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Giovedì, 01 Maggio 2025

Due giganti del pensiero scientifico italiano, tanto grandi quanto dimenticati: Giuseppe Sermonti (1925-2018) e Roberto Fondi (1943-2024). Quest’ultimo ci ha lasciato in silenzio, com’era vissuto, e nel silenzio più assoluto dei media nazionali quasi nessuno si è accorto della sua scomparsa.  Giuseppe Sermonti aveva avuto una maggiore visibilità, scrittore prolifico dagli anni 1970 e grazie all’editore Rusconi, aveva raggiunto un pubblico ampio con scritti che andavano dalla critica allo scientismo e all’evoluzionismo darwiniano, al mondo delle favole, a racconti brevi, sempre legati al mondo della scienza. Magistrali le “Commedie da tavolo” dove tratteggia le vite drammatiche di molti grandi Scienziati nella tempesta (Di Renzo editore, 2002). Roberto Fondi è legato a Sermonti dalla pubblicazione di Dopo Darwin. Critica all’evoluzionismo (Rusconi, 1980), è un paleontologo, Sermonti è genetista e i due sono «in sintonia massima per quanto riguarda la pars destruens del darwinismo, ma si differenziano nettamente per la pars construens», come ben argomenta Roberto Marchina nel suo volume Evoluzionismo biologico e fede in Dio (Amazon, 2024), omaggio a questi due illustri scienziati. Un volume prezioso per la descrizione accurata dell’evoluzionismo darwiniano e neodarwiniano in tutti i suoi aspetti: dalla terminologia, alla storia con i suoi principali esponenti, dall’origine della vita alle “prove” a sostegno della teoria dell’evoluzione. Tutto questo nella prima parte del volume (pag. 18-83). La seconda (pag. 84-138) è dedicata al ricordo di Giuseppe Sermonti e di Roberto Fondi approfondendo il loro pensiero e la loro critica all’evoluzionismo darwiniano: «un omaggio dovuto dato che hanno pagato di persona, in termini di carriera e di onore, queste loro posizioni». Del pensiero di Sermonti si sottolinea il “significato” delle forme dei viventi «che esistono là fuori in potenza di vita, un po’ come le idee di Platone che trascendono le applicazioni terrene (si pensi, per esempio, all’idea del bene). Fondi, da paleontologo, vede la discontinuità nell’apparizione delle forme viventi, la mancanza di anelli di congiunzione e che le varie forme si succedono nel tempo e propone il suo pensiero: «il paradigma olista, organicista di Aristotele e Linneo, riveduto e corretto dalle acquisizioni della fisica moderna». Roberto Marchina spiega molto bene il pensiero del paleontologo senese che dice: «È illusorio pretendere di giustificare il “fenomeno vivente” nella sua globalità, riconducendolo semplicemente alla logica lineare ed a-finalistica implicita all’evoluzionismo darwiniano e neo-darwiniano». C’è qualcosa di più e più profondo, «la logica della vita è circolare, non lineare» dove i viventi «risultano parti integranti di un organismo più ampio, armonicamente organizzato» come ricorda il fisico Giuseppe Arcidiacono citato da Marchina. Significative altre due citazioni. La prima di Sermonti: «La mia ostilità al darwinismo, che ha segnato la mia vita (e guastata la reputazione e la carriera) non è derivata dall’insoddisfazione per le teorie di Darwin ma dal fatto che quelle teorie si sono imposte come religione di stato, alla maniera del lysenkoismo sovietico». A proposito del pluralismo scientifico il pensiero di Roberto Fondi è riassunto sempre nella stessa pagina (85): «Si. Auspico soprattutto che ogni scienziato possa dire liberamente ciò che pensa ed anche avanzare le tesi più audaci e rivoluzionarie, senza il timore di dover essere ostracizzato in partenza e messo all’indice solo perché alcuni suoi colleghi particolarmente potenti e in grado di dettare legge, non tollerano le sue idee». Proprio questa nostra società aperta, plurale, inclusiva ha dimostrato tutta la sua chiusura e grettezza con persone non allineate al pensiero unico dominante. Roberto Marchina compie un gesto quasi di riparazione nei loro confronti. Da laureato all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona e impegnato nella catechesi nella sua parrocchia, dedica la terza parte del libro e l’appendice a neodarwinismo e ateismo attraverso l’analisi del pensiero di Telmo Pievani e di Richard Dawkins. L’appendice riporta i principali documenti della Chiesa sul tema dall’Humani generis (1950) di Pio XII fino al magistero di san Giovanni Paolo II senza dimenticare l’importante apporto del card. Joseph Ratzinger. Il volume, di 197, pagine vede la prefazione di Stefano Serafini amico e grande conoscitore del pensiero dei due scienziati.

