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Spiegare il sistema sanitario nazionale. Confrontarsi su emergenza e pazienti Covid. Far conoscere il territorio catanese e siciliano attraverso le Eccellenze sanitarie. Non sono mancati gli spunti, stamattina, nella sede dell’OMCeO di Catania, durante il Meeting professionale tra una delegazione dell’University of South Florida guidata dalla prof.ssa Usha Menon (preside del College of nursing) e i rappresentanti dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania.

L’evento, organizzato dall’Ordine etneo in collaborazione con l’Università di Catania, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche e la University of South Florida, ha dato la possibilità ad alcuni esponenti della sanità catanese di raccontare processi e procedure del nostro sistema ai docenti provenienti dagli Stati Uniti d’America, per scorgere differenze e punti d’incontro, leve e criticità, margini di miglioramento e possibili innovazioni da apportare. «È stato un importante momento di confronto tra due sistemi medici, quello italiano e quello statunitense, molto diversi tra loro - ha dichiarato Igo La Mantia, presidente dell’OMCeO Catania - Abbiamo avuto modo di raccontare la realtà sanitaria pubblica e privata catanese, illustrando le funzioni del nostro Ordine professionale che si prefigge il compito di tutelare i medici e i cittadini. Sono intervenuti diversi rappresentanti della sanità privata e pubblica e anche della politica catanese. I temi sono stati approfonditi dai nostri relatori e i docenti americani hanno partecipato al dibattito con estrema curiosità. Chissà che il dibattito non possa sfociare in un nuovo rapporto convenzionale con l’Università statunitense». 

L’incontro, moderato da Nello Ferlito (consigliere dell’OMCeO) e da Rosario Faraci (Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese UniCt), ha visto la partecipazione di Sergio Castorina (presidente Morgagni Catania, Consigliere nazionale Aiop); Dario Giuffrida (direttore UO Oncologia Medica Iom); Rosario Leonardi (responsabile Unità Funzionale di Urologia Casa di Cura Musumeci Gecas Gravina di Catania, presidente Società Sicula Calabra di Urologia: Sscu); Pierfrancesco Veroux (direttore UOC di Chirurgia Vascolare e Trapianti Policlinico di Catania); Paolo Scollo (direttore Divisione Ostetricia e Ginecologia AO Cannizzaro – Catania e professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università Kore di Enna); Domenico Grimaldi (professore a.c. Medicina Generale UniCt e segretario generale Medici Medicina Generale Fimmg Catania); Gabriele Messina (vicepresidente Ordine Infermieri di Catania); Giuseppe Arcidiacono (già assessore alla Salute Comune di Catania e direttore della Uosd Riabilitazione Cardiologica Arnas Garibaldi Catania); Isabella Bartoli (direttore UOC 118 Ct-Rg-Sr e referente Sanitario regionale maxi-emergenze); Venera Cantarella (componente Consiglio dell’Ordine degli Infermieri di Catania). 

«Il meeting all’OMCeO è stato proficuo - ha commentato la prof.ssa Usha Menon - perché abbiamo potuto conoscere direttamente dalle voci dei professionisti l’esperienza sul campo di medici e infermieri catanesi. L’occasione è servita per confrontare il sistema sanitario americano e quello italiano: i nostri complimenti per la gestione della pandemia da Covid sia in Sicilia che in Italia. Torneremo in Florida con l’idea di poter estendere ancora di più la collaborazione tra la nostra Università, quella catanese e l’Ordine etneo dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri».

Caro-energia: è allarme. La cooperativa siciliana Colomba Bianca, che riunisce 2480 viticoltori, mette sul tavolo direttamente le bollette: 83mila euro (luglio 2021) contro i 300mila euro di luglio 2022; 180mila euro (agosto 2021) contro i 541mila euro di quest’anno. Aumenti che hanno fatto disallineare tutti i conti economici e che rischiano davvero di causare una crisi senza precedenti.

