A nostro modesto avviso, dall’“autonomia differenziata” del Nord del Paese, avremo una Italia spaccata. In tal senso, per dovere di cronaca, riportiamo, anche, quanto affermato, dalla vignetta di Ciompi: Donna Italia afferma: “Dalle nuove autonomie regionali, Mi sento a pezzi” (Cfr.”Il Messaggero” del 17 febbraio 2019). Nel particolare, con la riforma dell’autonomia, all’esame del Governo nazionale, una serie di materie diverranno di competenza esclusiva di alcune regioni che ne hanno fatto richiesta: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. In primis, una materia che sta preoccupando i giuristi costituzionali è la Sanità per la quale, va seguito quello che dice la Costituzione, sull’unità nazionale e sui diritti fondamentali, come il Diritto alla Salute. Ancora, un’altra materia preoccupante è la quotidianità di vita dei cittadini meridionali. Un recente studio dell’Osservatorio sulla salute dell’Università Cattolica di Roma, realizzato su dati dell’Istat, ha dimostrato che, anche, per effetto delle migliori condizioni socio-economiche, il crescente divario fra Nord e Sud d’Italia, si riflette, anche, sulla speranza di vita. Pertanto, nelle regioni ricche del Nord, non solo si vive meglio, ma, pure più, a lungo. In conclusione, noi diciamo, senza mezzi termini, che il Mezzogiorno deve trovare la forza dell’unità per non correre il rischio di essere messo da parte, dal resto del Paese Italia.