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Eleonora Manara, torinese di nascita, attrice poliedrica con un percorso artistico iniziato in televisione negli anni '80 e numerose esperienze sia cinematografiche che teatrali, ritorna in scena con lo spettacolo teatrale "ACIDO", che verrà rappresentato il 2 ottobre 2021 presso il teatro Anfitrione di Roma.
Si tratta di un'opera il cui tema conduttore è la violenza di genere, con le considerevoli  implicazioni psicologiche e il dolore fisico, e non solo, che comporta nella vittima.
Eleonora è la protagonista di un toccante monologo, attraverso il quale traspare tutto il suo disagio, che si unisce alla sofferenza fisica. Tuttavia, si percepisce in modo chiaro un messaggio di speranza rivolto universalmente a tutte le donne.

Sei un'attrice di cinema e teatro dalla personalità poliedrica e con una preparazione accademica di notevole spessore. La tua carriera è iniziata in televisione tanti anni fa. Vorresti parlarmene?
Mentre frequentavo la scuola di recitazione di Massimo Scaglione a Torino, la mia città natale,  ho partecipato a varie trasmissioni televisive RAI. Agli inizi della mia carriera ho preso parte  anche a varie trasmissioni in tv locali del mio territorio. Negli anni 2000 ho partecipato al programma di RAI 1 "Verdetto finale" e posso dire di aver vissuto una bellissima esperienza. Ho fatto anche cabaret e doppiaggio, tuttavia nel mio cuore, pur avendo partecipato a diversi film, rimane il teatro, dove l'impatto con il pubblico è diretto, immediato. Sul palco di un teatro mi sento una donna felice ed appagata.

Fra poco tornerà in scena lo spettacolo teatrale "ACIDO", che tratta il doloroso tema della violenza di genere, purtroppo di grande attualità. Sarete a Roma il prossimo 2 ottobre,  esattamente al teatro "Anfitrione" e sarà una rappresentazione arricchita di nuovi elementi. Questo spettacolo ha già riservato a tutti voi grandi soddisfazioni; quindi, sarà una conferma?
Il 2 ottobre andrò in scena con lo spettacolo dal titolo "ACIDO" di Enza Li Gioi. In effetti, si tratta di una versione completamente diversa rispetto alla precedente, con  la nuova  regia di Tiziana Biscontini, regista sensibile e dotata di una grande preparazione  professionale.
Con questo spettacolo ho già ottenuto tante soddisfazioni, ma sono certa che stavolta, ci supereremo,  sarà un capolavoro.

In questa opera sei la protagonista di un toccante e pervasivo monologo. Quale è stata la risposta in termini empatici che hai percepito da parte del pubblico, in particolare quello femminile?
Ho sempre percepito una certa sintonia con il pubblico, che sento vicinissimo alle mie emozioni e non mi riferisco solo a quello femminile, ma anche al pubblico  maschile. Spesso ho visto persone emozionarsi sino alle lacrime.

Quanta forza deve avere il personaggio che impersoni nel mettere a fuoco un tema tanto delicato, al fine di  trasmettere il proprio dramma personale?
Ho dovuto immedesimarmi in una donna deturpata dal vetriolo nel suo aspetto esteriore e sinceramente non è semplice. Ritengo  importante sottolineare che sono soprattutto le ferite dell'anima a non guarire, a restare in uno stadio latente, ascoso, eppure così penetrante e doloroso. Sono danni psicologici, ferite interne che nessun chirurgo estetico potrà mai curare.

Quindi, un grido di denuncia sociale che da un lato libera la protagonista di un peso che porta dentro di sè, dall'altro un messaggio di speranza rivolto a tutto l'universo femminile. È corretta la mia chiave di lettura?
Direi che hai saputo leggere bene nell'animo della protagonista.

