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Mentre l'Ucraina è tenuta a galla artificialmente attraverso iniezioni economiche e ristrutturazioni, la Grecia ha subito dure misure di austerità economica ed è stata lasciata a se stessa dopo che i suoi creditori hanno accettato volontariamente di vendere la proprietà pubblica a "condizioni criminali" per il Paese.

L'Ucraina, ovviamente, ha il vantaggio del momento, poiché Kiev si trova nella posizione "piacevole" per gli occidentali di mandare migliaia di ucraini al macello ogni giorno, essendo lo strumento geopolitico perfetto per indebolire la Russia.

Il nuovo accordo per ridurre il debito dell'Ucraina sostituisce una moratoria sui pagamenti già di due anni entrata in vigore dopo l'invasione della Russia, scaduta all'inizio di agosto.

I negoziati sono stati mediati dal FMI, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, e la finalizzazione dell'accordo ha fatto seguito alle consultazioni con un comitato di obbligazionisti che detengono oltre il 25% del debito ucraino.

Tra questi ci sono i principali fondi di investimento, come BlackRock, Amundi e Amia Capital. L'accordo prevede lo scambio dei titoli in corso con quelli nuovi, con scadenza fino a 12 anni.

L'accordo prevede che il capitale sia suddiviso in due obbligazioni (A e B), strutturate in modo tale che oltre il 90% dell'importo in circolazione venga trasferito dopo i prossimi quattro anni e nel futuro.
Kiev dovrà pagare solo 200 milioni di dollari di interessi tra il 2024 e il 2025, con la prima tranche prevista per febbraio 2025.
Prima dell'accordo, l'Ucraina avrebbe dovuto pagare un totale di 5 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi, che non erano nelle sue casse.

In base al nuovo accordo, l'Ucraina pagherà gli interessi solo fino al 2029, quando inizierà l'ammortamento dell'obbligazione A. I pagamenti dell'ammortamento dell'obbligazione B iniziano un anno dopo.
Entrambe le obbligazioni durano fino al 2036 e i rimborsi aumentano verso la data limite. «L'accordo si tradurrà in un risparmio netto di 11,4 miliardi di dollari nel servizio del debito nei prossimi 3 anni e di 22,75 miliardi di dollari entro il 2033", ha dichiarato il ministero delle Finanze ucraino in un comunicato.
«Ciò libererà risorse economiche vitali, che possono essere reindirizzate verso la difesa e la spesa sociale".

I leader degli Stati membri del G7 hanno anche concordato di fornire nuovi prestiti all'Ucraina per un valore di 50 miliardi di dollari garantiti da interessi sui fondi russi congelati in Europa.

Questo accordo, che ha provocato indignazione a Mosca e reazioni internazionali, dovrebbe essere finalizzato presto dai ministri delle finanze del G7.

Intanto dopo mesi di quello che sembrava essere un effettivo stallo, si sta delineando una nuova narrativa del conflitto ucraino: a meno che l'Occidente non espanda e acceleri il suo sostegno alle forze armate ucraine, la Russia potrebbe presto avere una grande opportunità di vincere la guerra.Anche la potenza militare e geopolitica dipende dai soldi. 

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti deve ancora approvare un nuovo pacchetto di aiuti militari americani, e gli alleati europei della NATO si stanno muovendo per aumentare i loro contributi allo sforzo bellico. Ma non tutti sono d'accordo, e la più grande economia del continente si sta improvvisamente trasformando in un grande problema politico e strategico sia per l'Ucraina che per la NATO nel suo complesso.

E l'unica potenza finanziaria nell'Ue oggi è la Germania (gli altri paesi con un debito basso sono troppo piccoli). Il governo di Olaf Scholz è il primo in Europa e il secondo al mondo per aiuti militari all'Ucraina. Ma la qualità e il tempismo contano tanto quanto la quantità di soldi. E il cancelliere Scholz continua a farsi guidare dalla paura. 

Paura di un conflitto diretto con la Russia. Paura di un'escalation nucleare. Paura di restare senza gli Stati Uniti a fornire una copertura politica e militare agli europei. 


