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Il Pentedattilo Film Festival si conferma un appuntamento di eccellenza, una preziosa occasione per il pubblico calabrese per vedere in esclusiva cortometraggi da tutto il mondo. Riconosciuto dalla Regione Calabria come Grande Festival di rilievo internazionale, cofinanziato dalla Regione Calabria nell'ambito della programmazione dei fondi Pac 2014/2020, il Pentedattilo Film Festival, patrocinato dal Comune di Melito Porto Salvo, ha fatto breccia anche nel cuore del pubblico della Locride, in occasione del gran finale al Cinema Teatro Nuovo di Siderno.

"I corti selezionati tra i quelli proiettati in prima regionale lo scorso novembre, in occasione del concorso internazionale di cortometraggi svoltosi a Pentedattilo, hanno entusiasmato il pubblico anche in questo tour conclusivo svoltosi tra Siderno e Reggio Calabria. Molto apprezzati, in occasione della maratona serale al Cinema Teatro Nuovo di Siderno, non solo le storie inedite di nuovi talentuosi cineasti, ma anche i lavori più rappresentativi e interessanti del momento nel panorama dei cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Film brevi che questo Festival ormai propone, anno dopo anno, in esclusiva al pubblico calabrese", hanno commentato il direttore artistico del Pentedattilo Film festival, Americo Melchionda, e la direttrice di produzione, Maria Milasi.

"Siamo stati davvero contenti di aver intrecciato la nostra mission di promozione della Locride con il Pentedattilo Film Festival al quale ci accomuna la passione per i territori e il desiderio di offrire alla cittadinanza momenti significativi di crescita sociale e culturale. Grazie alla lungimiranza di Aristide Bava e della sua famiglia, il Cinema Teatro Nuovo rilancia il suo impegno per costruire a Siderno, nella Locride ed in Calabria un luogo in cui qualità ed eccellenze possano incontrarsi e alimentarsi vicendevolmente", ha commentato il direttore artistico del cinema teatro Nuovo di Siderno, Pasquale Giurleo.

Il pubblico del PFF ha viaggiato seguendo le vicende del giovane e tenace bambino congolese Samuel, protagonista del corto Debout Kinshasa! (Francia - Congo 2016) di Sebastien Maitre, vincitore del premio della Critica e, ex aequo con Ce qui nous tient (Francia 2017) di Yann Chemin, anche del premio Miglior Cortometraggio nella sezione Territori in movimento al Pentedattilo Film Festival. Una denuncia in narrazione dei diritti essenziali negati anche ai bambini. Sul grande schermo anche la storia familiare dai toni scanzonati, divenuta la storia di un intero quartiere, dal titolo He said: “Mommy”(Russia - Georgia 2017) di Arsen Agadjanyan. Particolarmente apprezzata la performance di Loria Mamuka, miglior Attore del Pentedattilo Film Festival. Spazio anche per il cortometraggio di ispirazione shakespeariana Macbeth (Polonia 2017) di Przemysław Wyszyński e Maciej Pukzynski e per un altro affresco adolescenziale segnato da un trauma, intitolato Fifteen (Belgium - Egypt 2017) di Sameh Alaa, rispettivamente premiati a Pentedattilo per il miglior Editing e la miglior Regia.

L'incontro tra cinema e danza contemporanea ha primeggiato nella cornice di un istituto di cura singolare almeno quanto l'inabilità da curare, ossia quella di smettere di ballare, e nel corto diretto da Jessica Wright e Morgann Runacre -Temple intitolato Curling Albrecht (Regno Unito 2017), commissionato dall'English National Ballet, prodotto in collaborazione con il Manchester International Festival e premiato al Pentedattilo Film Festival per la migliore Colonna sonora. Il travaglio dell'identità in una società avvezza ai pregiudizi è il tema trattato nel video musicale Ultrasound - Kon Tiki (Regno Unito 2016) di Andrew Rutter, vincitore del New Renaissance Film Festival di Londra e menzione d'onore sezione Music video al PFF.

Molto particolare l'ambientazione di un altro corto musicale intitolato A Hand of Bridge (Usa 2017) diretto da David Miller, ispiratosi all'omonima opera teatrale di Samuel Barber e incentrato su un tavolo da bridge attorno al quale i giocatori, in realtà due coppie, segretamente desiderano, sognano e riscoprono le loro paure. Successo anche per Retouch (Iran 2017) di Kaveh Mazaheri e per la storia di una donna e della sua piccola per le quali  un incidente consumatosi in casa e la morte del marito, del tutto inaspettatamente, schiudono la possibilità di una nuova vita. Questi ultimi due corti sono stati premiati al Pentedattilo Film Festival rispettivamente per il miglior Suono e la migliore Sceneggiatura. Retouch è anche il corto vincitore del premio Best Narrative allo short Tribeca film Festival di New York, fondato da Robert De Niro, e del premio Best Live Action al Palm Springs ShortFest.

