Tracciare il profilo professionale del cantautore, autore e compositore Claudio Damiani significa ripercorrere quasi mezzo secolo di musica leggera italiana, attraversando anche il suo periodo d’oro, in cui sono nati successi che rappresentano il leitmotiv della memoria di milioni di persone.
Claudio vive sin da piccolo ad Alessandria, dove tanti anni fa la sua famiglia, originaria del Salento, esattamente di Ugento (nei pressi di Santa Maria di Leuca), si trasferisce per motivi di lavoro. La passione per la musica risiede nel DNA familiare, visto che suo padre suona con talento il violino e Claudio già da bambino inizia a dimostrare un forte interesse verso vari strumenti musicali. Inizia il conservatorio, che però non porta a termine; la sua insegnante di italiano è la mamma di Cristina Parodi; in fondo, il mondo è piccolo!
Fino a sedici anni è un ragazzo timido, estremamente sensibile ed emotivo,ma a diciassette anni la situazione cambia; egli si reca a Milano per sostenere il provino di un concorso discografico alla Ricordi, indetto da un giornale dell’epoca che si chiama Ciao 2001. All’inizio Claudio non vorrebbe andare, ma poi accetta, più che altro per fare felice suo padre, che ci tiene moltissimo. Appena entra nella famosa Casa discografica, con gli amici che l’hanno accompagnato a Milano per sostenerlo, viene colto di sorpresa dal movimento caotico di artisti già conosciuti, chitarristi capelloni e personaggi stravaganti che vanno e vengono. Questo il primo impatto con una lunga carriera professionale, che in breve tempo si trasforma in motivo di vita.
Infatti, Claudio supera brillantemente il provino alla Ricordi, dove al termine della presentazione dei suoi tre pezzi, viene chiamato dal direttore del concorso canoro Adriano Solaro, il quale gli dice che ha talento, è veramente bravo, anche se i pezzi non sono un granchè. Gli propone, quindi, un contratto, che necessita della firma del padre, visto che il ragazzo è ancora minorenne. Una volta a casa, si può dire che suo padre firma il contratto senza leggerlo, tanto è orgoglioso.
L’incontro con il cantautore Gian Pieretti, detto il Bob Dylan italiano, avviene ancora alla Ricordi ed ha posto un tassello importante nella sua vita di artista. Quel giorno indossano la stessa camicia e la cosa meraviglia entrambi; iniziano a chiacchierare e alla fine Pieretti, all’epoca già molto conosciuto, dopo aver ascoltato il suo repertorio, propone a Claudio di fare il chitarrista per lui. Quindi, iniziano a girare per locali e a comporre brani insieme e non hanno più smesso!
Verso la fine degli anni ’70 un altro incontro importante con il cantautore Mino Reitano, scomparso alcuni anni fa ma sempre nel cuore del suo pubblico. Anche questo rapporto professionale e di amicizia è destinato a durare per tutta la vita.
Oltre a questi e tanti altri sodalizi artistici con vari cantanti, ha anche suonato per venticinque anni nei piano bar, conoscendo bene chitarra e pianoforte e tuttora accompagna i migliori artisti degli anni ’60 e ’70 nei loro concerti in tutta Italia.
Claudio Damiani mi ha confessato di aver giurato a se stesso di vivere per la musica e a quanto pare ci sta riuscendo a pieno titolo.La scorsa notte ho ascoltato il tuo ultimo cd dal titolo I MIEI PROVINI, che contiene quindici brani tutti da gustare, nei quali più o meno tutti possono riconoscersi. Perché hai pensato a questo titolo?
Poiché ritengo siano veri e propri provini. Tutto nasce da un provino, un prototipo, una bozza, un piccolo soggetto, un’ idea che poi viene sviluppata, lavorata e diventa prodotto definitivo: un disco, un video, un libro, un quadro e tanto altro. Inoltre, molto spesso, in tanti anni di lavoro e di canzoni scritte per me, o per altri, i provini mi hanno fatto vivere maggiori emozioni rispetto al prodotto terminato, sul quale normalmente ci lavorano più mani e più menti. Senza togliere nulla alla professionalità e alla bravura di molti collaboratori e coadiutori, a parer mio, seguendo quella modalità un disco viene privato di quell’alone di lavoro casalingo, che ti porta a sognare molto più, e ad entusiasmarti incondizionatamente tra le pareti domestiche.
