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Continua lo scontro a distanza tra Pierre Moscovici e Matteo Salvini. Uno scontro fatto di accuse e dichiarazioni al vetriolo, con la manovra italiana sullo sfondo."Sull'Italia ho una parola d'ordine che in questo momento non è né formale né fittizia: in questo momento il dialogo con l'Italia è piu' necessario che mai", ha detto il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, intervenendo dinanzi ai deputati della commissione per gli Affari europei all'Assemblea Nazionale di Parigi. 

Con l'Italia, ha però aggiunto, "possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti". "Nel tennis - ha detto - quando la pallina cade sulla linea, magari leggermente all'esterno, un arbitro indulgente puo' considerare che hai segnato il punto (…) Ma se lanci la pallina sugli spalti, non c'è arbitro che possa accettare il punto". Oggi, con l'Italia, "la pallina è sugli spalti, e la Commissione è l'arbitro". 

"Il popolo italiano - è la replica di Salvini - non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua ad insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta, la pazienza è finita".

Da Uno Mattina il segretario del Carroccio aveva già replicato a Moscovici, mantenendo tuttavia toni abbastanza pacati. "Mi dicono dall'Europa che non posso smontare la Fornero? Io porto rispetto ma viene prima il diritto al lavoro e alla pensione degli italiani - aveva spiegato - L'unica cosa che l'Europa non può chiedermi è di lasciare immutata la legge Fornero, ho visto quanta sofferenza ha causato agli italiani". 

Davanti alle telecamere il ministro dell'Interno aveva assicurato di non voler "litigare con nessuno", ma se deve scegliere "tra Bruxelles e gli italiani la scelta è facile". "Chiedo rispetto per il popolo italiano, che dà ogni anno 5 miliardi a Bruxelles - aveva chiosato il leghista - Sulle manovre del passato non hanno avuto nulla da eccepire e il debito è aumentato di 300 miliardi".

Mentre Conte continuava a ripetere che "siamo responsabili" e che non c'è alcuna "ribellione" dell'Italia a Bruxelles, da Moscovici che però continua a parlare di "dialogo"

arrivava una netta chiusura a "trattative" con Roma: "Con l’Italia possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti", ha affermato al Parlamento francese. "Ho evocato il rischio italiano come un rischio per la crescita, per la coesione della zona euro, per il paese stesso. Con una volontà politica assoluta della Commissione, a partire da me stesso, di non provocare, di non accettare una crisi tra Roma e Bruxelles. Abbiamo bisogno dell'Italia per quello che è, un paese fondatore della comunità europea e cuore della zona euro".

Dura la replica di Salvini: "Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita".

A puntare il dito contro Bruxelles, sottolineando il doppio pesismo usato dai vertici europei per analizzare le leggi di Bilancio e lo sforamento del debito pubblico di Italia e Francia, è Marine Le Pen. Che, all'indomani della bocciatura della nostra manovra economica , torna ad accusare l'Unione europea criticando duramente la decisione di aprire la strada che potrebbe portare alla procedura di infrazione prima e alle sanzioni economiche poi. "Non è una decisione di tipo economico ma solo politica - spiega chiaramente in una intervista alla la stampa per questo mi fa ancora più rabbia".

Le ripercussioni della bocciatura dell'Unione europea alla manovra economica italiana e i continui scontri tra Matteo Salvini e i commissari Europei  si stanno propagando in tutta europea. Le elezioni europee non sono così lontane perché la mossa di Bruxelles non abbia un'eco violenta in tutti i Paesi membri. In Francia la Le Pen, il cui partito è alleato della Lega all'Europarlamento, non fatica a bollare la bocciatura della Commissione europea come "una decisione di tipo politico". la bocciatura, insomma, non avrebbe niente a che vedere con motivazioni di carattere economico.

"Il debito pubblico francese è salito più velocemente di quello italiano e, anche se minore, è ormai pari al 100% del Prodotto interno lordo, senza contare l'enorme deficit nella bilancia commerciale mentre l'Italia assicura sempre un surplus", fa notare onostante questo la presidente di Raggruppamento nazionale. Eppure, continua, "la Commissione europea tratta Emmanuel Macron con i guanti di velluto e gli concede ampi margini di flessibilità, mentre fa prova di una severità spropositata con l'Italia".

