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Lunedì, 29 Aprile 2024

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La sindrome da sonno posticipato (DSPS, Delayed Sleep Phase Syndrome) è un disturbo del ritmo circadiano del sonno, un problema nella capacità di addormentarsi e avere picchi di veglia appropriati alla società in cui si vive, con le alterazioni che riguardano anche i ritmi circadiani della secrezione ormonale e della temperatura corporea. Chi soffre di questo disturbo solitamente non riesce a dormire sino alle prime ore del mattino e ha grosse difficoltà a risvegliarsi ad orari adeguati. Spesso queste persone hanno comunque una certa regolarità nell'orario di sonno e dunque se lasciati dormire assecondando le proprie esigenze interne, hanno una buona qualità di sonno ed un risveglio spontaneo. È per loro estremamente difficile andare normalmente a scuola o seguire un comune orario lavorativo. Se si autoimpongono uno schema di sonno più in sintonia con i ritmi della società (per esempio andare a dormire alle 23 e svegliarsi alle 7) vanno incontro a deprivazione di sonno, infatti, per quanto siano stanchi e assonnati, non riusciranno mai ad addormentarsi così presto, ne deriva che l'unico modo per alzarsi presto è rinunciare a buona parte delle proprie ore di sonno. Se non si riposa il giusto numero di ore di cui si ha bisogno, si manifesterà inevitabilmente un'eccessiva sonnolenza diurna. Questo disturbo solitamente si sviluppa in età scolare o durante l'adolescenza. Normalmente scompare in seguito, alla fine dell'adolescenza, ma a volte può persistere per tutta la vita. Formalmente descritto per la prima volta nel 1981 dal dottor Elliot D. Weitzman, viene spesso interpretato impropriamente quale insonnia cronica, disturbo psicologico o scarsa disciplina. Al momento della diagnosi bisogna fare attenzione ad operare una distinzione fondamentale tra i pazienti con una condizione reversibile, e quelli con una condizione irreversibile. Chi possiede una cattiva igiene del sonno (per esempio sottoporsi a intense fonti luminose come i tablet prima di coricarsi, andare a letto tardi) potrebbe manifestare sintomi simili nel breve termine, ma, applicando opportuni cambiamenti alla propria routine per un periodo sufficientemente lungo (dalle 2 settimane a un mese), è in grado di riallineare la fase del sonno con i ritmi civili e di ritrovare un sonno ristoratore. Il sonno posticipato reversibile sta diventando sempre più comune per via di recenti fenomeni sociali, come l'uso intensivo di pc, smartphone e tablet prima di coricarsi e l'abitudine di andare a letto tardi la sera; dunque, se un paziente presenta un sonno posticipato, nella maggior parte dei casi ricadrà in questa categoria. Il sonno non è come una banca, in cui ciò che si perde la sera lo si recupera la mattina o, peggio, nel fine settimana; il sonno per essere efficiente ha bisogno di essere collocato in un ritmo sonno-veglia che sia il più costante possibile e anche il più possibile allineato alle variazioni della luce ambientale. Un sonno poco efficiente predispone a una lunga serie di disturbi psichiatrici, gastrointestinali e cardiovascolari. Il discorso è diverso per il vero paziente affetto da sindrome del sonno posticipato, infatti quest'ultimo, nonostante tutti gli sforzi di volontà e i cambiamenti nello stile di vita, non è in grado di riallineare pienamente i propri ritmi, la sua è una condizione quasi irreversibile. Per cui in fase di diagnosi è innanzi tutto necessario imporre al paziente un forte cambiamento nello stile di vita, assicurarsi che lo segua, e in base alla risposta a tale terapia comportamentale classificarlo in una delle due categorie. In caso di reale sindrome da sonno posticipato si può ricorrere, oltre che all'igiene del sonno, anche alla luminoterapia, la cui efficacia è però molto variabile e limitata.