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Giovedì, 02 Maggio 2024

Luttwak ne è sicuro: Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di mettere in discussione l'alleanza con gli Usa, e anzi, è molto gradito al governo americano: "Salvini è appena stato in Usa e il suo viaggio è andato benissimo - spiega a Libero il politologo - ha trasmesso l' immagine di un leader giovane e dinamico, con un futuro importante davanti. Un uomo concreto, che non si perde in discorsi astratti e condivide la linea di Trump di contrasto all' immigrazione illegale. Nessun bisogno per il leader leghista di promettere di rimanere nella Nato, visto dove si trova l'Italia neanche il vecchio Pci voleva un' uscita dal Patto atlantico, mentre politicamente e culturalmente Roma deve essere vicina agli States. Se poi il vostro Paese riuscirà a coltivare anche buoni rapporti diplomatici con la Russia, tanto meglio per voi. E poi sa una cosa? I legami strategici tra Italia e Stati Uniti sono così profondi che non sarebbero removibili neppure da cento Salvini determinati a farlo, figurarsi da uno che neppure lo vuole".  

A quanto pare, la lezione del Russiagate non è servita. Due anni di indagini di tutti gli organi di sicurezza americani, migliaia di articoli, decine di libri, le indiscrezioni di impiegati pubblici infedeli elevate a baluardi della democrazia, tonnellate di pettegolezzi. Uno sforzo pazzesco per dimostrare che Donald Trump, se non era un agente al servizio del Cremlino, era comunque arrivato alla Casa Bianca grazie agli onnipotenti hacker russi. L’una e l’altra tesi poi clamorosamente smentite dalle conclusioni dello stesso procuratore speciale Robert Mueller, certo. Ma dopo che, in nome della “democrazia” e della “verità” ma in realtà solo in nome del pregiudizio e della rivalità politica, erano state prese per buone, anzi date per scontate, bufale colossali. Che qualcuno aveva interesse a far circolare e che la stampa, senza un minimo di coraggio e dignità, si prestava docilmente a diffondere.  

Intervistato a Libero Luttwak, il politologo americano interviene sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega e fa a pezzi l'ipotesi di un complotto ordito dagli Stati Uniti: "Chi parla di un complotto dagli Stati Uniti è un analfabeta politico. La Cia è molto efficiente e attiva nei film, ma nella pratica fa poche cose e pure male. L'intercettazione è italiana" afferma Luttwak, secondo il quale Washington non è affatto preoccupata dei rapporti fra Mosca e Matteo Salvini: "Qui a Washington riteniamo più probabile la caduta di un asteroide sul Pentagono piuttosto che l' uscita dell' Italia dalla Nato o un riposizionamento del vostro Paese nello scacchiere internazionale al di fuori del blocco Occidentale" osserva smontando l'assurda tesi di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, secondo il quale la Lega "mette in discussione alleanze e collocazione strategica dell'Italia in Europa nel Patto Atlantico".

Di recente, Luttwak, noto per non avere peli sulla lingua e per la sua schiettezza politicamente scorretta, si è scagliato contro la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete e contro il giudice – il gip di Agrigento Alessandra Vella – che l'ha scarcerata, non convalidandone l'arresto in quanto la 31enne "ha agito per salvare vite umane". "In Italia evidentemente la legge è facoltativa. Se il ladro è simpatico, carino, un bel ragazzo, lo lasciamo andare, mentre la legge si applica solamente se la persona è antipatica…", ironizza l'economista ai microfoni de La Zanzara, su Radio 24, e prosegue così: "Questa signora tedesca era lì per caso con la sua barca? O ci è andata deliberatamente per prendere i migranti in pratica alleata coi trafficanti che li hanno messo a bordo delle barche? In tacita alleanza con i futuri sfruttatori di questi immigrati. Questa è una tacita congiura".  

