Simpatica e bella iniziativa quella presa dagli ex alunni della classe IV B dell’Istituto Magistrale “Emanuele Gianturco” di Potenza, diplomatisi nell’anno scolastico 1963/64, vale a dire la bellezza di ben 50 anni fa. Grazie all’iniziativa di due fra i “più giovani” di quella classe, il Prof. Angelo Raffaele Telesca, preside emerito del Liceo Scientifico “Pasolini” di Potenza, e del Prof. Rocco Saracino, si sono ritrovati il 20 agosto scorso a Cancellara per rivedersi dopo tanto tempo e raccontarsi le esperienze di vita, nonché provare profonde emozioni nel riabbracciare compagni, alcuni mai più incontrati dopo quella lontana data. Non è stato facile, per i due promotori dell’iniziativa, rintracciare tutti i sopravvissuti, visto che più di qualcuno, subito dopo aver conseguito la maturità magistrale, è stato costretto ad emigrare verso il nord o, addirittura, come nel caso di uno, in Svizzera, dove ha trovato lavoro e messo su famiglia; ma la costanza e la determinazione dei due sono riuscite a far sì che l’iniziativa andasse in porto con somma soddisfazione di tutti. Purtroppo, però, il lavoro di ricerca, oltre che consentire di contattare tutti i compagni, ha fatto scoprire un aspetto dolente della situazione generale di quella classe: ben 6 elementi, sui trenta alunni che la componevano, sono deceduti, alcuni anche prematuramente e in circostanze tragiche, come un incidente stradale al rientro da una giornata al mare o, addirittura, durante il viaggio di nozze. Per ricordare loro, si è pensato di far celebrare una messa nella Chiesa dell’Annunziata di Cancellara e rivolgere una preghiera in suffragio, provando una prima intensa emozione man mano che si leggevano i nomi dei deceduti. Dopo il rito religioso era prevista una breve passeggiata nel centro storico del piccolo centro lucano per conoscere qualche monumento di interesse architettonico o storico-culturale, interrotto, però da una dispettosa pioggia che non ha consentito di portare a termine il percorso preventivato. Poco male, perché la comitiva, composta da ben 16 tra i “sopravvissuti” (gli altri 8 non erano potuti intervenire o per la distanza – vedi “lo svizzero”- o per altri motivi contingenti) si è diretta verso un vicino agriturismo dove ha festeggiato con un’abbondante cena l’avvenimento, rievocando non senza emozione fatti e situazioni particolari che ciascuno aveva custodito nella mente nel corso del lungo periodo di vita. Un piccolo rimpianto per la verità c’è anche stato: quello di non aver potuto avere con loro alcuni professori, ormai vicini ai novant’anni, che pure, contattati, avevano dato la loro disponibilità ad intervenire, ma che per motivi contingenti erano stati costretti a rinunciarvi. Oltre che con i calorosi saluti d’obbligo, la serata si è chiusa con l’augurio di ritrovarsi non fra altri 50 anni ma, magari, con cadenza annuale, visto il grande piacere che ha accompagnato tutti per l’intera serata.
Prof. Rocco Saracino