Il pompaggio secondo la NASA, riportato da CNN, di grandi quantità di acqua dal terreno tra il 1993 e il 2010 ha alterato in modo significativo la rotazione terrestre, secondo un nuovo studio.Livelli allarmanti di estrazione di acque sotterranee hanno inclinato la Terra di quasi 80 centimetri a est durante quel periodo, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters. Studi precedenti hanno dimostrato che la posizione dell'asse terrestre cambia rispetto alla crosta, con il pianeta che ruota in modo leggermente diverso mentre l'acqua si muove. Utilizzando modelli climatici, gli scienziati hanno calcolato che gli esseri umani hanno pompato 2.150 gigatonnellate di acque sotterranee dal 1993 al 2010, equivalenti a più di 6 millimetri di innalzamento del livello del mare.


Mentre la capacità dell'acqua di modificare la rotazione terrestre è stata scoperta per la prima volta nel 2016, il contributo specifico delle acque sotterranee a questi cambiamenti di rotazione è rimasto sconosciuto.

Il nuovo studio ha modellato i cambiamenti osservati nello spostamento dell'asse del pianeta e nel movimento dell'acqua. In primo luogo, ha valutato l'effetto delle sole calotte glaciali e dei ghiacciai e poi ha preso in considerazione diversi scenari di ridistribuzione delle acque sotterranee.

"L'asse terrestre sta cambiando molto. Il nostro studio mostra che tra le cause legate al clima, la ridistribuzione delle acque sotterranee ha in realtà il maggiore impatto sullo spostamento degli assi", ha detto Ki-Weon Seo, geofisico dell'Università Nazionale di Seoul.

È stato riscontrato che l'asse si muove di 78,5 centimetri o 4,3 centimetri all'anno se si tiene conto della ridistribuzione delle acque sotterranee di 2.150 gigatonnellate. "Sono preoccupato e sorpreso che il pompaggio delle acque sotterranee sia un'altra fonte di innalzamento del livello del mare", ha detto il dott. Seo.

Dall'America e dall'India l'impatto maggiore

I risultati suggeriscono che la posizione da cui viene pompata l'acqua sotterranea è importante per quanto l'asse terrestre potrebbe muoversi. Ad esempio, gli scienziati hanno affermato che la ridistribuzione dell'acqua dalle medie latitudini ha un impatto maggiore.

Secondo lo studio, nel periodo dal 1993 al 2010, la maggior parte dell'acqua è stata distribuita nel Nord America occidentale e nell'India nordoccidentale, situati alle medie latitudini.

Gli sforzi dei paesi per rallentare i tassi di esaurimento delle acque sotterranee, specialmente in queste aree sensibili, possono teoricamente porre rimedio alla situazione, ma solo se sostenuti per decenni.

Poiché l'asse terrestre si sposta di diversi metri entro un anno, i cambiamenti dovuti al pompaggio delle acque sotterranee non comportano il rischio di cambiare le stagioni, hanno detto i ricercatori. Ma è stato dimostrato che lo spostamento dell'asse ha un impatto sul clima su grandi scale temporali geologiche.

Intanto uno studio ha rivelato che un lago in California nasconde una quantità "impressionante" di un elemento estremamente prezioso.

Ovviamente non bisogna giudicare un lago dalla sua superficie, perché sotto il Salton Sea, nel sud della California, attendeva gli scienziati una sorpresa monumentale.

Il lago più grande dello stato si trova in cima a una riserva di litio, qualcosa che gli scienziati già sapevano. Tuttavia, quello che non sapevano era esattamente quanto ci fosse sotto questo elemento chimico.

Nel tentativo di scoprirlo, il Dipartimento dell'Energia (DOE) ha finanziato uno studio che ha iniziato la ricerca nel Salton Sea per cercare di analizzare esattamente quanto litio si trovava sotto l'enorme corpo idrico.

Il governatore della California Gavin Newsom ha definito il Salton Sea "l'Arabia Saudita dell'estrazione del litio" e i risultati dello studio dimostrano certamente perché.

In precedenza era stato stimato che ci fossero circa quattro milioni di tonnellate di litio sotto il lago, ma l'anno scorso è stato rivelato che in realtà potrebbero esserci 18 milioni di tonnellate, noto anche come "oro bianco" a causa del suo valore e del suo aspetto.

Per fare un confronto, questo sarebbe sufficiente per alimentare più di 382 milioni di batterie per veicoli elettrici.