L'esperto di politica internazionale difende il leader leghista dagli attacchi della sinistra: "Da che è diventato il leader italiano più popolare e potente, Matteo è accusato di tutto dai propri rivali politici" spiega. "Quel che gli rimprovera la sinistra fondamentalmente è l'ambizione di voler far applicare la legge. Strano Paese il vostro [...] Avete una tendenza unica a fottervene della legge in nome di interessi personali o di famiglia, oppure di presunti atteggiamenti umanitari" sottolinea Edward Luttwak. Che non rinuncia a stuzzicare Gino Strada, fondatore di Emergency, che aveva già punzecchiato a gennaio durante una una puntata de La Zanzara su Radio 24: "Mi chiedo perché Gino Strada e compagni, se vogliono correre in soccorso dei poveri, vadano fino in Afghanistan e non vadano invece a sporcarsi le mani a Scampia. Forse perché la loro è una battaglia politica e non umanitaria?".

Il “caso Salvini” ripropone molti degli interrogativi già affrontati con il Russia gate. La magistratura farà le debite indagini, e vedremo se salterà fuori qualcosa. Dal Rubligate in salsa lombarda, però, si leva anche un profumo di “barbe finte” che non può essere ignorato. A quel che sappiamo, le rivelazioni sui maneggi veri o presunti di Savoini erano già state proposte nel febbraio scorso dall’Espresso. Non è che allora fosse successo granché, anzi: la cosa era passata via senza tanti clamori. Qualche giorno fa, però, arriva Buzzfeed, un sito americano che a suo tempo si era molto agitato col Russiagate. Che cosa ci rivela Buzzfeed? Le stesse identiche cose dell’Espresso, però con qualche brano audio in più. Non ci sono, negli audio, i passi più compromettenti, quelli in cui si parla di quattrini.

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, così come le opposizioni, cercano di cavalcare l'onda del Russia Gate, nella speranza di scalfire la leadership e il consenso del leader del Carroccio, ma anche con il rischio di prendere un granchio, rafforzando ulteriormente la posizione del ministro dell'Interno.

E così, quando il numero uno dei penta stellati, a braccetto con il Partito Democratico, ha chiesto al collega vicepremier e alleato di governo di riferire in aula sull'affaire dei presunti finanziamenti alla Lega arrivati dalla Russia, il ministro dell'Interno – così come riportato dal Corriere – si è sfogato con i suoi fedelissimi: "Non ho nulla da dire, presto questa storia sarà acqua passata. Non è per mancanza di rispetto verso il Parlamento. È che se pure andassi a riferire al Senato non avrei proprio niente da dire Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?".

A mettere in difficoltà il responsabile del Viminale anche Giuseppe Conte: il premier, infatti, ha scaricato sulle spalle di Salvini la presenza agli eventi ufficiali dell’esecutivo gialloverde di Gianluca Savoini il faccendiere che trattava a Mosca con i russi fondi alla Lega e che risulta indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale

Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?". Matteo Salvini replica così, caustico e stizzito, alla richiesta di Luigi Di Maio di riferire in Parlamento sui presunti fondi russi alla Lega.

 

 

 

"Il Comune di Parigi premia con una medaglia Carola Rackete comandante della Sea Watch - ndr, 'perseguita in Italia'. Non è scherzi a parte. Questa è quella che ha schiacciato una motovedetta della Gdf e adesso i colpevoli sono i finanzieri? Vuoi vedere che adesso qualche magistrato indaga i finanzieri? Speronare motovedette comporta premi" Il Comune di Parigi evidentemente non ha altro di meglio da fare che non premiare questi soggetti". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in diretta Facebook.  

Le due capitane della Sea Watch 3, Carola Rackete e Pia Klemp, riceveranno la medaglia Grand Vermeil, la massima onorificenza del Comune di Parigi, per aver salvato migranti in mare": lo annuncia un comunicato del municipio della capitale francese. La medaglia vuole simboleggiare "la solidarietà e l'impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani" e va alle due operatrici umanitarie tedesche "ancora perseguite dalla giustizia italiana", si legge nel documento.  

