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La scienza di stare in fila, il disco di Max Arduini, il cantautor cortese

Arriva dalle parti di Guccini e Dalla, Max Arduini, ma inizia il suo nuovo disco, La scienza di stare in fila (GDE Records) con un brano, Mina e Gaetá, così "romano" che sembra esser stato ideato a quattro mani con Franco Califano.
Una gita mordi e fuggi nella capitale, a suon di musica, e rieccolo di nuovo a casa, a inneggiare in È Ravenna, con la vocalist Valeria Visconti, uno dei luoghi più belli d'Italia.
Siamo nella patria del liscio, è vero, con tutto il portato di bonomia, spensieratezza, amicalitá che quel ballo evoca. Terra che ha un particolare humus sul quale fioriscono fior di cantautori, quale lo stesso Arduini, che non si sa se definire più poeta - pensiamo alla bellezza fabulatoria del testo di La settima casa - o musicista, e qui le antenne si direzionano al ritmico-scanzonato brano Salutami Gillespie. 
La cui voce tradisce una leggera naturale raucedine che ha sentore di blues, non quello arrabbiato, ci sará pure un motivo non pascoliano se lo chiamano il passator cortese! Forse il cantautor cortese sarebbe ancor più azzeccata come definizione per questo moderno menestrello, questo trovatore abituato a traghettare storie ( Sciarada ... Ignurent!), situazioni ( Defaillance), atmosfere (La nottata), invocazioni (Mama Laus Deo) dalla sua fantasia all'indirizzo di chi ascolta.
Nell'epoca del trionfo pop del giro fa do sol la minore Arduini propone una musica con strutture "mosse", fatta di accordi non scontati, di buona varietá armonica, tessuta con mano sartoriale addosso a versi appropriati di modo che il tema scorra assieme al canto come svolto e sospinto da un'unica corrente ispirativa.
Che non è "regionale", meglio precisarlo vista la premessa di questa nota, perchè si è nel solco dei Baccini, dei Locasciulli insomma fra i primi banchi della scuola cantautoriale italiana.
Plano è la composizione che meglio ne delinea la forte personalitá autoriale, la poetica esistenziale che trova nel pianoforte e/o nella chitarra elettrica dei sostegni che non sono solo timbrici nè semplicemente "strumentali" anche quando , fra gli hangar, punta il dito contro l'invidia umana. Così In qualche giorno (Anniversary 10h) son vergate pagine terse, perse in un diario comunicativo scritto da "un omino fragile", altro che brigante! come il suo Arlecchino Noir.

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