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E morto Ettore Scola, ieri sera al Policlinico a Roma a 84 anni.

Il maestro sarà omaggiato anche domani alle 10.30 alla Casa del Cinema.

Se si facesse un referendum popolare per il film più perfetto del cinema italiano, forse vincerebbe lui con "Una giornata particolare" del 1977. Ettore Scola, il cui cuore si è fermato "per stanchezza", circondato da una famiglia stretta a riccio per difenderne l'intimità, custodi la moglie Gigliola e le figlie Paola e Silvia, è stato un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo '900, un maestro che detestava i titoli altisonanti, che amava l'autoironia, ma che mai ha rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese.

Ettore Scola nato a Trevico (AV) nel 1931, aveva 84 anni.

Maestro del cinema italiano, Scola era noto per capolavori come 'C'eravamo tanti amati' (1974), 'Una giornata particolare' (1977) e 'La famiglia' (1987). Scola era in coma da domenica sera.

"Con Ettore Scola scompare un protagonista del cinema italiano. La cultura e lo spettacolo mondiali perdono un grande maestro che ha raccontato, con acume e sensibilità straordinari, vicende, personaggi e periodi della nostra storia contemporanea". È quanto dichiara il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo il suo "profondo cordoglio" ai familiari del regista.

La notizia della sua morte ha aperto questa mattina tutti i notiziari delle radio e delle tv francesi, che hanno ricordato il regista con emozione. "Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti" titola il sito on line di Le Monde, che esce nel pomeriggio e che dedica alla morte del regista la sua notizia di apertura.

"Ettore Scola è morto. C'eravamo tanto amati. E' venuto tanto spesso a Cannes. Mi sento infinitamente triste e orfano, come l'Italia": questo il tweet dell'ex presidente del Festival di Cannes. "Con Scola - continua Jacob - se ne va una fetta del cinema italiano di tutti i tempi. Critico sulla società, innamorato dei suoi antieroi, sorridente".

Ci ha lasciato Ettore Scola. Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane sino all'ultimo giorno della sua vita ha scritto su tweeter Dario Franceschini

Ettore Scola tenuto a battesimo imprese culturali come il Festival di Annecy e quello di Bari, la Casa del Cinema (fondata dall'amico Felice Laudadio), la Festa di Roma (di cui ha presieduto la prima giuria, nel 2006). Ha vissuto tra i libri, le passioni, il disegno, la musica, senza sentirsi quel grande intellettuale europeo che era diventato

Era animatore della politica cinematografica degli autori con l'Anac, ministro-ombra del Pci con delega alla cultura nel 1989, come riferisce l ansa era presidente del Bifest di Bari dal 2011, alle celebrazioni per i suoi 80 anni confessava: "Per il momento non ho tanta voglia di lavorare, anche perché diventa perfino difficile trovare il tempo: sanno che sei libero e ti cercano tutti, per le richieste più strane. Ogni paesino ha un cinema che rischia la chiusura, un festivalino che cerca di crescere, un circolo culturale.

Secondo l agenzia diceva : io tutto sommato mi commuovo a sentire tanta passione, mi sembra tempo ben speso quello a fianco di giovani che credono ancora in valori e idee. Ma detesto le celebrazioni e l'enfasi, non è ancora tempo di mummificarmi". E icona immobile non sarà nemmeno adesso, perché l'eco dei suoi film più belli tornerà presto grazie al film documento ancora inedito "Ridendo e scherzando" che gli hanno regalato le figlie, riprendendo quel testimone della memoria per la quale era tornato alla regia nel 2013 con il toccante "Che strano chiamarsi Federico", quasi un album di famiglia strettamente intrecciato al ricordo di Fellini. Nato a Trevico, in Irpinia, nel 1931, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo classico Albertelli. Studente di legge, disegnatore e battutista sul 'Marc'Aurelio' di Ruggero Maccari e poi autore alla radio per le gag di 'Mario Pio' cucite su misura per Alberto Sordi, Scola cresce nel cinema italiano come un 'ragazzo di bottega'.