La capitana è divantata una vera e propria icona della sinistra italiana ed Europea a caccia di nuovi simboli che rappresentino il "buonismo" legato ai migranti. E così, in questo quadro, è maturato un "premio" piuttosto curioso per la ragazza tedesca: la città di Parigi le ha infatti conferito la cittadinanza onoraria. Una scelta che di certo farà discutere. A proprorre l'onorficenza è stato il gruppo "Generation.s".

A chiudere il cerchio è arrivata la cittadinanza onoraria. Gesti che arrivano da un Paese, come la Francia, che serra i porti, rifiuta lo sbarco di Sea Watch e soprattutto senza fare troppi complimenti chiude i confini con i rispengimenti a Ventimiglia. E su quanto accaduto a Parigi è arrivato il commento del ministro degli Interni, Matteo Salvini: "Il comune di Parigi premia Carola Rackete perseguita in Italia con una medaglia. Questa è quella che guidava una barca che ha infranto le leggi e schiacciato contro la banchina del molo di Lampedusa una motovedetta della GdF. Il comune di Parigi evidentemente non ha altro di meglio da fare che premiare questi soggetti".

Poi ha aggiunto: "Un bacione a Carola che ha portato una ventata di simpatia in un paese strano che indaga i ministri e liberate signorine che attaccano motovedette della Gdf". Parole dure quelle di Salvini che sottolienano quanto sia ancora acceso il braccio di ferro con la Rackete. Intanto oggi è stata depositata alla Procura di Roma la denuncia della Rackete per diffamazione e istigazione a delinquere contro il vicepremier  

Allegando su twitter un link che riporta la notizia della volontà dell'Europarlamento di invitare Carola Rackete a Bruxelles, Salvini ha anche scritto: "Ci manca pure che la nominino Cittadina Europea dell'Anno e abbiamo visto tutto!".

Buona parte della politica francese sin dallo sbarco a Lampedusa si è schierata dalla parte della Rackete. Diversi parlamentari hanno infatti sottoscritto un documento in cui hanno chiesto la liberazione della capitana della Sea Watch e della stessa Pia Kemp: "L’arresto di queste due donne e i procedimenti giudiziari a loro carico hanno sollevato indignazione oltre confine. Nè loro, nè i loro equipaggi, nè le ong proprietarie delle barche possono essere soggetti a sanzioni per le azioni umanitarie".  
La commissione Libertà civili e giustizia la ha, infatti, invitata per una audizione all'Eurocamera. Secondo il quotidiano il giornale a denunciare l'ennesimo colpo basso di Strasburgo è stato l'europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello, che ha definito la decisione "profondamente sbagliata". La notizia ha subito fatto infuriare i partiti di centrodestra. "Ccè un procedimento giudiziario in corso a carico della Rackete - hanno ricordato gli eurodeputati di Fratelli d'Italia - concederle il palcoscenico delle istituzioni europee significherebbe forzare la mano dei giudici che stanno ancora valutando la legittimità del suo comportamento".

Durante la riunione di ieri riferisce il quotidiano, gli eurodeputati della Lega si sono fermamente opposti all'invito proponendo piuttosto di invitare altri esponenti del mondo delle Ong da affiancare a un esperto del Viminale, così da "garantire il necessario contraddittorio" ed "evitare che i lavori della Commissione diventino una farsa ad esclusivo uso mediatico". Anche Forza Italia ha chiesto ufficilamente alla Commissione di far partecipare anche un rappresentante della Guardia di Finanza e del ministero dell'Interno italiano per "difendere l'onore del nostro Paese". "Spiace davvero che alcuni gruppi si prestino a queste iniziative che hanno come unico scopo quello di danneggiare l'immagine dell'Italia", ha commentato Martisciello.  

