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La Cina e le nuove strategie geopolitiche

Il segnale lanciato dalla Repubblica popolare, ad ogni modo, è che anche gli strateghi di Pechino hanno accelerato sul fronte nucleare e non hanno problemi a manifestare apertamente al mondo. Il fatto sottolinea inside over, che la Cina lo faccia in un momento di tensioni con gli Stati Uniti comporta poi un'interpretazione politica di queste nuove basi svelate dai satelliti. C’è chi interpreta questa svolta nucleare come un monito verso Washington e come una particolare “arma negoziale”. I nuovi silos sarebbero avvertimenti per tornare a trattare su questioni politiche, economiche e militari. 

Altri, invece, come riporta inside over, pensano che Pechino voglia mostrare al mondo le proprie capacità tecnologiche e militari in una fase in cui la Russia affina le sua abilità nel campo delle armi ipersoniche, gli Stati Uniti quelle del proprio ombrello nucleare e l’India alimenta il proprio arsenale strategico. Ma c’è anche chi considera queste basi come uno sfoggio di potere a uso interno, soprattutto in una fase in cui Xi Jinping ha già fatto intendere di non voler tollerare minacce all’unità del Paese puntando dritto su Hong Kong e sulla questione di Taiwan. Una miscela di motivazioni che potrebbe anche essere unita indissolubilmente, ma che in ogni caso segnala una netta evoluzione strategica delle forze della Repubblica popolare.

L’occhio degli Stati Uniti scrive inside over, continua a posarsi sulla Cina. E questa volta l'obiettivo punta dritto all’arsenale missilistico cinese. Secondo il New York Times la Cina starebbe creando una nuova enorme base con circa 110 silos per il lancio di missili nucleari. Il giornale newyorchese mostra come prove le foto dell’agenzia Planet Labs, sempre più utilizzata come fonte di informazioni per carpire i segreti dei Paesi avversari.

Le immagini sono studiate con grande attenzione dagli analisti e dal Pentagono. E le interpretazioni sulle immagini di questo nuovo campo per missili nucleari portano a diverse teorie. Partendo dal presupposto che la Cina evidentemente ha voluto mostrare al mondo – in particolare agli Stati Uniti – questa nuova base missilistica.

Innanzitutto c’è un primo dato, che è quello geografico. Come spiega la Federation of American Scientist, il campo si trova nella prefettura di Hami, Xinjiang orientale. Dista 380 chilometri dall’altra base scoperta negli scorsi mesi nei pressi di Yumen (ne ha parlato per primo il Washington Post), segno che è in quell’area che Pechino vuole costruire la propria roccaforte missilistica.

Intanto riguardando la  Russia, e l'Inghilterra sottolinea inside over,l’air chief marshal Mike Wigston, capo di Stato maggiore della Royal Air Force (l'aeronautica militare britannica), ha reso noto che dal prossimo autunno verrà intrapresa l'esercitazione Agile Stance, durante la quale i caccia della Raf riceveranno ordini “senza preavviso” di schierarsi in posizioni alternative rispetto alle normali basi aeree.

Con ogni probabilità queste “posizioni alternative” scrive inside over, comprenderanno aeroporti civili in grado di essere rapidamente adattati ad un impiego militare, ma sono stati menzionati anche “altri luoghi improvvisati”, parole che fanno pensare che lo Stato Maggiore britannico stia pensando di utilizzare anche le autostrade del Regno Unito, riprendendo così una pratica in uso, anche se in modo limitato, durante la Guerra Fredda.

Dalle colonne del Daily Telegraph Wigston ha detto che “impareremo nuovamente come disperderci”, sottolineando che se “l’arsenale (di missili da crociera di ultima generazione n.d.r.) di cui Putin si è vantato” fosse di stanza nell’exclave russa di Kaliningrad “saremmo nel loro raggio d’azione”. Il capo di Stato maggiore della Raf ha anche parlato di trasferire “tutti i miei Typhoon […] su 12 basi” disperdendo così rispetto alle due attuali di riferimento (Lossiemouth e Coningsby).

La Raf così, e quindi le forze armate del Regno Unito, guardano con preoccupazione al rinnovato arsenale missilistico russo di raggio medio e intermedio che però, per ora, non è stato schierato in quei territori immediatamente a ridosso dei confini della Nato, ma solamente in linea generale nei distretti occidentali, da dove comunque possono colpire obiettivi in Europa.

In particolare sottolinea inside over, “l’arsenale di cui Putin si è vantato” a cui si riferisce l’air chief marshal Wigston è molto probabilmente il missile da crociera 9M729 lanciato da terra, noto anche come SSC-8 Screwdriver. Secondo la Nato, quest’arma ha violato i termini del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio o Inf, e ha generato una diatriba tra Russia e Stati Uniti che ha portato alla ricusazione finale di quell’accordo lo scorso anno, dopo che era rimasto in vigore dalla fine degli anni ’80, quindi dalla Guerra Fredda.

Intanto la pandemia non ha fermato il Maks,scrive inside over, il salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio che si tiene a Mosca ogni due anni. Presso l’aeroporto di Zhukovsky sono convenuti i produttori russi legati alla filiera aerospaziale, a cominciare dal colosso Uac (United Aircraft Corporation) che raccoglie i nomi più importanti del panorama aeronautico russo (Tupolev, Mig, Sukhoi, Yakovlev, Ilyushin) passando per Almaz Antey, altro gigante che costruisce sistemi da difesa e missilistici.

Nei padiglioni sono stati visti i prodotti missilistici, sia da difesa aerea, sotto forma di modelli in scala, sia per l'attacco. Per quanto riguarda i primi sostanzialmente sono assetti già ampiamente conosciuti: l’S-350E “Vityaz”, S-400, il sistema Tor e l’Antey 4000, presentato alla fiera Army nel 2020, senza dimenticare i sistemi da difesa costiera: Bal e Bastion. Molti i missili aria-aria, aria-superficie e da crociera, esposti a grandezza naturale: dall’RVV-MD del bureau Vympel di Jsc, passando per l’RVV-BD a lungo raggio e guida radar (tipo fire and forget) senza dimenticare l’antiradar Kh-58UShke. Interessante aver potuto vedere da vicino i missili da crociera per l’esportazione made in Russia, tra cui il Kh-59MK (con gittata aumentata), il Grom E1 (ed E2) già presentati nel 2015, oppure quello che viene definito “missile antinave tattico”, il Kh-35UE, che sembra abbia un raggio d'azione di 260 chilometri.

Come sottolinea inside over guardando al panorama internazionale era presente l’India, con il sistema missilistico Brahmos, lanciabile sia da unità navali che da terra grazie ad un veicolo Tel (Transporter Erector Luncher) di derivazione russa, la Cina con la China Great Wall Industry Corporation ed il Kazakistan, che aveva un intero padiglione dedicatogli dove sono stati esposti principalmente componenti per motori aeronautici. Presente anche un po’ di Italia, con Leonardo che ha portato un elicottero AW-139, e la Francia, che con Airbus ha esposto un A-350-1000 che si è anche esibito in una dimostrazione di volo. Di quest’ultima a colpire è stata soprattutto la silenziosità dei suoi due motori Rolls-Royce, soprattutto se confrontata col rumore (quasi assordante) dei russi Sukhoi MS-21 versioni 300 e 310.

 

Fonti il giornale / inside over the world

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