Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Lunedì, 29 Aprile 2024

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:310 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:771 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:814 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:957 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1514 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1620 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1437 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1605 Crotone

Legge di Stabilità, Bruxelles: Italia a rischio

La bozza di Legge di Stabilità analizzata da Bruxelles mette l'Italia a rischio di "non rispetto delle regole su deficit contenute nel Patto di stabilità": questa l'opinione della Commissione che mette l'Italia nel gruppo dei Paesi a più alto rischio di sforamento dei parametri.
Niente flessibilità sugli investimenti, il cosiddetto 'bonus Ue' che aveva chiesto l'Italia, perché il debito italiano è troppo alto: "L'Italia non ha accesso alla clausola per gli investimenti perché il debito non si è evoluto in modo favorevole": lo ha deciso la Commissione Ue dopo aver analizzato la Legge di Stabilità.
Intanto mentre Letta :
L'Italia e' un paese dal cui successo o insuccesso può dipendere una parte dell'uscita dalla crisi della Ue". Lo ha detto il premier Enrico Letta intervenendo a Lipsia al congresso della Spd tedesca.

"L'Italia ce l'ha fatta da sola e ce la fa da sola, ed è per questo che ora può chiedere con forza una svolta dell'Europa sulla crescita", è il forte messaggio che il premier Enrico Letta ha lanciato "all'opinione pubblica tedesca" intervenendo a Lipsia. Letta ha ricordato che "l'Italia non ha chiesto niente a nessuno, neanche un euro" e ha combattuto la crisi con le sue forze. Anzi, ha ricordato, ha contribuito al fondo salva-Stati con 54 miliardi di euro, a fronte dei 61 della Francia e degli 81 della Germania, Paesi con economie più grandi della nostra. "Dobbiamo togliere l'immagine, lo stereotipo che l'Italia sia un Paese assistito", ha sottolineato Letta nel suo intervento.

"L'Italia, come la Germania e la Francia, tre paesi fondatori dell'Ue, hanno doveri di solidarietà e responsabilità globale", ha poi spiegato Letta.

"Nel secondo semestre dell'anno prossimo saremo in grado di avere carte le carte in regola", in vista della leadership europea. "L'obiettivo che intendo portare avanti con determinazione" - ha spiegato Letta - è "di avere per la prima volta nello stesso tempo il debito pubblico che scende, il deficit per il terzo anno di seguito sotto il 3%, la spesa pubblica primaria finalmente in calo, le tasse sulle famiglie finalmente in discesa e il segno piu' davanti alla crescita fino all'obiettivo dell'1 per cento l'anno prossimo".

"Abbiamo bisogno che l'Europa faccia partire la legislatura della crescita, la lotta alla disoccupazione e alla disuguaglianza", ha aggiunto il premier dopo aver incontrato, appena giunto a Lipsia, il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, e il presidente della Spd, Simgmar Gabriel. Il premier, prima del suo intervento al congresso della Spd, ha quindi ricordato che la lotta alla disoccupazione sarà tra le priorità del semestre italiano di presidenza in Europa.

Se non si farà una politica comune per la crescita e contro le disuguaglianze rischieremo di avere "il parlamento europeo più antieuropeo della storia": così Letta parlando delle elezioni europee del 2014. "Non possiamo più sbagliare come ha fatto l'Europa nei primi anni della crisi", ha aggiunto.
La Legge di Stabilità dell'Italia "evidenzia progressi limitati" sulle raccomandazioni sulle riforme strutturali fatte dal Consiglio a maggio scorso: così la Commissione Ue nella sua analisi sulla bozza di legge.
La Commissione europea "conta molto" sugli impegni presi dal Governo italiano in particolare "sulla spending review portata avanti da Carlo Cottarelli". Lo ha detto il vicepresidente Olli Rehn parlando della situazione italiana. "E' importante che la spending review in Italia dia risultati già nel 2014 perché porterà ad una riduzione del debito e quindi a rispettare le regole Ue che porteranno a beneficiare della clausola per investimenti": ha detto sottolineato Rehn. "L'Italia deve fare sufficienti progressi verso l'obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio, ndr), riducendo il debito l'anno prossimo assicurando un aggiustamento strutturale di almeno 0,5% del pil".