"A che titolo la signora Rackete dovrebbe relazionare in un panel composto da esperti?", ha chiesto la leghista Annalisa Tardino. Fonti parlamentari del Partito popolare europeo, sentite dall'agenzia Agi, spiegano che durante la riunione dei coordinatori dei gruppi in commissione, che si è tenuta ieri, i rappresentanti del gruppo della Sinistra unitaria della Gue hanno avanzato la richiesta di audire la capitana della Sea Watch 3.

A livello di coordinatori la richiesta è stata subito accolta, ma deve essere ancora formalizzata. La commissione deciderà se dare il via libera l'ultima settimana di luglio dopo la seduta plenaria di Strasburgo. "Spero che gli altri gruppi politici - ha commentato la Tardino - decideranno di non prestarsi a questo gioco delle sinistre". Ma, secondo il piddì Pietro Bartolo, l'audizione potrebbe essere setita già prima della pausa estiva, quindi in concomitanza con gli interrogatori che sono in corso nel nostro Paese.

Anche per gli eurodeputati di Fratelli d'Italia l'invito della Sinistra unitaria del Gue è a dir poco "folle". "Si tratta di una violenta offesa all'Italia, alle sue forze dell'ordine messe in pericolo dall'azione della Rackete, oltre che una violazione dei più elementari principi di legalità", hanno tuonato il co-presidente dei Conservatori europei, Raffaele Fitto, il capo delegazione Carlo Fidanza, Nicola Procaccini della commissione Libe e gli eurodeputati Raffaele Stancanelli e Pietro Fiocchi.

Una decisione "folle" che arriva dopo pochi giorni dall'inizio della nuova legislatura europea. "Appare già evidente come la democrazia e la legalità vengano quotidianamente calpestate proprio da quella sinistra che se ne riempie la bocca ad ogni intervento pubblico", hanno lamentato gli esponenti di Fratelli d'Italia che ora si aspettano dal governo Conte una posizione ufficiale "reagendo adeguatamente a questo affronto" per evitare di "barattare la dignità nazionale con uno strapuntino in Commissione europea".

Intanto ad avanzare la proposta sulla possibile soluzione per superare l’impasse relativo alle norme sui Vigili del fuoco, viene riferito, sono stati i presidenti M5s delle due commissioni, Giuseppe Brescia e Francesca Businarolo. La richiesta è stata accolta e l'emendamento sui vigili è rientrato dopo il voto unanime.

Salvini scrive il giornale però non ha digerito questi tentativi di sabotaggio da parte dei grillini sul dl Sicurezza Bis. E così ha deciso di mandare un messaggio molto chiaro agli alleati di governo: "Se qualcuno andrà avanti in questo atteggiamento stupido - ha aggiunto il vice premier - la Lega non farà passo indietro. Vado dagli amici alleati e dico o passa questo emendamento oppure non si va avanti. È un principio, se qualcuno pensa di fare uno sgarbo a Salvini danneggiando poliziotti e vigili del fuoco ha trovato il ministro sbagliato. Io porto pazienza su flat tax, sull’autonomia, sui problemi delle imprese ma su questo m’incazzo. O c’è il pacchetto completo oppure è un grosso problema per il governo".

Parole dure e forti che di certo aprono nuovamente la strada verso una rottura tra i gialloverdi. Sono giorni caldi per l'esecutivo. Il braccio di ferro infatti è su due fronti. Uno, come detto, è quello del dl Sicurezza bis, l'altro invece è quello delle Autonomie. Di Maio ha risposto al leader della Lega invitandolo a non cercare "pretesti" per una possibile crisi di governo. Insomma le scintille tra i due vicepermier e tra le due anime del governo ricordano quelle del periodo che ha preceduto le elezioni europee. Una campagna elettorale di fuoco che di fatto ha messo in discussione, spesso, la tenuta dell'esecutivo. Lo scenario si ripete e questa volta senza elezioni dietro l'angolo l'esito potrebbe essere imprevedibile...