Nonostante i recenti  provvedimenti normativi che disciplinano il femminicidio, la cronaca riferisce ricorrenti fatti criminali. Certamente una rappresentazione teatrale come "ACIDO" è un efficace veicolo per  sensibilizzare l'opinione pubblica. Qual è a riguardo il tuo punto di vista?
Attraverso l'interpretazione di tematiche sociali così importanti, l'obiettivo principalmente perseguito dell'attore é senz'altro quello di entrare in connessione con l'opinione pubblica e per questo motivo mi piacerebbe portare "ACIDO" nelle carceri maschili; potrebbe rappresentare un messaggio di forte impatto sociale.

Sei davvero una creativa a tutto tondo; mi hai detto che in questo periodo stai scrivendo un romanzo, quando sarà dato alle stampe?
Si, ho quasi terminato la stesura di un altro libro,  "L'ULTIMA PORTA", un romanzo nato da un visione onirica di una piacevolissima crociera fatta con il miei genitori al compimento dei miei 50 anni. Sarà un grande successo, per questo lo sto tenendo ancora nel cassetto. Inoltre, i libri spesso hanno contenuti  autobiografici e per questa ragione potrebbero urtare la sensibilità di alcune persone ed io, per principio, nutro un profondo rispetto nei confronti di tutti. Quindi, preferisco procedere con cautela, ma presto verrà pubblicato.
Comunque, in questo momento sono molto concentrata sulla mia prossima rappresentazione teatrale e sono certa che anche stavolta il pubblico mi gratificherà con la sua partecipazione emotiva, un riscontro fondamentale nella mia professione di attrice.

 

 

Grazie agli studenti del corso di promozione del patrimonio culturale dell’Università di Catania, sede di Siracusa, e in sinergia con l’Amministrazione comunale, riaprono le porte del teatro comunale di Siracusa. Da diversi anni chiuso al pubblico, il teatro torna a risplendere incorniciato da bellissime opere d’arte poste all’interno del suo foyer. Grazie al progetto “Arte in Teatro”, promosso dalle curatrici Anna Vicentini e Chiara Vezil, vari artisti si alternano ogni 13 giorni. Si tratta di artisti che arrivano da varie zone d’Italia, tutti tutti accomunati dall’amore per la terra siciliana, in particolar modo siracusana. Si è già iniziato con gli acquarellisti Igor Sava ed Ekaterina Sava mentre da questo giovedì 15 luglio alle 18,30 sarà il fotografo Salvo Alibrio ad esporre le sue opere fotografiche. Successivamente sarà la volta del pittore e scultore Alessandro La Motta mentre toccherà alla scultrice e poetessa Roberta Conigliaro chiudere questo primo significativo percorso artistico che vuole omaggiare lo splendido teatro aretuseo.  

Nulla più di una mostra in un teatro è “il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli”, scriveva Borges nell’omonimo racconto. E le curatrici si sono rifatte proprio a questa frase significativa nel coinvolgere i diversi artisti. “Siamo molto felici per l’apertura di questo polmone culturale che mette in connessione istituzioni e comunità, arte e teatro – spiegano Anna Vicentini e Chiara Vezil - Oltre che semplice punto espositivo vorremmo che “Arte in Teatro” fosse un luogo d’incontro, un vero e proprio cantiere di meraviglia”.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 22 con ingresso libero. Le organizzatrici e curatrici della mostra Anna Vicentini e Chiara Vezil ringraziano innanzi tutto il Comune di Siracusa, in particolar modo l’Assessore Fabio Granata per il patrocinio e la concessione del Teatro, l’Associazione Guide Turistiche di Siracusa con le quali Arte in Teatro collaborerà per tutto il periodo della mostra e l’Associazione Amici della Musica. E’ possibile seguire anche attraverso i social attraverso i profili su facebook @arteinteatro e su instagram @arte_inteatro.

È tutta Siciliana la Produzione di “Ti ho seguito senza conoscerti”, il docu-film sulla figura di don Pino Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso dalla Mafia il 15 settembre 1993 e beatificato vent’anni dopo da Papa Francesco.