Fonte varie agenzie

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha inviato una lettera al suo omologo francese Stéphane Séjourné, avvertendolo di un complotto sostenuto dall'Iran per attaccare la delegazione israeliana alle Olimpiadi di Parigi 2024, come riportato dai media israeliani.

Katz ha scritto: "Ci sono persone che cercano di minare la natura celebrativa di questo gioioso evento. Al momento abbiamo valutazioni sulla potenziale minaccia rappresentata da gruppi vicini all'Iran e da altre organizzazioni terroristiche che mirano a compiere attacchi contro i membri della delegazione israeliana e i turisti israeliani durante le Olimpiadi."

Ha espresso gratitudine ai funzionari francesi per le "misure di sicurezza senza precedenti" adottate per proteggere gli israeliani ai Giochi, e per il rifiuto del governo francese delle richieste di bandire Israele dalle Olimpiadi. Gli 88 atleti israeliani presenti ai Giochi di Parigi sono protetti 24 ore su 24 dai servizi di sicurezza francesi e sorvegliati da funzionari dello Shin Bet a causa delle minacce legate alla guerra a Gaza.

Attacco dei Ribelli Houthi e Risposta Israeliana

Prima d'ora, Tel Aviv non aveva mai attaccato direttamente i ribelli Houthi nello Yemen, un Paese distante quasi 1800 chilometri dalle sue coste. Tuttavia, oggi, dopo una riunione d'emergenza del gabinetto di sicurezza convocata durante lo Shabbat ebraico, Israele ha risposto a un attacco mortale condotto dai ribelli filo-iraniani con droni su Tel Aviv, che ha causato feriti e un morto.

 Avvisi di Viaggio Internazionali


A seguito della minacciata ritorsione dell'Iran contro Israele per l'attacco del 1 aprile al consolato di Teheran a Damasco, numerosi Paesi hanno avvertito i propri cittadini a non recarsi in Iran, Israele, Libano e Cisgiordania fino a nuovo ordine. Dopo Francia, Gran Bretagna, Canada e Australia, anche l'India si è unita a questo avvertimento a causa della "situazione prevalente nella regione".

Gli Stati Uniti hanno limitato ai propri dipendenti in Israele e alle loro famiglie i viaggi personali al di fuori di Tel Aviv, Gerusalemme e Be'er Sheva. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, un attacco iraniano è possibile nelle prossime 24-48 ore e Israele ha già annunciato che risponderà con un raid contro la Repubblica islamica.

Aggiornamenti dal Foreign Office Britannico

Il Foreign Office britannico ha rafforzato l'allerta sui rischi legati ai viaggi in Israele e nei territori palestinesi, includendo il timore di un possibile "attacco dell'Iran" in risposta al recente raid sul consolato di Teheran a Damasco. Il governo del Regno Unito sconsiglia ai cittadini britannici di viaggiare in tutta la Striscia di Gaza, nelle zone israeliane meridionali adiacenti e in tutta la Cisgiordania, nonché in Israele del nord nella fascia entro 5 chilometri dal confine con il Libano, nell'area delle fattorie di Sheba e entro mezzo chilometro dal confine con la Siria. Inoltre, una quindicina di comunità dell'Alta Galilea sono state già fatte sgomberare per ragioni precauzionali dalle autorità israeliane.

 

Fonte varie agenzie 

 

 

 

Dopo l'investitura ufficiale alla convention di Milwaukee, il magnate ha evitato i suoi consueti toni combattivi, eccezion fatta per rari momenti, e ha ribadito più volte alcuni concetti chiave, in particolare la necessità di difendere i confini dall'invasione di migranti illegali.

Pace, tasse, energia, invasione illegale, sogno americano e confini. Sono alcune delle 'parole d'ordine' con cui Donald Trump ha scandito il lungo intervento finale alla convention Gop, dopo aver accettato la nomination per correre nuovamente per la Casa Bianca, in una consacrazione che ha il suo momento clou quando la platea, galvanizzata, intona il coro "fight, fight, fight", le stesse parole pronunciate sabato scorso dal tycoon subito dopo l'attentato subito.