 

 

Un audio sul sito Usa BuzzFeed riporta in primo piano i rapporti della Lega con la Russia di Vladimir Putin e il sospetto di finanziamenti segreti da Mosca al partito di Matteo Salvini. Nella registrazione, il 18 ottobre del 2018 all'Hotel Metropol della capitale russa, Gianluca Savoini, leghista da decenni, presidente dell'associazione Lombardia-Russia, parla con alcuni russi di strategie sovraniste anti-Ue e di affari legati al petrolio. Secondo BuzzFeed, che non dice come ha avuto l'audio, si cerca un accordo per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega, ma non si sa se l'intesa sia mai andata in porto e se il partito abbia ricevuto i soldi.

"Mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka dalla Russia", commenta Salvini, annunciando querele. E scaricando plasticamente Savoini: Da segretario farò tutto quello che devo fare", rilancia il leader della Lega rispondendo alle domande dei giornalisti che lo incalzavano sulla possibilità di agire legalmente anche contro il presidente dell'associazione Lombadia-Russia. Una posizione che lascia anche intendere - si ragiona in ambienti parlamentari - che Savoini avrebbe agito in proprio. Tanto da far dire successivamente al vicepremier: "Non ho mai chiesto alcunchè nè chiesto di chiedere alcunchè, nè avuto alcunchè". Per questo motivo il ministro non intende presentarsi in Parlamento per riferire su questo tema. Il Pd chiede che riferisca alle Camere, M5S vuole trasparenza: "Noi non facciamo l'interesse di altri Paesi".

Non perde tempo, la procura di Milano, secondo il Libero, la quale trasforma quello che con una definizione perfetta Maria Elisabetta Casellati ha definito al Senato "pettegolezzo giornalistico" in un'indagine contro la Lega di Matteo Salvini. Si parla della vicenda dei presunti finanziamenti russi sollevata da Buzzfeed e cavalcata dal Pd, vicenda che vede al centro il faccendiere Gianluca Savoini. Secondo quanto scrive l'Agi, che cita fonti investigative, l'inchiesta è stata affidata al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e ai pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta del dipartimento "reati economici transnazionali". L'ipotesi di reato è "corruzione internazionale".

Peccato però che lo stesso Buzzfeed ammetta di non sapere come sia finita la vicenda. Ma, soprattutto, l'audio "incriminato" non fornisce le prove relative ad alcun tipo di finanziamento. Il massimo che si sente è Savoini affermare: "Il prossimo maggio ci saranno le elezioni europee. Vogliamo cambiare l'Europa. La nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come prima, perché vogliamo avere la nostra sovranità. Vogliamo davvero decidere per il nostro futuro, per gli italiani, i nostri figli, i nostri figli. Non dipendere dalle decisioni di Bruxelles, degli Stati Uniti. Vogliamo decidere noi. Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l’Europa".

Tanto basta, però, alla procura di Milano per aprire l'ennesima indagine che mette nel mirino la Lega. 

Al Corriere della Sera, Gianluca Savoini ha spiegato: “Io sono di Lombardia Russia, mai detto di essere emissario della Lega”.  E alla domanda se il giorno prima di quell’incontro c’era stata un’altra riunione alla quale aveva partecipato anche Salvini, Savoini osserva: “C’era stato un incontro pubblico di Salvini organizzato dagli imprenditori e niente altro”. “I soldi dove sono? Ovviamente non ci sono – prosegue Savoini – e chi dice il contrario viene denunciato. Il resto è fuffa”. E al Foglio lo stesso Savoini aggiunge: “Era pieno di imprenditori quel giorno, visto il convegno del giorno prima. In un albergo! In mezzo a tanta gente…”.

