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La Germania frena sui migranti

Sono quasi un milione i migranti in Libia. Tra 50mila e 70mila si trovano sulla fascia costiera tra Tripoli ed il confine tunisino, pronti a salire sulla prima imbarcazione messa a disposizione dai trafficanti di uomini. Con l'estate vicina si può capire la preoccupazione del Viminale, chiamato a gestire un'ondata di arrivi. E c'è anche il timore politico sulla tenuta della maggioranza, con Matteo Salvini che continua a chiedere il pugno di ferro contro i flussi.

Intanto era l'obiettivo immediato dell'Italia è attivare entro l'estate un meccanismo temporaneo di solidarietà tra gli Stati europei disponibili per il ricollocamento delle persone soccorse in mare. È quanto aveva sottolineato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese al commissario europeo per gli Affari Interni Ylva Johansson dopo i massicci sbarchi di migranti degli ultimi giorni. La telefonata è ritenuta preparatoria in vista della definizione del Patto su immigrazione e asilo. Johansson ha ringraziato l'Italia per il suo impegno nella gestione dei flussi ed ha riconosciuto che l'Europa deve dare un segnale di solidarietà.

Ma "Cdu e Spd, popolari e socialisti" tedeschi, "hanno votato in Parlamento per rifiutare la redistribuzione in Germania degli immigrati clandestini che sbarcano in Italia. Così la risposta della Germania sulla richiesta dell'Ue di aiutare l'Italia nell'emergenza sbarchi con una redistribuzione automatica dei migranti: dai gruppi al Bundestag dei due partiti della maggioranza, Cdu/Csu e Spd, è arrivato un no all'appello lanciato dalla Commissaria Ue Ylva Johansson, che in seguito all'arrivo di oltre 2000 profughi a Lampedusa in sole 24 ore aveva chiesto agli Stati membri di sostenere l’Italia nell’accoglienza. Dall'opposizione diversi esponenti di Verdi e liberali si sono invece detti favorevoli, riferisce la Welt.  

Così, per saperlo", ha scritto su Twitter il segretario della Lega, Matteo Salvini. "Com'era", gli ha fatto eco il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni su Facebook,  quella storia raccontata dalla sinistra che erano i cattivoni polacchi e ungheresi a non volere la redistribuzione dei Migranti?

 La Francia di Macron e la Germania della Merkel si oppongono all'ipotesi di redistribuzione automatica di chi sbarca illegalmente in Italia. Diciamo che era prevedibile. Il governo italiano dei migliori, come quello precedente guidato da Conte, sta proponendo questa ipotesi agli altri Stati UE: voi controllate i vostri confini esterni, l'Italia invece no e fa sbarcare chiunque, ma poi gli immigrati illegali li distribuiamo in tutta Europa, ci state? Gli altri rispondono, giustamente, picche e ci dicono che anche noi dobbiamo difendere i nostri confini, come chiunque altro, oppure, se non vogliamo farlo allora ci teniamo i clandestini. La furia immigrazionista della sinistra italiana, imposta anche al governo Draghi, rischia di far escludere l'Italia dall'area Schengen e di marginalizzare la nostra Nazione in Europa".  

Riferendosi al fatto che il nostro Paese ha visto triplicare a circa 13 mila gli arrivi sulle nostre coste rispetto all'anno precedente, il vice capogruppo Cdu/Csu Thorsten Frei ha detto alla Welt “che è certamente un aumento netto, ma non si tratta di niente che l'Italia non sia in grado di affrontare da sola”. Questo, cosi l’esponente cristiano-democratico, mentre già alla fine di aprile in Germania erano state presentate 38 mila domande d'asilo: dinanzi a questi numeri, ha da parte sua affermato il responsabile dell’Spd per le migrazioni, Lars Castellucci, “una partecipazione tedesca è esclusa, non vi è un bisogno di sostegno”.
Diversa la posizione dei Verdi.

A detta di Luise Amtsberg, responsabile per la tematica dei profughi del partito ambientalista guidato da Annalena Baerbock, “come soluzione di transizione la Germania dovrebbe assolutamente partecipare ad una nuova edizione del meccanismo di Malta e in maniera proporzionale alla propria popolazione accogliere un quarto di coloro che vengono salvati in mare”. In termini simili si è espresso – sempre a quanto scrive la Welt – il vicecapogruppo Fdp al Bundestag, Stephan Thomae: “Per alleggerire i Paesi mediterranei durante l'estate, il governo tedesco dovrebbe unirsi ad un'altra decina di Stati europei che siano pronti ad accogliere i migranti in un procedimento d’asilo coordinato”.