Nell'intervista alla Stampa, la Le Pen parla (senza troppi giri di parole) di vendetta. Con la bocciatura di ieri, è il ragionamento, la Commissione europea, ha voluto "punire Salvini" che da anni ha fatto dell'anti europeismo il proprio vessillo. Secondo la presidente di Raggruppamento nazionale, il progetto del governo gialloverde era e resta valido. "Se rilanceranno l’economia cancellando le politiche di austerity - conclude - sarà la sconfitta di Bruxelles".

Il Premier Conte che sabato sera avrà una cena di lavoro con il presidente Juncker - dice: "Non vedo l'ora di confrontarmi con lui. Siamo responsabili, non c'è nessuna presunta ribellione all'Ue". E aggiunge: "Abbiamo un obiettivo comune con l'Europa, stiamo lavorando alla riduzione del debito". Anche se precisa che "per interesse degli italiani non siamo disposti a rinunciare a nulla".

Una linea, quella del dialogo, sostenuta anche dal Quirinale nella speranza che il giudizio di Bruxelles possa essere corretto con qualche concessione. Conte dispensa ottimismo anche sullo spread: "Scenderà", dice. "È una manovra per far crescere il paese, quando tutti ci accorderemo anche a livello europeo su questo obiettivo lo spread scenderà". Intanto chiede aiuto ai giornalisti per stemperare i toni. E assicura che i rapporti tra Lega e 5Stelle sono "molto buoni" .

Punirne uno per educarne 28. La bocciatura Ue è politica. Questa e l intervista del Prof Rinaldi alla La Notizia giornale.it, che metto per intera :

La bocciatura della Manovra e il conseguente avvio della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia? “Una forma di avvertimento nei confronti degli altri Paesi”. In pratica, una sorta di riproposizione del detto “punirne uno per educarne cento”. O, meglio 28. Tanti quanti sono i Paesi dell’Unione europea. A dirlo è l’economista Antonio Maria Rinaldi. “Credo che la Commissione Ue abbia voluto procedere ad una forma di punizione affinché gli altri intendano”.

Tuttavia siamo noi adesso ad un passo dalla procedura d’infrazione.

“Era scontato. Quello che salta agli occhi è che la Commissione ha avviato una procedura mai avviata prima. Stiamo parlando di una regola del 2013 che “punisce” l’eccesso di deficit perché implica un incremento del debito”.

Sapevamo, però, che c’era il rischio di andare incontro a questo.

“Sappiamo altrettanto bene cosa sia accaduto con gli altri Paesi negli anni passati che si sono comportati in maniera simile: niente. Non si capisce perché si siano svegliati solo con l’Italia”.

Lei che idea si è fatto?

“Esattamente quanto dicevo prima: è più che lecito pensare che se gli altri Paesi adottassero le stesse strategie italiane, dunque contravvenendo alle regole dell’austerity, sarebbe di fatto una sorta di sconfitta per la stessa Commissione. E quindi hanno ritenuto opportuno agire con la mazza ferrata con l’Italia”.

Da Bruxelles, però, continuano a ripetere che questa Manovra farà crescere il debito. Come mai?

“È alquanto paradossale che la previsione del debito si basa su una presunzione, dato che ovviamente non si è ancora verificata. È quanto loro presumono in base ai calcoli che hanno fatto loro. Il che risulta particolarmente bizzarro: io ti punisco preventivamente perché io ritengo che questa tua Manovra non porterà crescita. È una presunzione basata su convinzioni che hanno i tecnici europei. E sappiamo bene che in passato tutte le previsioni formulate dalla Commissione europea si sono poi ex post rivelate completamente sballate, Grecia docet”.

Non le pare strano che Juncker abbia rinviato l’incontro con Conte a sabato, di fatto dopo la decisione della Commissione?

“Juncker si è fatto completamente latitante. In uno spirito collaborativo non mi pare il massimo, ecco”.

Ora cosa succede?