La lavorazione del film, prodotto da Fine Art Produzioni srl in associazione con il Centro d'accoglienza Padre Nostro ETS (voluto e fondato da don Pino Puglisi) e con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, è giunta alla fase finale e ha previsto una serie di riprese tra il territorio di Palermo e la provincia di Siracusa, Augusta in particolare, dove ha sede la casa di produzioni cinematografiche.

Davide è un giornalista triestino che giunge in Sicilia per motivi di lavoro. Durante una visita della Cattedrale di Santa Rosalia, si imbatte nel sepolcro del martire Puglisi o 3P, come affettuosamente lo chiamavano i suoi ragazzi (Padre Pino Puglisi). Da lì comincia una ricerca personale volta a ripercorrere i luoghi di don Puglisi, dalla Godrano degli anni ’70 con il Bosco della Ficuzza, la Rocca Busambra e il Gorgo del Drago, al quartiere di Brancaccio, dove don Puglisi era nato e cresciuto e dove viene ucciso nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno da due killer che gli tendono un agguato sotto la sua modesta casa, in quella che allora era Piazza Anita Garibaldi e dove oggi, grazie all'intervento del Centro d'accoglienza Padre Nostro, è sorta la casa-museo del Beato Puglisi. Ad accompagnarlo in questo “viaggio interiore” alcuni dei protagonisti che conobbero il sacerdote e con lui operarono, ma anche persone che non lo hanno mai conosciuto, ma hanno sposato il suo “metodo”, la sua missione.

«Il fine di questo docu-film» -afferma il regista Lorenzo Daniele, autore del soggetto e coautore della sceneggiatura assieme ad Alessandra Cilio- «è prevalentemente didattico e divulgativo: far conoscere alla nuove generazioni la vita e l'opera di questo straordinario esempio di “uomo di Dio” che ha sacrificato la propria vita per salvare quella dei bambini e ragazzi che lo seguivano e che sottraeva alla malavita organizzata. Quando si pensa ai martiri, con la mente si va indietro nel tempo, in lontani periodi in cui i Cristiani venivano barbaramente uccisi a causa del loro Credo. Padre Puglisi è un Santo dei nostri giorni che continua a suscitare un grande interesse anche da parte del mondo laico, e per questo è fondamentale continuare a raccontare ai giovani questa storia che non è quella di un prete anti-mafia, come titolarono i giornali dell'epoca, ma quella di un uomo semplice e colto, umano e Santo che al suo killer si rivolse con un sorriso, l’ultimo». 

Il film sarà presentato in anteprima regionale a Palermo nel corso di un evento organizzato per l'occasione. Sarà distribuito attraverso fornitori di servizi media audiovisivi e di editori home entertainment, ma anche attraverso una rete di cinema regionali e nazionali, se la situazione sanitaria lo consentirà. Il film passerà anche attraverso festival e rassegne cinematografiche internazionali e sarà distribuito anche nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso una efficace campagna d’informazione. «La Pandemia» -aggiunge il regista- «ha rallentato la lavorazione del film; anche se il comparto della produzione cinematografica non ha subito stop in quest'ultimo anno, resta comunque difficile programmare e organizzare un documentario, tra zone rosse e aumento dei casi di contagio a livello locale. Ciò nonostante i produttori stanno mantenendo vivo il cinema e l'economia che ruota attorno ad esso, pur non avendo ottenuto considerevoli “ristori” da parte dello Stato».

Alcune riprese coinvolgono l’Istituto di Istruzione Secondaria “A. Ruiz” di Augusta dove i figuranti sono gli stessi alunni della scuola, mentre altri interni sono stati girati presso il Santuario della Madonna dell’Adonai a Brucoli.

Nel cast artistico oltre all'attore professionista Davide Sbrogiò che interpreta il protagonista, sono coinvolti altri figuranti e attori del Teatro Stabile di Augusta. La direzione della fotografia e le riprese sono di Mauro Italia.