Intanto un confronto 'vis a vis' tra il capo del governo e la leader dell'opposizione. In Fratelli d'Italia c'è soddisfazione per l'incontro tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d'Italia è stata ricevuta dal premier nella mattina di giovedì.Dell'incontro - durato circa un'ora - Meloni ha apprezzato soprattutto il "metodo", viene riferito. Per la leader di FdI, che aveva chiesto il colloquio, ha rappresentato infatti un "segnale importante" il fatto che Draghi l'abbia convocata.

L'auspicio è che il confronto vada avanti, che diventi "periodico, cadenzato". Per FdI, l'incontro è stato molto utile e rappresenta anche una "novità", dopo l'esperienza "deludente" del "mancato coinvolgimento dell'opposizione" da parte dei governi guidati da Giuseppe Conte. Il capo del governo e la leader del principale partito d'opposizione che si parlano faccia a faccia: è un fatto "positivo in primo luogo per i cittadini", si fa notare.

"Col presidente del Consiglio è stato un lungo e franco colloquio, nel quale FdI ha portato molte delle sue proposte. Il presidente è stato molto interessato e cordiale, spero in appuntamenti cadenzati", ha detto la presidente di FdI, uscendo da palazzo Chigi.

Meloni ha poi elencato le richieste del suo partito a Draghi: il problema della regola sui quattro commensali a tavola (per limitare i contagi da Covid-19); la richiesta di un piano di prevenzione rispetto all'ipotesi di una nuova ondata autunnale; e la sospensione del nuovo regolamento bancario sullo scoperto, per evitare di avere milioni di persone segnalate alla centrale rischi.

L'ennesimo - come se ce ne fosse bisogno - segnale di nervosismo per la competizione interna al centrodestra è arrivato dalla risposta di Matteo Salvini a chi gli chiedeva un commento all'incontro Draghi-Meloni. "Bene, mi sembra cosa buona e giusta. Io l'ho sentito ieri (mercoledì, ndr)" ha tenuto a puntualizzare il leader della Lega.

Incalzato dai giornalisti sulla telefonata avuta ieri con il presidente del Consiglio, Salvini ha risposto: "Cosa ci siamo detti rimane tra noi", ma poi ha aggiunto che tra i temi toccati sono stati "il lavoro, le riaperture, la ripresa economica, le riforme, il fisco, la Giustizia, la Pubblica amministrazione. L'Italia che riapre e che cresce. Sono orgoglioso di far parte di un governo che restituisce lavoro e speranza ai cittadini"

Noi contiamo di arrivare con Draghi a fine legislatura a marzo 2023". Lo ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini in un'intervista a Il Giornale.

Sulla possibilità del premier al Quirinale, Salvini ha risposto: "Non è Salvini a decidere il futuro di Draghi, per il momento spero che continui a fare il presidente del Consiglio perché lo sta facendo bene. Se poi desiderasse fare il presidente della Repubblica sarei il suo primo sostenitore. Ma per ora sono discorsi prematuri". Per quanto riguarda i referendum, per Salvini, non sono un intralcio per le riforme. "Per niente, i sei temi che ho sposato d'intesa con il Partito Radicale non sono materia trattata dal Parlamento e nemmeno dal governo.

Noi sosteniamo la possibilità per un magistrato di candidarsi al di fuori delle correnti. Insomma, proviamo a far fuori questo meccanismo deleterio spiegato da Luca Palamara nel suo libro. E poi ci occupiamo della responsabilità civile dei giudici, tema già oggetto di un referendum negli anni Ottanta".

Salvini vuole poi modificare la custodia cautelare: "Ci sono 22.000 persone in cella in custodia cautelare, ci sono mille casi l'anno di soggetti che vengono assolti o prosciolti dopo il carcere, grazie e arrivederci. No, non va bene. La mia preoccupazione è che Pd e Cinque stelle non vogliano le riforme che noi e Draghi vogliamo fare".

Il leader della Lega parla anche di pubblica amministrazione e fisco: "Vogliamo i concorsi in 100 giorni, vogliamo procedure snelle, vogliamo la meritocrazia. Brunetta sta mettendo mano alla materia e il Parlamento è chiamato a pronunciarsi a breve. È un tornante decisivo. Possiamo subito alzare la flat tax per le partite Iva in regime forfettario. Portando il tetto da quota 65mila a 100mila euro".


Fonti Agi / Mattino

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