L'ex presidente degli Stati Uniti insiste sulla necessità di riportare l'America al suo precedente splendore, perso durante l'amministrazione Biden, menzionata una sola volta. "Tra pochi mesi ci aspetta una vittoria incredibile," anticipa prima di annunciare ufficialmente la sua candidatura. Non dimentica l'attentato subito, ringraziando Dio per essere ancora in vita. Seguono poi i punti chiave del suo discorso di un'ora e mezza:

Presidente di tutti: "Sarò il presidente di tutti gli americani, non solo di una parte," assicura.
Democrazia: "Sono qui per salvare la democrazia americana. Non ci piegheremo né ci spezzeremo."
Sogno Americano: "Rendiamo nuovamente l'America una grande nazione. Io rinnoverò il sogno americano."
Pace: "Ristabilirò la pace in America e nel mondo, ponendo fine a ogni crisi internazionale. Posso fermare le guerre con una telefonata."
Immigrazione: "Fermiamo l'immigrazione illegale, chiudendo i confini. Realizzeremo la più grande deportazione della storia e completeremo il muro con il Messico, bloccando l'invasione."

Energia: "Basta con le sciocchezze del green, domineremo con la nostra energia. Imporremo dazi del 100% sulle auto straniere, tutto sarà prodotto negli USA."
Tasse: Trump promette nuovamente tagli alle tasse e significativi sgravi fiscali.
Trump non usa i soliti toni agguerriti ("non dobbiamo demonizzare il dissenso e il nemico", dice ad esempio), tranne in rarissimi momenti, ma ripete più e più volte alcuni concetti: primo fra tutti quello della difesa dei confini dall'invasione dei migranti illegali e promette che sarà terminato il muro con il Messico.

Intanto in UE : "Sono convinta che la versione dell'Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale, con tutte le sue imperfezioni e disuguaglianze, sia ancora la migliore versione della storia. Non starò mai a guardare mentre viene fatta a pezzi dall'interno o dall'esterno. Non permetterò mai che venga accettata l'estrema polarizzazione delle nostre società. E non accetterò mai che demagoghi ed estremisti distruggano il nostro stile di vita europeo. E oggi sono qui pronta a condurre questa battaglia con tutte le forze democratiche presenti in quest'Aula". Così la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è presentata alla plenaria di Strasburgo per chiedere il voto sulla sua riconferma per un secondo mandato.

Prima del suo discorso, previsto per le 9, ha inviato il documento delle linee programmatiche, lungo una trentina di pagine. Questo non rappresenta solamente la visione della leader tedesca, ma è anche il risultato di un'aggregazione delle richieste e delle proposte ricevute nelle ultime settimane dai partiti con cui ha dialogato per creare la maggioranza.

Nel documento e nel discorso, ogni gruppo della maggioranza, così come diversi dell'opposizione, possono riconoscere l'accoglimento di alcune delle loro richieste. Tra le promesse per i primi cento giorni figurano: un Libro Bianco sul futuro della Difesa europea, che riflette le istanze dei liberali e della Francia; una visione strategica per l'agricoltura e l'alimentazione, come sollecitato da popolari e conservatori; un nuovo Green Deal industriale per rendere le industrie competitive e creare posti di lavoro di qualità; inoltre, la revisione delle politiche di pre-allargamento e la garanzia di accesso a nuove capacità di supercalcolo, personalizzate per le startup e l'industria dell'intelligenza artificiale.
Un piano d'azione europeo per la sicurezza informatica negli ospedali e tra gli operatori sanitari è in fase di sviluppo.

Per rispondere alle richieste delle varie delegazioni, von der Leyen ha proposto anche la nomina di nuovi commissari. Sarà nominato un commissario per le politiche abitative, con un piano europeo volto a promuovere alloggi accessibili (su richiesta dei socialisti), e un commissario per la Difesa (come richiesto da Francia e Italia). Inoltre, verrà nominato un commissario per il Mediterraneo, accompagnato da un Piano per il Mediterraneo, che potrebbe rappresentare un'opportunità per l'Italia.

