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Marino: " Non sono indagato e contro di me solo accuse da ignoranti"

Sono stato ascoltato come persona informata sui fatti e non sono indagato". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino in una conferenza stampa sul caso scontrini. "Mi sono dimesso perchè ho estremo rispetto per l'autorità giudiziaria e per spiegare i fatti -ha detto- gli esposti presentati da M5s e Fdi sono vergognosi e in malafede. Non ho mai usato - ha continuato Marino - denaro pubblico a scopo privato semmai il contrario.

"Non ho fatto nulla di male. Non sono indagato e contro di me solo accuse da ignoranti". Ignazio Marino convoca una conferenza stampa e prova a respingere tutte le accuse sugli scontrini. "Abbiamo deciso di tenere questa conferenza perchè volevo parlare ai romani spiegando che il 12 di questo mese ho firmato la lettera di dimissioni in seguito a esposti presentati da alcune forze politiche come M5S e FdI in relazione a vicende che mi riguardano. Ho deciso di dimettermi perchè ho estremo rispetto dell’autorità giudiziaria auspicando di presentarmi davanti all’autorità giudiziaria da dimissionario", ha affermato il sindaco. "Non ho mai usato denaro pubblico a scopo privato semmai il contrario. A New York ho incontrato chi si occupa di housing sociale al termine della mia vacanza estiva e anche se gli incontri erano istituzionali mi sono pagato l’albergo da solo", ha spiegato.

"Gli esposti presentati contro di me sono vergognosi, scritte da persone in malafede o da persone non informate sui fatti" ha detto riferendosi alle denunce di Fratelli d'Italia e del M5s. Ad esempio, ha spiegato Marino, "gli scontrini riferiti alla tintoria non riguardano il lavaggio dei miei vestiti ma di quelli storici del Campidoglio". Infine afferma: "Sono entrato in procura come persona informata sui fatti e così ho lasciato la procura. Non sono indagato"

"Cosi' come prevede la legge e come detto nella mia lettera di dimissioni - ha ribadito Marino - pensavo e penso che ho 20 giorni per fare opportune riflessioni e verifiche sulle mie dimissioni". A proposito della possibilità che il sindaco abbia o meno la maggioranza in consiglio comunale Marino ha precisato che ciò "fa parte delle verifiche che bisognerà fare".

"Mi sono dimesso - ha spiegato Marino - per estremo rispetto verso l'autorità giudiziaria e volevo presentarmi di fronte ad essa dimissionario per chiarire i fatti che mi riguardano".

"L'8 ottobre 2015 la democrazia e la città di Roma hanno subito una profonda ferita - si legge nella pagina FB Marino ripensaci - Il sindaco Marino, eletto con il 64% dei voti dei romani è stato costretto a presentare le proprie dimissioni a seguito di una serie di manovre politiche. Forte del massiccio consenso popolare che sta ricevendo in queste ore ritorni sui suoi passi".

Intanto e  appena iniziata l’udienza preliminare nei confronti di cinque persone imputate nell’ambito dell’inchiesta denominata Mafia Capitale. In aula anche l’assessore alla Legalità di Roma Capitale Alfonso Sabella: "Sono qui in rappresentanza del Comune di Roma per costituirci parte civile", ha detto. Sul banco degli imputati Giovanni Fiscon, ex direttore generale di Ama accusato di corruzione, Emanuela Salvatori ex responsabile comunale del coordinamento per i nomadi Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, ed Emilio Gammuto collaboratore di Salvatore Buzzi. A pronunciarsi sulla loro posizione sarà il gup Anna Criscuolo nell’ambito del processo che si svolgerà con rito abbreviato. "Il Comune di Roma si è costituito parte civile" nel primo processo per Mafia Capitale iniziato oggi a Roma. Lo ha annunciato l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella uscendo dal Tribunale, dove oggi ha sostituito il sindaco Ignazio Marino.



 

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