(FONTE: Wikipedia). "Ma la pandemia è stata anche un grande fattore scatenante per la il “DSPS ", affermano gli scienziati, "perché molti potevano scegliere i propri orari di lavoro. E un programma giornaliero irregolare, lo stile di vita e le abitudini alimentari rendono solo DSPS più facile. Per questo è importante essere vigili su questo”. I ritardi del sonno non sono comuni solo tra gli studenti, ma anche tra gli insegnanti e le persone che lavorano la sera. E durante la pubertà, un periodo turbolento per molti, quasi tutti soffrono di DSPS, rivelano gli specialisti del sonno. Il problema principale per le persone con DSPS è che vogliono tornare al loro vecchio schema quando cercano di addormentarsi a orari normali. Sfortunatamente, la DSPS ha conseguenze ancora più grandi della semplice mancanza di sonno. La depressione, la paura di fallire e i problemi di concentrazione non sono rari dopo la DSPS. Annelies Smolders: “Il tuo orologio biologico ha completamente perso il conto ed è anche il sistema che regola altri ormoni, come il nostro umore. Ha quindi un enorme impatto su tutto il nostro corpo”. "Il problema più grande per le persone con RSPS è che vogliono tornare al loro vecchio regime se cercano di addormentarsi a orari normali", avvertono. “Vogliono andare di nuovo a letto tardi perché, essendo una persona serale, sono più produttivi di notte. Questo è qualcosa che si vede soprattutto tra gli studenti, in quanto possono permettersi di andare a letto tardi più dei lavoratori. Si può capire, ma gli esperti consigliano loro comunque di andare a letto a intervalli regolari, qualche giorno prima dell'inizio della lezione o prima che debbano alzarsi per qualcos'altro. Ma c'è anche una buona notizia: solo perché è genetica non significa che non puoi fare nulla. Fortunatamente, ci sono soluzioni. "Ma devi perseverare", dice la dottoressa Annelies Smolders, specialista in malattie del sonno. “Altrimenti ricadi nel tuo vecchio schema e devi ricominciare da capo, e questo può essere frustrante”. Se la fase del sonno è decisamente interrotta, l'esperto del sonno raccomanda aiuti esterni, come la melatonina, in modo che i nottambuli riacquistino il sonno la sera. “Non è un sonnifero, è il nostro ormone del sonno che puoi assumere sotto forma di pillola. È una soluzione rapida, ma è un ottimo modo se qualcuno sta avendo un sonno molto irregolare. ” I sonniferi, e quindi non gli ormoni specifici del corpo, dovrebbero essere evitati! Un altro buon modo è la terapia della luce, di cui la specialista è lei stessa una grande fan. Ci sono sveglie che non solo emettono suoni, ma imitano anche la luce del giorno. "Ma se vuoi davvero liberarti della DSPS, è meglio acquistare un paio di occhiali per la terapia della luce", afferma Annelies Smolders. “Questi sono occhiali con due lenti diverse che puoi cambiare e sganciare. Ci sono occhiali a luce blu che ti fanno tornare vigile e occhiali arancioni che migliorano il sonno”. I buoni occhiali per la terapia della luce non sono economici, ma vale la pena investire per il resto della tua vita. La luce blu nei nostri computer e smartphone ti impedisce di dormire. La luce intensa induce il tuo cervello a pensare che sia la luce del giorno, il che ti tiene sveglio. “Spesso è vista come una cosa negativa, ma in realtà è una luce sana e vigile. La luce blu fa male solo la sera, perché disturba il nostro bioritmo. Ecco perché ti consiglio di indossare questi occhiali al mattino quando vuoi iniziare la giornata senza intoppi. Le lenti arancioni fanno il contrario, bloccando la luce blu. Va bene per la sera.» I buoni occhiali per la terapia della luce evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non sono economici e spesso costano tra i 100 e i 200 euro. "Ma questo è per il resto della tua vita", dice Annelies Smolders. Quindi vale la pena investire se lavori molto al computer o hai problemi a dormire.

