Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato in modo poco velato un’azione militare contro la Grecia, paese membro della NATO, in alcune dichiarazioni di sabato. Erdogan ha ribadito l’accusa del governo turco che la Grecia sta militarizzando le isole vicino alla Turchia, in violazione di un trattato storico e di accordi internazionali.
“Abbiamo una frase per la Grecia: Non dimenticate Smirne“, ha detto Erdogan in riferimento alla battaglia del 1922 che ha visto le forze greche espulse dalla città occidentale. Ha anche fatto riferimento più in generale alla guerra greco-turca del 1919-1922, sottolineando provocatoriamente che la Grecia sta “occupando” le isole al largo della Turchia. “La vostra occupazione delle isole non ci vincola“, ha detto Erdogan. “Quando sarà il momento, faremo ciò che è necessario. Come abbiamo detto, potremmo scendere all’improvviso una notte“. E ha aggiunto: “Guardate la storia, se andate oltre, il prezzo sarà pesante“.
Atene accusa Ankara di aver sorvolato le isole greche. La Turchia afferma che la Grecia staziona truppe sulle isole del Mar Egeo in violazione dei trattati di pace firmati dopo la prima e la seconda guerra mondiale, ha ricordato Al Arabiya.
Atene ha ricevuto da Unione Europea, Francia in testa e Stati Uniti,solidarietà sulle minacce Turche di questi giorni. Ankara e Atene sono state a lungo in disaccordo su questioni come i confini marittimi, visto che ci sono diverse isole greche, ricche di risorse naturali, che sono lontane centinaia di chilometri dalla Grecia continentale e invece vicinissime alla Turchia. Ma ci sono state tensioni anche sulla gestione dei migranti, nonché su Cipro, con la parte nord dell'isola di fatto sotto occupazione turca dal 1974. Ora Erdogan sta facendo la voce grossa sulle isole dell'Egeo, che secondo Ankara non possono essere armate ai sensi di vecchi trattati come quello di Losanna del 1923 e di Parigi del 1947. Sulla questione i due Paesi avevano ripreso i colloqui bilaterali nel 2021, dopo una pausa di cinque anni, ma hanno fatto pochi progressi.
Ankara afferma che quelle isole furono cedute alla Grecia in base ai trattati del 1923 e del 1947 a condizione che non le armasse. La Grecia sostiene che le osservazioni della Turchia sull'armamento delle isole sono "infondate" e l'ha accusata di mettere in discussione la propria sovranità su di esse. Entrambe le nazioni hanno inviato lettere alle Nazioni Unite in cui delineano le loro posizioni rivali sullo spazio aereo e sulle isole stesse.A giugno, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha affermato che Ankara avrebbe sfidato la sovranità della Grecia sulle isole se avesse continuato a inviare truppe lì.
Castelloriso è finita al centro dello scontro nell'agosto del 2020, quando la Turchia ha compiuto esplorazioni in cerca di gas in acque vicine all'isola e formalmente elleniche, ma vicinissime anche territorio turco, scatenando non solo l'ira di Atene ma anche della Francia di Emmanuel Macron che si è immediatamente schierata al fianco della Grecia.
Le parole infuocate sono state pronunciate in occasione della presentazione da parte dell’esercito turco di un nuovo prototipo di caccia senza pilota nella città di Samsun, e pochi giorni dopo che Ankara ha presentato un reclamo formale al quartier generale della NATO, affermando che il mese scorso la Grecia ha agganciato bersagli turchi coi propri sistemi di difesa aerea S 300. Il quotidiano turco Hurriyet ha annunciato la scorsa settimana che il ministero della Difesa “invierà alla NATO e a tutti i 30 Paesi alleati, secondo le fonti, le tracce radar e le immagini delle molestie greche ai jet turchi da parte dei sistemi di difesa aerea S-300”.
La Turchia ha anche accusato i jet greci di aver violato il suo spazio aereo oltre 250 volte in manovre di disturbo. “Il ministero ha anche informato che gli aerei da guerra greci hanno violato lo spazio aereo turco 256 volte dall’inizio del 2022″, si legge nel rapporto Hurriyet. Inoltre, quest’anno hanno infastidito i jet turchi 158 volte”, ha dichiarato il ministero. Sul mare, le guardie costiere greche hanno violato le acque territoriali turche 33 volte”.
Tutto questo si innesta sulla contesa dei diritti di trivellazione delle acque del Mediterraneo orientale, contestati fra Cipro, parte della UE e la Turchia, che appoggia la repubblica separatista di Cipro del Nord, in una situazione di estrema tensione che spacca la NATO.
L' approccio negativo nei confronti della Nato da parte della Grecia non indebolisce le relazioni tra la Turchia e l'Alleanza Atlantica. La Grecia non ha valore nella Nato". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
La dichiarazione di Erdogan segue le accuse di Ankara alla Grecia di avere disturbato il volo dei caccia F-16 turchi impegnati in una missione Nato nell'Egeo, puntando i radar contro di loro. "Oggi come un secolo fa i politici greci compiono azioni che portano la Grecia verso il disastro", sostiene Erdogan.