I suoi maestri sono Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli ma anche Totò e Sordi. Eppure è a Vittorio De Sica che poi dedicherà il suo capolavoro 'C'eravamo tanto amati' del '74 ed è al neorealismo che guarderà con 'Una giornata particolare' del 1977, scritto con Maccari da un'idea di Maurizio Costanzo, forse il punto più alto della sua collaborazione con l'amico Marcello Mastroianni che avrebbe diretto in ben nove film. Gli anni '70 coincidono con la massima creatività dell'autore che però firma le sue prime sceneggiature già nei primi anni '50, conoscendo successi da 'Un americano a Roma' a 'Accadde al commissariato', da 'Il conte Max' a 'Il mattatore' o 'La marcia su Roma' che preannuncia il suo esordio dietro la macchina da presa: è il 1964, il film è 'Se permettete parliamo di donne'. Un buon successo, una sicurezza del mestiere gli consentiranno di ripetersi ('La congiuntura' e 'L'arcidiavolo'), ma è nel '68 che, grazie alla garanzia di Sordi, firma il suo primo successo popolare con 'Riusciranno i nostri eroi'. I vizi degli italiani sono in mostra, l'approccio è diverso da quello dei Monicelli e Risi, una vena di malinconia e di solidarietà per i suoi 'mostri'.

Dopo 'Io la conoscevo bene' nel 1965, dal '69 ('Il commissario Pepe' con Ugo Tognazzi è omaggio indiretto a Pietro Germi) Scola diventa un 'autore' a tutto tondo. Da regista ha sempre guardato con disincanto alla sua carriera, eppure film come 'La più bella serata della mia vita' da Durrenmatt, 'I nuovi mostri', 'La terrazza', 'La famiglia' scandiscono altrettanti capitoli del miglior cinema italiano in una fase storica (l'ultimo terzo del '900) che acuiva il declino italiano. "Non mi pare che le cose siano migliorate - commentava di recente -, anzi. Ma mi fa piacere che titoli come La terrazza o La famiglia si vedano ancora, fotografano momenti di svolta importante nella nostra vita , specie il secondo che abbraccia idealmente 80 anni di storia italiana".

Ma era affezionato anche al corto contro il razzismo come '1947- 1997' o al corale "Gente di Roma" che racchiudeva la sua memoria di romano d'adozione. Di Scola va ricordata l'anima di più ampio respiro europeo, che passa per titoli come 'Il mondo nuovo' (1982), 'Ballando ballando' (1983), 'Il viaggio di Capitan Fracassa' (1990). Che la politica sia stata sempre la sua passione è facile ricordarlo scorrendo la lista dei documentari che ha firmato: da 'Viaggio nel Fiat Nam' fino a 'Un altro mondo è possibile' e 'Lettere dalla Palestina' (opere collettive dei cineasti italiani del 2002), passando per il toccante 'L'addio a Enrico Berlinguer' del 1984. Scola non si è mai nascosto dietro scelte di comodo, ma non ha mai sbandierato le sue passioni con un gusto della battuta sdrammatizzante che lo accompagnava in ogni apparizione pubblica. "Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo - diceva -. Peccato che ogni anno che passa sia sempre più difficile". Era un uomo forte e robusto, il volto da antico romano incorniciato da una barba severa che negli ultimi anni si era imbiancata come la capigliatura leonina. Parlava piano con un eloquio punteggiato di battute sottili che non risparmiavano niente e nessuno, ma sempre accompagnate a una natura gentile che restituiva umanità e calore. Ha vinto a Cannes, a Venezia, per quattro volte è stato nominato all'Oscar e sulla bacheca di casa figurano 8 David di Donatello, compreso quello alla carriera ricevuto nel 2011

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Dopo il successo del suo ultimo libro, Vinicio Capossela arriva al cinema con “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI”, un’opera originale e inedita che accompagna lo spettatore proprio in quel “paese dei coppoloni” che aveva ammaliato tutti i suoi lettori. Questa produzione cinematografica laeffe, PMG e LaCupa debutterà sul grande schermo con un evento speciale martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, distribuito da Nexo Digital (elenco delle sale disponibile su www.nexodigital.it e trailer qui https://youtu.be/F1BN9JRR3Ws).

Il filmVINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” è un viaggio cinematografico, geografico, musicale e fantastico - narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela, in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l'ultimo romanzo dell’artista e da cui trae linfa il materiale del suo prossimo disco di inediti. Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno.

Diretto da Stefano Obino, “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” si svolge in Alta Irpinia, in "quelle terre dell’osso” in cui “un paese ci dice di tutti i paesi del mondo”, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l’ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà, restituendo il ritratto di un’Italia forse perduta e dimenticata, ma che ancora oggi vuole raccontare la sua storia e la sua energia: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le litanie delle mammenonne, le cumversazioni in piazza, le chiacchiere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente.