«Tutte le aziende vitivinicole sono, per necessità di vendemmia e fermentazione dei mosti, estremamente energivore durante i mesi che vanno da luglio ad ottobre, soprattutto in Sicilia dove la raccolta delle uve dura quasi 100 giorni - dice il presidente Dino Taschetta – questo periodo coincide con gli aumenti ingiustificati del costo dell’energia elettrica che serve per alimentare i frigoriferi che gestiscono le temperature di fermentazione. I nostri viticoltori, che sono garanti di una viticoltura di qualità con le produzioni ad ettaro più basse d’Italia - assieme a Toscana e Piemonte - hanno già subito grosse difficoltà per l’aumento dei costi agronomici e per le basse rese in calo per assenza di piogge. Rischiamo un vero abbandono e un impoverimento colturale e culturale disastroso ed epocale in Sicilia».

Il clima di "incertezza" sta creando una tensione senza precedenti: i rincari energetici – a cui si aggiungono quelli del gasolio, dei concimi, del vetro, delle etichette, dei tappi, degli imballaggi - non potranno che ricadere sui prezzi al consumo.

«Grazie agli sforzi e agli investimenti degli ultimi anni si garantirà una qualità dei vini superiore alle precedenti annate – continua Taschetta - ma si dovrà cercare di vendere, e far accettare dal mercato, tutto il vino sfuso con un aumento del 10% rispetto al prezzo di mercato storico, proprio per evitare una catastrofe viticola strutturale. Un aumento - con una ricaduta media della quota vino sul prezzo finale della bottiglia del +5% - che salverà l’agricoltore e non metterà in difficoltà il consumatore. Oggi più che mai il tema della sostenibilità e dell’etica non potrà non occuparsi anche dell’aspetto economico e di noi contadini e produttori. Il mercato, l’intera Filiera “Vino”, la Grande Distribuzione Organizzata e il Sistema dell’Agroalimentare italiano ed europeo sarà messo alla prova con una grande responsabilità: permettere ai produttori primari di sopravvivere o di morire. Ricordando a tutti che se gli agricoltori smettono di coltivare la terra non si perderà solo il prodotto che ne deriva, ma si perderà un territorio, un paesaggio: unica grande forza e patrimonio dell’Italia».

Colomba Bianca, che nei giorni scorsi si è riunita con i presidenti siciliani delle maggiori cantine, si fa portavoce di un malessere generalizzato che rischia di far crollare il mercato: «Stiamo predisponendo un documento unitario per sensibilizzare la politica europea e nazionale – continua Taschetta – e per preparare al peggio tutti i nostri soci: non possiamo rimanere ad aspettare guardando le nostre realtà morire lentamente, soffocate dalle spese. Chiediamo a chi di competenza di intervenire al più presto, non possiamo aspettare che si insedi il nuovo Governo: qualunque provvedimento preso in ritardo rischia di risultare inutile e di vanificare una vita di sacrifici. Crediamo serva un nuovo ordine mondiale che regoli in qualche maniera le sperequazioni create dal cosiddetto libero mercato. È impensabile che, nel rispetto di un contratto, qualcuno possa permettersi di aumentare 5/10 volte i prezzi, senza che la controparte possa fare assolutamente niente. Se non facciamo al più presto qualcosa per stabilizzare il sistema e salvare le imprese, ci ritroveremo con un cumulo di macerie».

 

 

La Corea strizza l’occhio ai vini siciliani. E lo fa con un reportage giornalistico che proprio in questi giorni ha visto a lavoro il corrispondente a Roma della YNA (Yonhap News Agency Korea) Shin Chang Yong insieme al coordinatore Kim Chang Ho, tra i vigneti di Colomba Bianca, la cooperativa vitivinicola siciliana che opera sul territorio di Trapani. La YNA è un’agenzia di stampa sudcoreana, con sede a Seul - che fornisce news, immagini e video ai media del Paese - che si sta occupando delle nostre eccellenze agroalimentari: da Palermo a Catania, dall’uva all’arancia rossa di Sicilia.