 

Grande attesa per il prestigioso evento “verde” di fine estate “Premio lago di Castel Gandolfo”, una nuova edizione dedicata al tema “Acqua e vita” che si terrà domani sera (venerdì 10 settembre) sulle rive del lago Albano a Castel Gandolfo presso la prestigiosa sede I Quadri della famiglia degli imprenditori Carducci.

La manifestazione è promossa dall’organismo ‘Lago di Castel Gandolfo’, nato dalla volontà di professionisti del mondo civico impegnati in prima linea nel settore “verde”, turistico, sanitario e giornalistico, in collaborazione con le istituzioni di vario grado, dall’Europa, al Governo fino ad arrivare al territorio regionale e comunale, che intendono perseguire l’obiettivo di tutelare l’ambiente attraverso azioni concrete e quindi abbracciare il progetto “Acqua e vita”.

I premiati che s’impegneranno nell’arco dell’anno a sostenere e promuovere, ognuno per le proprie competenze, il progetto “Acqua e vita” sono:

Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue

Guido D'Ubaldo,giornalista, caposervizio all'ufficio centrale del Corriere dello Sport e già Segretario del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti

Nicola Saldutti, Caporedattore Economia del Corriere della Sera

Il M° Roberto Giuliani Direttore del conservatorio di Santa Cecilia

Marina Baldi, biologa e genetista forense

Donatella Possemato, imprenditrice della salute, direttrice della clinica romana Santa Famiglia e fondatrice della Onlus “Donne for life”

Roberto Cingolani, fisico, accademico e ministro per la Transizione Ecologica

Vincenzo Campitelli console onorario d’Italia a Busan,Corea del Sud, professore di italianistica e latino.

Due importanti riconoscimenti al territorio che verranno consegnati dall’assessore all’Ambiente e delegato al Lago di Castel Gandolfo. Cristiano Bavaro andranno allo Chef Dario Carducci e al coordinatore della Protezione civile di Castel Gandolfo Fausto D’Angelo, presidente RNRE (Raggruppamento nazionale radiocomunicazioni in emergenza della Protezione civile Nazionale).

A condurre la serata la giornalista Chiara Rai, presidente del Premio, impegnata da circa vent’anni nell’informazione d’inchiesta finalizzata principalmente a denunciare i reati ambientali. Con lei l’artista romano Elvino Echeoni e la responsabile relazioni esterne Zaira Belfiore.

Tutti i premiati, esperti del settore ambiente, sanità, sport, magistratura, forze dell’ordine persone del mondo dello spettacolo e della musica, imprenditori, liberi professionisti, istituzioni, associazioni, volontari, albergatori, ristoratori,  potranno fare sinergia per l’obiettivo tutela dell’Acqua.  La kermesse, patrocinata dalla Regione Lazio e dal Comune di Castel Gandolfo, nelle precedenti edizioni ha già visto premiati altri ospiti d’eccellenza, personaggi quali il Prefetto Francesco Tagliente, il fotografo Rino Barillari. Una serata con ospiti illustri in platea: giudici, procuratori della repubblica oltre a vertici delle forze dell’ordine, ambasciatori, imprenditori e giornalisti che si distinguono per il loro impegno nella società e rappresentano un esempio di come ciascuno per il suo ambito possa contribuire a sposare un progetto di tutela ambientale e della persona umana con i valori costituzionalmente garantiti che tracciano un percorso condiviso.

Tra le azioni intraprese per l’obiettivo “Acqua e vita” verrà citato sicuramente un passo storico per il territorio, la sottoscrizione del patto di falda,un contratto riconosciuto dall’articolo 68 bis del Codice dell’Ambiente, sottoscritto da Enti pubblici e da associazioni. Grazie a questo strumento, raggiunto finalmente anche il Lago Albano e tra i cui fondatori si annovera il geologo ambientale Ettore Marrone (vicepresidente della sezione Società Italiana di Geologia Ambientale delle Marche, presidente del Comitato Promotore Candidatura Italiana Decimo Forum Mondiale Acqua) si intende raggiungere l’obiettivo comune di tutela attraverso una ricerca di sintesi e condivisione, a partire dalle azioni attuative del Parco, dei Piani di Distretto delle autorità dell’Appennino Centrale e Meridionale e da quelle dei Piani regionali di settore per superare le criticità dei laghi come l’abbassamento del livello delle acque. Ettore Marrone sarà presente all’evento: “Nella prossima edizione del 2022 – commentano gli organizzatori del Premio Lago di Castel Gandolfo– insieme alle istituzioni, le associazioni e i privati, intendiamo presentarci con dei progetti concreti, frutto dell’azione sinergica di tutti i premiati e delle istituzioni coinvolte, ognuno per il proprio ambito e competenze, che apportino un contributo fattivo per la tutela e salvaguardia dell’Acqua, fonte di vita e bene primario”.

Tra gli ospiti

Anche quest’anno, nonostante il periodo pandemico che costringe a una selezione degli ospiti per garantire il distanziamento, saranno presenti molti sindaci del territorio,esponenti delle realtà locali, personalità della cultura e dei mass media. Tra gli ospiti anche la cantante romana Beba Albanese, erede di Lando Fiorini, che regalerà un momento musicale con il brano “Roma nun fa la stupida stasera”: “Ognuno nel suo ambito – commenta Beba Albanesi – può e deve sposare il progetto “Acqua e Vita”.