“La procedura ha delle tempistiche estremamente lunghe. Il problema è che bisogna inserire il tutto in un’ottica di mercati piuttosto turbolenti: a livello globale, e in particolare nell’Eurozona, c’è un ritracciamento a ribasso dei tassi di crescita e questo potrà comportare nel prossimo futuro situazioni analoghe a quella italiana. E infatti mi meraviglio che Paesi che sono sulla lama del rasoio, in particolare la Francia, potrebbero trovarsi nella situazione di dover sforare il famoso tetto del 3%. A quel punto sarei curioso di sapere il comportamento di questi Paesi oggi così intransigenti con l’Italia. A meno che non passi il solito ritornello junckeriano secondo cui “la Francia è la Francia””.

A proposito di Francia, che ne pensa dell’idea franco-tedesca di tagliare i fondi a chi non rispetta le regole?

“Sono gli ultimi colpi di coda. Macron è precipitato in maniera drammatica nei sondaggi, la signora Merkel non è che stia riscontrando enormi successi elettorali. Il fatto che questi due Paesi vogliano oggi proporre qualcosa di così forte e vincolante, mi pare folle”.

C’è il rischio che all’Italia vengano davvero tagliati i fondi europei?

“Va ricordato che l’Italia è un contributore netto per le casse Ue. Dunque il nostro Paese si troverebbe nella situazione in cui non solo le viene chiesto di dare di più rispetto a quello che incassa, ma addirittura di smettere totalmente di poter incassare. Ripeto: mi sembra una follia”.

Cosa deve fare il Governo ora?
“Andare avanti. Il deficit al 2,4% è il minimo sindacale per poter realizzare quanto il Governo ha dichiarato. Anche perché così si potrebbe dimostrare il fallimento delle teorie dei cultori dell’austerity, teorie che hanno di fatto creato solo disastri”.

La Commissione europea ha deciso di bocciare il bilancio programmatico del governo Conte perché fuori linea rispetto agli impegni italiani in un contesto di confederazione di stati sovrani nei quali ciascun paese è responsabile di mantenere finanze pubbliche in ordine per garantire la stabilità della moneta unica. La Finanziaria italiana per l’anno prossimo prevede un deficit pubblico del 2,4% del Pil, rispetto a un impegno precedente dello 0,8% del Pil, preso dinanzi alle istanze europee.  

"Il governo è convinto della validità dell'impianto della manovra: ci confronteremo con Juncker sabato sera e spero che confronteremo le nostre posizioni". Così il premier Conte commentando la bocciatura della manovra da parte di Bruxelles.

Da Roma il vice premier Matteo Salvini ha commentato: della bocciatura europea «avevamo, per così dire, sentore (…) . Risponderemo spiegando nel dettaglio la manovra, le riforme, gli investimenti». Ha poi aggiunto: «Mi sembrerebbe irrispettoso che arrivino sanzioni per una manovra di crescita» ad un paese che è tra i primi contribuenti dell’Unione. «Tra un anno ne parliamo, ma no ai pregiudizi. Noi nella manovra ci crediamo, e io non vado a sindacare sulle manovre degli altri Paesi».  

"E' arrivata la lettera di Bruxelles? Aspetto anche quella di Babbo Natale". Così il vice premier, Matteo Salvini risponde a chi gli annunciava l'arrivo della lettera di Bruxelles per l'apertura della procedura di infrazione. "Discuteremo educatamente come sempre abbiamo sempre fatto - ha aggiunto - Ci confronteremo. Vado avanti. Se qualcuno vuole convincermi che la Fornero sia giusta io non ne sono convinto".  

Bruxelles ci contesta qualche zero virgola di percentuale di crescita. Il problema del debito? È difficile intervenire sul debito se non c’è crescita. I mercati reagiscono non rispetto alla politica economica ma ad altre considerazioni”. Questo il commento di Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato, in diretta a Radio anch’io su Rai Radio1.

“A metà maggio lo spread era 312 e non c’era il governo. Io sono convinto che ci sia una speculazione in atto nel nostro paese”.