L’intensità dei sentimenti d’amore, che esprimi attraverso le tue canzoni, evoca una traccia autobiografica?
Io amo parlare d’amore, credo e ho sempre creduto nell’amore e per quanto mi è stato possibile, o mi sarà possibile , spero ancora per tanto, continuerò a farlo. Io cerco di raccontare quasi sempre storie vere, che ho vissuto o che comunque, se raccontate o sentite, mi hanno fatto provare intense emozioni; che sia una storia personale o di altri, c’è quasi sempre una piccola traccia di come l’ho vissuta o provata personalmente, di come la penso e di come ( forse ) mi sarebbe piaciuto far capire a qualcuno di viverla.
Questo disco mi porta a riscoprire il valore e il senso della canzone melodica. L’Italia è da sempre la patria del Bel Canto; alla luce di ciò, ritieni sia importante seguire questo registro, forse meno di moda, in considerazione del messaggio sociale che trasmette al pubblico?
Per me non ci sono canzoni vecchie o canzoni nuove, datate o moderne; per me ci sono canzoni belle o brutte, come anche film, libri, commedie e tanto altro. Non sono naturalmente portato a criticare, ognuno è libero di scrivere ed esprimersi come meglio crede; dico solo che se le canzoni piene di sentimento, di belle parole, di poesia, ( cosa che oggi si è persa totalmente, anzi hanno fatto in modo che si perdesse), di significato, di storie che ti entrano nel cuore e che non vanno più via, rimangono nel tempo e superano ogni sorta di moda, coinvolgendo sempre e per sempre innumerevoli generazioni, ci sarà un motivo, no? Facciamo un esempio pratico: sin da ragazzo quando mi piaceva una ragazza o volevo anche solo dirle mi piaci, o mi sono innamorato di te, le dicevo esattamente cosi: sai che mi piaci veramente tanto oppure io mi sono innamorato di te. Se dire questo oggi, cosi direttamente a una ragazza, può sembrare superato, fuori moda e ti può far passare agli occhi dalla stessa per un tardone, fuori moda, o cose simili, questa è la dimostrazione che il senso della poesia si è perso e si preferisce sentir parlare in altri modi. Ritengo sia meglio e molto più toccante dire a una ragazza io ti amo, piuttosto che ricorrere a bulimie semantiche spesso senza senso. E Per chiudere, per quale motivo secondo voi, Ti amo di Umberto Tozzi ha venduto oltre 30 milioni di dischi nel mondo e ancora oggi la cantano tutti? Oppure, per quale motivo Il cielo in una stanza è tuttora una delle canzoni più eseguite dovunque? E ancora, la lista è lunghissima: Questo piccolo grande amore, Mi sono innamorato di te, Margherita, Tanta voglia di lei. Forse perche sono vecchie e datate, e già!
Fai musica da una vita; in altre parole, una vita per la musica. Tempo fa ricordo che lo definisti il mestiere più bello del mondo. Potresti spiegare ai nostri lettori cosa intendi?
R: Innanzitutto, Io credo che quando una persona ha la fortuna di fare un mestiere che gli piace e che gli permette di vivere, al di la del lato economico, anche di emozioni, di passioni, di entusiasmi, nella musica come per qualsiasi altro mestiere, questo diventa il più bello del mondo. Credo, però, che tutto dipenda dall’entusiasmo. Il mio consiglio, anche se non spetta a me darne, è di mantenere sempre vivo l’entusiasmo, nei confronti della vita, per se stessi e per il prossimo. Io ho cominciato a suonare all’età di nove anni e oggi, che ne ho sessantadue, conservo sempre l’entusiasmo del primo giorno, ogni giorno. Sia che scriva una canzone, come dire, impegnata, importante, sia che debba scrivere un valzerino. Quando ho finito, per me, aver scritto anche solo il valzerino è come aver scritto l’Aida, sono entusiasta e soddisfatto come se avessi scritto la più bella cosa al mondo, sarà questione di carattere, comunque nella vita l’entusiasmo conta.
I tempi sono cambiati, aggiungerei in peggio, le tendenze della moda sono in continua evoluzione; qualche decina di anni fa i night club e i piano bar erano locali molto ben frequentati. Vorresti ricordare con me questa tua lunga esperienza professionale?
