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Gli sbarchi non si fermano

Nel giorno in cui in Italia sbarcano altri tremila clandestini, nella sede della scuola superiore di polizia di Roma si tiene la prima riunione del Gruppo di contatto sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale presieduta dal ministro dell'Interno Marco Minniti. Al vertice, al quale interverrà il premier Paolo Gentiloni, parteciperanno i ministri dell'Interno di Algeria, Austria, Francia, Germania, Libia, Malta, Slovenia, Svizzera, Tunisia e il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos. 

L'obiettivo del gruppo, ha spiegato lo stesso Minniti, è "far sì che quello del Mediterraneo centrale diventi un tema chiave del rapporto tra i Paesi europei e nordafricani", gettando le premesse per "una gestione sempre più condivisa dei flussi migratori" e "la promozione di "politiche di sviluppo, di intervento sociale, di controllo delle frontiere e di rimpatrio". Un'iniziativa inedita nel suo genere che segue la firma del memorandum tra Italia e Libia per il contrasto al traffico di esseri umani e il vertice di Malta dei capi di Stato e di governo che nella sostanza ha recepito quell'accordo.

La Libia ha avanzato all'Italia una serie di richieste stringenti per dare attuazione all'accordo per controllare e fermare gli immigrati che partono verso le coste italiane ed europee. Il negoziato tra Tripoli e Roma, di cui Fiorenza Sarzanini anticipa i contenuti in esclusiva sul corriere della Sera  parla anche di dieci ambulanze, trenta jeep, quindici automobili, trenta telefoni satellitari, mute da sub, bombole per l'ossigeno, binocoli diurni e notturni. Un piano che vale almeno 800 milioni di euro.

La trattativa è dunque entrata nel vivo. Ora è però necessario uno sforzo comune anche dal punto di vista economico. Tenendo conto che nei primi due mesi e mezzo del 2017 il numero delle persone sbarcate ha subito un’impennata del 36 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: con 16.206 arrivate fino al 17 marzo. Per questo il gruppo di lavoro che agisce per conto del governo ha già programmato diversi incontri con la commissione libica e un sopralluogo a Tripoli che dovrebbe svolgersi entro la metà di aprile. Consapevole che bisogna dare subito un segnale forte ai trafficanti.

Secondo Fiorenza Sarzanini che anticipa i contenuti in esclusiva sul Corriere della sera L’accordo bilaterale prevede «l’addestramento, l’equipaggiamento ed il sostegno alla guardia costiera libica». Per questo l’elenco delle forniture è lungo e costoso. L’obiettivo è di completare il piano di consegna in 24 mesi, anche se alcuni punti dovranno essere ritoccati. In particolare sono state chieste 10 navi per la ricerca e il soccorso (alcune da oltre trenta metri) e 10 motovedette che devono essere utilizzate per i controlli sotto costa in modo da impedire alle “carrette” dei trafficanti di salpare. 

Le prime tre imbarcazioni potrebbero essere consegnate già agli inizi di giugno, prevedendo una dilatazione dei tempi per quelle più grandi. E poi quattro elicotteri che dovranno “guidare” le operazioni contro le organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza, ma anche coadiuvare il recupero in mare. Nell’elenco sono stati poi inseriti: 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili, 30 telefoni satellitari Turaya oltre a mute da sub, bombole per l’ossigeno, binocoli diurni e notturni. Saranno le forze dell’ordine italiane a dover addestrare i poliziotti locali e gli uomini della Guardia costiera. Su questo c’è già l’intesa con l’Ue che finanzierà la missione della Capitaneria di Porto che partirà entro due mesi.  

"Solo l'impegno comune può consentire di regolare i flussi migratori nel Mediterraneo". Così il premier Paolo Gentiloni che ha partecipato all'incontro del gruppo di contatto tra Paesi europei e nordafricani.

E' presente anche il premier del governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Al Serraj. Il primo ministro libico è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, anche lui giunto alla riunione. 

 

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