Musica, teatro, cinema, libri e soprattutto giovani cabarettisti emergenti. Sono questi gli ingredienti dell’edizione 2021 del Premio Charlot, la kermesse dedicata al più grande attore di tutti i tempi, giunta alla sua XXXIII edizione. Presentato questa mattina, nel Salone dei Marmi, del Comune di Salerno, dal direttore artistico Claudio Tortora, alla presenza del sindaco Vincenzo Napoli e del presidente dell’autorità portuale Andrea Annunziata, il programma completo degli appuntamenti. Il via domani 26 giugno, al Teatro delle Arti, con la due giorni dedicata alle selezioni per Sanremo Rock&Trend Festival.

Si prosegue poi, sempre al Teatro delle Arti dal 12 al 18 luglio con la sezione “Charlot Cinema”, proiezioni di grandi capolavori cinematografici in collaborazione con la Cineteca di Bologna.

Spazio ai giovani comici emergenti dal 12 al 19 luglio con due appuntamenti molto importanti. Il primo dal 16 al 18 luglio al Teatro Charlot di Pellezzano dove si terrà un workshop gratuito, che si terrà di mattina, dal tema “Percezioni comiche” a cura di Alessio Tagliento. Il secondo previsto per il 18 luglio, ore 21,15, all’Arena del Mare di Salerno, dove presentati dal duo comico Gigi e Ros si sfideranno 8 giovani cabarettisti, a suon di battute per conquistare lo Charlot Giovani, ospite della serata Angelo Di Gennaro.

Ma il sipario dell’Arena del Mare di Salerno si alzerà, il giorno prima, ovvero il 17 luglio (ore 21,15), con il concerto dei Neri per Caso, presentato da Gianmaurizio Foderaro, in collaborazione con il Sea Sun festa del Mare, promosso dall’Autorità Portuale di Salerno. Il sestetto vocale festeggia così nella propria città i 25 anni di carriera.

Il 19 luglio (ore 21,15), sempre all’Arena del Mare, spazio al Campania Blues Festival, con protagonista Kirk Fletcher.

Il 20 luglio (ore 21,15), ancora nella struttura che sarà costruita nei pressi di Piazza della Concordia, invece si ride davvero con una storica coppia del cabaret Toti & Tata, ovvero Antonio Stornaiuolo ed Emilio Solfrizzi in «Tutto il mondo è palcoscenico».

Comicità e musica saranno invece i protagonisti della serata del 21 luglio quando sul palco dell’Arena del Mare saliranno i Villa Perbene e Gigi Finizio.

Il 22 luglio (ore 21,15) è la volta dello Charlot Monello, serata dedicata ai più piccoli e non solo, con la Compagnia dell’Arte che presenta «La magica storia della pizza».

Il crescendo finale vede il 23 luglio (ore 21.15) protagonista Christian De Sica e la sua orchestra in «Una serata tra amici», mentre il 24 luglio (ore 21,15) Arturo Brachetti, il più grande trasformista al mondo, sarà in scena con il suo «Pierino, il lupo e l’altro» accompagnato da un’orchestra di 30 elementi.

Tutti gli appuntamenti del Premio Charlot sono gratuiti ma con obbligo di prenotazione.

 

Ad un anno esatto dalla comparsa del virus e dal blocco totale delle attività in tutti i teatri italiani, è stato realizzato un corto dal titolo emblematico “Lo chiamavano Teatro”, scritto ed interpretato da Luca Basile, con la regia di Riccardo Giacomini, girato nel Teatro Trastevere di Roma, produzione Clan sui Generis.

Uno short movie che parte dall'anno 1 d.c. (dopo Covid), per richiamare l'attenzione proprio sugli effetti devastanti che un solo anno senza teatro è riuscito a creare in un settore sempre più impoverito,  al quale questa pandemia sembra aver dato il colpo finale.