Io ho lavorato poco nei night,molto più nei piano bar, e ciò che ho imparato maggiormente è accontentare la gente, attraverso il rapporto di empatia con il pubblico, soddisfarne le richieste, le preferenze di chi ascolta, senza forzare nulla. Torno a dire, se un pezzo piace e te lo chiedono, lo devi fare, primo per rispetto al fatto che te lo chiedono, secondo, perché significa che piace. Ora tu mi dirai: ma anche le canzoni di oggi le richiedono e piacciono. Che piacciano le canzoni di oggi è un fatto molto, ma molto discutibile. Le canzoni di oggi, le impongono e non fanno passare altro; l’industria discografica non permette che passi altro che risulti fuori dalle loro scelte, poiché tutto gira solo intorno al business, al produttore che decide di investire danaro in un progetto, che comunque il più delle volte non ha riscontro e va in perdita. E coloro i quali ascoltano musica oggi, tutti i giorni , soprattutto le nuove generazioni, per radio, tv , media, dovrebbero rendersi conto che propongono sempre le solite cose, specchio del modo di vivere e pensare di cui ti parlavo prima; questo offre il mercato discografico. Tu lo sai quanti cantanti, cantautori, gruppi o altro vendono centinaia di migliaia di dischi in Italia e nel mondo e nessuno sa chi sono? Non vanno in classifica, non si vedono in tv, non li passano in radio , etc. Quindi, facciamo una bella tavola rotonda e dopo aver riempito pagine in quantità paragonabile alla Divina Commedia, forse, saremo riusciti a far capire agli ignari di questa situazione i mille motivi e il mistero che c’è dietro. Sempre ammettendo che la tavola rotonda ce la facciano fare!
Quali sono i generi musicali che segui maggiormente?
Ti ripeto, io amo le belle canzoni, qualunque genere siano, in ogni lingua. Se mi trasmettono emozioni, mi danno un brivido leggendo il testo, o ascoltando la melodia e naturalmente valutando anche chi la canta, il gioco è fatto. Può essere un pezzo impegnato, allegro, anche stupido, ma deve essere bello. E’ chiaro che quello che è bello per me, può non esserlo per altra gente, ma torniamo alla terza domanda, ci sarà un motivo per cui oggi le canzoni di cantanti che vengono costruiti e lanciati nel mercato sino allo stremo, poi non rimangono nel tempo? Ovviamente, faccio un discorso di carattere generale; a me è sufficiente continuare ad esprimere i miei sentimenti nel miglior modo.
Una domanda piuttosto personale: quale posto occupa l’amore nella tua vita di uomo, oltre l’artista?
Per me l’amore è tutto e può tutto; è la linfa vitale di ogni cosa. Io rimango sempre bambino dentro e innamorato fuori, in modo imperturbabile. Mi entusiasmo e mi innamoro. È importante volerlo fortemente, crederci e poi, magari riuscirci.
Com’è il rapporto di amicizia con i tuoi colleghi, con i quali spesso fai reunion musicali presso teatri o locali?
Ottimo; oltre che da solista, io suono e lavoro da anni con Gian Pieretti, artista che ha una storia e un glorioso passato nel panorama musicale, importante esponente della musica Beat, soprannominato il Bob Dylan italiano; ha collaborato con artisti di fama mondiale, da Donovan, allo scrittore Jack Kerouac, Fernanda Pivano e molti altri, autore in coppia con Ricki Gianco di canzoni di successo quali: Il vento dell’est, Pietre, Sei rimasta sola di Celentano e altre ancora. Mi trovo benissimo a lavorare con lui e con l’occasione, partecipare e collaborare con tanti altri artisti conosciuti: Mal, Donatello, Giuliano dei Notturni, Elisabetta Viviani, Leano Morelli, Mario Tessuto, Dino,i Dik Dik e tanti altri….È sempre un onore per me!
Domanda di rito, ma d’obbligo per un artista: quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Per prima cosa la promozione di questo mio CD I MIEI PROVINI appena uscito, poi un piccolo tour estivo insieme a Gian Pieretti, qualche produzione nel campo della musica da ballo. Ho scritto molte canzoni per questo genere, che vengono eseguite nel corso delle varie serate. Spero di organizzare presto un mio spettacolo,nel frattempo, sto lavorando a un progetto che mi piace molto, incrociamo le dita, poi la realizzazione di alcuni video ed ancora tante idee da sviluppare e spero di portarle avanti con risultati soddisfacenti. Io mi accontento. Se Dio mi darà salute, tutto il resto è sempre un regalo in più.