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È il Chiostro normanno di San Bartolomeo, straordinario monumento d’epoca medievale scoperto per caso nel 1978 sull’acropoli di Lipari dal grande archeologo Luigi Bernabò Brea, il protagonista del convegno “Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondo appuntamento sulle architetture medievali nel Mediterraneo che dal 3 al 5 ottobre vede in dialogo a Lipari architetti, archeologi e storici dell’arte giunti in Sicilia da Grecia, Croazia, Francia, Spagna, Marocco, Tunisia, Malta e Italia.

“Un progetto – ha spiegato Rosario Vilardo, architetto e direttore del Parco archeologico delle Eolie che ospita la manifestazione – che punta studiare i monasteri fortificati di tutto il Mediterraneo, a partire da quello di Lipari, con la sua cittadella arroccata sul promontorio, la sua cattedrale, il chiostro di San Bartolomeo e le mura erette a protezione sin dall’epoca greca”.

Oggi la presentazione del libro “I chiostri nell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegna del Giglio) con un focus proprio sul monumento medievale di Lipari, uno dei meno studiati del Mediterraneo medievale e che gli studiosi hanno visitato nuovamente, ieri, alla luce degli studi più recenti. Tra le novità, quella relativa alla data di costruzione, avviata alla fine dell’XI secolo e conclusa nel primo ventennio del XII.

Il convegno, che segue la prima edizione del 2022 dedicata proprio ai chiostri, è un progetto del Parco archeologico delle Eolie – Museo archeologico Luigi Bernabò Brea della Regione Siciliana e del Laboratoire d'archéologie médiévale et moderne en Méditerranée (LA3M) dell’Università Aix Marseille.  Realizzato con il sostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo e da Fabio Linguanti, architetto PhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M - Aix Marseille Université), curatore scientifico della rassegna. Che aggiunge: “Partire da Lipari, significa partire dal monumento principale del suo medioevo: la cattedrale e il suo chiostro normanno. Con i contributi di studiosi da tutto il Mediterraneo – prosegue Linguanti - ragioniamo sui rapporti fra le architetture religiose e quelle fortificate nel periodo medievale, fra il IX e il XIV secolo”.

Fra i temi della seconda giornata Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), che parlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sulla Grecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitture murali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pittura influenzò l’arte ortodossa; l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico di Hosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultime novità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres. Quindi si torna in Italia con gli studi sui monasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gli archeologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamenti sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di Ursula Wierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema di fossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centro economico del territorio. Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (Uni Sapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli). Sempre Marazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei a castrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange (aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede (Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardo sulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (Uni Sapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.

Sabato 5 ottobre, terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l'area tirrenica settentrionale del Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del nord e Sardegna. Si inizia con Nicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” di Maguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittima sostenuta degli istituti religiosi.

A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale di Saint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d'armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont (Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale di Francia: un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revel ricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento di eccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti.

Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo) sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antèlami”, corporazione medievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati ai Cistercensi. Una iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storico del Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto di studio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni a Porto Venere, a cura di Simone Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura la Sardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione di Valeria Carta (Uni Cagliari).

Due affermate personalità del cinema italiano occuperanno una posizione importante all’interno della 70ma edizione del Taormina Film Festival.

Ester Pantano, attrice, autrice e cantante, sarà la madrina della 70ma edizione del Taormina Film Festival. Dopo la serata evento dei Nastri d’argento il 12 luglio, l’attrice catanese sarà sul palco per la Serata inaugurale dei Gala al Teatro Antico sabato 13 luglio e accompagnerà la cerimonia di chiusura del 19 luglio.

