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Ecco come il centrodestra ha cancellato le regioni rosse

"In democrazia conta il voto, non ci sono spallate. Se quello che scrive il Financial Times fosse solo parzialmente vero in qualsiasi Paese ci sarebbero le dimissioni tre minuti dopo". Così il leader della Lega Matteo Salvini a Perugia, nella conferenza stampa sul voto in Umbria.

"Un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un'indagine sulla corruzione finanziaria era alla base di un gruppo di investitori che assunse Giuseppe Conte -ora primo ministro italiano- per lavorare su un accordo perseguito poche settimane prima che assumesse la carica". 

"Se un giornale autorevole come il Financial Times ipotizza dubbi, ombre o conflitti di interesse, mi aspetto che il presidente del Consiglio corra in Parlamento a riferire. Se non ritenesse di farlo lui, già oggi stesso glielo chiederemo noi", aggiunge Salvini rispondendo alla domanda se il gruppo parlamentare della Lega chiederà formalmente al premier Conte di riferire sui fatti contestati dal Financial Times. E sottolinea: "Dovrebbe farlo senza che la Lega glielo chiedesse".

Scrive il Financial Times : "Il collegamento con Conte rivelato in documenti esaminati dal Financial Times probabilmente attirerà un ulteriore esame sull'attività finanziaria del Segretariato di Stato vaticano, la potente burocrazia centrale della Santa Sede, che è oggetto di un'indagine interna su transazioni finanziarie sospette". E ancora: "Conte era un accademico di Firenze poco conosciuto quando è stato assunto a maggio 2018 per fornire un parere legale a favore di Fiber 4.0, un gruppo di azionisti coinvolto in una lotta per il controllo di Retelit, una società italiana di telecomunicazioni lo scorso anno. L'investitore principale in Fiber 4.0 è stato il Athena Global Opportunities Fund, finanziato interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato Vaticano e gestito e di proprietà di Raffaele Mincione, un finanziere italiano".

scrive il giornale ricorda che "la fonte finale dei fondi di Mincione non è mai stata dichiarata nella battaglia degli azionisti per il controllo di Retelit ed era sconosciuta prima che la polizia vaticana questo mese facesse irruzione negli uffici del Segretariato per sequestrare documenti e computer a causa della preoccupazione per un affare di proprietà di lusso a Londra stretto con Athena". Oltre a ripercorrere le recenti vicende giudiziarie interne al Vaticano sulla vicenda, il quotidiano rileva che "Conte è balzato dall'essere un politico sconosciuto a guidare un governo populista italiano nel giugno 2018" e ripercorre le tappe della crisi d'agosto e del nuovo esecutivo da lui presieduto con Pd e M5S. Si ricorda, inoltre, che "ha già affrontato accuse di conflitto di interessi in relazione all'accordo Retelit, dopo aver emanato un decreto basato sul cosiddetto 'golden power' che favorito i suoi clienti di una settimana prima di diventare primo ministro. Ha negato ogni conflitto di interessi ma è verosimile che debba affrontare nuovi approfondimenti sui suoi legami con la transazione e il coinvolgimento del Vaticano"

La vittoria del centrodestra in Umbria è stata netta, incontestabile, nei numeri superiore alle aspettative della vigilia: Donatella Tesei ha vinto con il 57,55 per cento rispetto al 37,49 per cento racimolato dal candidato del patto tra M5S e centrosinistra Vincenzo Bianconi. E guardando al risultato delle singole liste, è chiara ed evidente anche l’affermazione della Lega di Matteo Salvini che arriva al 37 per cento, mentre per contro il suo ex alleato di governo Luigi Di Maio vede il simbolo delle Cinque Stelle precipitare al 7,41 per cento. Dalle urne, quindi, esce un verdetto che apre tanti interrogativi sul fronte politico nazionale, con le possibili ricadute sul governo e nei rapporti tra i partiti che lo sostengono. Ma vediamo in rapida sintesi cosa ha detto il voto in Umbria.

Matteo Salvini ha «vendicato» la traumatica fine del governo gialloverde. Alle Regionali umbre ha dedicato il massimo impegno, ha battuto città e paesi per tre settimane, riempiendo ovunque le piazze. Sapeva di giocarsi molto, soprattutto per cancellare i dubbi di chi gli imputava di essersi fatto sfilare la poltrona di ministro dell’Interno per una ingenuità. Ha imposto la sua candidata e a colpi di comizio, tweet, dirette Facebook l’ha portata al trionfo, espugnando per la prima volta una Regione rossa.

Botta e risposta tra Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte dopo il voto in Umbria che ha visto il trionfo del centrodestra. Il leader della Lega è andato all'attacco sottolineando la valenza nazionale del voto.  "E' un voto che ha anche una valenza nazionale - dice  Salvini - Conte continua con la sua arrogante distruzione dell'Umbria, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico...ogni giorno si apre un problema nuovo". Il voto in Umbria è "un test da non trascurare affatto" - dice Conte - ma "noi siamo qui a governare con coraggio e determinazione, il nostro è un progetto riformatore per il Paese. Un test regionale non può incidere, se non avessimo coraggio e lungimiranza sarebbe meglio andare a casa tutti". Lo dice il premier Giuseppe Conte a margine della seconda edizione di "Sindaci d'Italia", organizzata da Poste Italiane.

La Lega, secondo i dati definitivi del voto, ha ottenuto il 36,9% (il 14% in più delle precedenti regionali), Fratelli d'Italia il 10,4% (era al 6,2) e Forza Italia il 5,5 (era all'8,5). Nella coalizione Bianconi, il Pd si è attestato al 22,3 % (35,8 nella precedente consultazione) e il M5s al 7,41 (era al 14.6).

