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Dopo circa un mese dall’insediamento del nuovo Esecutivo, ancora non si registrano significativi passi in avanti nel comparto Scuola. Nel contesto di una pandemia che non accenna a rallentare, assistiamo ad un insulso balletto tra Regioni, TAR e comitati contro la DAD che portano a una chiusura e riapertura degli Istituti. Circostanze che rendono il quadro ancor più confuso e deleterio. Atti che dimostrano ancora, purtroppo, la mancanza di un indirizzo preciso che si trasporta ormai da troppo tempo”.

Le dichiarazioni del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, non lasciano spazi a dubbi: “Innanzitutto occorre precisare, e con forza, che non esiste alcun docente che possa preferire la DAD alla presenza, ma non può nemmeno esser taciuto che la stessa Didattica a Distanza è scuola e impegno per tutti i lavoratori del settore e come tale deve essere riconosciuta e valutata. Le scelte sulla scuola derivante dal rischio Covid non possono essere lasciate nelle mani di terzi che valutano carte ed aspetti giuridici, così come non possono essere delegate a interessi di parte e politici. Chi dirige ha l’onere e l’onore di fornire indicazioni precise, sulle quali confrontarsi, ma nel rispetto di chi il lavoro, comunque, lo sta svolgendo. La scuola è insegnamento ed educazione, non semplice luogo dove intrattenere i giovani. I docenti, il personale, quelli che definisco “i professionisti della conoscenza” svolgono un ruolo di altissimo profilo e non possono essere trattati come semplici strumenti da utilizzare!”.

L’UGL Scuola pone, in tal modo, l’esigenza che siano forniti elementi chiari e inattaccabili a fronte di uno scenario che si fa, purtroppo, ogni giorno più complesso.

Le decisioni devono essere assunte in maniera lucida e ferma per limitare la furia pandemica del Covid. Questo significa avere il coraggio d’assumere posizioni a tutela della salute comune compresa quella dei giovani e del personale scolastico. Non farlo - continua il Segretario UGL Scuola – sarà segno tangibile che, ancora una volta, avrà avuto la meglio il deleterio equilibrismo politichese e non la coerenza dei fatti. Da parte nostra abbiamo sempre ribadito disponibilità al confronto, ma se questo non dovesse essere non temiamo di alzare la voce, attivare le iniziative necessarie e denunciare le responsabilità. Di chiunque siano”.

Avviato in occasione dell’uscita del Nuovo Devoto-Oli - il celebre vocabolario d’autore della lingua italiana uscito a fine 2017 in versione completamente rinnovata a 50 anni dalla prima edizione – è giunto a compimento il concorso #leparolechesiamo, i cittadini che diventiamo, il progetto avviato da Mondadori Education e rivolto a tutte le scuole secondarie di I e II grado per promuovere una riflessione comune tra gli studenti sui temi dell'integrazione e della convivenza. Due concetti fondamentali nella società odierna da insegnare e promuovere proprio nell’ambiente ormai multiculturale della scuola italiana, iniziando dall'educazione e dalla formazione linguistica, che hanno un ruolo di primo piano nell’inclusione sociale. Lavorare sul significato stesso di questi termini aiuta i ragazzi ad acquisire le competenze di cittadinanza e a sviluppare una coscienza civile.

Oltre 1000 le scuole che hanno aderito da tutta Italia, impegnando le classi a produrre testi e immagini a partire dalla propria esperienza personale. Due le categorie: per i ragazzi delle scuole medie l’invito era scrivere un racconto ambientato ai giorni nostri che descrivesse la storia di un ragazzo straniero trasferitosi in Italia, mettendo in luce le difficoltà incontrate, i modi in cui sono state superate e grazie all'aiuto di quali persone. Gli studenti delle superiori dovevano invece scrivere un racconto ambientato in epoche passate con protagonista un ragazzo italiano emigrato in un Paese straniero, prendendo spunto da esperienze nella storia delle proprie famiglie o dai racconti di conoscenti e amici di famiglia del proprio gruppo di riferimento che avevano vissuto l'esperienza dell'emigrazione.

Ciascuna classe era poi chiamata a individuare le 5/7 parole più significative e tradurle nelle lingue dei Paesi d'origine degli studenti non italofoni della classe o corredarle di fotogallery e video.