Uno fra i più importanti e visionari produttori italiani, Carlo Degli Esposti, fondatore di Palomar, riceverà il Cariddi d’oro alla carriera per l’eccellenza nella produzione cinematografica e televisiva, un premio che per la prima volta viene assegnato a un produttore italiano. Attivo in Sicilia sin dal 2006 (la sua prima produzione sull’isola è Oltre Selinunte di Salvo Cuccia), Carlo Degli Esposti ha saputo, come nessun altro prima di lui, in particolare grazie al successo delle serie Il commissario Montalbano, Maltese, Il romanzo del commissario Vanina, Un vicequestore a Catania e Màkari, valorizzare il territorio, scoprire talenti locali e diffondere l’immagine della Sicilia a livello internazionale. La sera di domenica 14 luglio sul palco del Teatro Antico il grande produttore riceverà il premio, accanto a lui Ester Pantano, interprete della fortunata serie Màkari. Degli Esposti sarà inoltre protagonista di una Lezione di Cinema sulla sua carriera e sul rapporto fra film/serie e valorizzazione del territorio, che prenderà la forma di una conversazione fra il produttore, l’Assessore Amata, il critico cinematografico Enrico Magrelli e il direttore del TFF Marco Müller, che si terrà Il 15 luglio alle ore 13.00 nella Sala 2 del Palazzo dei congressi.

Dopo il Centro Sperimentale di Cinematografia, e l’esordio sul grande schermo nel 2018 in Notti magiche di Paolo Virzì, Ester Pantano studia a New York, Los Angeles e Londra. Al successo e all’immediata popolarità della versatile artista catanese contribuiscono alcune serie televisive molto amate: prima fra tutti Màkari, prodotta da Palomar in collaborazione con Rai Fiction, di cui è protagonista per tutte e tre le stagioni – e anche autrice del testo e interprete della canzone sigla della terza stagione. E poi sempre su Rai Uno Imma Tataranni - Sostituto procuratore, Love Club su Amazon Prime e I leoni di Sicilia (Nastro d’Argento Grandi Serie 2024 come miglior serie drama). Ne I leoni Ester interpreta Giuseppina Saffiotti Florio e per la serie ha composto e cantato la Ninna Nanna

Ha recentemente scritto il suo primo spettacolo con accompagnamento orchestrale, che debutterà a breve per la sua regia e racconta una storia (in quattro lingue diverse) di emancipazione e impegno sociale attraverso l’arte di diverse cantanti donne.

Il produttore Carlo Degli Esposti fonda a Roma nel 1986 Palomar una delle più prestigiose e longeve case di produzione italiane, protagonista della scena cinetelevisiva contemporanea. Prestigiose sono le sue produzioni cinematografiche: fra i più recenti successi, basterebbe citare Palazzina Laf di Michele Riondino (trionfatore ai recenti Nastri d’argento con ben 5 premi,oltre a3 David di Donatello), Cento domeniche, di Antonio Albanese. Senza dimenticare alcuni titoli importanti degli anni precedenti, come i film di Mario Martone (tra cui il premiatissimo Il giovane favoloso) oppure La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi (Orso d’argento per la Migliore Sceneggiatura alla Berlinale 2019), Volevo nascondermi di Giorgio Diritti (Orso d’argento a Elio Germano come Migliore Attore alla Berlinale 2020, Nastro dell’anno 2020 e ben 7 David di Donatello tra cui quello per il Miglior Film e il Migliore Attore Protagonista), La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren con cui ha ottenuto un Golden Globe e una candidatura agli Academy Awards

Nell’ambito parallelo delle serie per la televisione, è stata di Palomar la scelta geniale di adattare per il piccolo schermo Il commissario Montalbano, fenomeno mondiale tratto dai romanzi di Andrea Camilleri e venduto in oltre 70 Paesi. A seguire, due serie che hanno anch’esse rappresentato un clamoroso modello virtuoso di  cineturismo per la nostra isola, Vanina – Un vicequestore a Catania di Davide Marengo (con Giusy Buscemi nel ruolo della protagonista eponima) e Màkari di Michele Soavi, Monica Vullo e Riccardo Mosca - con Ester Pantano nel ruolo della protagonista femminile. Senza dimenticare, altre serie premiate come Call My Agent - Italia di Luca Ribuoli, Studio Battaglia di Simone Spada, il fenomeno Braccialetti rossi di Giacomo Campiotti, Monterossi di Roan Johnson dai romanzi di Alessandro Robecchi. E infine I delitti del Bar Lume di Roan Johnson e Milena Cocozza, dai romanzi di Marco Malvaldi,  e il successo internazionale (è stato venduto in 132 paesi) de Il nome della rosa, con John Turturro e Rupert Everett, adattamento dell’acclamato bestseller di Umberto Eco per la regia di Giacomo Battiato.

