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100 domande e 100 risposte. Può sembrare un programma ambizioso per qualsiasi argomento e se l’oggetto è l’evoluzione il programma appare ancora più incredibile. Perché? Perché l’evoluzione, intesa come quel “vasto ed erudito affresco del nostro passato che trova nell’uomo il suo punto culminante”, è un tema intoccabile che, durante il percorso scolastico, viene affrontato come un “fatto” da descrivere nella sua storicità più evidente. Le risposte vengono da uno studioso, non di biologia o di paleontologia, ma di filosofia, Dominique Tassot, laureato in ingegneria all’École des Mines di Parigi, per curiosità intellettuale si laurea in filosofia e si occupa dei rapporti tra scienza e fede. Sul tema dell’evoluzionismo ha molto scritto e dibattuto, forse proprio perché filosofo e quindi più libero di fronte ad un tema tabù tra molti scienziati. Chi non lo vede come un tabù è, però, Pierre Rabischong, medico, ex preside della Facoltà di medicina di Montpellier che ha scritto la prefazione all’edizione francese (Via Romana, 2021), tradotta ora in italiano col titolo, L’evoluzione in 100 domande e risposte (edizioni Piane, ottobre 2023). Rabischong prende atto del complesso problema che ci troviamo davanti e si pone anche lui delle domande: se “esiste un’unica verità o dobbiamo accettare diverse visioni, (…), più o meno appassionate se non appassionanti?”. Altra domanda se “tutti questi cambiamenti e la comparsa di nuove varianti siano frutto del caso o se siano dovuti a un intervento esterno di una grande sapienza tecnica”. Tassot parte dai fossili che, nella vulgata comune, sono “sinonimo di evoluzione”, ma che si manifestano come un problema per la teoria stessa mancando quelli intermedi. La teoria degli equilibri punteggiati (Stephen J. Gould, Nils Eldredge) ha cercato di mettere la famosa toppa peggiore del buco, arrivando “ai limiti della prestidigitazione”. Il gradualismo rendeva credibile la teoria di Darwin, ma mancano gli anelli intermedi, allora arriva l’idea degli equilibri punteggiati: niente evoluzione graduale, ma brusca e rapida che spiega l’assenza di fossili di transizione.  Abilissimi Gould ed Eldredge, ma “a patto di non dimenticare che questa dimostrazione non ha nessun valore, perché presuppone il “fatto” di questa evoluzione invisibile che dovrebbe dimostrare”. Altra frase “magica” è “la sopravvivenza del più adatto”, la fitness, il vantaggio selettivo che “non è altro che la capacità di sopravvivere. Dire che i più adatti sopravvivono è una tautologia. Abbiamo l’impressione di aver capito, ma in realtà non abbiamo dimostrato nulla”. Un grande matematico, René Thom, parlò infatti dell’evoluzionismo come di una teoria “puramente linguistica, non matematica”. Dieci capitoli con dieci domande ciascuno che affrontano tutti i temi più controversi: gli organi vestigiali, le mutazioni casuali che sono regressive e non producono nuove informazioni genetiche funzionali che potrebbero portare a una nuova forma di vita. Il mutante è l’albino o il daltonico, non il superuomo. Un capitolo interessante è quello della critica attraverso la logica esaminando “il valore dei suoi ragionamenti e il rigore delle dimostrazioni”. Il termine “evoluzione” non avrebbe senso se non distinguiamo la macro (“comparsa di un nuovo organo all’interno di una specie”) e la microevoluzione (“variazioni ereditarie all’interno di una specie”) e gli evoluzionisti, “mantenendo la stessa parola per questi due significati molto diversi, quasi opposti, (…) usano le numerose prove ben attestate della microevoluzione per dar credito alla macroevoluzione, l’unica ipotesi con importanti implicazioni ideologiche”.  L’evoluzione è un fatto e ben accertato e basta, “allora non c’è bisogno di dimostrazioni”, ma il “fatto” evolutivo necessita di una spiegazione che manca. Entra così in campo il fattore “tempo” che, da solo compirà il miracolo e che moltiplicato per la selezione naturale “può avere effetti prodigiosi: «non resta che aspettare», ma continuiamo a non dimostrare nulla: “perché una pietra diventi una statua, lo scultore deve tagliarla e darle la forma”. Altri capitoli si soffermano su l’uomo e i suoi antenati, gli aspetti politici e sociali dell’evoluzione e il rapporto con le religioni. Proprio su questo si può fare un appunto all’autore: quello di avere completamente ignorato gli scritti del Card. Joseph Ratzinger-Benedetto XVI nonostante l’ultimo capitolo dedicato proprio alla Chiesa cattolica, ma il libro resta interessante e ricco di stimoli per approfondire un tema per niente scontato.

