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Riconoscimento e valore al lavoro del personale ATA: amministrativi, tecnici e ausiliari

platea due

Bistrattati, esclusi da tutto, gli amministrativi, i tecnici e gli ausiliari della scuola, tornano a fare sentire la propria voce, dopo mesi di attesa e silenzio da parte del Governo nazionale. Le insostenibili condizioni di lavoro del personale ATA, senza garanzie di stabilità né continuità professionale, sono rimaste senza risposta dopo la manifestazione svoltasi lo scorso ottobre.

“E’ stato sbandierato lo slogan della ‘buona scuola’ e di noi neppure si parla, fatela voi la scuola, senza collaboratori, assistenti o tecnici”, così hanno gridato in coro gli oltre duecento partecipanti all’assemblea unitaria con i sindacati che si è tenuta ieri, venerdì 19 febbraio, a Catania alla scuola Pizzigoni. Un’iniziativa che si è svolta in concomitanza anche in altre parti d’Italia, come avvio di una campagna di mobilitazione nazionale.

Rivendicazioni vecchie perché anche nel settore degli amministrativi la piaga del precariato è profonda decenni “anni di lavoro – ironizzano alcuni –andrò in pensione da precario” e in effetti per i lavoratori ATA, la legge 107/2015 non ha aperto alcuno spiraglio: né scorrimento di graduatoria né sblocchi di assunzioni.

I sindacati della scuola, FLC CGIL Catania, Cisl Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams hanno messo a punto, quindi, un’azione collettiva “i cui obiettivi – scrivono in una nota congiunta – assumono un carattere di assoluta e specifica urgenza”.

“Riparlare di un piano di assunzioni, per esempio – ha spiegato Antonella Distefano, segretaria FLC CGIL Catania – dopo un blocco inspiegabile di 5 mila posizioni lavorative”. “Il blocco era stato motivato, tra le altre questioni, anche dall’esigenza di ricollocare nella scuola gli ex dipendenti delle Province, ma in realtà sono passati anni, non è successo ancora nulla e le adesioni pervenute non superano la misura di qualche centinaio, quindi molti evidentemente preferiscono essere ricollocati altrove. Ma in ogni caso in questi anni sono stati dati, nel frattempo, incarichi a tempo determinato, gli ultimi scadranno appunto il prossimo 30 giugno, segnale che nella scuola il personale serve”.

Tra le richieste dei lavoratori, c’è l’abrogazione delle norme che tagliano gli organici, che limitano le supplenze brevi e congelano il turnover; l’estensione della figura di assistente tecnico in ogni scuola; il superamento dell’esternalizzazione dei servizi ausiliari tecnici e amministrativi; il pagamento e ripristino delle posizioni economiche non liquidate; la ripresa della mobilità professionale tra le aree; l’indizione del bando per i concorsi ordinario e riservato al profilo degli ex segretari scolastici (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi DSGA) e il pagamento delle indennità a loro spettanti in reggenza su due scuole; il superamento delle disfunzioni croniche del sistema informativo Sidi e la corretta interpretazione delle leggi e delle norme contrattuali.

Intanto, anche sul fronte dei docenti, il clima resta teso, in riferimento sia agli insegnanti della scuola d’infanzia sia ai precari storici tagliati fuori dalla stabilizzazione e per i quali la mobilitazione è già stata avviata la settimana scorsa. “Checché se ne dica, la legge 107/2015 non ha risolto i problemi del precariato – ha commentato ancora la segretaria Distefano – perché centinaia di migliaia di docenti che hanno diritto in base alla sentenza della Corte di giustizia Europea, ma anche chi non ne avesse, hanno per decenni prestano servizio nelle scuole, pertanto questo piano del Governo resta assolutamente iniquo e stiamo lavorando per un nuovo piano di stabilizzazione”.

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