Uno dei temi caldi riguarda lo sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo, dove il Sultano agisce con la consueta aggressività, ponendo spesso a rischio la stabilità della zona, ma soprattutto, secondo alcuni analisti, avvicinandosi sempre di più a uno scontro diretto con la Grecia.
L’Europa e gli USA stanno, come già fatto con Putin, sottovalutando i rischi potenziali? Ricordiamo alcuni fatti.
Nel Febbraio 2018 la nave Saipem dell’Eni, che agiva in accordo con il governo di Nicosia, viene bloccata e minacciata di affondamento da parte della marina militare turca (che era penetrata illegalmente nelle acque territoriali di Cipro).
Nell’Ottobre 2019 la nave da perforazione turca Yavuz effettua trivellazioni nel blocco operativo 7, che Cipro ha affidato a Italia e Francia. Sollecitati dalla Grecia, gli USA si fanno sentire, ma la Turchia afferma che la zona sia di competenza del governo (fantoccio) della Repubblica Turca di Cipro del Nord, nata dall’occupazione di Ankara negli anni 70 e mai riconosciuta ufficialmente. Il ministro della difesa greco annuncia l’arrivo di navi da guerra francesi e italiane (anche se si presentano sono quelle di Parigi). Anche la UE protesta e minaccia sanzioni.
Nell’ Agosto 2020 si sfiora il confronto armato, a seguito di una collisione tra navi da guerra greche e turche nelle acque ad est dell’isola di Rodi.
Secondo la versione turca, la fregata greca Limnos ha compiuto una manovra di disturbo nei confronti della nave da esplorazione turca Oruc Reis che operava nella ZEE ellenica (ovviamente non riconosciuta da Ankara). La nave turca di scorta Kemal Reis avrebbe urtato la fregata greca, danneggiandola.
La versione di Atene, invece, riferisce di una collisione dovuta ad un errore di manovra della nave turca, maggiormente danneggiata.
La Francia invia aiuti ad Atene e rafforza la presenza militare nel Mediterraneo orientale. Macron in una serie di tweet esprime preoccupazione per le crescenti tensioni tra Grecia e Turchia sui diritti esplorativi in acque ricche di gas naturale e punta il dito contro Ankara: “Le decisioni unilaterali della Turchia provocano tensioni. Devono spegnersi per permettere un dialogo pacifico tra Paesi vicini e alleati NATO”
Infine, sempre nel 2020, c’è la crisi di Kastellorizo, isola greca di 500 abitanti, nota in Italia per l’ambientazione del film di Salvatores vincitore del premio Oscar, Mediterraneo.
Questa piccola isola greca si trova a poche miglia di distanza dalla costa turca. La rivendicazione da parte di Ankara ha un significato molto più che simbolico. Se appartenesse alla Turchia la sua ZEE si amplierebbe notevolmente.
Un articolo dell’analista Daniel Pipes, storico e analista geopolitico, direttore del Middle East Forum, tradotto da Analisi Difesa nell’ottobre 2020, porta l’inquietante titolo: Kastellorizo, possibile casus belli tra Turchia e Grecia (titolo originale: Will Turkey and Greece Clash over a Tiny Island?).
L’analista riporta le bellicose parole di Erdoğan: “La Turchia ha il potere politico, economico e militare per strappare mappe e documenti immorali imposti. Un secolo fa [i greci] li abbiamo sepolti nella terra o li abbiamo gettati in mare. Spero che non paghino lo stesso prezzo ora”.
Pipes prosegue: “L’analista Jack Dulgarian ha proposto uno scenario plausibile: le truppe turche invadono Kastellorizo o prendono l’isola in ostaggio e (bissando Cipro nel 1974) e sfidano il mondo a fare qualcosa al riguardo. Da sole, le forze armate elleniche non possono riconquistare l’isola. Né Israele né l’Egitto entreranno in guerra con la Turchia per Kastellorizo. L’art. 5 della NATO, che promette protezione in caso di aggressione, si rivelerà di certo inefficace quando entrambe le parti sono membri di quell’organizzazione. “Dal 1952 al 2002 la Turchia è stata un ottimo alleato della NATO, ma negli ultimi 20 anni è stato un pessimo alleato, persegue politiche ostili alla NATO, è aggressiva nei confronti dei membri dell’Alleanza Atlantica, membri come la Grecia, prende parte all’invasione della Siria, minaccia l’Europa con i migranti siriani. Il governo turco vede l’Europa come un rapporto di transazione.Non credo che la Turchia dovrebbe stare nella NATO. Lo dico da un decennio”. Ma come sappiamo circa un mese dopo la Nato ha ceduto all’ennesimo ricatto del Sultano.
Infine, a giugno 2022 Erdoğan, in una serie di messaggi sui social, ha invitato Atene “a essere prudente e rinunciare ad azioni di cui si potrebbe pentire [militarizzare le isole, ndr], come già successo un secolo fa”, palese riferimento alla guerra greco-turca combattuta e vinta da Atatürk nel 1922.
fonti scenari economici e varie agenzie