 

 

Federico Bianca con il suo esordio letterario ha vinto il riconoscimento “Silver Book” alla prima edizione del “Premio Roma International”, manifestazione nata con lo scopo di scoprire nuovi talenti, portando nella Città eterna – inimitabile culla di cultura - autori provenienti da ogni parte del mondo. Il contest ha stimolato gli artisti a nuove creazioni ispirate dalle bellezza che la città stessa esprime, ed ha riscosso gradimento e una folta partecipazione. 

Dopo il primo posto della sezione Narrativa Saggio di “Etna book”, i racconti di “Riscatto” (alcuni erano già apparsi su antologie e concorsi nazionali), per i tipi di Felici Editore, continuano a ricevere consenso professionale. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 16 marzo presso lo splendido Teatro Ghione, a Via delle Fornaci nr. 37. 

Vi presenzieranno prestigiosi ospiti provenienti dalle varie discipline artistiche, a ritirare sul palco un doveroso tributo alle loro carriere. L’inizio della cerimonia è previsto alle ore 20.00, e l’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti. Infine, il giorno 18 marzo, presso lo Spazio5 in via Crescenzio 99/d, a partire dalle ore 18.00, si potrà assistere alla prima presentazione romana di “Riscatto”.  Relatori per l’occasione: la giornalista, scrittrice e conduttrice tv Cinzia Tani ed il regista, sceneggiatore e anche giornalista Pierfrancesco Campanella. Letture tratte dal volume a cura dello scrittore e poeta Alessandro Porri.

Amalia Mancini (nota nell’ambiente letterario come Amélie) ha vinto il Silver Book al Premio Roma International, manifestazione della Associazione Culturale Pegasus, portando nella Città eterna - inimitabile culla di cultura – autori provenienti da ogni parte del mondo. Il contest ha riscosso forte gradimento e nutrita partecipazione. Il titolo del volume protagonista: “Falcone e Vespaziani – Un’Alleanza per la Verità” è reperibile al momento su Amazon. 

La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 16 marzo presso lo splendido Teatro Ghione, a Via delle Fornaci nr. 37. Vi presenzieranno prestigiosi ospiti provenienti dalle varie discipline, a ritirare sul palco un doveroso tributo alle loro carriere. Tra i premi speciali a personaggi del panorama artistico, il cantante Amedeo Minghi, la soprano Maria Dragoni, il doppiatore cinematografico Fabrizio Manfredi, il critico Enrico Stinchelli, il giornalista Aldo Dalla Vecchia.  L’inizio della cerimonia è previsto alle ore 20.15, e l’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti. Il riconoscimento al Teatro Ghione  conferma la ricchezza del mondo letterario di Amelie,  pieno  di sensazioni e sentimenti. In “Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità. La Straordinaria Collaborazione tra il Magistrato e l’Avvocato”, l’Autrice si immerge nell'incredibile mondo di due giganti della giustizia e racconta la storia poco conosciuta di una collaborazione, trasformatasi in amicizia, tra il giudice Giovanni    Falcone,  vittima  della  mafia  nella  tragica strage  di  Capaci del 1992,   e l' avvocato Giovanni Vespaziani, oggi novantaduenne (zio materno di Amelie). Durante gli eventi narrati nel libro, Vespaziani era il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Rieti, incaricato da Falcone di difendere il pentito di mafia Antonino Calderone. 

Le vicende storiche testimoniano questo contributo cruciale, che insieme a quelli di Tommaso Buscetta ed altri collaboratori di giustizia, ha permesso a Falcone di tracciare la strada per il leggendario maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. Amalia Mancini è una stimata giornalista, ma anche una scrittrice.  Sceneggiatrice, ma anche sapiente critico musicale. Negli ultimi tempi, si sta consolidando soprattutto la sua carriera di scrittrice, iniziata del resto giovanissima e che negli anni ha visto assegnarle,  in  questa specifica veste,  numerosi premi. Ancora vivo è  l’eco del successo per il suo “Emozioni Private – Lucio Battisti. Una biografia psicologica” (Arcana Editore), penultimo lavoro, in ordine di tempo, della sua penna abile.

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