“All’Europa chiedo rispetto per il popolo italiano, visto che paghiamo ogni anno almeno 5 miliardi in più di quello che ci torna indietro. Diritto al lavoro, diritto alla salute e allo studio, meno tasse e più sicurezza: noi andiamo avanti! Vi voglio bene Amici”, è stato il primo tweet del ministro dell’Interno dopo la bocciatura della manovra.

 “Sempre convinti della nostra manovra e della solidità del nostro impianto economico”, è stato il commento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti dopo la bocciatura della Commissione Ue alla manovra. “Il debito di cui parla la Commissione sarebbe il debito del 2017, del precedente governo”, fa notare il premier.

“La Commissione europea deciderà quello che vorrà decidere: io penso che il premier Conte e il ministro Tria stiano facendo un ottimo lavoro nel tentativo di mediazione con la Ue ma non deve essere un muro di gomma. Veramente devo fare i complimenti al ministro Tria che sta combattendo come un leone”, ha affermato il vicepremier Di Maio.

“Penso che nei prossimi giorni la Commissione dovrà tener presente di cosa è l’Italia. Da Mastricht ad oggi l’Italia ha pagato 670 miliardi di euro di interessi sul debito. Siamo i più ligi alle regole di tutti. Lo continueremo a fare nonostante il nostro avanzo primario sia stato bruciato in interessi sul debito, siamo il Paese che ha l’avanzo primario più alto, abbiamo pagato il doppio degli interessi sul debito della Germania, siamo sempre stati in regola”.

“Però questo è il momento in cui dobbiamo aiutare la parte della nostra società che sta soffrendo di più: imprenditori, disoccupati, pensionati. Se non li aiutiamo, questo Paese non riuscirà mai ad abbassare il debito pubblico e a ripartire dopo la crisi”.

Confermando le numerose dichiarazioni delle ultime settimane, la Commissione europea ha bocciato la Finanziaria italiana per l’anno prossimo. Con l’occasione, ha pubblicato un allarmante rapporto sull’evoluzione del debito italiano, primo passo verso l’apertura di una clamorosa procedura per debito eccessivo, attraverso la quale le autorità europee potrebbero chiedere al paese riduzioni specifiche sia del debito sia del deficit, possibilmente entro tempi ridottissimi.

«Mi dispiace confermare la nostra valutazione secondo la quale la Finanziaria italiana è particolarmente a rischio di seria violazione della raccomandazione del Consiglio del 13 luglio scorso», ha detto a Bruxelles il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Alla luce del rapporto sull’evoluzione del debito che suggerisce come il criterio del debito non sia rispettato, «concludiamo che una procedura per debito eccessivo è giustificata».  

Il rapporto sul debito, ex articolo 126/3 dei Trattati, sarà ora trasmesso ai governi che ne faranno una prima valutazione tecnica entro due settimane. Successivamente, incassata la loro valutazione, l’esecutivo comunitario potrà presentare al Consiglio una raccomandazione in vista dell’apertura di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia.

Attraverso quest'ultima, Commissione e Consiglio potranno chiedere a Roma specifiche misure di risanamento dei conti pubblici secondo una tempistica precisa.
Il commissario Moscovici si è detto pronto a negoziare con il governo Conte «precise modalità» di applicazione della procedura: «La nostra porta rimane aperta al dialogo. Quanto più ci avviciniamo all’apertura della procedura, tanto più sarà essenziale per le autorità italiane avere un atteggiamento costruttivo». Ritenendo il bilancio «particolarmente a rischio di seria violazione» del Patto, Bruxelles potrebbe chiedere un aggiustamento di bilancio nel rapido giro di tre mesi dopo l’apertura della procedura.  

"La nostra analisi di oggi - rapporto 126.3 - suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato. Concludiamo che l'apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata". Lo scrive la Commissione Ue nel suo rapporto sul debito italiano.