Una carriera di successo per Palomar che negli anni ha raccolto un ricchissimo palmarès che  comprende 1 Golden Globe, 1 nomination agli Oscar, 2 Orsi d’argento, 25 Nastri d’Argento fra film e serie, oltre 30 David di Donatello e 5 Globi d’oro.

E’ stata inaugurata al Museo Regionale di Messina l’esposizione permanente “1908 CittàMuseoCittà”, dedicata al terremoto che cambiò il volto alla Città dello Stretto. 

Per questa esposizione, che si sviluppa su una superficie di 1000 metri quadrati, sono utilizzati gli spazi dell’ex sede del Museo Nazionale (ex Filanda Mellinghoff).

La mostra, che sarà aperta al pubblico a partire da martedì 28 novembre, permetterà ai visitatori di camminare tra i reperti architettonici recuperati dalle macerie dopo il tragico sisma e di visionare documenti storici e filmati d’epoca.

La tecnologia ha il ruolo importante, perché grazie all’utilizzo di sofisticati occhiali, i fruitori potranno vivere la città di Messina prima che venisse distrutta dal terremoto, per poi accedere alla sala immersiva, in cui vivranno la tragica notte del 28 dicembre 1908.

Presenti alla cerimonia inaugurale gli assessori regionali ai beni Culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato e l’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata.

L’assessore Scarpinato ha commentato: “Grazie a questa mostra viene realizzato un percorso affascinante ed emozionante per entrare in contatto con le memorie reali, fisiche e materiali della città, che mutò il suo volto a seguito del terremoto del 1908. Un’esposizione dotata di una parte fisica ed una virtuale, in cui i visitatori potranno vivere dal vero la città durante la tragica notte che ne mutò aspetto e assetti, per custodire il passato preservando la memoria. La data simbolica del regio decreto sottolinea l’impegno costante nel non dimenticare. Un monito per guardare al futuro con uno sguardo sempre rivolto al passato, per non perdere le tracce di quello che siamo stati e di quello che abbiamo vissuto”.

Quella di oggi, infatti, è una data simbolo, perché il 26 novembre 1914 fu emanato il regio decreto n. 1475, con cui fu istituito il Museo nazionale di Messina con il compito di raccogliere, custodire, allestire ed esporre le testimonianze artistiche della città dopo il terremoto.

L’assessore Amata ha aggiunto: “Inaugurare, questa mostra, che rappresenta la memoria storica di un tragico avvenimento che ha raso al suolo la mia Città, è stata una forte emozione. Messina è nata una seconda volta dopo il 1908 e, per questo motivo, è importante tramandare e non dimenticare un patrimonio fortemente identitario come quello che rappresenta autorevolmente la Città dello Stretto. E’ un appuntamento di grande interesse per la Città che rafforza significativamente e ulteriormente il forte connubio tra turismo e cultura. Voglio formulare, nella qualità di Assessore Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, il mio più vivo apprezzamento per l’iniziativa che implementa, tra l'altro, ulteriori occasioni sinergiche tra le diverse Istituzioni e la Città di Messina”.

Infine, il Direttore del Museo Regionale di Messina, Orazio Micali, ha dichiarato: “Oggi abbiamo posto una nuova pietra di ricostruzione di Messina, più immateriale che fisica. Questa mostra è un punto di partenza, da qui in avanti sarà compito della cittadinanza che dovrà interrogarsi per comprendere la reale portata di quell’evento. Ma l’impegno del Museo non finisce qui, anzi tutt’altro. Stiamo già lavorando alla crescita dei contenuti, al potenziamento delle sezioni, all’inserimento di ulteriori tecnologie pensando anche alle scuole e alle generazioni più giovani”.