In effetti, la domanda è lecita: perché negoziare un accordo così delicato e potenzialmente “compromettente” – secondo Buzzfeed – in mezzo a così tante persone? Perché non chiudersi in luoghi più sicuri e discreti? Una “leggerezza”? Oppure non c’era nulla da nascondere? I dubbi rimangono…  

Buzzfeed, come piega il giornale il sito americano che ha pubblicato il falso dossier sulla Russia gate redatto dall’ex spia britannica Christopher Steele contro Donald Trump, ha lanciato un nuovo Russia gate, stavolta in Italia. Secondo il sito americano, Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia Russia, avrebbe incontrato, insieme ad altri due italiani, degli uomini russi per negoziare i termini di un presunto accordo che avrebbe portato alla Lega decine di milioni di dollari. Secondo la ricostruzione del giornalista Alberto Nardelli, si sarebbe parlato dei soldi (65 milioni di euro) da far arrivare alla Lega in vista della campagna elettorale per le Europee.

Come spiega il Corriere della Sera, la riunione sarebbe durata poco più di un’ora: l’obiettivo era la vendita di 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni da parte di un’importante compagnia petrolifera russa. Il valore della vendita sarebbe stato di circa 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo Buzzfeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari, quella che (secondo la ricostruzione) sarebbe stata la contropartita per la Lega. L’incontro sarebbe avvenuto il 18 ottobre scorso all’hotel Metropol di Mosca. Il giorno prima, davanti a una platea russa e italiana, il vicepremier Matteo Salvini fece un intervento al Lotte Plaza Hotel nel centro di Mosca, dove ad ascoltarlo c’erano ambasciatori, diplomatici, imprenditori ma anche politici italiani e russi, riuniti per l’assemblea annuale di Confindustria Russia – oltre ad un ottantina di giornalisti accreditati.

Gianluca Savoini, giornalista professionista, già direttore dell’ufficio stampa di Regione Lombardia dal 2006 al 2013, fa parte di quella delegazione. Il giorno dopo, secondo la ricostruzione di Buzzfeed, parteciperà all’incontro tenutosi all’Hotel Metropol di Mosca oggetto delle polemiche di queste ore.  

Andiamo con ordine. Innanzitutto, l’inchiesta di Buzzfeed – secondo il giornale, che riprende ciò che aveva già in buona parte pubblicato L’Espresso a febbraio – non è stata in grado di determinare né l’identità dei russi che hanno partecipato all’incontro né degli accompagnatori italiani di Savoini. Né tantomeno di accertare se i soldi di cui si parla sono poi finiti effettivamente nelle casse della Lega. E questo non è un dettaglio di poco conto. Su Twitter, Alberto Nardelli, il giornalista che ha confezionato l’inchiesta per il giornale americano, pubblica un estratto audio di 1 minuto e 38 attribuito a Gianluca Savoini e scrive: “Questo audio fornisce la prima prova concreta dei tentativi clandestini russi di finanziare i movimenti nazionalisti europei e dell’apparente complicità di alcune figure di alto livello dell’estrema destra in quei tentativi”.

Secondo il quotidiano il giornale, per quanto riguarda il breve estratto audio pubblicato su Twitter dal giornalista possiamo affermare tranquillamente che non è assolutamente vero né dimostra alcunché. È una legittima opinione politica quella che Savoini esprime: “Il prossimo maggio ci saranno le elezioni europee – dice – Vogliamo cambiare l’Europa. La nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come prima, perché vogliamo avere la nostra sovranità. Vogliamo davvero decidere per il nostro futuro, per gli italiani, i nostri figli, i nostri figli. Non dipendere dalle decisioni di Bruxelles, degli Stati Uniti. Vogliamo decidere noi. Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l’Europa. Insieme ai nostri alleati, colleghi e altri partiti in Europa” come Freiheitliche Partei Österreichs in Austria, Afd in Germania, Le Pen in Francia, Orbán in Ungheria. “Vogliamo davvero costruire una grande alleanza con questi partiti che sono pro Russia, ma non per la Russia, ma per i nostri Paesi”.

Cosa proverebbero queste dichiarazioni se non la volontà politica – legittima e comprensibile per un’associazione culturale che si chiama Lombardia-Russia – di avere migliori relazioni con una potenza come la Federazione Russa?