Al corto hanno partecipato Fabrizio Colica, Ludovica Di Donato (la giovane attrice divenuta virale per i suoi video su Tik Tok), Luca Basile, Elena Perrone, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Fortunato Marco Iannaccone, Silvia La Monaca, Christian Laiontini e la piccola Nina Del Buono d’Ondes.

A distanza di un anno dalla chiusura dei teatri a livello nazionale, un gruppo di curiosi muniti di mascherina si dedica ad una passeggiata archeologica condotti da Fabrizio Colica nei panni di una guida d’eccezione. E’ l’1 d.C. (primo anno dopo Covid) e lentamente, sebbene con molte cautele,  le persone cominciano a partecipare alle visite guidate. Si tratta in questo caso di un gruppo eterogeneo: una coppia di ipocondriaci (Luca Basile ed Elena Perrone), di entusiasti sempre alla ricerca di nuove chicche da raccontare (Matteo Cirillo e Viviana Colais) ed una coppia improbabile poco aperta alle novità (Fortunato Marco Iannaccone e Silvia La Monaca). Segue il gruppo Ludovica Di Donato, nei panni di una spassosa maestra che porta la propria allieva (Nina Del Buono d’Ondes) nelle sue passeggiate archeologiche.

Il corto nasce per voler dar voce alla condizione di tutti i teatri nazionali, un  “occhio di bue” sulla situazione emergenziale di un’arte che in Italia rischia di scomparire.

Una realtà fatta di entrate contingentate, prenotazioni obbligatorie, plexyglass, amuchina e chi più ne ha più ne metta.

La risposta è attesa dalle istituzioni che per ora ammettono candidamente che per il teatro ancora si può aspettare. Per ora il teatro “è dimenticato ma loro ne conserveranno la memoria”.

Quando mi è stato proposto questo ruolo all'interno del cortometraggio, dichiara Fabrizio Colica, non ci ho pensato due volte. L’idea di lanciare un grido sul web con ironia in difesa del teatro, mi elettrizzava. Sono più di quattro anni che faccio video sul web e devo dire che ho avuto la fortuna di non aver mai smesso di lavorare, anche nei momenti di chiusura più stringenti. Ma il teatro mi manca parecchio. A mancarmi non è tanto il ruolo che ogni tanto mi capitava di coprire sul palco, ma è la poltrona in platea. Mi manca l'emozione del silenzio e delle luci spente prima che lo spettacolo abbia inizio.

Sono abbastanza fiducioso che tutto prima o poi (spero più prima che poi) avrà di nuovo inizio. Perché non esiste una società senza il teatro. Non esiste una società senza cultura.

Ludovica Di Donato, invece, dichiara: “Adoro la penna di Luca Basile. Eravamo al telefono e Luca mi lesse la sceneggiatura. Senza un minimo di esitazione risposi: "Facciamolo". Hanno imbavagliato il teatro ed ogni forma di arte. Non potevamo donargli voce migliore. Il teatro è la cosa più naturale per me. Non ricordo quando ho imparato a "fare teatro". Lo faccio. Se io fossi stata un'altra persona magari non avrei mai saputo cosa è realmente il teatro. Io lo conosco in quanto "essere" Ludovica, così come sono nata.”

Come dichiara lo stesso autore ed attore Luca Basile: “quando ho avuto questa idea e coinvolto i miei colleghi attori, non avrei mai pensato di trovare tanta sinergia. Non solo gli attori ma anche la troupe tecnica ed il Teatro Trastevere hanno dato la totale disponibilità perché questo piccolo corto accendesse l'ennesimo occhio di bue sulla situazione emergenziale di un'arte che in Italia rischia di scomparire. Un anno di assenza allo stato attuale che rende estremamente incerto il futuro del teatro. E’ passato un anno ma per chi vive di questo, per chi come me era in tourneè da quattro anni con lo spettacolo Che disastro di commedia e si preparava, dopo il debutto al Teatro Lyrick di Assisi seguito dall’Alfieri di Torino, a fare il giro dei teatri nazionali con il sequel Che disastro di Peter Pan, è stata più di una doccia fredda, è stata una rivoluzione degli obiettivi a medio lungo termine, un ripensamento del proprio ruolo e un forzato addio alle scene per trovare alternative durature non più saltuarie per sopravvivere.”