Per placare le preoccupazioni dei Verdi, che sono stati cruciali nella votazione, la leader tedesca, recentemente criticata per aver trascurato l'ambiente, ha garantito che non ci saranno passi indietro sugli obiettivi prefissati. Inoltre, per venire incontro alle esigenze dei partiti popolari e conservatori, ha sottolineato che gli obiettivi del Green Deal saranno perseguiti con pragmatismo, neutralità tecnologica e innovazione. Riguardo la migrazione, ha promesso: "Rafforzeremo i nostri sforzi nei rimpatri, nella prevenzione dell'immigrazione illegale e nella lotta al traffico di esseri umani. Assicurerò una maggiore trasparenza verso il Parlamento europeo".

"Inoltre, "considereremo nuove strategie per affrontare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto internazionale e assicurando soluzioni sostenibili ed eque per i migranti.
Sul fronte economico, von der Leyen proporrà "un'Unione europea dei risparmi e degli investimenti", un "Fondo europeo per la competitività", il completamento dell'Unione dei mercati capitali e un incremento delle capacità di investimento nel nuovo bilancio. Nella politica internazionale, la leader tedesca ha riaffermato il sostegno all'Ucraina per tutto il tempo necessario e ha criticato il primo ministro ungherese, Viktor Orban, per le sue iniziative diplomatiche, definendo la cosiddetta missione di pace un semplice tentativo di appeasement.

Riguardo Gaza, ha espresso un messaggio chiaro: "Lo spargimento di sangue a Gaza deve cessare immediatamente. Troppi bambini, donne e civili sono morti a causa della risposta di Israele al brutale terrore di Hamas. La popolazione di Gaza non può più tollerare questa situazione. L'umanità non può permetterlo". Per quanto riguarda la democrazia, ha promesso uno "Scudo europeo" contro la manipolazione e l'interferenza esterna.

 

Fonte varie agenzie 

 

 

 

La lettera pubblicata su X dal presidente americano annuncia che parlerà al Paese la prossima settimana. La Casa Bianca conferma: 'Terminerà il suo mandato'. Il magnate afferma: 'È stato il peggior presidente della storia e tutti sapevano che non era adatto, Kamala sarà più facile da sconfiggere'. Secondo i sondaggi della CNN, la competizione sarà serrata. Tajani dichiara: 'Collaboreremo bene con entrambi'. Il Cremlino critica: 'Retorica ostile verso la Russia'. Zelensky esprime gratitudine: 'Saremo sempre riconoscenti a Biden'.

Nato in una famiglia irlandese nella Pennsylvania del carbone, a 10 anni Joseph Robinette Biden si trasferì con i suoi nel vicino Delaware, lo Stato dove da senatore tornava ogni sera in treno per far da padre ai figli dopo aver perso la moglie a soli 29 anni. Da ragazzo era balbuziente ma guarì esercitandosi allo specchio. Nel 1972, a meno di 30 anni, si era candidato al Senato: soltanto lui e la famiglia pensavano che ce l'avrebbe fatta, ma a novembre fu eletto. La gioia del trionfo svanì presto: poco prima di Natale la moglie Neilia e la figlia di 13 mesi Naomi rimasero uccise in un incidente stradale, mentre i maschi, Beau e Hunter, finirono in ospedale gravemente feriti. Biden pensò di dimettersi ma i colleghi lo convinsero a restare. 

La prima di altre tragedie: la morte di Beau, procuratore del Delaware e capitano della Guardia Nazionale, lasciò nel padre un vuoto incolmabile. Hunter, cronicamente in mezzo ai guai tra droghe e business spericolati in Paesi come Ucraina e Cina, ha messo più volte il padre nei guai con accuse di corruzione, fornendo ai repubblicani il destro per una inchiesta di impeachment poi naufragata. Dal 1977 Joe ha avuto al suo fianco l'amatissima seconda moglie Jill Jacobs, italo-americana, professoressa in un community college e madre della terza figlia, Ashley. La corsa del 2020 era stata la terza per la Casa Bianca.