Grazie anche al grande impegno degli insegnanti, sono stati più di 500 i lavori arrivati, in molti dei quali emerge il concetto di lingua come veicolo d’identità e integrazione, con interessanti parallelismi tra esperienze raccontate: le traversate in America dei connazionali che spesso ripropongono difficoltà e disagi degli sbarchi di oggi. Testi di notevole qualità, accurate ricostruzioni storiche, racconti toccanti, ricchi di emozioni, non retorici, ben scritti e correttamente contestualizzati, che hanno messo non poco in difficoltà la redazione del Nuovo Devoto-Oli che ha dovuto scegliere le classi vincitrici.

Aiuto, amicizia, angoscia, armonia, cordoglio, cultura, famiglia, identità, inadeguatezza, integrazione, isolamento, libertà, mancanza, scambio, solitudine, sorriso, tolleranza: queste le parole scelte dai ragazzi, che svelano un clima molto diverso da quello al quale ci hanno abituato le cronache attuali, un clima di empatia, accoglienza, comprensione, dove razzismo e violenza non trovano posto, e dove anzi è proprio la lingua lo strumento che valorizza uno scambio anche culturale.

Siamo noi il suo vocabolario’ scrivono efficacemente alcuni studenti parlando del ragazzino straniero appena arrivato nella loro classe. E ancora l’ingresso di Dia in classe ci ha fatto capire che, al di là della provenienza geografica, della religione e della lingua siamo tutti uguali e abbiamo bisogno solo di amicizia, affetto, solidarietà, comprensione e aiuto e senza ciò non siamo nulla.

Proprio le parole scelte dai ragazzi sono state il punto di partenza per un breve viaggio ideale nella storia della lingua italiana, con la guida del linguista Giuseppe Antonelli, autore del recentissimo Il Museo della Lingua Italiana. Un viaggio nel tempo attraverso le parole, per cogliere i profondi cambiamenti, la ricchezza delle tradizioni locali, gli scambi con le altre lingue e ritrovare, sparse un po’ ovunque nell’odierno villaggio globale, le tracce della nostra lingua.

Nove le classi premiate, una vincitrice per categoria più 7 menzioni speciali, provenienti da Capaccio/Paestum, Cosenza, Gela, Gorgonzola, Milano, Pomezia, Roseto degli Abruzzi, S. Maria Capua Vetere, Siracusa. Hanno ricevuto il riconoscimento alla presenza dei due autori del Nuovo Devoto-Oli, Luca Serianni e Maurizio Trifone, in un incontro pubblico nell’Auditorium Mondadori a Segrate, moderato dallo stesso Antonelli, che ha letto anche degli estratti dai racconti premiati.

Un riconoscimento che rinnova l’impegno di Mondadori Education nel sensibilizzare i giovani oltre che sul tema dell’intercultura, su quanto sia importante migliorare le proprie competenze linguistiche e padroneggiare il ricco patrimonio della lingua italiana per diventare cittadini consapevoli, responsabili e autonomi.

A nostro modesto avviso, il Sud ha bisogno di una Scuola Superiore, con funzione di traino, che possa dimostrare, nel concreto, come sui valori dell’eccellenza e del merito si può costruire e far leva per contribuire all’affermazione di un nuovo modello di sviluppo, dove la ricerca e l’alta formazione possano costituire un driver per l’innovazione delle strutture produttive esistenti e per la nascita di nuove imprese innovative, creando così, fondate opportunità per gli investitori. Ancora, il Sud ha bisogno di una sorta di “Rinascimento industriale”, sotto la spinta della nuova ondata tecnologica, in corso, che è la base dell’industria 4.0. Pertanto, è solo attraverso uno sforzo mirato e lungimirante di questo tipo, coinvolgendo le grandi e medie imprese tecnologiche, presenti sul territorio, che il Mezzogiorno può sperare di essere una terra in cui i giovani, soprattutto quelli con più elevati livelli formativi tecnologici, possano sperare di avere opportunità occupazionali adeguate. Stiamo parlando di obiettivi strategici irrinunciabili per un Mezzogiorno che deve puntare, in via prioritaria, a creare opportunità di lavoro e affermazione, per giovani talenti creativi, capaci e con doti di intraprendenza. Non ci sono, quindi dubbi, sull’importanza di operare per dar vita, nei modi e nei tempi brevi, ad una Scuola Universitaria Superiore nel Mezzogiorno. In tal senso, per dovere di cronaca, diciamo che qualcosa si sta muovendo, nel Salento; ecco un primo passo: una recente firma di un Accordo di collaborazione tra la Camera di Commercio di Lecce e il Dipartimento di Scienze dell’Economia dell’Università del Salento, avendo come obiettivo, primario, una ricerca universitaria per l’innovazione, al servizio delle imprese locali. In conclusione, ci auguriamo che questo primo passo sia di attrazione per tutto il Mezzogiorno.

 

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