La mostra “1908 CittàMuseoCittà” è realizzata in collaborazione con Capitale Cultura / ARtGlass, una delle società più attive nel settore della realtà aumentata, delle ricostruzioni in 3D e delle visite immersive. Gli allestimenti sono curati da Floridia Allestimenti, gli impianti elettrici e speciali sono di Gaetano Previti e la promozione dell’evento è affidata allo studio creativo Sincromie.

Sono iniziati al Teatro Antico di Taormina i lavori di restauro conservativo del “porticus post scaenam”, il retro della scena che si apre a sud sul grandioso paesaggio dell’Etna e del mare. Un intervento voluto e programmato dal Parco archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, che segue a distanza di circa settant’anni lo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, al quale si deve l’attuale configurazione del complesso monumentale con cui da allora (1958-59) è conosciuto in tutto il mondo. 

 A sostenere il progetto si è unita anche American Express che, con il coordinamento di Artfin, ha partecipato allo studio progettuale architettonico, propedeutico a questi interventi di restauro e conservazione di uno dei monumenti più iconici del patrimonio archeologico siciliano.

 «Anche stavolta, come è accaduto nel 2022 per il restauro delle gradinate, non sarà necessario interrompere la fruizione del sito da parte dei visitatori che anzi, laddove possibile, osservano con interesse e curiosità i restauratori all’opera – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, durante il sopralluogo effettuato insieme con la direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano – I lavori saranno completati entro l’inizio dell’estate e della consueta stagione degli spettacoli».

 Strategica, per consentire la fruizione dei visitatori durante i lavori di restauro, la configurazione del ponteggio “su misura”, realizzato nelle due ali del post scena e che ha salvaguardato lo scenario, unico al mondo, dove il paesaggio e la natura diventano un unicum con il monumento. Una scelta che, se da un lato ha reso più complicato il lavoro dei restauratori – per intervenire sull’intero prospetto devono infatti scendere e salire dalle singole impalcature anziché spostarsi in orizzontale da un lato all’altro del ponteggio – ha consentito di non intaccare il panorama tanto caro ai visitatori, sia pure temporaneamente incorniciato dal cantiere di restauro. Senza contare che, non potendosi agganciare al monumento, il ponteggio ha richiesto una sofisticata soluzione ingegneristica ed è stato progettato come struttura autoportante. Al suo interno comode scale consentono anche agli studiosi di essere “a tu per tu” con la parete del post scena (un grandioso edificio a tre piani di età imperiale romana) e di poter osservare da vicino il monumento e alcuni elementi architettonici e decorativi anche a quote solitamente irraggiungibili. Grazie, infatti, a queste impalcature di oltre 12 metri d’altezza sono stati raggiunti alcuni ambienti dell’ultimo piano con frammenti di scale che conducono al terzo livello della scena e sino ad oggi inaccessibili per gli studiosi.

 «È un momento fondamentale per lo studio del teatro – spiega la direttrice e archeologa Gabriella Tigano - L’edificio post scaenam sarà, infatti, oggetto di analisi mirate che consentiranno di acquisire nuovi dati sui materiali da costruzione utilizzati. Come la composizione dei conglomerati antichi, ma anche dei mattoni di rivestimento, sia antichi che moderni, che presentano stati avanzati di degrado: dati indispensabili per procedere con il restauro di questo settore del monumento».

 Questo primo lotto di interventi riguarda la parte di teatro più compromessa e danneggiata dal tempo e dagli agenti atmosferici, già scrupolosamente mappata col rilievo laser 3D ad altissima risoluzione fatto realizzare dal Parco nel 2021 e che ha consentito di ottenere un modello digitale tridimensionale vicinissimo alla realtà. Il lavori saranno completati entro l’inizio dell’estate e della consueta stagione degli spettacoli. “Si procederà per piccoli lotti – spiega Daniela Sparacino, architetto e dirigente del Parco Naxos Taormina – a cominciare dall’alto e procedendo verso il basso, in modo da smontare progressivamente i ponteggi che più impattano alla vista alterando la percezione del monumento e la sua iconica integrazione nel paesaggio”.