Durante la prima, nel 1988, si scoprì che aveva copiato un discorso dal suo modello, il leader laburista britannico Neil Kinnock. Entrato in gara nel 2008 ma battuto dalle primarie da Hillary Clinton, fu scelto come vice da Obama a cui portò un bagaglio di esperienza e un cuore sincero, ricompensato con un accesso senza precedenti nell'Ufficio Ovale. Non un accademico, un oratore o un teorico, Biden è stato un grande "politico di strada" e un abile negoziatore, capace di dialogare con le varie anime del partito e con l'opposizione. Primo presidente cattolico dopo Jfk, Biden è sempre stato in linea con papa Francesco sull'immigrazione e la difesa del clima (all'indomani dell'insediamento rientrò nell'accordo di Parigi), ma in contrasto col Vaticano e con l'episcopato più conservatore sull'aborto. 

Tra i successi della sua presidenza, quella più impegnata sulla "diversità" e più incisiva sui diritti civili, la nomina di Ketanji Brown Jackson, prima afroamericana nella storia della Corte Suprema, che però non è bastata a correggere la sterzata a destra dei quattro anni di Trump, suggellata dalla cancellazione della storica sentenza 'Roe v. Wade' sull'aborto. Tra i flop, il ritiro dall'Afghanistan mentre il Paese cadeva nelle mani dei Talebani. Biden si è riscattato riunendo il fronte occidentale contro l'invasione russa in Ucraina, dopo aver ricucito le alleanze infrante dal tycoon, e allineandolo nella sfida alla Cina. Ma il difficile equilibrismo nella guerra a Gaza tra l'alleato israeliano e le istanze palestinesi resta un interrogativo aperto. Tra i risultati della sua presidenza, la rapida uscita dalla pandemia, l'approvazione di leggi chiave con maxi finanziamenti per le infrastrutture, il welfare, la transizione energetica, le catene di fornitura (a partire dai chip), oltre alla ripresa dell'economia e dell'occupazione, offuscata però dall'inflazione. 

Tra i talloni d'Achille l'immigrazione, dove è stato costretto a rincorrere Trump.Con il ritiro dalla corsa presidenziale, Joe Biden, all'età di 81 anni, conclude una carriera politica ultracinquantennale che lo ha visto al centro della scena nel Senato e alla Casa Bianca, dapprima come vice presidente sotto Barack Obama e successivamente come presidente. Il suo singolo mandato, ottenuto dopo tre candidature, lo stabilisce come il presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti.

I suoi quattro anni di presidenza sono stati un vero e proprio giro sulle montagne russe, iniziando con una vittoria netta nel 2020, immediatamente contestata da Donald Trump con un'offensiva che ha raggiunto il suo apice nell'assalto al Capitolio, uno dei momenti più oscuri per la democrazia americana.

Tuttavia, la luna di miele è durata poco, interrotta dal ritiro caotico dall'Afghanistan e da due guerre inaspettate, in Ucraina e a Gaza. Nel frattempo, l'affettuoso 'zio d'America' è diventato un stanco 'nonno d'America', visibilmente logorato e invecchiato, fino alle crescenti e allarmanti defaillance fisiche e mentali che lo hanno indotto a ritirarsi. Caratterizzato da una resilienza straordinaria e una profonda empatia, forgiata da tragiche perdite familiari, 

Biden è stato un moderato che ha raggiunto con esitazione la vetta dell'esecutivo: sconvolto dalla morte del figlio Beau per un tumore al cervello nel 2016, aveva declinato la candidatura, ma nel 2020 ha vinto con oltre 81 milioni di voti, il 51,3%, e soprattutto 306 grandi elettori contro i 232 del suo avversario. Presidente della commissione Esteri del Senato per tre lustri e poi vicepresidente di Barack Obama fino al 2016, Biden si è dedicato agli affari internazionali dal 1997, dopo aver perso la battaglia per la nomina di Clarence Thomas alla Corte Suprema, uno dei giudici che da presidente gli ha creato maggiori difficoltà.

 

Fonte varie agenzie

 

 

 

La delegazione di Fratelli d'Italia ha espresso voto contrario alla riconferma di Ursula von der Leyen. "Votare a suo favore avrebbe contraddetto alcuni nostri principi fondamentali. Diverse questioni ci hanno impedito di supportarla", ha spiegato Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d'Italia e co-presidente del gruppo Ecr, in seguito al voto per la presidenza della Commissione europea. "Tuttavia, desideriamo mantenere un dialogo estremamente costruttivo", ha aggiunto, sottolineando che "durante il mandato, ci concentreremo sulle questioni sostanziali".

Delusione emerge dal fronte di destra: Procaccini (FdI) ha dichiarato: “I principali perdenti delle elezioni europee, come i Verdi, i socialisti alla Timmermans e i liberali del partito di Macron, sono quelli che hanno guidato il destino di Ursula von der Leyen, alla quale Ursula von der Leyen stessa si è affidata. Avremmo preferito una scelta differente, la rispettiamo, e nei prossimi giorni lavoreremo sui contenuti in maniera seria e responsabile, ma decisa”.

"Congratulazioni a Ursula von der Leyen! Siamo orgogliosi del grande lavoro di squadra del PPE per sostenere la tua rielezione alla guida della Commissione europea. Puoi contare sempre su Forza Italia per costruire un'Europa più competitiva, più sicura e promotrice di pace." Così ha dichiarato il ministro degli Esteri, vicepresidente del Consiglio dei ministri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, in merito alla riconferma di von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.

Nel punto stampa che si è tenuto dopo il voto, Carlo Fidanza ha spiegato che il voto favorevole dei Verdi per la conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue ha “reso impossibile” il sostegno di Fratelli d’Italia. In particolare, Fidanza ha fatto riferimento alle scelte di questi giorni, alla piattaforma politica e alla “ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi” da parte della politica tedesca, la cui rielezione rappresenta un segno di discontinuità rispetto “al forte messaggio di cambiamento” emerso dalle ultime elezioni europee. In ogni caso, FdI assicura che non viene pregiudicato il rapporto di lavoro istituzionale e che la scelta del partito di Giorgia Meloni non comprometterà la definizione “di un ruolo adeguato in seno alla prossima commissione che l’Italia merita“.

La Lega, invece, aveva annunciato il suo voto contrario tramite le parole del suo capo delegazione Paolo Borchia, che oltre a suggerirle più accortezza nell’uso degli sms, in riferimento al caso Pfizer, ha spiegato che servirebbe un altro presidente della Commissione Ue. La strada è in salita ora secondo la Lega, alla luce della maggioranza “variopinta” a sostegno di Ursula von der Leyen, ma non manca un attacco al “finto centrodestra che ha chiesto i voti veri degli elettori di centrodestra per poi andare a formare una maggioranza di comodo con la sinistra“.

Di umore diverso Forza Italia, che ha votato a favore della rielezione di Ursula von der Leyen, infatti il vicepremier Antonio Tajani, nonché segretario nazionale di FI e ministro degli Esteri, su X ha twittato per fare le congratulazioni e dirsi orgoglioso del lavoro svolto dal Partito popolare europeo (PPE) per sostenere la sua rielezione: “Conta sempre su Forza Italia per costruire un’Europa più competitiva, più sicura e portatrice di pace“, ha concluso.

“L’Europa si trova ora di fronte a una scelta chiara. La scelta di affrontare da soli il mondo incerto che ci circonda. Oppure unire le nostre società e unirci intorno ai nostri valori. Una scelta per far prevalere gli estremisti e gli acquiescenti. O di garantire che le nostre forze democratiche rimangano forti”. Con queste parole Ursula von der Leyen si è presentata agli occhi della Commissione Ue nel giorno più atteso, quello in cui l’aula deciderà su una sua eventuale conferma alla presidenza.

