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Per vincere nell’era della globalizzazione, bisogna sostenere l’agricoltura, dove la stessa acquista un ruolo importante grazie alle sue tipicità come la Dieta Mediterranea può rappresentare per Napoli e tutta la Campania.Cosi, il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura a margine del convegno tenutosi questo pomeriggio nel salone della Camera di Commercio di Napoli, che ha dato il via alla tre giorni sulla Dietà Mediterranea. Se vogliamo dare risposte concrete al futuro del territorio campano, dobbiamo, con i cittadini e il sistema camerale, mettere in campo la  nostra capacità di    salvaguardia e valorizzazione della nostra Terra. Spaghetti al pomodoro e basilico, piatto caratteristico della dieta mediterranea, un patrimonio dell'Unesco con pasta, olio extravergine e pomodoro della filiera agricola napoletana e campana controllata dagli agricoltori e che sono prodotti che provengono al 100% dai campi nazionali. La dieta mediterranea è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco, cosi è anche un patrimonio culturale di questo paese perché non abbiamo solo monumenti e storia ma prodotti agricoli da promuovere per la loro autenticità e identità, l'impegno di agricoltori che, di generazione in generazione, hanno prodotto una grande agricoltura ed un grande cibo di qualità, sicuro e salubre che rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Questo evento di oggi, prosegue l’esponente dell’Agricoltura, deve essere crocevia   d’incontro e di promozione per tutte quelle aziende che credono nel territorio e intendono  far conoscere i propri prodotti, perché con la   promozione di   un’area metteremo a sistema tutte le sue risorse. La Dieta, si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo, mettendo in risalto che la prima risorsa è da chi  abita il territorio, chi lo conosce, chi lo apprezza e cerca di valorizzarlo e proteggerlo, investendo  sul territorio e    coinvolgere tutte le aziende presenti, fare rete e sistema aggredire il mercato e  sviluppare in maniera sinergica tutte quelle attività che singolarmente non potrebbero portare allo stesso risultato.

Fontana via Scarlatti svuotata

 

“ Dopo che nei giorni scorsi era stata bloccata l’erogazione dell’acqua, stamani operai dell’ex Arin hanno provveduto anche a svuotare la fontana posta nell’isola pedonale di via Scarlatti, in attesa presumibilmente che venga installata la pompa per il riciclo “. A dare la notizia è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che in passato ha più volte evidenziato l’enorme spreco di acqua corrente, determinato dal funzionamento della fontana.

“ Gli unici che hanno seguito con un certo interessa la vicenda – afferma con amara ironia Capodanno – sono stati i colombi che non potranno più abbeverarsi con acqua fresca ad ogni ora del giorno e della notte o bagnarsi le piume all’occorrenza “.

“ Incredibile quanto accaduto – prosegue Capodanno -, una vicenda emblematica che ha visto per circa 14 anni da quando cioè il manufatto venne installato nell’isola pedonale, eruttare dal tubo di carico che alimenta la fontana circa diecimila litri di acqua al giorno, considerando una portata di circa 7 litri al minuto. Di conseguenza, negli oltre cinquemila giorni di funzionamento si sono sprecati più di 50mila metri cubi di acqua, che sono finiti direttamente nelle fogne comunali “.

“ Tutto questo – puntualizza Capodanno - perché, nonostante le numerose segnalazioni, anche in occasione di alcuni guasti della fontana con l’acqua che percolava lungo la strada rendendo peraltro scivoloso l’acciottolato, così come accadde ultimamente nel febbraio di quest’anno, (http://www.napolitoday.it/blog/vomero/vomero-itaca-la-fontana-incontinente.html ), non si era mai provveduto ad installare una pompa per il riciclo al fine di evitare l’inutile spreco del prezioso liquido “.

“ Mi auguro che su questa vicenda venga aperta un’indagine per chiarirne tutti i punti ancora oscuri – continua Capodanno -. Come è possibile che per tanto tempo sia stata emessa una bolletta per i consumi d’acqua e nessuno si sia mai accorto di quanto stata accadendo? E perché all’atto dell’installazione quando si è proceduto anche al collaudo dei lavori nessuno si è accorto che mancava la pompa? E che fine hanno fatto tutte le segnalazioni che si sono succedute negli anni per richiamare l’attenzione sulla necessità di procedere ad eliminare lo spreco, cosa che è avvenuta solo in questi giorni? Domande che attendono una risposta “.

Intanto con l’occasione del fermo forzato, che non si sa quando durerà dal momento che bisognerà mettere in atto tutte le procedure necessarie alla messa in opera della pompa, Capodanno ritorna su una questione più volte sollevata e che nonostante una petizione sottoscritta all’epoca da oltre diecimila persone non ha mai avuto riscontro. Vale a dire sull’opportunità di trovare una diversa collocazione all’opera, che ha fatto storcere il naso a molti sin dalla sua comparsa, sia dal punto di vista estetico che sotto l’aspetto architettonico.

Libreria Guida a Napoli

 

Il problema della graduale scomparsa delle “botteghe storiche” a Napoli, viene sollevato da anni ogniqualvolta sta per chiudere qualche esercizio pubblico o qualche libreria, presenti da lustri sul territorio, ma poi, passato il momento, sulla vicenda cala il più assoluto silenzio.   Occorrerebbe invece che la Regione Campania finalmente si decidesse a legiferare in materia di tutela e valorizzazione dei locali storici, con particolare riferimento ad alberghi, ristoranti, trattorie, osterie, caffetterie e librerie. La questione è stata ampiamente dibattuta sul piano giuridico, con sentenze della Corte Costituzionale, chiamata in causa anche all’atto dell’emanazione di un’apposita legge della Regione Lazio. L’attuale tendenza è quella di considerare legittimi tali tipi d’intervento che, peraltro, prevedono apposite provvidenze economiche. Altre regioni italiane, la prima delle quali fu il Piemonte, negli anni ’90 avevano già affrontato il problema. Nelle norme varate non solo si prevedeva che i Comuni si attivassero per disegnare le mappe attraverso i censimenti di tali attività, ma venivano anche stanziati fondi a disposizione dei proprietari o dei gestori per interventi tesi alla tutela, al restauro ed alla valorizzazione dei locali storici. La Regione Campania ed il Comune di Napoli, invece, marcano, anche rispetto a questo problema, forti ritardi, contribuendo così alla perdita di pezzi importanti della storia partenopea, come hanno dimostrato recenti vicende alla ribalta delle cronache, come la notizia che circola in questi giorni della prossima chiusura, dopo quasi un secolo di vita, della libreria Guida a Port’Alba, notizia che sta destando malumori e malcontento tra i numerosi affezionati alla storica libreria, peraltro punto di riferimento culturale importante per tutta la Città.

 

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