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La Bulgaria attraverso lo specchio del tempo

La Bulgaria degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso e il legame con l’Italia dell’epoca sono al centro della mostra “La Bulgaria attraverso lo specchio del tempo”, ospitata al Museo di Roma in Trastevere dal 12 dicembre al 12 gennaio 2020. Dopo lo straordinario successo che l’esposizione ha riscosso nella scorsa primavera a Sofia, presso la Galleria Nazionale D’Arte, la mostra romana vuole celebrare il 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Bulgaria e Italia – anniversario che coincide con la nomina di Sofia a capitale della Bulgaria – proponendo un allestimento interattivo con proiezioni 3D e percorsi multisensoriali.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è prodotta e organizzata dalla Values Foundation di Antonina Stoyanova, con il patrocinio dell’Ambasciata di Bulgaria in Italia, in collaborazione con l’Istituto Bulgaro di Cultura. Servizi museali Zètema Progetto Cultura. L’iniziativa è realizzata nell’ambito della strategia per le comunicazioni della Repubblica di Bulgaria nell’UE per il 2019. L’ingresso è gratuito per i possessori della MIC Card.

Le curatrici Irina Dilkova e Milena Kaneva rileggono in chiave multimediale il progetto espositivo bulgaro: utilizzando didascalie in realtà virtuale, QRCode e proiezioni 3D offrono una veste hi-tech, che suggerisce uno stimolante contrasto con l’epoca raccontata dalle immagini esaltandone il forte potere evocativo. Lo spettatore può infatti intraprendere un viaggio immersivo nel mondo bucolico della Bulgaria di 100 anni fa, attraverso un percorso multimediale costituito da 36 preziose lastre fotograficheche descrivono l’epoca in cui sono ambientate le foto, dal punto di vista storico, etnografico, geografico, diplomatico. Proiettati sulle pareti del museo, le lastre di vetro raccontano, nella loro versione animata, luoghi e costumi della Bulgaria degli anni ’20 e ’30 del ’900. Questi antichi reperti fotografici erano stati conservati, avvolti in fogli di carta sbiadita scritti a macchina: si trattava di missive diplomatiche, notiziari Reuters o BTA degli anni ’20 e ’30. Le notizie più interessanti che raccontano le vicissitudini dell’Europa del tempo sono state stampate nel formato dei giornali dell’epoca e fanno parte del percorso di visita della mostra.

Interessante e suggestiva è la storia di queste lastre fotografiche. Tutto ha inizio quando Nadezhda Bliznakov De Micheli Vitturi, un’aristocratica italiana di origine bulgara, incontra Antonina Stoyanova, allora First Lady della Bulgaria. Era il 1996 e decide di farle dono di un tesoro di famiglia: 36 lastre di vetro, antiche lastre fotografiche appartenute a suo nonno Marko Bliznakov, uno dei fondatori delle attività portuali del Paese. Il giovane Bliznakov si era laureato in Belgio in ingegneria e successivamente era stato inviato, per volontà del Principe Ferdinando, a specializzarsi in ingegneria portuale a Trieste. I primi anni del Novecento lo vedono uomo d’affari di successo, felicemente sposato con l’italiana Petronilla Veneziani, e Console Onorario della Bulgaria in Italia. Cognato di Italo Svevo, fece parte della Trieste cosmopolita degli inizi del secolo, tra i suoi amici più stretti anche lo scrittore James Joyce cui affida l’incarico di insegnare l’inglese alle sue amate figlie.

Marko Bliznakov ingaggiò alcuni fotografi per immortalare dei momenti della vita quotidiana bulgara e dei frammenti della bellezza del suo amato Paese. A quel tempo, le lastre di vetro costituivano ancora il principale supporto fotografico, solitamente negativo, cui veniva applicata un’emulsione fotosensibile di sali d’argento.

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