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L'ultimo saluto di Roma al grande Gigi Proietto

È il giorno dell'addio a Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre scorso nel giorno del suo 80esimo compleanno. I funerali, cominciati con un corteo alle 10 di mattina, sono terminati con le esequie nella chiesa degli Artisti in piazza del Popolo.

«Ho pensato tanto a questo momento, l'ho sognato, ne sono stata terrorizzata. Un papà famoso vuol dire tante cose, tra queste non avere un'intimità perché quando esce la notizia si scatena lo "scoop"... Tutte parole che col momento che vivi non c'entrano niente». Carlotta Proietti, figlia di Gigi Proietti, l'attore morto ieri a Roma nel giorno del suo 80esimo compleanno, scrive su Instagram interpretando i sentimenti di dolore e riservatezza della sua famiglia, della mamma e della sorella. 

Il feretro di Gigi Proietti, scortato dalle moto dei vigili urbani, dopo essere partito dalla clinica Villa Margherita , dove il grande mattatore si è spento l’1 novembre, ha fatto un passaggio in Campidoglio per un saluto sotto la statua del Marco Aurelio da parte dell'assemblea capitolina e del suo presidente Marcello de Vito. E ha poi proseguito alla volta del Globe Theatre, il teatro shakespeariano all'interno di villa Borghese fortemente voluto da Gigi Proietti, che a lui sarà intitolato. 

Gigi ci mancherà tanto. Oggi Roma inizia a restituire tutto l'amore che ha ricevuto, ma quando questa pandemia sarà finita organizzeremo qualcosa di ancora piu' grande che abbiamo dovuto rinviare". Così il sindaco di Roma, Virginia Raggi, in video connessione da casa, in occasione della cerimonia funebre per Gigi Proietti al Globe Theatre di Villa Borghese.

"Gigi Proietti era amatissimo da tutti noi- ha aggiunto- Lo abbiamo voluto salutare per l'ultima volta facendo sfilare il feretro per le strade della città. E abbiamo visto durante il percorso tante persone ordinate che applaudivano, perché' Roma ha perso una parte della propria anima". "Oggi- ha concluso Raggi- siamo tutti qui al Globe, un altro luogo simbolo per Proietti che ora aggiungerà il suo nome insieme a quello di Silvano Toti. Perché è importante che restino ricordi tangibili in citta' di una grande persona, un grande artista, un grande attore e un grande intellettuale".

Tutti molto commossi, uno dopo l'altro sono saliti sul palco accanto alla bara ricoperta di rose rosse: Marisa Laurito, Pino Quartullo, Valentina Marziali (la prima Giulietta al Globe), Paola Cortellesi («ascoltandoti, da piccola pensavo che Amleto fosse una storia tanto allegra», racconta); Enrico Brignano che, ammette, «dopo il non ci sei» non riesce a mettere la parola «più»; Walter Veltroni, che ne ricorda l'ironia ma anche l'impegno culturale politico. 

«Grazie, grazie perché sei stato un costante punto di riferimento, perché hai elevato questo mestiere. Perché mentre tutti parlavano di cultura, tu la facevi. Per averci fatto ridere fino alle lacrime. Perché tu eri il '10' in squadra. E quando dicevi 'A me gli occhi noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione».
Così Edoardo Leo, nel suo «saluto composto e scomposto», omaggia Gigi Proietti. «Tutta la città - conclude Edoardo Leo, citando il sonetto che Proietti recitò in occasione dell'ultimo saluto ad Alberto Sordi - sbrilluccica de lacrime e ricordi. Che tu non sei solo un grande attore. Tu sei molto di più. Sei Gigi Proietti

La prima a prendere la parola è stata Marisa Laurito. "Questo lutto è di tutti, noi non potremo mai consolarci con nessun altro come Gigi: era troppo speciale, pigrizia brillante a casa e energia sul palcoscenico, mai maschilista, generoso come pochi, sempre pronto a dare un consiglio. Quando mi faceva un complimenti, mi sembrava di aver preso una laurea. Grazie per avermi dato un po' della tua amicizia. Tu non morirai mai, perché nessuno tu dimenticherà. Sei un monumento. Te lo dicevo sempre e tu rispondevi: 'Un monumento? Non tengo manco il cavallo'."