La manovra italiana vede un "non rispetto particolarmente grave" delle regole di bilancio, in particolare della raccomandazione dell'Ecofin dello scorso 13 luglio. E' quanto rileva la Commissione Ue nella valutazione adottata oggi. E' con "rammarico" quindi che Bruxelles "conferma" la sua precedente valutazione della bozza del bilancio dell'Italia. "L'opinione del 23 ottobre identificava per il Dpb italiano un non rispetto particolarmente grave delle raccomandazioni fatte dall'Italia al Consiglio il 13 luglio 2018. In generale, basandoci sul Dpb rivisto e sulle stime economiche autunnali la Commissione conferma l'esistenza di un non rispetto particolarmente grave delle raccomandazioni. La Commissione ritiene anche che le misure incluse nel Dpb rivisto indicano un rischio di retromarcia sulle riforme che l'Italia aveva adottato in linea con le raccomandazioni", si legge nell'opinione rivista.

"L'analisi presentata in questo rapporto include la valutazione di tutti i fattori rilevanti e in particolare il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante gli intensificati rischi al ribasso, non possono giustificare il largo gap nella riduzione del debito, dato che il Pil è sopra il 2% dal 2016; e i piani del Governo includono una retromarcia su riforme passate, in particolare sulle pensioni", scrive l'esecutivo Ue nel rapporto sul debito.

"In una situazione di debito molto alto, l'Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa, invece della necessaria prudenza di bilancio. Inoltre, voglio dire che l'impatto di questa manovra sulla crescita sarà probabilmente negativo dal nostro punto di vista. Non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita, anzi, possibilmente il contrario", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis presentando l'opinione di Bruxelles sui conti pubblici italiani.

"Il debito italiano rimarrà attorno al 131% per i prossimi due anni. Non vedo come perpetrare questa vulnerabilità potrebbe aumentare la sovranità economica. Invece, credo che porterà nuova austerity. Con quello che il Governo italiano ha messo sul tavolo, vediamo un rischio che il Paese cammini nel sonno verso l'instabilità. Spero che questo rischio sia evitato", ha sottolineato Dombrovskis, aggiungendo che "negli anni scorsi l'Italia ha fatto progressi nella stabilizzazione della sua economia e il ritorno alla crescita e alla creazione di lavoro. L'incertezza crescente di oggi rischia di minare questi progressi". "Il nostro lavoro è evidenziare i rischi prima che sia troppo tardi, ed è quello che abbiamo fatto nelle scorse settimane e che facciamo anche oggi", ha detto.

Se l'Ecofin conferma la nostra valutazione" sull'apertura di una procedura per deficit eccessivo all'Italia, "allora potremo procedere col prossimo passo. Non posso prevedere una data precisa, dipende dagli Stati, ma potrebbe essere anche entro l'anno", ha aggiunto  il vicepresidente della Commissione europea ai microfoni di Skytg24.

"Il debito italiano resta la principale preoccupazione, l'Italia non sta rispettando il criterio del debito e per questo è giustificata una procedura per deficit eccessivo. Ma questo non significa che stiamo avviando ora una procedura per deficit eccessivo, perché ora spetta agli Stati membri" presentare la loro posizione "sulla nostra relazione", entro due settimane", ha detto il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici presentando il maxipacchetto sul semestre europeo per l'eurozona.

"Se gli Stati fossero d'accordo con le conclusioni della Commissione Ue, lavoreremo alla procedura per deficit eccessivo, con una nuova raccomandazione all'Italia, affinché venga corretto questo deficit e la traiettoria del debito. Se dovremo imboccare questa strada, discuteremo delle modalità, in primis con le autorità italiane. In una situazione di questo tipo il dialogo è più indispensabile che mai, la nostra porta è sempre aperta". Così il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, presentando il maxipacchetto sul semestre europeo. Il commissario ha però inviato al dialogo il Governo italiano, "dialogo non deve essere una parola vana ma una realtà perché molte cose dipendono dalla qualità del nostro dialogo quindi ora più che mai il dialogo non è un'opzione ma imperativo".

 "Sono molto preoccupato. Oggi la Commissione europea esprime l'ennesima valutazione negativa sulla manovra del governo italiano, che oltre a violare le regole che ci siamo dati, non stimola investimenti e crescita. Siamo isolati, lo spread è stabilmente sopra i 300 punti, la borsa è ai minimi dal 2016, abbiamo già perso 300 miliardi, cresce la sfiducia degli imprenditori". Così il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani su Facebook.