Un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione. Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni, accompagnati da una colonna sonora originale tratta dal suo prossimo lavoro discografico, “Canzoni della Cupa”, la cui uscita è prevista per marzo. Inoltre nel film sono presenti anche performance live di classici come “Il ballo di San Vito” e “La marcia del camposanto” fino al tributo a Matteo Salvatore “straordinario cantore dello sfruttamento nel latifondo meridionale”.

“Vinicio Capossela. Nel paese dei coppoloni” è prodotto da laeffe in associazione con PMG e LaCupa e distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital. Regia di Stefano Obino. Testi, parole e musica di Vinicio Capossela. Produzione esecutiva: Letizia Celardo. Direttore della fotografia: Aldo Anselmino. Montaggio: Valentina Andreoli. Produttori: Riccardo Chiattelli per laeffe – Gruppo Feltrinelli, Roberto Ruini per PMG – Pulsemedia Group, Luca Bernini per La Cupa. Con il contributo di Medimex. Media partner Radio Deejay, MYMovies e Librerie Feltrinelli.

Dopo aver vinto il Golden Globe per la migliore colonna sonora, per le musiche di Ennio Morricone si è aggiudicato anche la la nomination all'Oscar del western " The Hateful eight" del regista Quentin Tarantino (nelle sale italiane il 4 febbraio).
L'annuncio a Los Angeles delle nomination agli Oscar 2016: ecco chi sono i candidati ai prossimi Academy Awards.
La cerimonia di premiazione sarà domenica 28 febbraio: solo allora si scopriranno i vincitori e protagonisti assoluti del cinema. E Chris Rock torna a condurre la notte degli Oscar. L'attore, sceneggiatore e comico statunitense, ha gia' condotto la 77/ma edizione degli Academy Award nel 2005. Dopo l'annuncio, Rock ha scritto su Twitter: "Guardate chi e' tornato", con l'hashtag Oscars, poi ha aggiunto, "e' bello essere tornati".

Otto sono i film candidati alla categoria più importante, miglior film: La grande scommessa di Adam McKay; Il ponte delle spie di Stephen Spielberg; Brooklyn di John Crowley; Mad Max: Fury Road di George Miller; The Martian di Ridley Scott; Revenant, Redivivo, di Alejandro Gonzales Inarritu; Room di Lenny Abrahamson; Il caso Spotlight di Tom McCarthy.

Le candidate al premio per migliore attrice  - Ecco le nomination agli Oscar per la migliore attrice protagonista: Cate Blanchett per Carol; Brie Larson in "Room"; Jennifer Lawrence per "Joy"; Charlotte Rampling per "45 anni"; Saoirse Ronan per "Brooklyn".

Ecco i cinque candidati per miglior attore - Ecco la cinquina dei candidati al migliore attore protagonista: Bryan Cranston in Trumbo; Matt Damon in The Martian;Leonado Di Caprio  in Revenant Redivino; Michael Fassbender in Steve Jobs; Eddie Redmayne in The Danish Girl; Eddie Redmayne ha vinto l'Oscar per la stessa categoria, lo scorso anno per La teoria del tutto.

Canzone film Sorrentino candidata - Simple Song Number 3, canzone della colonna sonora di Youth di Paolo Sorrentino è fra i candidati alla migliore canzone. E' stata composta da David Lang.

Ecco i candidati alla regia - Ecco la cinquina dei candidati alla regia: Alejandro Gonzales Inarritu per Revenant - Redivivo; Adam McKay per La grande scommessa; Room di Lenny Abrahamson; George Miller per Mad Max: Fury Road e Tom McCarthy per Il caso Spotlight.

Ecco le attrici candidate alla categoria migliore attrice non protagonista: Alicia Vikander per "The DanisH Girl"; Jennifer Jason Leigh per "The Hateful Eight"; Kate Winslet per "Steve Jobs", Rachel McAdams per "Il caso Spotlight" e Rooney Mara per "Carol".

 

 

 

La vedova allegra-1824 copia

per 11 recite dal 22 gennaio al 3 febbraio 2016

secondo titolo operistico del cartellone the golden stage 20XV/20XVI

un’operetta, un classico noto ed amato,

imperdibile per il periodo di Carnevale

 

Venerdì 22 gennaio 2016, ore 20.30 (turno A)

sabato 23 gennaio 2016, ore 19.00 (turno M Opera)

domenica 24 gennaio 2016, ore 17.00 (fuori abbonamento)

martedì 26 gennaio 2016, ore 20.00 (turno C/D)

mercoledì 27 gennaio 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)

giovedì 28 gennaio 2016, ore 18.00 (turno B)

venerdì 29 gennaio 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)

sabato 30 gennaio 2016, ore 19.00 (fuori abbonamento)

