In occasione della Giornata mondiale del malato, giunta oggi alla XXIV edizione, il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, ha diffuso un messaggio rivolto agli anziani, ai malati e ai sofferenti ma anche ai volontari e a tutti coloro che si prodigano per sostenere le fragilità.
Questo il testo del messaggio che è stato letto oggi pomeriggio in Cattedrale a Ragusa:
“Cari fratelli e sorelle, vi saluto tutti con affetto, specialmente voi malati, accompagnati dai volontari. L’Ufficio per la Pastorale della Salute, si dedica in particolare alle persone ammalate e in condizioni di fragilità, con uno stile tipicamente evangelico. Infatti, la nostra opera non è assistenzialismo o filantropia, ma relazione d’aiuto che si traduce nel ministero della consolazione. Ringrazio tutti voi volontari che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza cercate sempre di essere - come dice Papa Francesco - sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. Continuate a donare tempo, sorriso e amore ai fratelli e alle sorelle che ne hanno bisogno. Ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la presenza di Cristo.
Il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone. Noi oggi, siamo chiamati ad essere segno profetico e andare contro questa logica mondana, la logica dello scarto, aiutando i sofferenti ad essere protagonisti nella società e nella Chiesa.
Cari fratelli e sorelle ammalati, non consideratevi solo oggetto di solidarietà e di carità, ma sentitevi inseriti a pieno titolo nella vita e nella missione della Chiesa. Voi avete un vostro posto, un ruolo specifico nella parrocchia e in ogni ambito ecclesiale. La vostra presenza, silenziosa ma più eloquente di tante parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù crocifisso per la salvezza del mondo, l’accettazione paziente e anche gioiosa della vostra condizione, sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana.
Oggi, la nostra Diocesi è in comunione spirituale con il Santuario di Lourdes. Un cero verrà acceso alla Grotta per tutti gli ammalati, i sofferenti e coloro che sperimentano le varie forme di fragilità e disagi interiori di vario genere. Maria sa di che cosa abbiamo bisogno! Lei si prende cura di noi, intercedendo presso Gesù e chiedendo per ciascuno il dono del “vino nuovo”, cioè l’amore, la grazia che ci salva. Lei intercede sempre e prega per noi, specialmente nell’ora della difficoltà e della debolezza, nell’ora dello sconforto e dello smarrimento, soprattutto nell’ora del peccato. Per questo, nella preghiera dell’Ave Maria, le chiediamo: «Prega per noi, peccatori».
Cari fratelli e sorelle, affidiamoci sempre alla protezione della nostra Madre celeste, che ci consola e intercede per noi presso il suo Figlio. Ci aiuti lei ad essere per quanti incontriamo sul nostro cammino un riflesso di Colui che è «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3).
Vi saluto con tanto affetto e insieme sosteniamoci nella preghiera!