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Il prof. Becchi sul blog di Grillo: "La Cancellieri e lo scudo di Napolitano"

Napolitano che conferma la fiducia a Cancellieri è una ulteriore "picconata" alla Costituzione e "un'ulteriore riprova della necessità di mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica". E' quanto scrive il prof. Paolo Becchi in un lungo post ospitato dal sito di Beppe Grillo con il titolo "La Cancellieri e lo scudo di Napolitano".
La posizione del governo non cambia ed è di fiducia nel ministro Cancellieri. E' quanto ribadiscono fonti di P. Chigi che interrogate sull'eventualità di nuovi accadimenti rispondono: "In tal caso si valuterà con attenzione".

Sul caso Cancellieri "nessun soggetto è stato iscritto nel registro degli indagati" dalla Procura di Torino, che ha invece "formato un fascicolo modello K di atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti": lo ha precisato il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli. Il fascicolo modello K aperto oggi dalla Procura di Torino "sarà trasferito alla Procura di Roma in quanto territorialmente competente", ha spiegato in una nota il procuratore Caselli.

Nessuna ingerenza, nessuna pressione. La leggerezza, semmai, di aver fatto "prevalere i sentimenti" sul doveroso "distacco" istituzionale. Con la consapevolezza, però, di non aver "mai derogato" ai doveri di ministro. Si difende a testa alta, Annamaria Cancellieri. Davanti alle due Camere il ministro della Giustizia fornisce quel chiarimento sulla vicenda Ligresti che lo stesso governo le chiedeva. E la maggioranza le conferma la fiducia con due lunghi applausi, prima ancora che con dichiarazioni di rinnovata stima. Ma non è finita, perché il M5S pretende che si votino le sue mozioni di sfiducia al ministro. Un altro passaggio in Aula, forse due, prima di poter archiviare la vicenda in Parlamento. "Ho la coscienza limpida", dice in mattinata la Guardasigilli da Strasburgo, dove è andata a parlare di carceri, convinta di avere "intrapreso la strada giusta" contro il sovraffollamento. Ma non è la sua azione politica sul banco degli imputati, bensì l'interessamento per il caso dei Ligresti. Alle 16 il premier Enrico Letta accoglie il ministro a Palazzo Madama. Poi in Aula per il lungo discorso che spiega, punto su punto.

"Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti", puntualizza subito Cancellieri. La magistratura torinese si è mossa per sua "indipendente decisione", "non per mia ingerenza": lo testimonia "in modo incontrovertibile" il fascicolo giudiziario. La Guardasigilli afferma di aver "sempre agito senza mai derogare ai doveri di ministro". Nega di essere intervenuta anche per Jonella Ligresti. Ammette che non tutti i detenuti hanno un "diretto contatto" con lei. Ma ribadisce di essersi interessata a oltre 100 casi, "agli atti degli uffici". Ogni volta ha agito, spiega, sentendo "il peso" di "ogni vita che si spegne in detenzione: una sconfitta per lo Stato". "Addolorata". Così si descrive Cancellieri ai parlamentari che l'ascoltano in silenzio. Rivendica con orgoglio che la sua carriera non è mai stata influenzata da rapporti personali. Ma riconosce che nella telefonata con Gabriella Fragni intercettata dalla magistratura, esprimeva "un sentimento di vicinanza" che può aver "ingenerato dubbi" sul necessario "distacco" richiesto dal ruolo di ministro. E' dunque con rammarico, ma con la coscienza a posto, che Cancellieri trae le sue conclusioni: "Non voglio essere d'intralcio, pertanto non esiterò a fare un passo indietro" se "è venuta meno" la fiducia del Parlamento. La risposta arriva subito, eloquente. Applaude Letta, che a fine giornata rinnoverà con una stretta di mano la fiducia al suo ministro.

Applaude la maggioranza Pd-Pdl-Sc. Per il Pdl il vicepremier Angelino Alfano l'aveva detto già in mattinata: "Invitiamo convintamente il ministro a rimanere". E anche se non rinuncia al paragone con la telefonata di Berlusconi per il caso Ruby, Renato Brunetta la invita a "non farsi intimidire". Il Pd, la cui posizione critica alla vigilia preoccupava il governo, non rinuncia a sottolineare quanto sia stata "inopportuna" la telefonata con la Fragni potendo ingenerare il sospetto - parole di Roberto Speranza - che per lo Stato, per le Istituzioni, "ci sono cittadini di Serie A e di Serie B". Ma ascoltata la spiegazione dei fatti, attraverso il segretario Guglielmo Epifani conferma la fiducia. Così come Sc, che sottolinea il tentativo di qualcuno di dare uno "scossone" al governo. Molto più critici i toni dell'opposizione. Cancellieri non convince M5S, Lega, Sel e Fdi. "Dimissioni", invoca a gran voce il Carroccio. "Se le intercettazioni riguardassero Berlusconi si straccerebbero tutti le vesti", dice il grillino Alfonso Bonafede, che parla di un dibattito "ipocrita". Non rinunciano, dunque, i 5 Stelle alle loro due mozioni di sfiducia. Intanto :

Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri potrebbe dimettersi prima del voto sulla mozione di sfiducia di mercoledì in Parlamento, aveva riferito una fonte del governo italiano al Financial Times.

"La Cancellieri non ha fatto nulla di scorretto, semmai è illegale la pubblicazione dei tabulati di telefonate private tra lei e altre persone non indagate. Tuttavia è evidente che c'è un problema delicato che la procura di Torino ha il dovere di chiarire al più presto. Se riterranno atto dovuto mettere sotto accusa il ministro della Giustizia, si crea un problema di opportunità. Questa novità cambierebbe lo scenario e richiederebbe al ministro Cancellieri un atto di responsabilità". Così Massimo D'Alema ad Agorà.

Se Enrico Letta "mollerà" il ministro Cancellieri farà ritornare l'Italia ai tempi di "mani pulite". Così Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. "In relazione alla vicenda del ministro Cancellieri il presidente del Consiglio, Enrico Letta, deve decidere: o si assume l'intero onere della difesa del suo ministro della Giustizia, oppure sceglie di mollarlo al suo destino in ragione dell'iniziativa di qualche Procura della Repubblica. In questo secondo caso condannerebbe l'Italia a tornare indietro di 22 anni, quando furono le Procure a decidere chi aveva diritto di governare e chi no", conclude.

''Alcune telefonate del ministro Cancellieri sono state inopportune''. Lo ha detto Mario Monti intervistato da ''Omnibus'' (La 7). ''Stimo moltissimo il ministro - ha aggiunto l'ex premier - anche per il fatto che ha difeso fino in fondo la razionalizzazione della geografia dei tribunali nell'interesse degli italiani. Su questo fronte ha tenuto testa a a molte pressioni. Non ha nulla a che fare con Scelta Civica, l'abbiamo appoggiata e Scelta perchè persona indipendente''. ''Come voterò sulla mozione di sfiducia a Cancellieri? Sarà a scrutinio palese e sarà possibile vedere come tutti voteranno''. L'ex premier ha poi criticato un certa insistenza dell'informazione televisiva: ''Bisogna ridimensionare il ruolo istituzionale che la tv ha in modo strisciante. C'è il Parlamento e tra questi due ruoli non bisogna fare confusione''.

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