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00 (turno F)

martedì 2 febbraio 2016, ore 20.00 (turno M Opera)

mercoledì 3 febbraio 2016, ore18.00 (fuori abbonamento)

 

Ritorna per 11 recite, da venerdì 22 gennaio a mercoledì 3 febbraio, La vedova allegra, operetta composta da Franz Lehár nel 1905, nel felice allestimento del 2010 per la regia di Federico Tiezzi, co -prodotto dal Teatro di San Carlo con il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Carlo Felice di Genova e l’Arena di Verona, ripreso, in quest’occasione, da Francesco Torrigiani; sul podio Alfred Eschwé e per l’ultima recita Maurizio Agostini (mercoledì 3 febbraio), a dirigere i complessi artistici del Massimo napoletano e un cast di grandi interpreti: nel ruolo del Barone Mirko Zeta (Ambasciatore a Parigi di un piccolo stato, il Pontevedro) Bruno Praticò, che proprio con Vedova Allegra aveva debuttato nel ruolo di Barone Zeta, al Teatro di San Carlo nel 2010, che si alternerà a Filippo Morace, Hanna Glawari (la vedova) verrà interpretata da Carmela Remigio e Maria Pia Piscitelli, il Conte Danilo Danilowitsch da Markus Werba e Marco Di Sapia, nei panni di Valencienne si immedesimeranno Valentina Farcas, Annamaria Sarra e Valeria Esposito, la produzione conta la partecipazione straordinaria di Peppe Barra in Njegus, cancelliere dell’Ambasciatore.

 

Tra le più celebri e note operette del compositore austriaco Franz Lehár (1870 - 1948), ritratto veritiero di una Mitteleuropa melanconica e gioiosamente crepuscolare, La vedova allegra (Die lustige Witwe), andata in scena per la prima volta il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien e tratta dalla commedia francese L'Attaché d'ambassade (scritta nel 1861 da Henri Meilhac), raccoglie un florilegio di arie e momenti musicali noti al grande pubblico e divenuti emblematici nell’immaginario popolare e nelle citazioni del linguaggio quotidiano; ricordiamo ad esempio La canzone di Vilja, (Vilja Lied), cantata da Hanna Glawari e ancora il can can Chez Maxim , ad opera di Lolo, Jou-Jou, Frou-Frou, Clo Clo, Margot, ovvero le grisettes, o Le donne è scabroso studiar e ancora il valzer finale Tace il labbro.

L’operetta, genere in voga agli inizi del XX secolo, eredita alcuni aspetti dall’opéra-comique francese, altri dal singspiel tedesco e similitudini con ballad-opera inglese, tutti generi che miravano a portare in scena temi di attualità, all’interno di trame sentimentali più o meno contorte, dove era concessa la satira sociale e politica; le vicende, intrise di peripezie più o meno tragicomiche e rocambolesche, si chiudevano con un lieto fine.

Questa struttura era caratterizzata da numeri musicali, cui si alternavano parti recitate, in cui era lecita l’improvvisazione, tuttora usata per attualizzare il testo con commenti o battute, aderenti alle vicende contemporanee.

È la decima volta che La vedova allegra di Franz Lehár viene allestita dal Teatro di San Carlo, per un totale di 74 recite complessive, a partire dalla prima volta, attestata nel 1959; tre edizioni andarono in scena all’Arena Flegrea (1959, 1960, 1962) e una al Maschio Angioino (1963). L’edizione del 1969 rappresentò l’ultimo ruolo sostenuto da Giuseppe Di Stefano sulle scene del San Carlo, mentre nel 1997 debuttò al Lirico napoletano Roberto Bolle, in un’edizione data in forma di balletto, con allestimento del Teatro alla Scala.

