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I contrabbandieri cercano acquirenti dal Califfato

Un'intensa ondata di raid russi ha colpito stamane la provincia siriana di Hama e le zone limitrofe, nella vicina provincia di Idlib, nell'ovest del Paese Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che ci sono stati pesanti bombardamenti con missili terra-terra. Lo riferiscono i media internazionali.

Intanto I contrabbandieri con legami in Russia hanno portato avanti un mercato nero di materiale nucleare nell’Europa dell’est.

Secondo le autorità giudiziarie, la rottura della cooperazione tra la Russia e l’Occidente avrebbe aumentato le difficoltà a individuare i trafficanti"Ci possiamo aspettare altri di questi casi - spiega un ufficiale di polizia moldavo - finché i criminali pensano di poter guadagnare molto denaro senza essere arrestati, continueranno a farlo".

L’ultimo caso conosciuto risale allo scorso febbraio. In quel caso un trafficante aveva cercato un acquirente del Califfato per piazzare abbastanza cesio da "contaminare numerose città".

Tra organizzazioni criminali individuate dall'operazione, di cui l'Associated Press ha potuto visionare i fascicoli investigativi, ce ne sarebbero alcune legate all'agenzia succeduta al KGB russo. Queste, secondo le accuse mosse dall'Fbi, avrebbero messo in piedi un prospero mercato nero di materiale nucleare in Moldova. I capi di queste bande sono, tuttavia, riusciti a fuggire, mentre chi è finito in manette è comunque riuscito a evitare lunghe condanne. Tanto che sono presto tornati a contrabbandare materiale nucleare.

L'intento è piuttosto esplicito: puntano a mettere in contatto i venditori con i taglia gole dello Stato islamico e con altri gruppi islamisti del Medio Oriente. Negli ultimi cinque anni, secondo l'Associated Press, le autorità dell'Europa dell’est, in collaborazione con l’Fbi, avrebbero bloccato ben quattro tentativi di vendita di materiale radioattivo da parte di pericolosissime bande criminali.

E mentre continuano i raid, a Mosca il ministero della Difesa sembra aprire ulteriormente a una coordinazione con gli Stati Uniti. Se la visione dei due Paesi sulla crisi siriana non coincide - i russi vorrebbero Assad al potere anche dopo la guerra civile, la Casa Bianca non ci sente - la realtà dei fatti, con entrambe le aviazioni impegnate, è però innegabile

La Russia è pronta ad accettare la proposta americana di "coordinare le azioni nella lotta al gruppo terroristico dello Stato islamico in Siria".

Secondo Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa, le proposte "possono essere adottate. Bisogna solo definire alcuni dettagli tecnici che saranno discussi oggi". Intanto a fermare gli attacchi è stata l'Australia, che sostiene i suoi aerei non siano in questo momento necessari, ma ammette: "L'ingresso delle forze russe nello spazio siriano hanno aumentato il grado di complessità dell'operazione".

C'è la Siria occidentale nel mirino dei caccia russi. La zona di Hama e quella di Idlib, che da mesi ormai è interamente controllata da una coalizione largamente formata da milizie islamiste, il cui nerbo è formato da uomini di al-Nusra al-Qaida in Siria e Ahrar al-Sham, una delle formazioni più temibili tra quelle in lotta contro Damasco

Che caccia italiani bombardino nell’ambito di missioni internazionali non sarebbe una novità. È già accaduto negli anni scorsi in Libia, in Afghanistan, in Kosovo, nel Golfo Persico. Da tempo Washington pressa gli alleati per ottenere un maggiore impegno operativo nella coalizione che sta contrastando il Califfato in Siria ed i Iraq, senza tuttavia ottenere i risultati sperati. L’Italia impiega 530 militari, 2 aerei senza pilota Predator e un velivolo da rifornimento in volo KC 767, oltre ai 4 Tornado.

L'ipotesi che i Tornado bombardino le postazioni dello Stato islamico in Iraq è sul tavolo. Ma la cosa va valutata "assieme agli alleati" e, comunque, un’eventuale decisione "dovrà passare dal parlamento". Intanto, un primo faccia a faccia con il principale alleato della coalizione c’è stato ieri a Sigonella tra il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il capo del Pentagono, Ash Carter.

A lanciare l'allarme è Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa che, ai microfoni del corriere della sera spiega le regole di ingaggio della nostra Aeronautica.

Attualmente i nostri caccia che sorvolano i cieli dell’Iraq non hanno il pod da combattimento. Il pod è una sorta di contenitore smontabile che si trova sotto la pancia del velivolo e può essere "riempito" a seconda della missione. Qui manca il sistema di designazione o targeting che serve a "illuminare" i bersagli per le proprie bombe o per le bombe di altri aerei. Insomma, sono completamente disarmati. Una volta ottenuto il via libera del parlamento, ci vorrà del tempo per riconfigurare e dotare degli armamenti adeguati i quattro tornado attualmente dispiegati in versione Ids nella base del Kuwait nell’ambito dell’operazione "Inherent resolve" contro i tagliagole dell'Isis.

Tutto dipende dalle regole di ingaggio che definiscono quando, dove e come le forze in campo devono e possono essere utilizzate. "Si tratta di documentazioni in gran parte classificate - spiega Batacchi al Corriere della Sera - degli ultimi tempi un cambiamento delle regole di ingaggio richiede sempre più spesso un passaggio in parlamento". L'occasione per ridiscutere le regole d'ingaggio potrebbe essere il rifinanziamento del decreto missioni. Solo pochi giorni fa a New York Matteo Renzi aveva assicurato a Barack Obama "un sostegno risoluto sul fronte dell’azione antiterrorismo".

Ad Erbil (nel Kurdistan) e a Baghdad, inoltre, gli italiani stanno addestrando le forze di sicurezza curde. Ora potrebbe esserci la richiesta di un salto di qualità: raid dei caccia italiani contro obiettivi mirati in modo da supportare in maniera più decisa la resistenza dei peshmerga.

Intanto le truppe siriane, appoggiate dai raid dei jet russi, hanno lanciato oggi un'offensiva di terra contro gruppi di ribelli e formazioni islamiche non appartenenti all'Isis nella provincia di Hama. Lo riferisce l'Ong, Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus).  I combattimenti si svolgono nel nord della provincia di Hama, dove stamane l'Ondus aveva segnalato bombardamenti russi molto pesanti. Le forze governative hanno lanciato attacchi su varie direttrici, in particolare verso le aree di Atshan, Al Sayad e Latmin. Le formazioni islamiche hanno da parte loro bombardato a colpi di razzi le postazioni governative nelle localita' di Morek, Maan, Al Masasina e Markba, distruggendo sette veicoli militari. Due elicotteri russi sono stati visti da alcuni testimoni sorvolare l'area di Morek mentre veniva bombardata dai ribelli.Quattro navi militari russe hanno effettuato 26 lanci di missili "contro l'Isis" in Siria. Lo ha detto il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, citato dall'agenzia Ria Novosti.

Dall'inizio dell'operazione militare russa in Siria sono stati colpiti "112 obiettivi dell'Isis". Lo ha detto il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, citato dall'agenzia Tass.

"Secondo le informazioni militari che abbiamo ricevuto, la Russia ha condotto 57 operazioni aeree, di cui 55 contro l'opposizione moderata (a Bashar al Assad, ndr) e solo 2 contro Daesh", cioè l'Isis, in Siria. A dirlo, citato dall'agenzia di stampa statale Anadolu, è il premier turco Ahmet Davutoglu, rinnovando le critiche di Ankara all'intervento di Mosca.

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