Non ha vinto il contenitore Syriza, ma l'uomo Tsipras. Scissioni e addii non hanno scalfito la sua marcia e adesso il leader della sinistra radicale si appresta a guidare il paese per l'intera legislatura di quattro anni, anche se lo Spiegel ha già avanzato i primi dubbi sulla effettiva durata tentando di assicurargli quella stabilità indispensabile per costruire un minimo di ripresa dopo i disastri della crisi. Punto di partenza sarà il memorandum siglato un mese fa, in base al quale ogni decisione del neo premier dovrà essere autorizzata dal gabinetto economico dei creditori che, di fatto, ha commissariato il paese.
Fallisce di un nulla il tentativo di entrare in parlamento di “Unità Popolare”, la componente di ex sirizei guidata dall'ex ministro Panagiotis Lafazanis e dalla presidente della Camera Zoì Kostantopoulou che si ferma al 2,86%: i greci evidentemente non sono ancora pronti a mettere in discussione la moneta unica, né ad ascoltare proclami che chiedono una politica industriale e bancaria diversa rispetto al recente passato.
Stabili al 5,5% i comunisti integralisti del Kke, fautori dell'uscita greca sia dalla Nato che dall'Unione Europea. Sorprese al centro e nel centrosinistra. Dopo una caduta verticale durata cinque anni, ricomincia a guadagnare terreno il Pasok, che in tandem con la sinistra democratica di Dimar tocca il 6% raddoppiando i voti di sette mesi fa, anche grazie alla nuova portavoce, Fofi Gennimata. Delude il progetto centrista “Potami” del giornalista televisivo Stavros Theodorakis che puntava al 10%, ma deve accontentarsi del 4%. Dopo venticinque anni di campagne elettorali, per la prima volta entra in parlamento l'Unione di Centro di Leventis, con otto deputati. Terza forza in parlamento, sarà invece il movimento neo-nazista Alba Dorata col 7%.
Al netto di numeri e percentuali, il voto ellenico rivela due macro-elementi. Lo scollamento oggettivo tra elettori e politica, come dimostra ampiamente il 45% di astenuti, record in cento anni di storia ellenica, consci che nessuna scelta presente o futura avrà influenza in un panorama che è stabilmente sotto il controllo della troika. In secondo luogo, chi ha votato ha compiuto una scelta non ideologica ma di pelle. Rispetto agli altri candidati Tsipras rappresenta, agli occhi dei greci, il condottiero che, pur avendo perso partner, credibilità e numerose battaglie in questi sette mesi, è riuscito quantomeno a tenere la Grecia nell'euro e nell'Europa.
Insomma, un cambio netto di passo e di strategia che però è stato comunque ricompensato dal consenso popolare. Due delle sette vite da gatto Tsipras se l'è già giocate. Adesso la parola passa alle valutazioni trimestrali della troika, vera commissaria governativa in Grecia.
Cosi subito dopo il giuramento, il governo si metterà immediatamente al lavoro per occuparsi della crisi del Paese, soprattutto sul cruciale capitolo l'applicazione delle riforme previste dal memorandum, in vista della verifica dei creditori a metà ottobre. Per il premier c'è subito un impegno a Bruxelles dove lo attendono i capi di stato e di governo dell'Ue per il vertice straordinario sull'immigrazione
Nuovi naufragi nell' Egeo e ben 13 operazioni che hanno tratto in salvo 300 persone sottolineano come gli arrivi continuino, appena rallentati dal maltempo degli ultimi giorni. E proprio a causa del maltempo, ad Atene centinaia di migranti, soprattutto afghani, ieri sera hanno 'invaso' la stazione della metropolitana di Viktoria, che è rimasta chiusa fino a stamane. I migranti sono stati portati con pullman all'ex stadio olimpico del taek won do di Palaio Faliro sulla costa ateniese, dove però, ha detto il sindaco locale, Dionysis Hatzidakis, tra due giorni iniziano le attività per ospitare eventi sportivi e quindi gli ospiti dovranno andare altrove, in un campo temporaneo nella zona di Elaionas, dove già ci sono migliaia di profughi.
La zona di Viktoria - dove c'è un'autentica tendopoli - e quella della centrale piazza Omonia sono da settimane la residenza di migliaia di persone in attesa di passaggi verso la frontiera con la Macedonia. La Grecia identifica coloro che arrivano a Lesbo e Kos, ma anche nella piccola Tilos, che con i suoi 300 abitanti ha offerto oltre 10.000 pasti caldi a migranti giunti sulle sue coste nell'ultimo anno. Quindi li trasferisce nella parte continentale del paese, lasciandoli poi proseguire per il Nord Europa.