In apertura e chiusura serata interverrà con l’Inno d’Italia, l’Inno alla Gioia e altri celebri brani il prestigioso Coro Alitalia che ha offerto il proprio sostegno alle iniziative umanitarie in Italia e nel mondo della onlus dipendenti Alitalia: “Esserci in questo momento così delicato – dice la coordinatrice del coro Barbara Bassetti - è un segnale di sinergia d’intenti e di grande attaccamento ai valori e simboli della nostra amata nazione” . Il coro è diretto dal Maestro Paolo Scurpa, laureato in Musica corale e Direzione di Coro ad indirizzo compositivo presso il Conservatorio di Musica “Licinio Refice” di Frosinone. Al piano Denis Volpi.   (G.N.)

L'estate porta con sé condizioni climatiche solitamente più gradevoli di altri periodi dell'anno, ma per gli anziani e le persone più fragili il caldo estivo può rappresentare un rischio, in particolare durante le ondate di calore. Questo fenomeno si verifica quando si registrano temperature molto elevate, diurne e notturne, protratte per un tempo superiore alle 48 ore, in combinazione ad un livello elevato di umidità.

La Società Italiana di Neurologia raccomanda di combattere in modo efficace le ondate di calore per tutelare anziani e in particolari gli anziani affetti da demenza o da altre condizioni croniche da malori, svenimenti o, nei casi più gravi, anche dal decesso.

“In questa stagione – afferma il Prof. Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia - sono maggiormente esposti i pazienti più fragili, avanti con l’età, soli o parzialmente soli, quelli con avanzata perdita delle autonomie e con la necessità di assumere farmaci per più patologie. Si tenga conto che già nelle persone sane le temperature elevate causano uno stress al nostro organismo e provocano sensazioni di facile affaticamento, vertigini, difficoltà di concentrazione, riduzione del quantitativo di urine emesse, alterazioni del sonno, facile irritabilità e uno stato di agitazione e di disagio. Tutto questo ha maggiori conseguenze nei pazienti con demenza, i quali generalmente tendono a idratarsi poco e a concentrare l’alimentazione nei pasti principali. Molto importante invece preferire pasti piccoli e frequenti, il più possibile variegati, cercando di accompagnare il pasto con liquidi”.

In verità, la disidratazione è il fattore di rischio maggiore di peggioramento e nella maggior parte dei casi non è adeguatamente prevenuta o contrastata. Spesso le persone anziane hanno una ridotta percezione della sete e spesso non ne avvertono la necessità. Nelle persone con demenza si aggiunge la difficoltò di esprimere i propri bisogni e spesso l’opposizione alle sollecitazioni. Rimane il fatto che l’idratazione deve essere garantita e promossa in tutti i modi possibili, prediligendo bevande non zuccherate e soprattutto succhi oppure estratti di frutta e di verdura. Tra questi, possono essere proposte succhi di arancia, melagrana, mirtilli, ananas, e tra le verdure pomodori, sedano, carote, cetrioli. Meritano di essere inclusi in questa lista anche l’anguria, il melone, e le pesche. Frutta e verdura contengono fino all’80% di liquidi e sono anche ricche di sali minerali, vitamine, antiossidanti e fibre, che, insieme all’acqua, consentono un buon funzionamento dell’apparato digerente.

A causa del rallentamento del metabolismo e dei farmaci, molti anziani soffrono di stipsi quindi frutta e verdura forniscono loro le fibre per aiutarli anche per questo ulteriore problema della vecchiaia. Giova ricordare che nelle persone con demenza, è fondamentale evitare di somministrare bevande alcoliche le quali aumentano la sudorazione, la sensazione di calore e la frequenza cardiaca.

Infine, vale la pena riassumere alcuni altri semplici consigli quali evitare di far uscire le persone anziane nelle ore più calde, prediligere abiti o indumenti leggeri in lino e cotone, dotare l’abitazione di condizionate o deumidificatore, cercando comunque di arieggiare nelle prime ore del mattino. In questo contesto, un ultimo consiglio riguarda i farmaci: con il caldo potrebbe essere indicato controllare la pressione arteriosa e ridurre o sospendere, laddove possibile, farmaci come i neurolettici, gli anticolinergici e gli antiipertensivi al fine di evitare che si manifesti un eccessivo abbassamento pressorio così come una crescente spossatezza.