La vedova allegra-2203 copia

Proponiamo due video, girati in occasione del medesimo allestimento di Federico Tiezzi, con scene di Edoardo Sanchi e costumi di Giovanna Buzzi, Teatro di San Carlo, 2010:

Intervista a Federico Tiezzi

https://www.youtube.com/watch?v=gbffxC9b-_M

Intervista a Bruno Praticò

https://www.youtube.com/watch?v=ds_UU0UZDOY

Dagli Archivi Storici del Teatro di San Carlo

___________________________

LA VEDOVA ALLEGRA

Opera in tre atti

Musica di FRANZ LEHÁR

Libretto di Viktor Léon e Leo Stein

Dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac

 

In scena da Venerdì 22 gennaio 2016, ore 20.30 (turno A)

sabato 23 gennaio 2016, ore 19.00 (turno M Opera)

domenica 24 gennaio 2016, ore 17.00 (fuori abbonamento)

martedì 26 gennaio 2016, ore 20.00 (turno C/D)

mercoledì 27 gennaio 2016, ore 20.00 (fuori abbonamento)

giovedì 28 gennaio 2016, ore 18.00 (turno B)

venerdì 29 gennaio 2016, ore 20.30 (fuori abbonamento)

sabato 30 gennaio 2016, ore 19.00 (fuori abbonamento)

domenica 31 gennaio 2016, ore 17.00 (turno F)

martedì 2 febbraio 2016, ore 20.00 (turno M Opera)

mercoledì 3 febbraio 2016, ore18.00 (fuori abbonamento)

 

Il barone Mirko Zeta, Bruno Praticò (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Filippo Morace (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Valencienne, Valentina Farcas (22, 26, 28, 31 gennaio e 3 febbraio) / Annamaria Sarra (23, 27, 30 gennaio e 2 febbraio) / Valeria Esposito (24 e 29 gennaio)

Il conte Danilo Danilowitsch, Markus Werba (22, 24, 26, 28, 31 gennaio e 2, 3 febbraio) / Marco Di Sapia (23, 27, 29 e 30 gennaio)

Hanna Glawari, Carmela Remigio (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 febbraio) / Maria Pia Piscitelli (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Camille de Rossillon, Bernhard Berchtold (22, 23, 26, 28, 30, 31 gennaio e 2 gennaio) / Andrea Giovannini (24, 27, 29 gennaio e 3 febbraio)

Il visconte Cascada, Domenico Colaianni

Roul de St-Brioche, Enzo Peroni

Bogdanowitsch, Matteo Ferrara

Sylviane, Francesca Martini

Kromow, Donato Di Gioia

Olga, Miriam Artiaco

Pritschitsch, Dario Giorgelè

Praskowia, Lara Lagni


Con la partecipazione di Peppe Barra nel ruolo di Njegus

 

Direttore Alfred Eschwé

Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

 

Regia FEDERICO TIEZZI

Regista assistente FRANCESCO TORRIGIANI

 

Scene EDOARDO SANCHI

Costumi GIOVANNA BUZZI

Coreografia LIENZ CHANG

Luci GIANNI POLLINI

 

Allestimento realizzato dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con la Fondazione Carlo Felice di Genova, la Fondazione teatro di San Carlo di Napoli, la Fondazione Arena di Verona.

 

 

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Pubblichiamo, a consuntivo, i dati della produzione di Carmen di Georges Bizet che ha inaugurato la stagione d’opera e di balletto The Golden Stage 20XV/20XVI
(13 – 22 dicembre 2015):
- 220.000 spettatori raggiunti attraverso le dirette social;
- 156.000 spettatori raggiunti attraverso la diretta di RAI 5;
- Circa 13.000 spettatori raggiunti in Teatro con 10 alzate di sipario (2 prove
generali aperte + 8 recite, di cui 1 straordinaria);
- Occupazione del 98%;
- 650.000 euro di incasso complessivo;
- 8 sold out (1 prova generale, quella del 10 dicembre e 7 recite);
- 8 occasioni di didattica, che hanno registrato circa 800 partecipanti, nei
diversi percorsi didattici studiati per specifici target di pubblico;
- 130 corrispondenti accreditati di cui 90 la sera dell’Inaugurazione, con 11
troupe televisive;
- 2 dirette televisive (RAI 5 e RAINEWS 24);
- 1 diretta radiofonica (RAI RADIO 3);
- 2 diretta via twitter (quelle ufficiali del Teatro e di RAI 5);
- 400 ritagli stampa;
- 26 passaggi tra radio e tv nazionali.

Un grande successo mediatico grazie anche alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, delle Istituzioni locali, Regione, Comune, Camera di Commercio.
Si ringrazia inoltre: Compagnia San Paolo, Banco di Napoli, Metropolitana di Napoli SpA, Seda, Laminazione Sottile, Blindhouse Blindarte, Unione Industriali di Napoli, Pastificio Garofalo, Caffè Borbone, Pianoforte holding, Eccellenze Campane, Merqurio Pharma - Wow Effect, Aedifica Srl/Brin69, Gesac - Aeroporto Internazionale di Napoli e RAI CULTURA per la diretta su RAI 5.

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