I primi dati indicano che ci sarebbero stati più di 50 franchi tiratori, e i voti decisivi sono stati quelli dei Verdi a sostegno della Presidente. La candidata tedesca ha ottenuto 401 voti, superando di gran lunga il limite richiesto di 360. Con il supporto annunciato dei Greens, la maggioranza teorica che includeva Popolari, Socialisti e Liberali avrebbe dovuto essere di 454 voti. Di conseguenza, i franchi tiratori sembrano essere stati oltre 50.

“Due settimane fa, un primo ministro europeo ha visitato Mosca. "Questa cosiddetta missione di pace non è stata altro che una missione di acquiescenza, un atto di appeasement, una politica di eccessive concessioni", ha affermato Ursula von der Leyen, riferendosi a Viktor Orban. "Solo due giorni dopo, i jet di Putin hanno bombardato un ospedale pediatrico. È stato un messaggio del Cremlino per intimidire tutti noi. Nessuno desidera la pace più dell'Ucraina e l'UE sosterrà l'Ucraina per tutto il tempo necessario". Applausi e grida di "Bravo Orbán" si sono levati nell'aula di Strasburgo dai banchi dei Patrioti mentre la presidente condannava il viaggio a Mosca del primo ministro ungherese. Le grida sono state sovrastate da un prolungato applauso dell'aula in risposta alle parole della presidente della Commissione, che ha respinto categoricamente il viaggio di Viktor Orbán a Mosca.

Mentre l'America sotto la guida di Trump si impegna a distanziarsi e a far sostenere agli alleati i costi degli aiuti militari transoceanici, l'Europarlamento, celando dietro una facciata di unità, è colto dal panico. Benché non sia ancora stato dichiarato apertamente, le fratture emergenti all'interno dei gruppi politici nell'aula di Bruxelles potrebbero paralizzare l'operato della Commissione. Distinzioni vengono fatte sia a destra che a sinistra, con votazioni che seguono ordini dispersi.

Le delegazioni italiane non fanno eccezione, e il Pd si è diviso addirittura in tre parti sulla proposta di rafforzare le capacità delle industrie militari. Ma il problema è generale. Basti pensare alle posizioni, lontane da quelle della maggioranza, del terzo gruppo più numeroso presente in Parlamento, quello dei Patrioti. Non a caso a Roma la situazione è speculare, con Salvini che si oppone all’invio di armi e si mette di traverso rispetto al resto del centrodestra.

Gli interventi sulla guerra non possono sottostare a mille distinguo. Il punto fondamentale è che le decisioni devono essere veloci. E c’è da aspettarsi che nel prossimo futuro fioccheranno gli emendamenti, e che il percorso del Parlamento Europeo sarà irto di ostacoli e di rallentamenti. Non esattamente quello che sarebbe necessario, almeno nelle intenzioni di chi vorrebbe continuare ad aiutare Zelensky per evitare la vittoria di Putin. In gioco non c’è tanto l’unità dei gruppi, che è già saltata sia a destra che a sinistra. Ma la possibilità di continuare con le politiche attuali. 

Anche perché diversi Paesi europei, Italia compresa, sono sottoposti a procedure di infrazione per deficit eccessivo. Dove troveranno le risorse per aumentare le spese militari? Tagliando ulteriormente il Welfare? Così ci sarebbe il rischio di disordini sociali, anche in Francia e Germania. E se verrà eletto Trump e gli Usa faranno un passo indietro, il castello di carte sarà destinato a crollare. Per questo Zelensky, che non è uno sprovveduto, ha aperto ai negoziati di pace con la Russia. 

Con l’America di Trump e un’Europa debole, sa che per l’Ucraina sta per suonare l’ora della resa. A meno che The Donald non perda le elezioni. Per questo il 6 di Novembre, quando verrà proclamato il nuovo Presidente Usa, ci sarà la resa dei conti. E il mondo potrebbe trovarsi proiettato in un’altra Era dai contorni non ancora definiti.

 

Fonte varie agenzie 

 

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