In occasione di questa maratona serale a Siderno, nell'ottica di una rete che crei e alimenti sinergie tra le professionalità del territorio, il tour conclusivo della XII edizione del Pentedattilo Film Festival ha ospitato anche la proiezione del video musicale Cardia di Francesco Loccisano, liberamente ispirato al film “Essere John Malkovich” di Spike Jonze (1999). Presente il regista del video, Vincenzo Caricari, originario proprio di Siderno.

In occasione della serata, il cortometraggio Piccole Italiane (Italia 2017), diretto da Letizia Lamartire prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, si è aggiudicato  il riconoscimento delle sezione Cineducational come film più apprezzato dagli oltre 1500 studenti delle scuole secondarie di secondo grado che sono stati spettatori attivi delle proiezioni a loro dedicate. Il riconoscimento è stato assegnato a conclusione del tour finale dopo le tappe di Reggio Calabria (ottobre /marzo presso i Cinema La Nuova Pergola, Multisala Lumiére, Odeon) e di Siderno (marzo Cinema Nuovo). Le delegazioni degli studenti di Reggio Calabria che hanno assistito alle proiezioni sono state quelle dei liceo Scientifici Alessandro Volta e Leonardo Da Vinci, del liceo classico Tommaso Campanella, dell'istituto tecnico industriale Panella - Vallauri, dell' istituto tecnico economico Piria, del Liceo delle Scienze Umane e Linguistico Tommaso Gulli di Reggio Calabria. Le delegazioni degli studenti della Locride, invece, sono state quelle dell'istituto di Stato Industria e Artigianato (Ipsia), dell'istituto professionale Statale Servizi Alberghieri e Ristorazione di Siderno e del liceo Scienze Umane e Linguistico Giuseppe Mazzini di Locri. Anche per gli studenti una programmazione di cortometraggi di notevole spessore ed interesse. I corti Event Horizon (Regno Unito 2016) di Joséfa Celestin e Nightshade (Olanda 2018) di Shady El-Hamus hanno esplorato i delicati temi dell'adolescenza e del bullismo, dell'immigrazione e del destino che i padri scrivono per i figli. La multiculturalità e i conflitti familiari generati dalle scelte di vita sono stati al centro del corto di Hleb Papou (Italia 2017) intitolato Il legionario. Spazio anche al video musicale Ultrasound - Kon Tiki (Regno Unito 2016) di Andrew Rutter e ai corti Curling Albrecht (Regno Unito 2017) di Jessica Wright e Morgann Runacre-Templ e Nina di Mario Piredda (Italia 2017); quest'ultimo è uno dei sei cortometraggi che compongono la Webseries 13.11 ambientata nel giorno della strage di Parigi del 13 novembre 2015. I confini geografici e le barriere culturali che degenerano in conflitti e persecuzioni sono stati raccontati con ironia da Mark Playne in 2 by 2 (Turchia 2017), mentre la Storia che si intreccia con la quotidianità di una bambina rimasta libera nel pensiero ai tempi del Fascismo ormai in decadenza, si è dipanata nel corto di Letizia Lamartire Piccole Italiane (Italia 2017), votata dagli studenti come miglior Cortometraggio Cineducational.

Dopo la prestigiosa masterclass di recitazione diretta dal maestro John Strasberg, svoltasi al teatro Cilea di Reggio Calabria nell'agosto dello scorso anno, e il concorso internazionale svoltosi lo scorso novembre al quale hanno partecipato circa 80 corti (selezionati tra i circa 300 pervenuti), provenienti da oltre trenta paesi del mondo, tra cui Italia, Nuova Zelanda, Giappone, Russia, Stati Uniti, Messico, Turchia, Cipro e Iran, la XII edizione del Pentedattilo Film festival si è conclusa con questo tour finale svoltosi tra Reggio Calabria e Siderno. A scandire questo tour, la serata di proiezioni al Cinema Teatro Nuovo di Siderno e la maratona pomeridiana al cinema Metropolitano di Reggio Calabria durante la quale è stato proiettato in prima regionale anche il film collettivo 13.11, ambientato in sei città europee nel giorno degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 e prodotto in Italia da ElenFant Film nel 2017. Alla proiezione presente uno dei sei registi, Mattia Petullà, originario del comune calabrese di Marcellinara.