 

Si è svolto dalle sede di Siracusa il tradizionale convegno dell'Istituto di Gestalt Hcc Italy, scuola di specializzazione in psicoterapia, legato al ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa:

La Reciprocità nella Relazione: Movimento, Intenzionalità, Cervello Sociale.

Ospiti del convegno Il professore Massimo Ammaniti, noto psicoanalista dell'età evolutiva, professore onorario di Psicopatologia dello sviluppo presso la facoltà di Medicina e Psicologia della “Sapienza” Università di Roma, autore di manuali di successo. Il neuroscienziato ed etologo, Pierfrancesco Ferrari, direttore dell’Institut des Sciences Cognitives “Marc Jeannerod” del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica (CNRS) a Lione, professore associato presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Il sovrintendente dell'Inda Prof. Antonio Calbi. Hanno relazionato inoltre i didatti dell'Istituto di Gestalt Hcc Italy. Ha aperto i lavori la direttrice dell'Istituto, la psicoterapeuta della Gestalt Margherita Spagnuolo Lobb: “I processi relazionali della prima infanzia vengono da qualche decennio  studiati con una nuova prospettiva che potremo riassumere nella frase: ‘Vedendo te che vedi me, so di esistere’. Le psicoterapie relazionali, che oggi includono la psicoanalisi, la psicoterapia della Gestalt e molti altri modelli, si basano su questa intuizione”. Il lattante, infatti, riesce a cogliere il modo in cui la madre lo rappresenta dentro di sé. Oltre a rispecchiare l’intenzionalità del neonato, il genitore aggiunge qualcosa di suo, una percezione e una emozione positiva. Questo sguardo aiuta il bambino a definire la differenza tra sé e gli altri, a sviluppare competenze sociali, e reciprocità amorevoli nelle relazioni. Anche nei rapporti coinvolgenti, noi riproduciamo il meccanismo appreso in questi scambi precoci". “E credo che anche il senso del bello si cominci a costruire fin dai primi mesi di vita, quando si verificano delle concordanze, delle condivisioni tra il bambino e la madre", ha affermato Massimo Ammaniti. Sensazioni che si possono rivivere quando ci si trova dinanzi all'opera d'arte, con cui c'è questo tipo di immedesimazione. Non è un'emozione permanente, sono dei picchi che si raggiungono in alcuni momenti”. "E' perciò fondamentale sostenere le madri a vedere il proprio figlio, laddove a volte guardano il cellulare e non il proprio bambino", ha aggiunto Massimo Ammaniti. Ha evidenziato ad esempio che durante la suzione, è importante che il genitore non interferisca con il lattante e rimanga in attesa sostenendo il processo. Se la madre interviene ripetutamente, lo chiama, il bambino rischia di trovarsi di fronte a dei messaggi contraddittori, come un invito ad interagire, che ostacola la giusta assimilazione del processo. Ha aggiunto inoltre, che purtroppo, nel nostro sistema sanitario, non sono previste persone competenti che danno un sostegno al comportamento delle madri in relazione ai loro bambini. Figure che invece esistono in Inghilterra. E le neuroscienze confermano le ricerche che vengono dal mondo della psicologia. “Già le prime esperienze affettive determinano una canalizzazione del sistema senso motorio, che se non viene stimolato sufficientemente diventa subito ipofunzionante”, ha affermato Pier Francesco Ferrari. Il neuroscienziato ha continuato ad esporre le sue ricerche, affermando che è stato riscontrato nei bambini piccoli separati dalle madri delle modificazioni su alcuni sistemi neurobiologici. E questo è stato confermato anche dai suoi studi sui piccoli macachi di tre giorni, che sono stati allontanati dalle loro madri e che nonostante le cure attente ed affettuose degli umani, erano in sovrappeso e presentavano un deficit del gesto affiliativo. Risultava carente inoltre il sistema di rispecchiamento delle espressioni facciali, di tre volte inferiore a quello riscontrato nei macachi accuditi dalle madri. "E anche il teatro si può definire un'esperienza di relazione", ha affermato Antonio Calbi. In questa forma di spettacolo sono infatti presenti molte forme di relazione, il rapporto tra personaggi ed interprete, vi è poi lo scambio tra i personaggi e la relazione molto particolare tra palcoscenico e platea, fatta di emozione, di pensiero, che è fisica, tattile, sensitiva.