"A bocciare questa manovra non è tanto Ue, quanto la grande maggioranza di risparmiatori e investitori, a cominciare da quelli italiani - prosegue Tajani -. Adesso vi è il serio rischio che tutti gli altri governi dell'Unione europea decidano di sottoporre l'Italia a una procedura per debito eccessivo già entro gennaio, con effetti pesanti sulla nostra economia. Oltre ad una multa fino a 9 miliardi, rischiamo il congelamento di circa 10/15 miliardi di fondi regionali Ue.

Questo penalizzerebbe soprattutto il nostro Meridione, ma anche la competitività e l'innovazione al Centro e al Nord". Tajani ribadisce che "all'Italia serve una manovra completamente diversa: abbassare le tasse su imprese e lavoro; investire in infrastrutture, a cominciare da Tav, Gronda, Terzo valico e banda larga, sfruttando meglio i fondi Ue; zero tasse sulle assunzioni di giovani e disoccupati sopra i 50 anni; prestiti fino a 50.000 euro garantiti dallo Stato per chi vuole completare la formazione o creare un'attività". Infine l'appello: "C'è ancora tempo per cambiare questa manovra. I cittadini italiani non meritano di subire questo disastro per colpa dell'irresponsabilità del governo che, invece di risolvere i problemi degli italiani, si inventa ogni giorno nemici immaginari".

Al governo non nascondono più i timori di un assalto finanziario all'Italia. "Sono preoccupato per l'attacco di alcune parti del mondo finanziario che vedono nell'Italia un boccone da mangiarsi", ha dichiarato Matteo Salvini intervenendo ai microfodi di Quarta Repubblica su Retequattro. "Mi viene il dubbio che qualcuno agisca a colpi di spread percomprare pezzi dell'economia italiana", ha aggiunto riferendosi alle dichiarazioni dell'Abi secondo cui lo spread così alto non corrisponde alla realtà dell'economia italiana. Questo qualcuno, secondo il vice premier leghista, di trova "dall'altra parte del mondo". E a lui lancia un messaggio chiaro: "Sappia che c'è un governo che difenderà imprese e banche italiane a qualsiasi costo. E non metteremo mai una patrimoniale sui risparmi degli italiani".

Per Luigi Di Maio, che questa mattina ne ha parlato ai microfoni di Radio Anch'io, il sistema Italia starebbe "pagando il fatto che l'Unione europea si stia comportando da muro di gomma" verso il governo Conte. Pressioni che nei prossimi giorni rischiano di aumentare ulteriormente. Non a caso oggi il presidente dell'Euro gruppo Mario Centeno, intervenendo in commissione Affari economici del Parlamento europeo, ha il premier Giuseppe Conte di aver mandato a Bruxelles un piano di bilancio che non risponde ai rilievi della Commissione europea e che "non ha migliorato la situazione in termini di costi del finanziamento del debito". "E questo - ha chiosato - lo vediamo ogni giorno sui mercati".

Spero che, poiché dobbiamo difendere l'Europa, non si giochi a quello che gli anglosassoni chiamano il "chicken game", cioè correre verso un baratro e vedere chi si ferma prima, con il rischio di cadere tutti di sotto. Questo è quello che, penso, l'Italia certamente vuole evitare e penso che ci siano anche delle componenti ampie degli altri Paesi coscienti che vogliono evitarlo». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giovanni Tria, in conferenza stampa a Bruxelles dopo la riunione dell'Eurogruppo.

«Il programmo del governo non cambia ma c'è la volontà di discutere», ha assicurato il ministro dell'Economia. «Penso che uno sforzo debba essere fatto per riportare discussione sulla reale portata del tema», ovvero non solo sul deficit ma la discussione deve «tener presente» che «si conferma un rallentamento dell'economia europea non solo italiana». Anzi, in questo contesto, «l'Italia rallenta meno di altri», ha aggiunto.

Sul deficit «stiamo parlando di scostamenti che non sono grandi, perciò dico che bisogna riportare la discussione alla portata reale. Era necessario aumentare il deficit per fare le cose che il governo riteneva importante, ma certamente non abbiamo sforato i parametri», ha aggiunto il ministro dell'Economia.