Notevole successo anche per la tappa di San Quirico D’Orcia in provincia di Siena dove il pubblico ha accolto calorosamente la kermesse calabrese e le proiezioni targate Pentedattilo Film Festival. Al Teatro Chigi, diretto dal Francesco Chiantese, l'altro direttore artistico del Pentedattilo Film Festival, Emanuele Milasi, e la responsabile del rapporto con i registi, Alessia Rotondo, hanno arricchito questa XII edizione del festival con l'avvio di una nuova virtuosa sinergia con un'altra fucina culturale al servizio del territorio, attiva nell'incantevole borgo toscano.

 

Consacrati dal mondo del web (la loro pagina fb conta più di 1 milione e 330 mila like, mentre su YouTube i loro video superano 124 milioni di visualizzazioni), approdati al cinema dove hanno brillantemente superato la prova del botteghino con oltre 800mila euro d'incasso grazie al loro primo film "La Fuitina Sbagliata", ecco riaffacciarsi sulla scena, stavolta a teatro, I Soldi Spicci, il duo comico palermitano amatissimo in tutta la Penisola.

Annandrea Vitrano e Claudio Casisa - I Soldi Spicci - tornano, infatti, a varcare i confini di casa alla conquista dello Stivale, complice lo spettacolo teatrale "Si! Stiamo insieme" che li vede, dopo aver toccato alcune tra le più importanti città italiane (Firenze, Milano, Torino e Bologna) e registrato sold out in tutte le tappe, il 29 (Rende - Cosenza, Teatro Garden) e il 31 marzo (Catanzaro, Teatro Comunale), di nuovo in Calabria, dopo il sold out dello scorso anno a Reggio Calabria.

"Si! Stiamo insieme" è la risposta alla domanda più frequente che viene fatta a I Soldi Spicci: "ma state insieme?". E questo spettacolo servirà, soprattutto, a chiarire come i Soldi Spicci stanno insieme.  Sketch, gag e monologhi che raccontano il rapporto di coppia attuale che fugge dal matrimonio e va dritto verso la convivenza. Un percorso che racconta l'evoluzione della relazione uomo/donna, dell'ennesima emancipazione che quest'ultima sta vivendo a discapito del povero uomo che, come sempre, subisce e non capisce.

Da giovedì 28 marzo 2019 i Soldi Spicci sono nel cast del programma di Italia 1 Colorado in onda ogni giovedì alle 21.25.

Un momento di grande teatro per appassionati e aspiranti attori con due maestri d’eccezione, gli attori Graziano Piazza e Viola Graziosi. Lo scorso fine settimana al Teatro Ideal di Ragusa la Compagnia G.o.D.o.T. è stata impegnata nel consueto appuntamento annuale con lo stage formativo e la lezione spettacolo, inseriti all’interno della rassegna Palchi DiVersi, che ospita artisti di fama nazionale. Protagonisti quest’anno sono stati gli attori Graziano Piazza e Viola Graziosi che venerdì e sabato hanno lavorato con i numerosi partecipanti allo stage formativo e poi, domenica sera, nella lezione spettacolo davanti ad un pubblico molto interessato. Lo stage dal titolo “Allenamento per un'atletica affettiva” ha impegnato i partecipanti sul piano dell'improvvisazione e della creatività, dando loro l’opportunità di lavorare a stretto contatto con due grandi maestri e dar prova del loro talento e anche grande capacità di apprendimento rapido. Il testo su cui si è lavorato è di un grande drammaturgo contemporaneo, mai rappresentato in Italia, e potrebbe in futuro diventare uno vero e proprio spettacolo che Piazza e Graziosi potrebbero realizzare a Roma. I due attori Piazza e Graziosi hanno riconosciuto l’ottimo livello di preparazione degli allievi della Compagnia G.o.D.o.T. così come la presenza di giovani talenti che si stanno formando all’interno dei vari laboratori. Quello dello stage, subito seguito dalla lezione spettacolo, è un momento davvero particolare della formazione messa in campo dalla compagnia di Vittorio Bonaccorso e di Federica Bisegna, sia per i partecipanti che per il pubblico stesso. “Si tratta di una grande opportunità – commentano Bonaccorso e Bisegna – in generale per tutti gli appassionati di teatro: gli stagisti sono messi a dura prova perché dopo pochissime ore di stage devono recitare sul palco a, mentre il pubblico, grazie alla lezione spettacolo finale, può vedere dal vivo tutte le fasi di costruzione di una messa in scena. La lezione infatti non è mai un lavoro compiuto, ma offre la possibilità di vedere il percorso formativo, di ricerca che l’artista fa in sé per raggiungere lo spettacolo finale vero e proprio. In questo, sono stati davvero eccezionali Graziano Piazza e Viola Graziosi, a cui va il nostro ringraziamento, perché sono intervenuti di volta in volta per spiegare le varie fasi di lavorazione e formazione del ruolo sia dell’attore che del regista”.  Molto soddisfatti i due artisti che sono rimasti particolarmente colpiti dalle affinità umane e professionali che si sono sviluppate in così poco tempo, oltre che dalla dedizione mostrata dai partecipanti e dal sostegno del pubblico del Teatro Ideal. Il prossimo appuntamento della Compagnia Godot sarà il 23 e il 24 marzo, al Teatro Perracchio di Ragusa, per l’attesa replica de “Il matrimonio di Barillon” di Georges Feydeau che solo poche settimane fa, alla sua prima assoluta, ottenne grandissimo successo.

