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Jazz d'insieme, da Cristiano Pomante a Walter Gaeta con Dante Melena

Sono veramente tante le modalitá di fare musica d'insieme nel jazz.
Prendiamo l' album del Cristiano Pomante Group, "Libero pensatore" dopo l'esordio con "La Storia" edito da Alfa Music nel 2015. Il vibrafonista è specialista di uno strumento che nel settore annovera artisti tecnicamente "mostruosi" come Hampton e Burton. 
Certo più si va avanti e più diventa difficile inventare e reinventarsi cose nuove cionondimeno Pomante prova a far di suo.
Intanto il suo bagaglio di riferimenti è vario, Varèse e Metheny, Crumb e Corea, Grisey e Shorter. Inoltre i partners del suo nonetto sono quattro jazzisti di chiara fama - Claudio Filippini (pf), Marco Giongrandi (guit.), Michele Tacchi (b. el.), Alessandro Rossi (dr.) - a cui brillantemente si aggiungono i violinisti Alessio Cavalazzi e Luca Rapazzini, Milos Rakic alla viola e Bruna Di Virgilio al cello. Ed ecco allora scaturire l'idea di base del progetto enucleato in otto tracce che sono altrettanti "Point of view", che sarebbe poi il titolo della prima in scaletta, di ariosa musicalità. Risaltano in "To Clara" la melodia compunta, in "Eyes of the Sun" la centralità degli archi mai tapestry, in "The Art of Being Fragile" la multicolore tavolozza timbrica del vibrafono, in "Fantasia" (di Ernesto Pomante a differenza di tutti gli altri che sono di Cristiano) le atmosfere magiche del bolero, in "Orange Sky" la vivacità della sezione ritmica, in "Gioco di Ombre" l'armonia che si fa sensualità e il piano che si ritaglia un bello spazio in emersione. Infine "Libero Pensatore" è la "summa" che incardina il mo(n)do libero di Pomante, musica indipendente, non arbitrio, organizzata quel che basta perchè il pensiero trovi una strada autonoma per venir fuori.

Altra proposta discografica di "jazz d'insieme" ce la consegna la label Dodicilune.
Si tratta dell'album " Little Things in Many Things ", a firma del pianista Walter Gaeta unitamente al batterista Dante Melena che firmano la gran parte dei nove brani in cd.
Presenza stabile è quella del sassofonista Gianluca Caporale mentre quasi fissa è l'altra del trombettista Jorge Gabriel Ro'. Per il basso Maurizio Rolli si alterna a Emanuele Di Teodoro laddove sono più intermittenti gli interventi di altri jazzisti.
Il numero è (in) potenza di per sè un segnale di un percorso articolato prescelto per addivenire ad un dato sound che dipenderà da più fattori: cornice stilistica, qualità compositiva, orchestrazione, livelli di scrittura e improvvisazione.
Il risultato, in questo caso, è una sonorità moderno/contemporanea in/audita nel senso di poco sentita in giro per innegabile originalità che scaturisce dal mix di strumentisti fissi ed ospiti. Infatti il disco si ritrova impreziosito dalle performances del trombettista Alex Sipiagin in 'Rondò for Max", dal canto di Diana Torto in "Travel Days" e in "A volte capita", dalla chitarra di Mauro De Federicis in "M.M." in cui partecipa il sassofonista Marco Salvatore.
Un jazz ideato "a quattromani" dove tastiera e bacchette dettano tempi e spazi cambiandone e scambiandone, quasi il gioco delle tre carte, climax, atmosfere e solisti. Per cui si può passare dall'incalzo dei fiati di "Obsession" alla poesia di "Ada", scritta da Alfredo Impullitti, in cui Gaeta, autore fra l'altro degli arrangiamenti, dimostra la sua capacità di "trattare" liricamente il pianoforte; e si può andare dai levigati suoni in estensione del soprano in "Hello Sun" al mood intenso di "Golden Storm" fino a "Prelude" dove è la batteria a far da apripista al tripudio dell'insieme.

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