«Non vedo pregiudizi anti-italiani ma sulle politiche economiche vedo posizioni di altri Paesi molto rigide», però «bisogna considerare che è un periodo elettorale per tutti i Paesi e molti di loro hanno difficoltà politiche interne molto forti mentre in fondo il Governo italiano ha un largo consenso», ha proseguito il titolare del Tesoro.

L’Europa sembra essersi concentrata sull’Italia come grande “malata” del Vecchio Continente. A sentir parlare Commissione, Stati membri dell’Ue e osservatori di Bruxelles e dintorni, il governo italiano, ma in generale il nostro Paese, sembra sempre quello più problematico. Roma è costantemente sotto la lente d’ingrandimento. Incapace di fare una mossa troppo “azzardata” senza essere colpita dalla scure delle minacce, dei moniti e delle procedure d’infrazione.

E mentre il governo italiano è l’osservato speciale di questa Unione europea, dall’altra parte delle Alpi, Emmanuel Macron si fregia del titolo di campione dell’europeismo e la Francia assume una sorta di aurea di potenza-guida dell’Unione europea e soprattutto del futuro dell’Europa, in una rivisitazione dell’asse franco-tedesco per riprendere quanto perduto in questi mesi di disfatte elettorali e di attacchi internazionali.

Pero quanto sta avvenendo nel territorio francese e quanto sta facendo il presidente Macron , è vero il contrario: Parigi è una vera e propria spina nel fianco dell’Unione europea. Anche se a tutti conviene dire il contrario. Da un punto di vista della situazione sociale, la Francia è un Paese che in molti, come ricorda Carlo Pelanda per La Verità, considerano sull’orlo della guerra civile. È il Paese europeo con più scioperi violenti, manifestazioni estreme, atti vandalici, con la guerriglia urbana che più volte sconvolge le periferie della capitale e anche altre grandi città d’Oltralpe. Una situazione esplosiva in cui, tra mancata integrazione e malcontento serpeggiante in diversi strati della popolazione, si rischia veramente il caos. Anche se viene tutto derubricato a “manifestazioni”.

Il problema è che tutto questo non è semplice protesta. È un malcontento popolare diffuso e strisciante che si innesta su un Paese dove la povertà è in aumento, molte aree rurali sono escluse dal benessere che si concentra molto spesso nelle grandi metropoli (e solo in alcune aree), e su un sentimento abbastanza diffuso di ostilità a qualsiasi cambiamento.

Matteo Salvini rassicura i mercati sulla stabilità del governo e risponde così a chi gli chiede se oggi la Lega è più alleata di Berlusconi o del Movimento Cinque Stelle. "Penso che se portiamo avanti quello che gli italiani ci chiedono non ci sarà nessun problema", ha aggiunto Salvini rispondendo a un'altra domanda sul rischio di implosione nei Cinque Stelle. E ha concluso: "Sono felice di quello che siamo riusciti a fare in questi 173 giorni di governo".

Poco prima aveva ribadito la sua "piena e totale fiducia nel presidente del Consiglio perché siamo qui per risolvere i problemi". "Il contratto di governo va bene così e intendo rispettarlo per i prossimi 5 anni", ha spiegato il ministro dell'Interno, "Per me la sostanza vale più della forma, quindi mi interessa solo che i problemi si risolvano".

Sul rischio spread e sul rapporto con l'Europa, Salvini non ha dubbi. "Noi dialoghiamo con tutti e siamo convinti che questa manovra aiuti l'italia", ha detto, "E se tutti analizzeranno senza pregiudizi le condizioni dell'economia italiana, del sistema bancario del nostro Paese, di una manovra che porta lavoro e crescita, lo spread non può che scendere e io sono convinto che così sarà. 

A meno che non ci sia qualcuno che giochi alla speculazione per danneggiare l'Italia e questo, come governo, non lo permetteremo". A Bruxelles, invece, l'Italia deve "indicare un commissario europeo che si occupi di economia e di lavoro, perchè di questo ha bisogno l'Italia". gli analisti di piazza Affari dietro all'ennesimo innalzamento del differenziale tra Btp e Bund ci sarebbe "la scelta del governo italiano di non modificare la manovra".

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