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"L'ingrediente Segreto", miti e realtà della gastronomia siciliana

Un tuffo nelle peculiarità gastronomiche siciliane attraverso un libro che tenta di far rivivere alcune pietanze e ricette che costituiscono la vera identità della cucina isolana. Presentato a Ragusa, in anteprima assoluta, in occasione del festival letterario “A Tutto Volume”, il nuovo libro di Carlo Blangiforti dal titolo "L'ingrediente segreto - miti e realtà della gastronomia siciliana", edito da "Le Fate Editore”. A guidare il pubblico attento e incuriosito del Giro di Vite a Ragusa lo stesso autore in compagnia di Carlo Muratori, direttore editoriale della casa editrice guidata da Alina Catrinou, nelle vesti di speciale conduttore.

Non sono mancati diversi spunti di riflessione che hanno permesso di evidenziare le peculiarità culinarie siciliane, prima fra tutte la capacità di unire fra loro contributi esterni arrivando a determinarne una nuova identità. Ecco che allora "L'ingrediente segreto” si presenta come un viaggio alla scoperta dei legami fra le varie tradizioni culinarie che hanno convissuto per secoli nell’isola e che adesso ne determinano l’identità culinaria. “Il libro, nato da alcuni articoli apparsi sulla rivista Le Fate e successivamente ampliati e completati – spiega l’autore Blangiforti - tenta di percorrere due strade ardue e poco battute: la prima è quella della ricerca storico-linguistica che mi ha permesso di sciogliere e sanare alcuni luoghi comuni che ormai sono sedimentati nell’immaginario collettivo e che da decenni hanno annullato una seria riflessione sulla storia gastronomica siciliana, l’altra è il profondo rapporto tra identità e cucina. Le pietanze – continua Blangiforti - come e più degli uomini viaggiano, si spostano, si fondono e ricordano l’intero corredo genetico che le ha create. I tratti più peculiari, le ricette più “tradizionali” della cucina siciliana, non sono esistiti da sempre, anzi, molto spesso sono giunti (come alcuni ingredienti e procedimenti) in epoche assai recenti, ma è stata la grande capacità d’accoglienza di questa terra che ha permesso loro di rigenerarsi, di trovare nell’incontro con il preesistente, nuova linfa e vitalità”.

Un libro che rispecchia dunque la metafora della Sicilia: una nazione giovane e al contempo antichissima, che non ha conosciuto nazionalismo, ma che ha basato la sua forza identitaria proprio sulla fusione di apporti culturali esterni e altri.

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