I giornalisti, in visita presso lo stabilimento produttivo dell’azienda di Mazara del Vallo, hanno approfondito le criticità legate alla siccità, ai cambiamenti climatici e alla carenza di risorse idriche nell’Isola, per poi puntare l’attenzione sulla necessità di preservare e valorizzare i frutti di una terra che ha tutti i requisiti per puntare con successo ai mercati internazionali. Ad accoglierlo il presidente di cantine Colomba Bianca Dino Taschetta, la responsabile comunicazione e marketing Marisa Leo e l’enologo Antonio Pulizzi, che hanno illustrato la nostra vendemmia, i processi di gestione dei vigneti e le nuove tecniche colturali, nate con l’obiettivo di garantire la qualità della nostra uva in un contesto di Climate Change, che ha rivoluzionato le stagioni e le tempistiche legate ai più tradizionali schemi produttivi. «L’attenzione della YNA ci inorgoglisce – ha commentato il presidente Taschetta – grazie alla presenza dei giornalisti abbiamo avuto l’opportunità di raccontare e far toccare con mano la qualità della nostra uva e la bontà dei nostri vini. Sul tavolo, i progetti messi in campo per affrontare il caldo e i fenomeni legati alla siccità; i nostri obiettivi di export - Colomba Bianca oggi esporta stabilmente in 26 nazioni e in diversi continenti – e tutte le iniziative portate avanti per promuovere il brand “Sicilia”, conosciuto oramai in tutto il mondo».

Architetti pronti alla sfida del ponte sullo Stretto di Messina, simbolo di collegamento sociale e territoriale. L’opera – tema tanto dibattuto e sempre di attualità – è stata oggetto di riflessione da parte degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania e delle associazioni Inarch Sicilia, ArchLife e Morfosis, in un confronto che ha tratto spunto dalla pubblicazione “Il ponte incontinente” di Marcello Sestito

È stato proprio il professore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria l’ospite dell’incontro tenutosi a Palazzo Vigo di Torre Archirafi. «La realizzazione dell’opera di oltre 3 chilometri è una vera scommessa umana che ha visto cimentarsi negli anni e nel concorso di idee del 1969 alcuni degli ingegneri e architetti più importanti d’Italia – ha esordito – una realizzazione certamente non facile, la cui rinuncia rappresenterebbe una sconfitta per tutti i professionisti e progettisti». A seguito della raccolta di circa 400 illustrazioni, che lo ha visto impegnato per un ventennio, Sestito ritrova nel collegamento tra Sicilia e Italia una logica Heideggeriana: «Il ponte vuole le sponde e le sponde vogliono il ponte. Non si tratta di una questione politica, che spesso ha strumentalizzato l’argomento, ma solo di analizzarne i risvolti economici. Si tratta di superare i dubbi progettuali, ampiamente sviscerati dagli addetti ai lavori, e quelli legati alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata». Una certezza quella del professore, convinto che «bisognerebbe accantonare certe perplessità e agire come in altri Paesi, dove sarebbe già stato realizzato da almeno 40 anni». 

Dopo l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Riposto Paola Emanuele – che ha ribadito l’importanza di momenti di riflessione su temi di grande importanza sociale ed economica – spazio al presidente dell’OAPPC di Catania Sebastian Carlo Greco. «Un’occasione per immaginare e vedere la Sicilia come ombelico d’Europa, puntando i riflettori sulle soluzioni innovative che nel tempo hanno posto l’attenzione sul tema delle connessioni. Argomento di estrema importanza in Sicilia, da affrontare con attenzione e in cui la nostra categoria riveste certamente un ruolo di primo piano. La programmazione europea – ha proseguito – è un treno da non perdere e si dovrebbe immaginare uno sforzo anche in direzione del ponte, senza dimenticare le numerose problematiche che affliggono la nostra Isola». 

«Non un incontro sul “sì” o “no” – ha aggiunto la presidente della Fondazione APPC etnea Eleonora Bonanno – ma sui risvolti politici, sociali e ambientali che il ponte potrebbe avere. Quest’ultimo è un tema molto sentito dalla nostra comunità, che quotidianamente si confronta e cerca di vivere in simbiosi con l’ambiente: l’architetto non deve avere paura di progettare. Inoltre – ha sottolineato – la collaborazione di Inarch Sicilia (presidente Mariagrazia Leonardi), ArchLife (presidente Salvo Patanè) e Morfosis (presidente Agata Pistorio) prosegue il percorso di sinergia tra Ordine, Fondazione e associazioni di professionisti, che rappresentano un punto di riferimento sul e per il territorio». 