 

 

 

Da Mimì, nome di fragile eroina pucciniana, a Mia, donna-persona di spiccata identitá, la distanza potrebbe sembrare tanta. Ma per Domenica Rita Adriana Bertè, artisticamente nota come Mia Martini, non lo è mai stata. Perchè in lei hanno convissuto caratterialmente dei contrasti forti come la sua Calabria. C'è chi l'ha paragonata a Edith Piaf, lei che ammirava Etta James! Ed in effetti Mia Martini era interprete di "anima" soul, dagli inizi jazz, ma imbevuta di melodia latina da strutturare in canzoni d'arte, italiane ed estere, grazie a qualitá vocali uniche e ad un selezionato repertorio di autori che avevano scritto per lei (Lauzi, Conte, Battisti, Mango, Baglioni, Califano, De Andrè, Gragnaniello, il suo Fossati, e vari altri), repertorio che aveva saputo far proprio. "Una fuoriclasse", l'aveva definita Fabrizio Frizzi. E tale appare nel film "Io sono Mia", diretto da Riccardo Donna, protagonista una Serena Rossi calata appieno nel personaggio, per una produzione della Eliseo Fiction di Luca Barbareschi in collaborazione con Rai Fiction, sugli schermi cinematografici dal 14 al 16 gennaio e in tv su Rai1 il 12 febbraio. Un profilo artistico/biografico della cantante sí, ma principalmente uno suo spaccato umano tracciato, nel biopic, sulla base della calibrata sceneggiatura di Monica Rametta.
In un giorno del febbraio 1989 si colloca l'inizio della pellicola, quello del ritorno al Festival di Sanremo: eccola alle prove di Almeno tu nell'universo, interrotte dal flashback mnemonico, il pensiero alle mura domestiche, al canto da adolescente, alle immagini di famiglia, a volte scomode, alla Roma underground del '70 con sua sorella Loredana, alle difficoltá a inserirsi in un mondo irto di insidie. Finalmente arriva l'ingaggio, il primo lp, Oltre la collina, l'ingresso d'impatto nel mercato discografico, con Padre davvero, l'esplosione con Piccolo Uomo, Minuetto...
La macchina da presa si sofferma ancora sul mare di fronte l'Ariston. Mia è ferma sulla spiaggia a stemperare l'emozione per quel palcoscenico.
Poi torna a rappresentare dialoghi con i produttori che la umiliano rivelandole l'indecorosa maldicenza sul suo conto. È un precipitare drammatico " dalle stelle alle stalle" (titolo di una rivista musicale dell'epoca) di una musicista che anche Aznavour apprezza. E per di più si rende necessario un intervento alle sue corde vocali con la paura di non poter cantare più. Pare l'anticamera dell'abisso. Ma c'è la voglia di risorgere, e ciò avviene con E non finisce mica il cielo, nel 1982. Ma delusioni affettive e la stessa morte dell'impresario in un incidente stradale ne paiono frenare la volontá di lotta contro le avversitá. La scena torna ab initio, alla cittá dei fiori, dentro il suo teatro più famoso mentre la Martini intona "Sai, la gente è strana..." . Un trionfo, quella sera, a coronamento di una carriera e di un'esistenza irripetibili. Un successo inossidabile anche senza vincere formalmente il Festival. La pellicola ne dá conto, e stoppa la narrazione in quel momento apicale per Mia, la Nostra Mia.
Nel cast fra gli altri Maurizio Lastrico (Andrea), Lucia Mascino (Sandra, la giornalista), Dajana Roncione (Loredana), Antonio Gerardi (Alberigo Crocetta), Nina Torresi ( l'amica Alba). Gli arrangiamenti sono firmati da Mattia Donna & La femme piège. 

