l Comandante Carlo Gatti ha esercitato il Comando per anni nei settori Portuale-d’Altura operando molti disincagli e manovre, numerose azioni di salvataggio e antincendio. Nel 1975 ha vinto il concorso di “Pilota del Porto di Genova”, esercitando la professione fino al pensionamento e sono stati decisivi i suoi studi per la realizzazione della Torre di Controllo del Traffico Portuale genovese. Attualmente è impegnato in attività di storico e fotografo navale, curatore di Mostre storico-marinare nazionali-internazionali e, nell’ultimo convegno organizzato dai Lions International S. Margherita Ligure-Portofino su Guglielmo Marconi, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita, ha approfondito la figura del grande scienziato dialogando con il giornalista e storico Marco Delpino.
Quest’ultimo, fra le varie domande di attualità, gli ha chiesto: “L’era marconiana è finita oppure è tuttora in divenire?” Il Comandante Carlo Gatti ha risposto: “Guglielmo Marconi è considerato il padre della radio non solo per gli apparecchi e gli strumenti inventati, o per essere stato il primo a depositarne il brevetto, ma anche e soprattutto per averne avuto l’idea, diventata un sogno, la cui realizzazione lo impegnò nel corso di tutta la sua esistenza, fin dai primi esperimenti a Villa Griffone nel 1895. Marconi ha sempre avuto piena coscienza delle potenzialità della comunicazione senza fili, anche quando nessuno confidava in lui e nelle sue intuizioni, e il suo essere lungimirante è sempre stato accompagnato dalla riflessione critica su quanto già fatto. In senso ampio, l’invenzione della radio ha risvolti ed evoluzioni ancora oggi: la tecnologia inventata dal genio bolognese, infatti, è fondamentale per il funzionamento del telefono cellulare, ma anche per le imprese spaziali su Marte o Saturno. I sistemi di radiocomunicazione hanno infatti permesso di realizzare le imprese astronautiche mentre i satelliti, a loro volta, stanno portando un notevole contributo all’ulteriore sviluppo delle telecomunicazioni mondiali. Analogamente, internet e il telefono cellulare, la cui comparsa ci ha resi quasi increduli, sono diventati parte della normalità quotidiana e non è sempre scontato recepirli come sintesi finale di una serie di passaggi tecnologici che hanno nella radio l’elemento vitale e fondante. La componentistica elettronica inizialmente sviluppata per l’industria della radio ha reso possibile il decollo dei calcolatori elettronici e, a distanza di anni, l’informatica è diventata un elemento portante delle radiocomunicazioni. Se oggi possediamo i cellulari, i tablet e il wi-fi, se possiamo utilizzare le immagini satellitari e ipotizzare viaggi su Marte, lo dobbiamo anche e soprattutto a Marconi, il signore del wireless, un italiano che alla fine dell’Ottocento ha inventato il terzo millennio, grazie a quel formidabile crescendo di scoperte scientifiche e successi imprenditoriali che ne fanno un precursore dell’era digitale, quasi uno Steve Jobs ante litteram. Ciò che Marconi ha seminato continua tuttora a germogliare nella tecnologia che riguarda il telecomando da remoto. Gli sviluppi già in atto hanno dell’incredibile. Faccio solo qualche esempio sempre legato al mondo delle navi. Ieri tutti abbiamo visto i Top Gun appontare sulle portaerei con 200 pulsazioni cardiache ed erano al limite di svenire. Ci furono molti incidenti e perdite di piloti e costosissimi aerei. Oggi, quando i piloti sono a pochi chilometri dalla loro unità, inseriscono il pilota automatico e l’appontaggio avviene nella massima sicurezza con qualsiasi “condimeteo”. L’uomo è già escluso! Oggi si parla tanto di intelligenza artificiale, ma essa è già applicata in tanti settori, anche in quello navale che pochi conoscono. Ogni giorno la TV ci mostra le performance dei droni telecomandati da migliaia di chilometri di distanza che vengono impiegati in attività belliche. Da almeno 5 anni sono in atto esperimenti di navi traghetto che navigano e attraccano in banchina senza equipaggio! A Livorno, da oltre un anno, esperimentano una manovra reale, non “vissuta” al simulatore di manovra, in cui i rimorchiatori lavorano per la nave (tirano e spingono) senza equipaggio a bordo. Si è ormai certi che nel giro di pochi anni il traffico marittimo, sia in navigazione sia in porto, sia diretto da remoto con onde radio marconiane. Il traguardo che intendono raggiungere gli scienziati è quello di abbattere l’errore umano. Ma questo significa anche “eliminare” intere categorie di marinai che hanno scritto la Storia marittima fino ad oggi”.