 I lavori di restauro in corso sono interamente finanziati dal Parco Naxos Taormina per un importo di circa 500 mila euro. Il progetto è del “Laboratorio per l’Architettura Storica stp srl” di Palermo, il direttore dei lavori è l’architetto Saverio Renda, l’impresa esecutrice è la ditta “Siqilliya srl” di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) con la direzione tecnica dell’architetto/conservatore Francesco Mannuccia.

Nota informativa sull'intervento di restauro

Oggetto di questo primo lotto di interventi è il grandioso edificio a tre piani, ricollegabile alla fase di ristrutturazione d’età imperiale romana, parzialmente distrutto dal terremoto del 365 d.C. (al pari della frons scaenae), al cui interno insisteva, fino a qualche settimana fa, un impalcato di sicurezza, montato in occasione del G7 nel 2017. L’edificio, una costruzione in conglomerato cementizio e laterizi, si sviluppava anticamente su tre piani: uno ipogeico (costituito da un unico lungo corridoio, oggi utilizzato per il montaggio dei camerini degli attori), uno mediano (alla quota della scena, costituito da un portico di grande altezza a sette arcate, coperto da volta a botte ribassata) e uno superiore, che completava da sud la parte superiore della scena. 

 Si è conclusa la terza edizione del Festival dei Circoli del Cinema che si è svolta al Cinema Lux di Messina.

 La manifestazione, che ha riunito tutti i membri della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema con sede in Sicilia, ha ospitato il Congresso regionale FICC Sicilia, dedicato a nuove prospettive di Media Education e alle opportunità offerte dal Piano Nazionale Cinema per la Scuola.

 Al termine dell’assemblea è stato nominato nuovo segretario regionale Francesco Torre (Ass. Arknoah), che succede a Nino Genovese (Cineforum Orione), confermando, quindi, la presenza della segreteria regionale a Messina. Il nuovo esecutivo regionale sarà altresì composto da Angela Paratore (Cineforum Orione), Elio Cassarino (Stella Maris – Gela), Sebastiano Favitta (Movimento Continuo – Caltagirone), Gino Interi (Albatros – Chiaramonte Gulfi), Laura Mancuso Prizzitano (Uscita di sicurezza - Nicosia), Tiziana Spadaro (Cineclub 262), Franco Pace (Groucho Marx - Comiso).

 Particolarmente significativa, tra i tanti eventi presentati nell’ambito del festival, la serata dedicata al tema del contrasto alla violenza di genere e, in particolare, alla memoria di Omayma Benghaloum, con la prima proiezione cittadina del cortometraggio “Omayma”, prodotto dall’Associazione Arknoah per la regia di Fabio Schifilliti.

Questo evento, svoltosi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha registrato un grandissimo successo da parte del pubblico messinese, che ha affollato tutte le repliche previste nel corso della serata e tributando calorosi applausi al termine delle proiezioni.

 I partecipanti del Congresso hanno anche approvato il seguente documento politico da porre all’attenzione dei media, delle istituzioni e di tutti i cinecircoli d’Italia:

 Oltre al finanziamento pubblico annuale previsto dalla Legge su cinema e audiovisivo per tutto l’associazionismo culturale cinematografico, l’occasione offerta dai due ministeri MiC e MIM tramite i bandi del Piano Nazionale Cinema per la Scuola rappresenta senza dubbio un imperdibile momento di sviluppo delle politiche di promozione e diffusione della cultura cinematografica e per la creazione di nuovo pubblico, che rivitalizza l’associazionismo cinematografico e consente ai cinecircoli di avere un ruolo attivo e legittimato sul piano nazionale e territoriale come partner privilegiato per l’importante funzione di alfabetizzazione al linguaggio cinematografico e difesa dei diritti del pubblico e del cinema di qualità. Tanti anche a livello regionale i cinecircoli coinvolti nella terza edizione del Piano Nazionale Cinema Scuola in collaborazione con scuole di ogni ordine e grado e in progetti che hanno registrato larga partecipazione e il raggiungimento degli obiettivi costitutivi del bando ministeriale. Tuttavia, sono numerose le preoccupazioni che riguardano il proseguimento di questo percorso culturale a proposito del raggiungimento del traguardo di un proficuo ed ordinario rapporto di collaborazione tra cinecircoli, sale cinematografiche, professioni specialistiche del cinema e istituzioni scolastiche. L’assenza di adeguata valorizzazione del ruolo degli operatori di educazione visiva a scuola, opportunamente formati dal Ministero e in prima linea nelle attività fin qui realizzate, come pure il mancato rinnovo di meccanismi che incentivino gli istituti scolastici ad avvalersi di operatori culturali provenienti dal mondo dell’associazionismo cinematografico e di sale cinematografiche come luoghi deputati alla proiezione cinematografica, lasciano forti dubbi sulla possibilità che le future progettazioni possano adempiere agli obiettivi iniziali. Il Centro regionale FICC – SICILIA è fermamente 