La commedia era molto attesa a Napoli e il maestro Giacomo Izzo ha dato il meglio di se, il testo si dice fosse stato scritto da Gaetano Di Maio appositamente per lui !” così ha riferito Salvatore Sperindeo direttore organizzativo del Teatro Bracco di Napoli. Lo stesso ha poi continuato :  ” la pièce è fra le più belle commedie della tradizione napoletana dove si ride e si piange, come nelle tragedie greche, è proprio della napoletanità avere un defunto che aiuta i vivi dall’aldilà, vuoi per dare i numeri per il gioco del lotto che per aiutare chi è rimasto su questa terra. Nello spettacolo la mamma defunta in giovane età altro non è che la stessa coscienza della protagonista Margherita”.

Caterina De Santis, la direttrice artistica del Bracco, ha scelto un carnet popolare per festeggiare nella stagione 2018-2019 i venti anni di continui successi del teatro. Nei giorni scorsi è andato in scena il lavoro teatrale “Ce penza Mammà”,  le cui repliche continueranno fino al 3 marzo, con interpreti  straordinari: Corrado Taranto, Daniela Cenciotti , Salvatore Esposito e Giacomo Rizzo nel personaggio di Bernardino, che ha curato anche la regia,  applauditissimo in tanti successi del passato, a partire da quello interpretato negli anni Novanta accanto alla grande Luisa Conte e, successivamente, in scena con Rosalia Maggio. Per questa edizione il maestro Rizzo è stato  affiancato da Caterina De Santis, insieme da tre stagioni, nella storica sala della Pignasecca.

Questa la trama. Dopo la morte di una mamma poco più che ventenne, i suoi quattro figli sono lasciati alle cure della maggiore, Margherita, con la quale ogni notte ci parla e le dice cosa dover fare. Geppino è pieno di debiti fino al collo, motivo dei continui litigi con la moglie Giannina e l'invadente  suocera Rachele. Bernardino, il figlio “nu poc abbunat”, non può rischiare di essere chiuso in un ospizio. La casa è un viavai di personaggi bizzarri e indiscreti come la pettegola vicina di casa Titina e il fioraio ipocondriaco, il quale elencando i tanti possibili modi di scomparire dalla faccia della terra, ripetendo fino alla noia:” cosa siamo sulla faccia della terra”,  si lamentava per i telegiornali definiti  “teleguai”. Ma il fantasma di mammà sembra tornare dal passato e materializzarsi in Lauretta, figlia illegittima di Geppino, che a mammà è “tale e quale”, “due gocce d'acqua!”, la quale viene assunta da Margherita come cameriera per farla stare vicino al padre. Da quando compare in casa insieme al fidanzato Agostino, idraulico pronto ad intervenire pur di stare vicino alla sua ragazza,  creerà alla famiglia non poche difficoltà. Grandguignol  finale, l’apparizione di Armando Pastore, fidanzato in gioventù di Margherita, diventato prete. I consigli di mammà a questo punto pesano: “Margherita non ti sposare, pensa alla famiglia !”.

Margherita sarà il capro espiatorio per cercare di risolvere i problemi di tutti; ma alla fine dei suoi tanti sacrifici, verrà svelata un amara verità.

 Una storia di profondi sentimenti umani, che, come ha detto lo stesso Izzo a chiusura del sipario di “Ce penza Mammà” : ”è uno spettacolo che fa pensare”. Il maestro, rivolgendosi al pubblico della prima ha così continuato:” ci sono morti che non muoiono mai e che non crescono più, i morti vedono, sentono e sanno tutto”, quasi un epilogo al suo personaggio terrorizzato che lo spirito della mamma possa apparire da un momento all’altro. Izzo, dopo aver presentato gli interpreti insieme a Caterina De Santis, ha concluso: “ la prima viene meglio” suscitando un fiume di risate e di applausi nella sala gremita.

Ma lo spettacolo non si svolge solo sul palcoscenico, in sala tanti si erano procurata una bottiglietta d’acqua per attenuare l’arsura delle attese risate; bouquet di fiori spuntavano sotto le poltroncine in attesa di essere consegnati nei camerini; un medico si preoccupava di essere richiamato in ospedale poiché aveva dato la reperibilità. Lo spettatore più giovane della prima è stato Lorenzo, di appena tre mesi, nipote del Direttore di Scena, che nel suo carrozzino sembra aver molto gradito lo spettacolo.

 

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