Dalla Commissione Ue "nessuna bocciatura: sui rischi segnalati già misure per disavanzo e debito". E' quanto si legge in un Tweet del profilo di palazzo Chigi che rimanda a un comunicato diffuso dal ministero dell'Economia.

Le misure che la Commissione richiede sul debito sono in fase di definizione ed avranno effetto sul corso dell'anno": lo ha detto il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni. 'Non c'e' bisogno di fare cambiamenti nella legge di sbilancio''. Saccomanni ha spiegato che ''con le linee che abbiamo già programmato raggiungeremo il risultato'' di ridurre il deficit 2014 al 2,5% ed essere in linea con i parametri. ''Non c'e' bisogno di fare cambiamenti nella legge di bilancio - ha detto il ministro - problema e' se ci sono ulteriori scomputi per investimenti futuri. Non e' questa la sede per entrare nei dettagli. Noi dichiarato che l'Italia per essere in linea con i parametri doveva stare sotto il 3% e abbondantemente per rispettare anche il paramentro del debito. Nella pianificazione ci mettevamo 2,5 per cento. Loro stimano una minore crescita del Pil e ritengono che avremmo dovuto stimare un deficit al 2,7% e noi siamo più alti e quindi non è sufficiente con il futuro. Noi con le misure gia' programmate questo risultato lo raggiungeremo''.

E' quanto afferma il ministero dell'Economia e delle Finanze in una nota, dopo le osservazioni Ue sulla Legge di Stabilità precisando che sono ''già in campo misure per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014''.
La Commissione europea, spiega il ministero dell'Economia in una nota, nelle sue odierne comunicazioni, sottolinea che "le leggi di bilancio di tutti i Paesi dell'area Euro non violano in maniera sostanziale gli obblighi del Patto di Stabilità e Crescita e che non è necessario richiedere revisioni dei piani di bilancio''. L'opinione della Commissione sul DDL di stabilità dell'Italia mette in luce "un rischio che la legge di stabilità per il 2014 non assicuri il rispetto delle regole del Patto di Stabilità e Crescita. In particolare, le previsioni della Commissione sottolineano il rischio che la legge di stabilità non consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL in linea con il benchmark di riduzione del debito''. Tale valutazione discende da una stima di crescita del prodotto che, come è noto, non coincide con quella del Governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica. Va poi sottolineato che la crescita del debito in rapporto al PIL è la risultante della recessione che si è protratta fino al 2013 e del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni (quasi 50 miliardi di euro in 12 mesi tra il 2013 e il 2014), operazione concordata con la Commissione europea. Anche il sostegno finanziario ai Paesi dell'area dell'Euro in difficoltà ha contribuito alla dinamica del debito. Inoltre, nel formulare il suo giudizio la Commissione non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal Governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione. Provvedimenti che da un lato rappresentano uno stimolo all'economia, dall'altro saranno in grado di produrre gettito e risparmi di spesa aggiuntivi che il governo intende utilizzare per ridurre ulteriormente il disavanzo e il debito del 2014, oltre che per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Al riguardo possono essere ricordati interventi come la spending review (ricordiamo che il programma di lavoro del Commissario straordinario è già stato trasmesso al Comitato interministeriale, che lo discuterà nei prossimi giorni), la riforma del sistema fiscale attraverso la delega che il Parlamento sta ormai per varare, il programma di privatizzazioni, il rientro dei capitali illecitamente detenuti all'estero, la rivalutazione delle quote del capitale della Banca d'Italia (sulla scorta di un'analisi già effettuata e resa pubblica la scorsa settimana). Queste misure rafforzano il carattere innovativo della Legge di stabilità 2014 che, per la prima volta dopo diversi anni, avvia un percorso di riduzione della tassazione e di riqualificazione della spesa pubblica tagliando quella corrente ed aumentando la quota destinata agli investimenti, su un arco di tempo triennale, un periodo adeguato affinché gli interventi in essa contenuti possano estrinsecare pienamente i loro effetti. Il Governo condivide il giudizio della Commissione sull'esigenza di continuare a perseguire una strategia di consolidamento delle finanze pubbliche e di riduzione del debito e ritiene che le misure sopra indicate avranno effetti positivi sui conti pubblici, in linea con quanto richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita, senza bisogno di ulteriori interventi. Dopo il giudizio della Commissione, la Legge di stabilità sarà discussa dall'Eurogruppo il 22 novembre prossimo.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI