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Allarme disoccupazione in Italia

Nell'area euro c'è il rischio deflazione e va evitata. La Bce è consapevole che l'inflazione è bassa. Lo afferma il capo economista del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Olivier Blanchard.

La crescita dell'Italia è migliorata ma è necessario andare avanti con le riforme, soprattutto la riforma del lavoro e quella giudiziaria. Lo afferma Thomas Helbling del Fondo Monetario Internazionale  La ripresa globale si e' rafforzata ma resta ''fragile'' e restano ''significativi rischia la ribasso'' afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel Wolrd Economic Outlook. Il pil mondiale crescera' quest'anno del 3,6% e nel 2015 del 3,9%, con ambedue i dati sono stati limati al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre 2013. A tirare la crescita sono le economie avanzate.

La ricetta del Fmi per l'Italia, il cui Pil è stimato quest'anno crescere dello 0,6% e dell'1,1% nel 2015, prevede la riforma del mercato del lavoro con un contratto unico, la riduzione del costo del lavoro e la riforma giudiziaria...intanto :

Allarme disoccupazione in Italia. Secondo le stime contenute nel World Economic Outlook (Weo) del Fondo Monetario Internazionale, la
disoccupazione cresce al 12,4% nel 2014, dal 12,2% del 2013, per poi calare all'11,9% nel 2015. Come se non bastasse, quest'anno la performance dell'economia italiana sarà uguale a quella della Grecia (+0,6%).

Il tasso di disoccupazione resta alto a livelli inaccettabili nell'area euro: riforme strutturali per creare un mercato del lavoro flessibile e piu' competitivi mercati per beni e servizi sarebbero necessarie afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), stimando per Eurolandia un tasso di disoccupazione all'11,9% nel 2014 e all'11,6% nel 2015 dopo il 12,1% del 2012. ''L'area euro e' finalmente emersa dalla recessione'' ma gli elevati debito e disoccupazione, gli investimenti bassi, la stretta del credito e la frammentazione finanziaria continueranno a pesare sulla crescita'' mette in evidenza il Fmi, precisando che ''la probabilita' di una recessione per l'area euro resta alata, mettendo in evidenza la fragilita' della debole ripresa economica. Anche il rischio di deflazione resta relativamente alto nell'area euro, dove e' ancora a circa il 20%''. La ripresa in Eurolandia - osserva il Fondo - non e' uniforme. Per l'Italia il Fmi stima una crescita dello 0,6% quest'anno, analoga a quella della Grecia. Atene pero' nel 2015 vola e 'doppia' l'Italia: il pil greco e' stimato crescere il prossimo anno del 2,9%, quello dell'Italia dell'1,1%.

Ma il problema della disoccupazione in Grecia e' maggiore: il tasso e' del 26,3% nel 2014 e del 24,4% nel 2015, a fronte del 12,4% dell'Italia quest'anno e l'11,9% del prossimo. Ecco di seguito le stime del Fmi per l'area euro.

Soltanto Finlandia, Slovenia e poi Cipro (-4,8%) riusciranno a fare peggio all'interno dell'area euro. La situazione peggiorerà nel 2015 però perché Atene doppierà l'Italia: infatti il pil greco crescerà del 2,9%, mentre quello del Belpaese dell'1,1%.

Inoltre, per il Fmi, l'indice dei prezzi al consumo nel nostro paese crollerà allo 0,7% dall'1,3% del 2013 per risalire all'1% nel 2015. La ricetta del Fmi è basata su "ulteriori misure per far ripartire l'offerta di credito". Tuttavia, "la crescita dell'Italia è migliorata ma è necessario andare avanti con le riforme, soprattutto la riforma del lavoro e quella giudiziaria", ha spiegato Thomas Helbling del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Che poi ha aggiunto: "In Italia la ripresa è in corso ma il potenziale di crescita resta basso. C'è un insieme definito di riforme strutturali per le quali il Fondo ha fatto pressioni e che comprendono riforme del lavoro, tasse sul lavoro più basse e una pubblica amministrazione più efficiente".

La crescita della Russia rallenta, frenata anche dalle tensioni geopolitiche con l'Ucraina. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che la crisi presenterà un conto salato anche all'Ucraina con la produzione che calerà ''significativamente''. Il pil della Russia è stimato crescere dell'1,3% nel 2014. La situazione in Ucraina e Crimea avrà effetto su tutta l'area, con l'intensificazione di sanzioni e controsanzioni che si faranno sentire sugli scambi commerciali e sugli asset finanziari.

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