Spazio poi a Pino Quartullo, tra i primi allievi del maestro Proietti: "Non abbiamo mai pianto tanto come in questi giorni noi: eri amico, maestro, testimone di nozze, genio. Ci hai insegnato a far convivere l'alto e il basso". Edoardo Leo ha parlato a nome di alcune associazioni del teatro e dell'audiovisivo: "Grazie per esser stato un riferimento per tutti noi, grazie per aver incarnato la figura del professionista dello spettacolo, grazie per aver formato decine di lavoratori dello spettacolo e aver speso per anni e anni il tuo talento". “

In quello che si chiamerà Teatro Gigi Proietti, il feretro è stato adagiato sul palcoscenico tra la commozione e gli applausi scroscianti dei presenti, interminabili, tra quattro rappresentanti delle forze dell'ordine di cui due agenti della Polizia locale in alta uniforme.

Il corteo funebre, applaudito per tutto il tempo dalla poca folla (per il divieto di assembramenti) che si radunata ai bordi dei via Veneto o di piazza Barberini, ha raggiunto la chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, per le esequie blindate e in forma strettamente privata a causa dell’emergenza Covid.

Abbiamo dormito qui, siamo qui per lui", "Gigi era il numero uno, con lui se ne va un pezzo di storia, nessuno lo dimenticherà". Sono già in molti i fan che questa mattina si sono recati fuori dalla chiesa, su cui è affisso un messaggio che recita "A te, oh re del palcoscenico Un regno fatto di scene, battute, copioni, luci e di un sipario che si è chiuso per te, per l'ultima volta Buon viaggio Gigi". 

In piazza del popolo campeggia lo striscione dei tifosi della Roma: "Me vie da piagne...ma che sarà...Ciao Gigi, esempio di romanità". Il primo a entrare nella Chiesa degli Artisti è stato Fiorello seguito da Rodolfo Laganà, ex allievo del laboratorio Proietti, che ha ricordato il suo maestro parlando di "una vera e propria istituzione". Sono quindi entrati Enrico Vanzina, Corrado Guzzanti, Marco Travaglio, Luca Zingaretti e l'ex calciatore della Roma Bruno Conti. Presenti, tra gli altri, anche il ministro Dario Franceschini, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Paolo Bonolis, Maurizio Mattioli, Enrico Brignano che non è riuscito a trattenere le lacrime, l'ad della Rai Fabrizio Salini. 

Tante le persone anche fuori dalla chiesa, dall'altra lato della piazza, i romani che si sono recati in Piazza del Popolo per rendere omaggio all'attore scomparso. La messa si è aperta alla presenza di un picchetto dei Carabinieri, che hanno anche portato una corona di fiori nella chiesa, segno della simpatia dell'Arma per il personaggio del maresciallo Rocca, da lui interpretato gli anni scorsi. Al termine della cerimonia, con la gente che non smette di applaudire dai balconi e da tutti i varchi che blindano l'accesso alla Chiesa degli Artisti la macchina con il feretro di Gigi Proietti ha lasciato Piazza del Popolo in direzione del Cimitero di Prima Porta, dove il corpo dell'attore sarà cremato. Al seguito solo l'auto con la moglie Sagitta e le figlie Carlotta e Susanna.

Un viaggio in compagnia di Gigi Proietti. Nel giorno del lutto cittadino, l'associazione “Tassiste per Roma”, ha deciso di lanciare un'iniziativa in suo onore.Tutti i taxi aderenti all'associazione, giovedì viaggiano con una foto sorridente sul proprio cruscotto. Il ritratto dell’istrionico artista romano, accompagnato dalla scritta  "Chi non sa ridere mi insospettisce", serve a rendere riconoscibili le tassiste che aderiscono all'iniziativa. 

D'altra parte diventa anche complicato non ridere se, com’è previsto dall’iniziativa, tutto il viaggio in taxi viene accompagnato dalla trasmissione dei brani più celebri di Proietti.  "Con lui se ne va un pezzo di storia di Roma - ha spiegato Maria Grazia Danesi, presidente dell'Associazione tassiste di Roma Proietti ha rappresentato molte delle realtà che noi viviamo quotidianamente e domani viaggeremo sui nostri taxi portando la sua voce e il suo ricordo". “

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