All’apertura dei lavori – moderati dall’architetta Melania Guarrera – hanno preso parte anche le associazioni organizzatrici. Al termine della relazione di Sestito – introdotta da Maurizio Oddo (Università Kore di Enna) – spazio alle riflessioni di Mariagrazia Leonardi (Inarch Sicilia), Salvo Patanè (Archlife) e degli architetti Andrea Toscano e Angelo Buccheri.

Si è conclusa con grandi emozioni e ospiti d'eccezione la I edizione del Caltagirone Short Filmfest. La kermesse in quattro serate ha portato il cinema e i suoi protagonisti nel centro storico della cittadina siciliana - famosa in tutto il mondo per le sue architetture barocche -  premiando cortometraggi e documentari italiani e stranieri.

La serata conclusiva della kermesse ha preso il via in una gremita Piazza del Municipio, condotta con maestria da Salvo La Rosa che ha subito lanciato la proiezone degli ultimi due corti fuori concorso: “Maestrale” di Nico Bonomolo - alla presenza del regista – film già vincitore del David di Donatello 2022, e “Paolo e i suoi angeli” di Giulia Galati, alla presenza dell'attore Rosario Terranova qui nel ruolo di Paolo Borsellino.

Numerosi gli ospiti sul palco tra cui lo scrittore e sceneggiatore bagherese Paolo Pintacuda, autore del romanzo “Jaco” e già protagonista di una chiacchierata a tu per tu con il giornalista Omar Gelsomino.

Il pubblico ha poi applaudito calorosamente il soprano Marianna Cappellani, interprete di un apprezzatissimo omaggio a Verga tratto dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni e accompagnata al pianoforte dal M° Ninni Spina; l'attore Bruno Torrisi che ha recitato il commovente monologo “Sono solo un uomo” dedicato alla memoria di Giovanni Falcone. Il pubblico ha poi assistito alla proiezione del corto La Nebbia di Nanni Palma, vincitore del Premio Globus Award - Critica Televisiva e Cinemtografica e si è parlato ancora di cinema italiano con l'attrice Lucia Sardo, vincitrice del Premio Luigi Sturzo, con il regista Paolo Messina e con la regista Emma Cecala, vincitrice del premio Miglior corto siciliano con “QuarantacinqueQuindiciVentiquattro”, film che è valso il premio miglior interprete siciliano anche ai suoi attori Stefania Blandeburgo e Toti e Totino, al secolo Salvatore Mancuso e Salvatore La Mantia.

L'irresistibile duo comico ha tenuto poi banco con la sua proverbiale e dirompente ironia, entusiasmando il pubblico presente.

Grande finale ricco di emozione con la Banda Musicale Luigi Sturzo diretta dal M° Mirko Musco che, con il sapiente commento del volto Sky Francesco Castelnuovo, omaggia il grande compositore, direttore d’orchestra e premio Oscar Ennio Morricone con l’esecuzione di alcuni dei suoi brani più suggestivi.

Con la direzione artistica di Angela Failla, sceneggiatrice e scrittrice, ed Eva Basteiro-Bertolí, attrice, produttrice e cantante di origine catalana, il Caltagirone Short FilmFest è una manifestazione organizzata dal Comune di Caltagirone e dal medesimo è stato patrocinato insieme alla Regione Sicilia.

«Questa manifestazione – commenta Angela Failla - è un omaggio che ho voluto fare alla mia terra, la Sicilia, un luogo magico, pieno di calore, tradizione e meraviglia. Anche per questo ho voluto dedicare una sezione all’isola e ai siciliani, per presentare al pubblico anche quelle opere che narrano le bellezze che l’isola nasconde».

Prosegue il Sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo: «Caltagirone, grazie al FilmFest, a vent’anni dalla dichiarazione di Budapest che riconobbe il suo centro storico Patrimonio dell’Umanità, ha promosso un turismo di qualità ispirato ad arte, cinema, cultura e bellezza nella città Patrimonio Unesco».

 

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