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Verso il referendum

Nuovo affondo, dunque, di Salvini sul voto all'estero: "Io penso che nei consolati e nelle ambasciate ne siano successe di cotte e di crude. Ma conto sul fatto che il voto degli italiani, quello dei romani, dei milanesi, dei torinesi o dei napoletani, sarà un voto per il no che supererà anche gli eventuali Sì inventati e comprati da Renzi in giro per il mondo. Non sono preoccupato".

L'ultimo giorno di campagna elettorale vedrà il premier impegnato a Palermo, Reggio Calabria e, infine, a Firenze. "Il risultato del referendum è totalmente aperto, si gioca sul filo dei voti", dice alla convention per il sì nel capoluogo siciliano. Quindi un botta e risposta con la gente presente nel teatro per l'iniziativa referendaria. "Posso lasciare lunedì mattina..." dice Renzi ma la gente urla "no non no", e il presidente del consiglio aggiunge: "Era un modo di dire, un finale poetico. C'è un unico modo: vinciamo".

Ultimo giorno di campagna elettorale in vista del referendum costituzionale di domenica. E nuovo scontro, in particolare, sul voto all'estero. Il premier Matteo Renzi, secondo il quale il risultato è sul filo, va all'attacco di Matteo Salvini sulla questione del voto all'estero. "Mi spiace molto - ha detto Renzi a Rtl -  è un film che ogni volta si ripropone, il voto all'estero è stato proposto dall'allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra. Non capisco perché dire che lì si fanno i brogli, perché alimentare tensioni e polemiche? Ieri Salvini era in giro per l'Italia ad alimentare polemiche e in Ue si discuteva sul terremoto in Italia. Se fosse stato all'estero avrebbe onorato meglio il suo lauto stipendio e ruolo".  Ma il leader del Carroccio insiste: "Nonostante i voti inventati o comprati in giro per il mondo da Renzi, il voto degli italiani farà vincere il No". 

Pare che agli italiani l'appuntamento referendario del 4 dicembre non importi poi così tanto. Le ricerche che vengono effettuate dal nostro Paese su Google e che hanno per parola chiave «referendum» sono state pochissime, in ottobre. L'espressione «referendum costituzionale del 4 dicembre» è stata ricercata appena 18.100 volte. «Referendum costituzionale» solo 5.400 volte e ancora meno «referendum Italia», mille volte. L'espressione più pertinente all'oggetto, cioè «referendum confermativo», è stato ricercato sul motore di ricerca appena 480 volte. Gli italiani continuano, invece, ad essere interessatissimi ad avere notizie su «referendum Grecia», che si è svolto il 5 luglio del 2015 che, nello stesso arco di tempo, è stato ricercato ben 49.500 volte.

Secondo il quotidiano il Giornale : Il sito Truenumbers.it curato dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi ha verificato, una a una, tutte le promesse fatte dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dai promotori del Sì al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione firmata dal ministro Maria Elena Boschi. Ed ecco che rispetto ai risparmi per lo Stato e alla lotta alla Casta e allo snellimento delle procedure legislative, la freddezza dei numeri smonta le bufare propalate dal Sì una ad una. Ne abbiamo scelte cinque: il costo del Senato, appunto, l'iter delle leggi e il voto di fiducia e il costo del Cnel, che per il Csm è già stato abolito tanto che l'organismo di autogoverno della magistratura ha messo da parte 21 milioni per trasferirsi da Palazzo de' Marescialli nella sede di Palazzo Lubin. Con una curiosità: secondo il sito gli italiani che hanno cercato su Google lo scorso ottobre la parola referendum per informarsi rispetto alla riforma sono meno di 25mila.

Tra i 47 articoli che la riforma costituzionale continua il quotidiano intende modificare c'è anche quello riguardante il Cnel, che verrebbe abolito. Se passasse la riforma nello splendido Palazzo Lubin, sede del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, si trasferirebbe il Csm, il Consiglio superiore della magistratura che, a quanto pare, è sicurissima che la riforma otterrà il via libera degli italiani. Il grafico, infatti, mostra alcune delle maggiori spese previste dal Csm per l'anno in corso tra le quali spicca una uscita-monstre di oltre 21 milioni per pagare i costi del trasloco da Palazzo dei Marescialli a palazzo Lubin. Come vengono trovati questi soldi? Il Csm ha tagliato molte delle spese del suo bilancio colpendo soprattutto la spesa per il personale, calata del 7%: gli stipendi dei magistrati non sono stati toccati mentre sono stati colpiti quelli del «personale non di ruolo in servizio al Csm».

Secondo il Giornale :  La riforma costituzionale intende ridurre il numero dei senatori da 321 (compresi quelli a vita) a soli 100. Ma a quanto ammonterebbero i risparmi veri? Come si vede dal grafico si risparmierebbero 24,5 milioni per gli stipendi e 19,4 per diarie e rimborsi per un totale di 43,9 milioni di euro, lo 0,125% della spesa pubblica italiana. Ma c'è un aspetto, quello pensionistico, che non è stato mai preso in considerazione: di questi 315, almeno 150 avranno 60 anni e circa 90 di questi 150 saranno al termine di due legislature, quindi avranno il diritto alla pensione. Se ipotizziamo una spesa di 50mila euro per pensionato, abbiamo la cifra di 4,5 milioni di euro di esborso aggiuntivo. Ma c'è anche una piccola beffa: se il numero di senatori calerà del 69%, da 321 a 100, la spesa totale per il Senato scenderà solo del 16%, da 279 a 235 milioni. Vuol dire che pro-capite i senatori costeranno di più: da 869 mila euro si passerà a 2,35 milioni.

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