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Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“La service tax è stata chiaramente delineata dalla Presidenza del Consiglio nella conferenza stampa del Governo e nella nota ufficiale distribuita nel corso della stessa. Sono patetici i tentativi di esponenti politici e Sindaci vari di strattonarla da una parte o dall’altra in funzione dei propri orientamenti ideologici, più che politici, o delle proprie convenienze o necessità. Siamo in presenza di una rivoluzione copernicana, che il Premier ha chiaramente delineato da Palazzo Chigi quando ha fatto presente che questo nuovo tributo non avrà più a riferimento la proprietà ma i servizi locali. E’ quindi improprio pretendere che il tributo in questione (non a caso – come i tributaristi ben sanno – definito dal Governo come una tassa) abbia un contenuto patrimoniale così come è del tutto fuori luogo ragionare per categorie, al demagogico fine clientelare di proteggerne una piuttosto che un’altra: ogni cittadino corrisponderà il tributo in relazione al beneficio che ritrarrà dai servizi e proporzionalmente allo stesso pur nella quantificazione che ne faranno i Comuni. Piuttosto, sarebbe bene che ci si esercitasse in un utile dibattito, che è quello di come si possa far funzionare il federalismo competitivo al quale la service tax apre la strada e che in tutto il mondo caratterizza il vero federalismo, che non è certo quello per cui si definisce federalista ogni tributo il cui gettito finisca nelle casse degli enti locali o di cui questi ultimi stabiliscano solo elementi marginali, spesse volte dopo accordi di tipo cooperativo. Al proposito, va seriamente considerata la possibilità di attribuire alla Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche anche il compito di vigilare sul nascente federalismo competitivo al fine di preservarne le caratteristiche e così che una riforma avversata da chi non vuole né confronti né concorrenza non venga soffocata sul nascere. Se questo fosse, la service tax non potrebbe più aprire nuovi orizzonti, specie di equità oltre che di speranza”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Oggi, è una data storica. La tassazione della casa non sarà più determinata dalla proprietà, ma collegata ai servizi che ne aumentano il valore. Cade poi un’ottocentesca discriminazione: i servizi che giovano agli abitanti di un immobile saranno a carico di tutti i beneficiari, indipendentemente dal titolo secondo il quale l’immobile è occupato. Si apre così la via all’unico vero federalismo concepibile, quello competitivo, con una decisiva rottura col passato, anche a riguardo degli affitti, che non vengono più solo penalizzati, ma – questa volta – anche incentivati”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Nelle polemiche sull’IMU occorre fissare alcuni punti fermi, perché non si continui nel gioco degli equivoci. Primo punto fermo: un tributo non è federalista solo perché il suo gettito è destinato agli enti locali. Federalista è un tributo previsto da una fiscalità locale competitiva invece che cooperativa o, addirittura, aggiuntiva. Solo così i contribuenti possono votare camminando, trasferendosi cioè dove meglio si amministra. Secondo punto fermo: la progressività, per non parlare di proposte di piena demagogia egualitaristica, ha una sua connotazione essenziale, come ha detto la Corte costituzionale, che è quella di essere direttamente collegata al reddito e quindi alle imposte reddituali. E’ come tale inconciliabile, concettualmente e costituzionalmente oltre che praticamente, con un’imposta reale, che prescinde per definizione dal reddito della persona incisa, pena l’inammissibile risultato di un esproprio surrettizio dovuto all’assommarsi di più progressività su diversi tributi. In ogni caso, è bene ricordare – per mettere le cose a posto – che il nostro sistema fiscale è già caratterizzato da una forte progressività: uno studioso come Alberto Bisin ha calcolato che il 10% della popolazione con redditi più elevati contribuisce per più del 50% all’intero gettito delle imposte.”

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