convinto che gli istituti scolastici debbano continuare a giovarsi di competenze esterne radicate nei territori di appartenenza, mantenendo un proficuo rapporto di collaborazione con i cinecircoli, le sale cinematografiche e i professionisti del cinema, affinché il Piano Nazionale Cinema Scuola continui a rappresentare quella possibilità di creazione di reti di sviluppo sociale e culturale allargati e di difesa della specificità dei percorsi didattici di Media Education e Film Literacy che solo una convergenza pubblico-privato e la presenza di professionalità esterne possono garantire. 

Con l’intento di valorizzare il ruolo dell’associazionismo culturale e cinematografico e in difesa del pubblico, al fine di garantire maggiori opportunità per la visione di film di qualità e di filiere culturali non commerciali, Il Centro Regionale FICC – SICILIA propone anche l’avvio di un percorso di dialogo con istituzioni regionali e locali al fine di garantire un adeguato riconoscimento del ruolo dei cinecircoli anche tramite appositi strumenti legislativi (per esempio tramite modifica della vigente normativa riguardante il cinema) per la tutela dell’enorme pubblico che l’associazionismo rappresenta, soprattutto in territori privi di presidi culturali e di sale cinematografiche. Più concretamente, si propone l’organizzazione di un momento di confronto tra l’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo e le associazioni cinematografiche regionali, e in questo senso si recepisce la necessità di una maggiore collaborazione tra le diverse federazioni nazionali e regionali di settore, auspicando la convergenza di strategie comuni e di politiche attive consorziate, anche al fine di rafforzare il ruolo complessivo degli enti di diffusione per la cultura cinematografica nei singoli territori e presso gli interlocutori istituzionali nazionali e regionali. 

Fondamentale risulterà a questo proposito un lavoro di ricognizione delle reti associative consolidate nei territori, per comprendere numeri e target dei pubblici rappresentati e valore complessivo dell’intervento sociale e culturale svolto nei territori di riferimento, e per questo si conferisce incarico ai cinecircoli Arknoah di Messina e Cineclub 262 di Modica di provvedere ad effettuare un lavoro di ricerca che possa approfondire e aggiornare i dati della rappresentanza e l’elenco delle attività svolte. 

Al fine di migliorare il dialogo tra i vari circoli che fanno riferimento al Centro Regionale FICC – Sicilia e per incoraggiare lo sviluppo di nuovi percorsi associativi, si propone infine per il prossimo biennio di aumentare le occasioni di dialogo e confronto anche con l’ausilio di strumenti digitali (per esempio tramite l’organizzazione di riunioni online), e si programma anche la creazione di adeguati strumenti di comunicazione e aggiornamento delle attività (come un sito internet e pagine social) con la prospettiva futura di avere un ufficio stampa che possa comunicare all’esterno le attività del centro regionale. Allo stesso tempo, si propone di valutare l’ipotesi di offrire ai circoli aderenti alla FICC – SICILIA e a quelli di nuova istituzione una serie di servizi quali ausilio alle procedure di creazione dei documenti costitutivi tramite attività di tutoraggio, creazione e manutenzione sito internet e pagina social, comunicazione, grafica, consulenza per licenze, programmazione e scelta titoli, noleggi film e pratiche Siae, dietro corresponsione di una quota annuale o richiedendo al Centro Nazionale FICC un contributo per il rimborso per le spese che tali servizi potranno richiedere.

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