Sono intervenuti inoltre:

Pietro Andrea Cavaleri: filosofo, psicologo e psicoterapeuta. Didatta presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

Marilena Di Pasqua: Psicologa e psicoterapeuta della Gestalt, didatta in formazione presso l’Istituto di Gestalt HCC Italy, collabora con il Centro Clinico e di Ricerca in Psicoterapia HCC Italy.

Michele Lipani: Psicologo, psicoterapeuta della Gestalt. Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy

Fabiola Maggio: Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

Antonio Narzisi: Psicologo, Psicoterapeuta presso l’Istituto Stella Maris di Pisa, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

Giancarlo Pintus: Psicologo, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell'Istituto di Gestalt HCC Italy.

Giuseppe Sampognaro: Psicologo, psicoterapeuta. Didatta dell'Istituto di Gestalt HCC Italy.

Silvia Tosi: Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt, didatta dell’Istituto di Gestalt hcc Italy.

Hanno coordinato le due giornate le dott.sse Graziana Busso. Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt, co-referente per la sede di Siracusa del Centro Clinico e di Ricerca in Psicoterapia HCC Italy, e Susanna Marotta, Psicologa, Psicoterapeuta, Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

 

 

Nella reale cornice dell’Hotels Cavalieri Waldorf Astoria a Roma si è svolto in presenza il 42° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), con dati illuminanti a supporto della crescita esponenziale di richieste per trattamenti di medicina estetica, nonostante il Covid-19. Finalmente ‘in presenza’ – ancorché con l’applicazione per gli esperti e i medici iscritti di tutte le tutele e le limitazioni imposte dal Covid-19 – nonostante le difficoltà evidenti: ma il presidente Emanuele Bartoletti non ha esitato a spostarlo a metà luglio pur di consentire a tutti di parteciparvi. “Perché se c’è una cosa che perde molto ed è difficile fare ‘a distanza’ è parlare di estetica – sottolinea Bartoletti – senza vederla”. Molti i temi ‘nuovi’ di quest’anno, “sui quali abbiamo messo a confronto sei opinion leader stranieri – dice Bartoletti – proprio per identificare quali sono state le ‘accortezze’, anche piccole, che negli ultimi anni hanno modificato (e in qualche caso ‘stravolto’) in maniera positiva i risultati della medicina estetica: magari piccoli interventi, ma molto importanti, che se non applicati possono impedire un ottimo risultato. Un gradino di crescita decisamente importante per la nostra specialità”.

La medicina estetica come rimedio allo stress da Covid-19.  La pandemia ha influito sulla ricerca di medicina estetica da parte dei pazienti. “Il trend positivo e la crescita hanno sottolineato come la medicina estetica rappresenti effettivamente una valvola di sfogo per tutte le donne e in qualche caso anche gli uomini che sono stati chiusi in casa, fuori dalla possibilità di incontrarsi – dichiara Emanuele Bartoletti in merito all’evidenza dei dati raccolti relativi al periodo pandemico – I trattamenti sono stati visti come una possibilità di ricominciare a prendersi cura di se stessi, di volersi bene dopo l’abbruttimento da smart-working e il periodo in cui andare al lavoro senza neanche togliersi la camicia da notte o il pigiama è sembrata la soluzione più plausibile e veloce. La medicina estetica quindi ha effettivamente rappresentato una fonte di salvezza per la psicologia di molte persone. Ecco perché in pandemia si è registrata questa crescita esponenziale”. In effetti i dati sono chiari. Dagli Stati Uniti fino all’Italia, il boom nelle prenotazioni di consulti per l’esecuzione di trattamenti estetici durante e dopo il lockdown, e le procedure di medicina estetica come iniezioni e peeling facciali sembrano essere di tendenza. Un trend che non sembra destinato ad affievolirsi nei prossimi mesi. La American Society of Plastic Surgeons ha riportato nei mesi di lockdown un aumento del 64 per cento delle richieste di sedute valutative per individuare il tipo di trattamento da eseguire una volta sollevate le restrizioni. Un dato simile è stato osservato dai medici della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons, che comunicano un aumento del 70 per cento delle richieste di consulto. L’Italia non si discosta da questi trend e registra un’impennata simile: nel 2020 gli interventi di medicina e chirurgia estetica sono aumentati del 25% rispetto al 2019. Tra i trattamenti più richiesti troviamo i filler nella area labiale (+42%), area zigomatica (+29%) e il riempimento delle rughe naso geniene (+28%) con una distinzione per sesso e fascia d'età. Se per il 57% delle donne 30-40enni risulta essere il trattamento più richiesto, il 43% degli uomini invece lo richiede in una fascia d'età più ampia ossia dai 30 ai 60 anni.

