indipendente Commissione Europea per l'I.A.), Anna Maria Bonelli (responsabile Inail Caltagirone), Natalia Trapani (professore Associato di Impianti industriali meccanici, UniCT), Antonio Piana (direttore Ente Scuola Edile Catania), Salvatore Cuscunà (funzionario direttivo Ispettorato regionale del lavoro), Ines Petrilla (direttore Ance Catania), Carmelo Belfiore (presidente Esec), Valeria Vecchio e Elisa Gerbino (dirigenti Area Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro).

 

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