Alla luce della nuova scoperta, il giacimento californiano è il più grande del mondo.

A partire dall'anno scorso, una tonnellata di litio valeva circa 29.000 dollari, quindi, tenendo presente tale importo, il Salton Sea potrebbe nascondere merci per un valore di 540 miliardi di dollari.

Uno dei 22 autori dello studio, Michael McKibben, professore di geochimica presso l'Università della California a Riverside, ha dichiarato a proposito dei risultati: "Questo è uno dei più grandi depositi di salamoia di litio al mondo.

"Questo potrebbe rendere gli Stati Uniti completamente autosufficienti per quanto riguarda il litio e smettere di importarlo attraverso la Cina".

Altri nel settore hanno salutato la scoperta come decisamente "enorme".

Sammy Roth, editorialista sul clima del Los Angeles Times, ha dichiarato a The Show di Radio KJZZ: "È noto da molto tempo che c'è un mucchio di litio, un po' in profondità sotto l'estremità meridionale del Salton Sea".

Roth ha continuato: "Ci sono state aziende per decenni che hanno cercato di estrarre il litio da lì, e soprattutto nell'ultimo decennio poiché i veicoli elettrici e l'accumulo di energia nella rete elettrica sono diventati una grande necessità.

Ma questo nuovo rapporto del governo federale è davvero un numero accattivante. Hanno scoperto che c'è potenzialmente abbastanza litio per alimentare le batterie di 382 milioni di veicoli elettrici, che è più veicoli di quelli attualmente in circolazione negli Stati Uniti.

Quindi, se potessimo ottenere tutto quel litio, sarebbe enorme".


L'Associazione Astrofili Segusini APS (AAS), fondata il 9 ottobre 1973, opera da allora con continuità in Valle di Susa per la ricerca e la divulgazione astronomica.

Il Presidente Andrea Ainardi ci fa sapere che: “Dal novembre 1973, ininterrottamente fino ad oggi, l'AAS pubblica un bollettino aperiodico denominato "Circolare interna". La pubblicazione contiene articoli su argomenti di attualità e di cultura generale con particolare attinenza all'astronomia; sono inoltre pubblicate effemeridi calcolate specificatamente per la Valle di Susa su fenomeni astronomici di particolare interesse; infine sono riportati i risultati delle osservazioni effettuate dai soci e le attività dell'Associazione. Dal 2006 pubblica inoltre una newsletter telematica aperiodica denominata "Nova", dedicata a fenomeni e argomenti di più stretta attualità. La Circolare interna e la Nova sono distribuite gratuitamente a soci, scuole, biblioteche, altre associazioni e a chiunque ne faccia richiesta. Complessivamente sono state pubblicate più di settemila pagine. I contenuti delle pubblicazioni sono stati spesso citati o riportati su altri siti Internet, su riviste di settore, su quotidiani e periodici, anche a carattere nazionale; inoltre, alcune associazioni di astrofili in Italia inoltrano ai propri soci e simpatizzanti le pubblicazioni dell’AAS. L'AAS dispone, sin dal 1996, di un sito Internet (dal 2003 è operativo l'attuale www.astrofilisusa.it) dal quale, tra le altre cose, sono liberamente scaricabili, in formato pdf e a colori, tutte le Circolari interne e le Nova pubblicate negli ultimi anni. L'AAS ha dal 1993 la disponibilità di un osservatorio astronomico concepito per la ricerca, il Grange Observatory (https://www.grangeobs.org) a Bussoleno (TO), sede del Centro di calcolo AAS, che ospita un riflettore Newton/Cassegrain di 300 mm di diametro con camera CCD. L'osservatorio, che si occupa principalmente di astrometria (misure di posizione di asteroidi e comete allo scopo di raffinare i loro elementi orbitali), fa parte della rete dell'International Astronomical Union (cod. MPC 476) dal 14 maggio 1995 e collabora con NASA/JPL per il modello del Sistema Solare DE405, e successivi, dal 1997. Dal febbraio 2009 l'AAS è referente scientifico del Planetario di Chiusa di San Michele, per il quale, nel 2014, ha curato l'implementazione tecnica. Dal 9 ottobre 2012 con la firma di una Convenzione con la Città di Susa, l'AAS ha un osservatorio astronomico, SPE.S. - Specola Segusina, e la Sede sociale, al Castello della Contessa Adelaide in Susa. L'AAS è Delegazione Territoriale UAI - Unione Astrofili Italiani (codice DELTO02). L'AAS è iscritta al Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale - Sez. Provincia di Torino (n. 44/TO)”.

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