Cosmesi e mascherine. In cosmetologia il tema più ‘gettonato’ è quello dell’effetto delle mascherine sul viso delle pazienti: addirittura abbiamo previsto un una sessione che si chiama ‘make-up: il consiglio medico all'epoca del covid-19’ in cui si cercherà di capire quali sono i principi attivi e le sostanze presenti nei trucchi e in alcuni cosmetici che possano essere vantaggiosi o dannosi in un periodo in cui l’equilibrio della cute viene quotidianamente alterato dall'utilizzo delle mascherine; e si parlerà anche delle accortezze da rispettare.

Il rapporto tra medicina estetica e vaccino anti-Covid. Tra gli argomenti annunciati dal presidente SIME anche il rapporto tra filler e vaccino anti-Covid. “Comunicazioni scientifiche hanno riportato alcuni eventi avversi dopo il vaccino anti-Covid su pazienti che si erano sottoposti a trattamenti con acido ialuronico in passato. Sono stati fatti degli studi al riguardo e vedremo perché – con spiegazioni da parte di esperti di altissimo livello – questo non è assolutamente imputabile al vaccino anti-Covid, ma è una reazione assolutamente normale e totalmente prevedibile di fronte a qualsiasi tipo di vaccino. Si tratta di una reazione facilmente gestibile con una terapia a base di cortisone, che non ha mai dato effetti permanenti”, spiega Bartoletti.

Linee Guida per una efficace medicina estetica. Parola d’ordine: efficacia. Sarà questo l’obiettivo del Congresso nazionale di quest’anno: condurre un’analisi approfondita, in ogni sessione dedicata alle nuove frontiere, per rendere sempre più efficace la medicina estetica e permetterle di esprimere tutto il suo potenziale, al massimo delle sue possibilità. Gli esperti si riuniranno e si confronteranno per tracciare le basi della medicina estetica del futuro, in grado di rispondere ad esigenze precise e dettagliate da parte di pazienti sempre più consapevoli e che hanno imparato l’arte del ‘bello’ e hanno voglia di sperimentarlo per sentirsi bene, soprattutto mentalmente o per rimediare alle brutture delle ‘avventure pandemiche’ fino ad oggi trascorse.

Zoom Boom, luci e ombre sul volto. Una importante sessione della 42° edizione del Congresso verterà sull’importanza delle zone d’ombra e luce sul viso. “Un po’ lo smart-working e la nostra immagine ritratta continuamente in video-call, un po’ la voglia di sostituire con la medicina estetica risultati chirurgici al fine di risollevare dei tessuti inevitabilmente scesi per la gravità e per il tempo che passa sono i moventi che ci hanno spinto ad approfondire il tema del cosiddetto ‘zoom boom’ – conferma il presidente SIME – Così tenteremo di sradicare dalla mente dei professionisti quell’effetto luna piena che, in casi di riempimento, si ottiene a dispetto delle ombre sul volto”. “Queste risultano essere importantissime sia per l'uomo che per la donna – sottolinea ancora Bartoletti – Lo zigomo deve essere più sporgente rispetto alle guance e nell’uomo deve essere più protruso, deve esserci una zona in cui una lieve ombra rimane”. Non oltrepassare mai certi limiti, oltre i quali purtroppo si rischia di ottenere un risultato molto poco naturale con omologazione dei risultati. Questo vale anche per i solchi naso genieni, che vanno riempiti ma senza essere appiattiti. La tendenza allo zoom boom è stata riscontrata nei Millennials, ma soprattutto nella generazione Z: valutarsi non per come si è nella vita vera, ma per come si appare tramite uno schermo. È possibile uscire da questa visione che ha generato comportamenti compulsivi, disagi emotivi e insicurezza? Non è così semplice, ma il modo migliore per soddisfare le richieste di bellezza è farlo nel modo più costruttivo possibile, affidandosi a professionisti seri.

