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Berlusconi fiducioso: "La Corte accoglierà il ricorso"

Si è conclusa alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo l'udienza sul ricorso presentato da Silvio Berlusconi contro la decadenza del suo mandato di senatore e la sua ineleggibilità, sancite in base alla legge Severino. 

Silvio Berlusconi ha seguito da Merano l'udienza di Strasburgo, dove la Corte Ue dei diritti dell'uomo deciderà sul ricorso presentato dai suoi legali contro l'applicazione della legge Severino e la sua decadenza da senatore

La seduta è stata tolta dalla presidente della Corte Angelika Nussberger dopo poco più di due ore dall'inizio. La Corte si è quindi riunita in camera di consiglio, ma una decisione è attesa non prima di diversi mesi, come consuetudine della Corte

"È un'attesa davvero lunga, durata cinque anni", ha ricordato il Cavaliere sui social, "In queste ore sono davvero sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che la Corte di Giustizia accolga il mio ricorso. Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque già chiaro: sarò in campo per portare il centrodestra al governo del Paese".

"Io non ho chiesto di aspettare i tempi di Strasburgo", ha spiegato intanto l'ex premier a Repubblica parlando della probabile data del voto, "Non li conosco e la Corteli deciderà autonomamente tenendo conto, mi auguro, che è in gioco il processo democratico in un grande paese europeo. Mi sono semplicemente chiesto: può valere la pena aspettare 4-5 settimane in più, se così facendo si può evitare che molti italiani siano chiamati in pochi mesi alle urne due o più volte e si risparmiano 500 milioni? Ho affidato questa riflessione alla saggezza del capo dello Stato, sono certo valuterà questi aspetti, insieme con la ovvia necessità di far votare gli italiani prima possibile".

Strapiena l'aula e le altre sale della Corte da cui è possibile seguire la seduta: 550 le persone accreditate per l'udienza, di cui una quarantina di giornalisti, in gran parte italiani ma anche da Francia, Germania e altri Paesi europei. Ad assistere sono arrivati gruppi di studenti, avvocati e giuristi da tutta Italia ma anche dall'estero. Presente anche una rappresentanza della Russia. 

Per il legale di Silvio Berlusconi, Edward Fitzgerald, nel caso del Cavaliere "la legge Severino è stata applicata a fatti contestati per gli anni 1995-1998, quindici prima che la legge fosse adottata". Berlusconi, ha aggiunto davanti alla Corte di Strasburgo, "è stato privato del suo seggio con un voto in un Senato composto a maggioranza da suoi avversari: non era giustizia ma ma un anfiteatro romano in cui una maggioranza di pollice versi o pollici in alto decidono se uno va su o giù".

Il Senato, dice Fitzgerald, si è appoggiato su una legge non applicabile ai tempi del delitto. È stata una decisione arbitraria e sproporzionata, priva di possibilità di appello. Nessun tribunale ha potuto esaminare finora la decisione del Senato. È la prima volta nella storia d'Italia che un eletto viene fatto decadere dal suo ufficio. Il governo italiano non sa spiegare perché è stato fatto decadere Berlusconi ma non Minzolini anche lui condannato in via definitiva, ndr. Vuol dire che le norme non sono chiare, e se la norma non è chiara esiste un rischio di abuso, ogni governo, ogni maggioranza potrà privare un rappresentante del suo mandato. Questo è incompatibile con lo Stato di diritto, ha concluso Fitzgerald.

La parola passa a un altro difensore del Cavaliere, Bruno Nascimbene, che si è soffermato sulla natura penale della legge Severino, che impedirebbe la sua applicazione retroattiva. "Le etichette non contano - dice Nascimbene - e la Corte di Strasburgo lo ha sempre sancito. Conta la sostanza delle norme. E come fa una sanzione così grave, di una severità estrema, che priva un cittadino dei diritti politici da sei a tredici anni, non essere penale?

Gli avvocati italiani di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, sono stati i primi a entrare in aula, raggiunti poco dopo dagli specialisti di diritto internazionale che prenderanno per primi la parola. Nei banchi opposti, gli avvocati nominati dal Governo italiano per difendere la legittimità della decadenza di Berlusconi. La Corte è presieduta dalla tedesca Angelika Nussberger e composta da altri sedici giudici. L'Italia è rappresentata da Ida Caracciolo, docente di diritto internazionale a Napoli.

La Nussberger ha dichiarato aperta l'udienza, ricapitolando i passaggi della vicenda e dando la parola a Maria Giulia Civinini, una degli avvocati del governo italiano. L'affare è inedito, ha premesso la Civinini, ma il governo italiano ha rispettato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e nessun articolo può essere applicato contro il governo italiano, ha detto. I diritti di Berlusconi sono stai scrupolosamente garantiti e tutti i i passaggi sono stati minuziosamente rispettati; la decisione non era arbitraria ma legale e giuridicamente motivata, rispettando in teoria e in pratica la Convenzione europea dei diritti dell'Uomo.

"Il governo italiano ha rispettato la Convenzione dei diritti dell'uomo, nessuna violazione può essergli attribuita"ha detto il rappresentante del governo Maria Giuliana Civinini all'udienza a carico di Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
    
"Il diritto è stato scrupolosamente rispettato", ha sottolineato. La decisione della decadenza da senatore e della sua ineleggibilità "non è stata arbitraria - ha aggiunto - è arrivata al termine di una procedura che ha rispettato tutti i diritti" del Cavaliere. 

La norma Severino non è persecutrice nè ad personam, ha aggiunto la Civinini. La legge d'altronde è il punto di arrivo del progetto varato dal governo Berlusconi nel 2010 e ha avuto un ampio sostegno parlamentare, con solo diciannove voti contrari. La legge Severino si applica solo per le condanne superiori ai due anni per crimini gravi e il ricorrente è stato condannato a quattro anni per frode fiscale, un crimine contrario al buon governo e destabilizzante per il bene pubblico, ha concluso la Civinini.

"Sarei contento che Berlusconi potesse candidarsi perché vorrei proporgli di candidarsi contro di me, visto che leggo che c'è l'accordo segreto o chissà cosa. Vorrei che i cittadini vedessero candidarsi me contro Berlusconi". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a Porta a Porta.

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