Dichiara invece il regista Riccardo Giacomini: “Credo fosse novembre e Luca Basile mi chiamò parlandomi di questa sua idea di voler scherzare sul teatro come fosse una visita guidata all'interno di un luogo abbandonato da tempo. Prima ancora che finisse di spiegarmi avevo già detto sì, perché in pieno lockdown, dentro le quattro mura di casa mia, avevo fantasticato sulla stessa cosa. L'ho visto come un segno del destino, più che una coincidenza, e quindi sono stato molto contento di aver dato il mio contributo al progetto. Sul set si respirava aria di condivisione e solidarietà da parte di tutti, dal cast alla troupe.”

Il corto sarà online dal 1 marzo alle ore 15.00 e sarà trasmesso sulle pagine di tutti i teatri romani, nazionali ed associazioni, che hanno aderito all’iniziativa di sensibilizzazione.

Hanno aderito alla condivisione del corto, sui propri canali:  “Bauli in piazza – We Make events Italia”, La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Teatro Martinitt di Milano, Teatro allo Scalo di Chieti, Teatro dei Naviganti di Messina, Zo Centro Culture Contemporanee di Catania, Associazione Culturale Mezzaria di Catania, Teatro dei 3 Mestieri di Messina, Teatro Val D’Agrò di Santa Teresa Riva, Teatro Moderno di Latina, Teatro di Cestello di Firenze, Teatro Augusteo di Napoli, Teatro Cilea di Reggio Calabria, Teatro Lendi di Napoli, I Viaggiatori del Tempo compagnia teatrale di Sulmona, Teatro Summarte di Napoli, Teatro Capitan Bovo Isola della Scala, Teatro Busan Mogliano Veneto,  Teatro Bellini Montagnana, Accademia delle Belle Arti di Bari, Fenix 1530, Fertile Proud Actions, Iki Scuola di Cinema e teatro online, Progetto Farsa, Associazione Ribalta – Teatro Caesar di San Vito Romano,  Fabbrica Artistica,  Teatro Fontana di Milano, Teatro Agricolo Liverno.

Nonche i  seguenti teatri di Roma: Anfitrione, Arcobaleno, Ar.Ma Teatro Roma, Auditorium Conciliazione, Basilica, Belli, Brancaccio, Brancaccino, Centrale Preneste, Ciak, Cometaoff, Degli audaci, Dei contrari, De servi, Della Cometa, Delle muse, Di documenti, Euclide, Flaiano, Garbatella, Ghione, Golden, Italia, I Viaggi di Adriano, Le Maschere, Lo Spazio, Manzoni, Marconi, Multilingue, Nino Manfredi, Off off, Olimpico, Palazzo Santa Chiara, Parioli, Petrolini, Porta Portese, Prati, Roma, Sala Umberto, Sette, Spazio Diamante, Spazio 18B, Stanze Segrete, Teatrosophia, Testaccio, Tirso de Molina, Trastevere,  Verde e Vittoria.

Un ringraziamento doveroso a tutti coloro che hanno collaborato al progetto, a partire dal Teatro Trastevere nella persona del suo direttore Marco Zordan; e a tutta la troupe: Matteo Montaperto (direttore della fotografia), Valerio Di Tella (presa diretta), Andrea Panichi Izzotti (disegno luci), Claudia Ferri (edizione), Sara Campili (trucco), Francesco Delogu (missaggio audio), Luca Pastore (supervisore tecnico).

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