Liquid lifting. Si tratta della ‘standardizzazione’ di una tecnica in uso da tempo ma che non era mai entrata nell’uso comune: una procedura non invasiva, perché si tratta di ottenere un riposizionamento dei tessuti molli verso l’alto, agendo sulla struttura ossea. Liquid lifting significa, quindi, riempire con un filler – acido ialuronico o idrossiapatite di calcio – per riportare in tensione legamenti zigomatici o mandibolari che con l’invecchiamento si ammorbidiscono e si rilassano. Poi aumentare i volumi ossei per cercare di riempire un poco quel ‘sacchetto svuotato’ e riportarlo verso l’alto – per esempio sullo zigomo o sulla mandibola – e poi riempire, ad esempio, proprio quella parte che si trova davanti all’orecchio, dove c’è una struttura abbastanza importante, la fascia parotidea, che se riempita e gonfiata leggermente si porta dietro tutti i tessuti della parte intermedia del viso, quella della guancia.

Il collo. È una delle sfide più importanti della medicina estetica: qualcosa ovviamente si può fare, anche se bisogna considerare che la medicina estetica non riuscirà mai a fare quello che può fare la chirurgia. Una cosa è certa: l’intervento di lifting si può sicuramente procrastinare se si seguono i consigli e le indicazioni del medico estetico, e soprattutto se si riesce a mantenere la punta del collo in buone condizioni per più tempo possibile in termini di elasticità, di idratazione ecc.

La medicina estetica come rimedio in oncologia. In quest’ottica, diventa necessario – anzi essenziale – pensare alla nostra disciplina come ad un percorso terapeutico per il paziente oncologico. “Il ruolo della medicina estetica, in tal caso, è decisivo ed importante a livello sociale – afferma Bartoletti – il paziente oncologico, spesso e volentieri, se è seguito dal medico estetico durante la fase di chemioterapia, è mentalmente impegnato non solo a sconfiggere il cancro ma anche ad anticipare la sua ripresa, pensando in maniera più incisiva al momento della fine del processo chemioterapico per poter tornare ad essere presentabile, il più presto possibile”.

Rich girl face e le ultime novità.

Filler all’acido ialuronico, peeling chimici e iniezioni di botox diventano motivo di orgoglio e una sorta di status simbol da sfoggiare sui social media con hashtag dedicati. Lo sanno bene i professionisti dell’estetica che si dedicheranno all’argomento tra sociologia e tecniche soddisfacenti per le giovani pazienti. È stata definita ‘Rich girl face’ dal chirurgo plastico Dirk Kremer per Glamour Uk e interessa le ragazze rigorosamente under 30 e consiste nella ricerca da parte delle pazienti di avere e/o accentuare caratteristiche fisiche tali da essere individuate come le ‘ragazze ricche’.

Contro le fake news. ‘La pelle si-cura’ è la sessione che la SIME ha dedicato ai falsi miti e fake news sulla medicina estetica. La professionalità dei medici estetici e la consapevolezza dei pazienti dipende da una buona comunicazione e da un efficace contrasto alle fake news.  

Healthy ageing e medicina estetica. Non ha mancato un’attenzione alla longevità, vera risorsa del nostro Paese. Come invecchiare bene senza esagerare? Sì, gli integratori, vanno bene, però vanno presi soltanto al bisogno. Bisogna assolutamente abbandonare le mode e affidarsi agli esperti: è questo il vero segreto di chi vuole essere longevo e in salute. “La diagnosi è il vero punto di partenza per riconoscere le esigenze dei pazienti. Su questo ci soffermeremo in una sessione dedicata – annuncia il presidente SIME – Parleremo del collo, una delle sfide nella medicina estetica che, in questo caso, si vede ancora sconfitta dalla chirurgia”. È stato offerto un approfondimento sull’intervento di lifting come ultima spiaggia, anticipato da consigli da seguire, educazione da parte del medico estetico e soprattutto azione di prevenzione con mantenimento della punta del collo in buone condizioni per più lungo tempo possibile in termini di elasticità, di idratazione e di altri fattori che influiscono a trasformare una delle parti più sensibili del nostro corpo.

Approfondimenti. Oltre a questi argomenti, il Congresso SIME di quest’anno ha offerto numerosi approfondimenti su temi specifici. Tra questi le sessioni dedicate a esercizio, nutrizione e forma fisica, argomento che sta riscontrando sempre maggiore interesse, all’approfondimento sull’universo dei cosmetici in medicina estetica, in cui si vorranno sfatare i falsi miti per scoprire la realtà dietro questi prodotti, all’analisi degli esami più idonei da prescrivere nell’ottica della medicina anti-ageing, agli ormoni di maggiore attualità: DHEA e melatonina, alla terapia con vitamina A nella sua formulazione topica e in quella sistemica. Infine, è stata data ampia visibilità agli strumenti innovativi di marketing a supporto del medico estetico.

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