I passaggi per così dire “controversi”, semmai, non sono certo nel breve audio pubblicato da Nardelli su Twitter, che non prova nulla, ma nella trascrizione completa dell’incontro pubblicata sempre da Buzzfeed. Come mai il sito americano ha pubblicato un file tutto sommato ininfluente attribuito a Gianluca Savoini e non ha diffuso altri estratti della conversazione durata circa un’ora e un quarto? Il file audio verrà pubblicato per intero? Attendiamo.

Durante la riunione, spiega il giornale,secondo il sito americano, si sarebbe parlato del coinvolgimento di un gigante dell’energia russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni per il valore di 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione, sempre secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega, anche se il sito americano non è in grado di affermare se poi questa transizione sia effettivamente avvenuta o meno. Lo stesso Buzzfeed ammette: “Non è chiaro se l’accordo negoziato al Metropol sia mai stato eseguito, o se la Lega abbia ricevuto finanziamenti, ma la registrazione ha sollevato seri interrogativi sui legami tra Lega e Mosca”.

Secondo il sito americano la “prova” è al 25esimo minuto, quando uno degli italiani afferma: “È molto semplice. La pianificazione fatta dai nostri ragazzi in politica è stata che, dato uno sconto del 4%, 250.000 tonnellate più 250.000 al mese per un anno, possono sostenere una campagna”. Può essere certamente un indizio, ma non un elemento che confermi senza il minimo e ragionevole dubbio che l’affare prevedesse di finanziare le casse della Lega. Anche se questo lo appurerà, eventualmente, la magistratura.

Intanto lite tra i senatori del Pd e il presidente del Senato Elisabetta Casellati all'inizio della seduta a Palazzo Madama, sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. A dare il là al battibecco, un intervento del senatore Dem Alan Ferrari, vicepresidente del gruppo, che ha chiesto al presidente un chiarimento "un definitivo ed essenziale chiarimento a tutela di questa Camera" su tre interrogazioni presentate dal Pd tra febbraio e maggio sui legami tra persone vicine alla Lega e a Matteo Salvini e dirigenti russi legati al partito del presidente Putin e che non sono mai state pubblicate. Secondo Casellati la mancata pubblicazione è motivata dall'inammissibilità delle tre interrogazioni. Inoltre, ha osservato il presidente di Palazzo Madama, "il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici. Qui non si discute liberamente di questioni che non hanno alcun fondamento probatorio, qui dobbiamo parlare di fatti che abbiano una giustificazione", rigettando più volte l'accusa di non essere "un presidente di garanzia".

L'episodio risale ai giorni della visita di Salvini da vicepremier a Mosca per incontrare degli imprenditori. "In Russia mi sento a casa mia mentre in alcuni paesi europei no", dichiara il 17 ottobre. Il 18, prima di ripartire per l'Italia, posta una foto su Twitter dall'aeroporto della metropoli. Intanto Savoini con altri due italiani, Luca e Francesco, il secondo forse un avvocato, secondo BuzzFeed, parla in una sala dello storico albergo con tre russi, a giudizio del sito di news vicini a esponenti di rilievo del Cremlino.

Savoini dice in inglese "a maggio ci saranno le elezioni in Europa e vogliamo cambiarla. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità". E ancora: "Salvini è il primo che vuole cambiare l'Europa insieme ai nostri alleati", come austriaci e ungheresi un video rubato inguaiò il leader sovranista austriaco. Salvini viene descritto dai russi come "il Trump europeo". Dalla geopolitica si passa agli affari e in brani audio non diffusi della conversazione si parlerebbe secondo BuzzFeed di una percentuale del 4% su una grossa fornitura di petrolio da una grande compagnia russa all'Eni, per stornare fondi per finanziare la Lega. L'Eni smentisce qualsiasi ruolo nel caso. L'audio scatena la polemica politica.

Salvini, a caldo, ha commentato: "Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani, mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia". Oggi, giovedì 11 luglio, ha aggiunto sornione: "Si vede che siamo scomodi..."  

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