"E' un voto che ha anche una valenza nazionale, Conte continua con la sua arrogante distruzione dell'Umbria, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico...ogni giorno si apre un problema nuovo". Così il leader della Lega Matteo Salvini a Perugia, nella conferenza stampa sul voto in Umbria.  "Chi semina tradimento raccoglie tradimento, lascio a Di Maio, Conte e Zingaretti i loro dubbi, noi andiamo avanti".

Donatella Tesei è, dunque, formalmente la nuova presidente della Regione Umbria. E' infatti terminato lo scrutinio nelle mille e 5 sezioni, con il ministero degli Interni che ha ufficializzato il risultato. Tesei ha ottenuto il 57,55% dei voti, Vincenzo Bianconi, candidato presidente per il patto civico Pd-M5s il 37,48%. Una vittoria quella del centrodestra, quindi, con 20,07 punti di vantaggio.

"È un'impresa storica - ha detto la Tesei - è importantissima per questa regione che ha saputo dimostrare una grande forza e determinazione di credere, questa volta, in un progetto di cambiamento". E ha aggiunto: "dedico questa vittoria all'Umbria, ai cittadini che hanno saputo dimostrare di avere una dignità e di saperla difendere".

Avvocato cassazionista, nata a Foligno il 17 giugno del 1958, Donatella Tesei, che si avvia ad assumere la carica di presidente della Regione Umbria, alla guida della coalizione di centrodestra, vive a Montefalco dove è stata sindaco per due mandati, dal 2009 (eletta con la lista civica di centrodestra "Gruppo Montefalco") al 2014 e dal 2014 al 2019, quando venne riconfermata con il 63% dei consensi. Nel marzo del 2018 è stata eletta al Senato della Repubblica nel collegio uninominale (sostenuta dal centro destra) e presiede la Commissione Difesa. E' inoltre membro del consiglio di amministrazione della Bonifica umbra, coordinatore regionale delle Città del Vino dell'Umbria, vice presidente nazionale dell'associazione Città per la fraternità e consigliere del Gal Valle Umbra e Sibillini. "Ho sempre vissuto in Umbria" è scritto sul suo sito.

"Dal liceo classico alla laurea in Giurisprudenza a Perugia - aggiunge -, dalle esperienze professionali come avvocato ai successivi incarichi professionali. Sotto i miei occhi ho visto la mia terra impoverirsi e una burocrazia asfissiante soffocare imprese e realtà commerciali. Mi considero una donna pragmatica, più attenta ai fatti che alle parole". Come candidata presidente della Regione è stata sostenuta da cinque liste: Lega Salvini Umbria, Giorgia Meloni per Tesei, Forza Italia Berlusconi per Tesei, Tesei presidente per l'Umbria Civica presidente.

"Gli umbri hanno dimostrato che gli italiani hanno voglia di votare", ha sottolineato Salvini a Perugia commentando a caldo i dati delle regionali. Per il segretario della Lega la vittoria che si delinea "è evidente e clamorosa". "Festeggio anche una grande affluenza - ha sottolineato ancora Salvini - perché di solito commentiamo sempre un calo". Il candidato del centro sinistra Vincenzo Bianconi ha telefonato alla senatrice "per congratularsi" per la vittoria alle elezioni regionali in Umbria.


"Una sconfitta scritta figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi. Lo avevo detto, anche privatamente, a tutti i protagonisti. E non a caso Italia Viva è stata fuori dalla partita. In Umbria è stato un errore allearsi in fretta e furia, senza un'idea condivisa, tra Cinque Stelle e Pd. E non ho capito la 'genialata' di fare una foto di gruppo all'ultimo minuto portando il premier in campagna elettorale per le Regionali". Così Matteo Renzi a Bruno Vespa per il libro "Perché l'Italia diventò fascista e perché il fascismo non può tornare".

No comment di Conte che cita Modugno - "La conoscete la canzone di Modugno? Il sole, il cielo...", è la battuta con cui il premier Giuseppe Conte replica ai cronisti che gli chiedevano un commento sulle elezioni umbre. "Si sente in discussione", gli chiede una cronista e, subito, un altro cronista gli domanda: "Ci commenti almeno questo sole...". A quel punto Conte replica citando il brano "Meraviglioso", di Domenico Modugno.

"La sconfitta alla Regione Umbria dell'alleanza intorno a Vincenzo Bianconi è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri che non si è riusciti a ribaltare. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all'alleanza". Lo dichiara in una nota il segretario Pd Nicola Zingaretti.

"Dalla formazione del primo esecutivo ci è stato subito chiaro che stare al Governo con un'altra forza politica - che sia la Lega o che sia il Pd - sacrifica il consenso del Movimento 5 Stelle. Ma noi non siamo nati per inseguire il consenso, bensì per portare a casa i risultati, come il carcere per gli evasori di questa settimana e il taglio dei parlamentari della settimana precedente", scrive in un post su facebook il M5S.

Altissima l'affluenza, al 64,4%, nove punti in più rispetto al 2015. Del resto, nel Giardino d'Italia ci hanno messo la faccia tutti i leader nazionali e, sul finale della campagna, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, protagonista della foto di Narni con Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Roberto Speranza. Una reunion che, evidentemente non ha pagato.

"Il primo voto vero ha dimostrato che gli italiani non apprezzano il tradimento. Qualcuno al governo deve ritenersi abusivo già questa notte", attacca Salvini bollando come un "omino" Conte per aver, a parere del leader della Lega, minimizzato l'importanza del voto in Umbria dicendo che non è un test per il governo. "Il centrodestra ha il diritto e il dovere di governare il Paese", gli fa eco Silvio Berlusconi mentre Giorgia Meloni incalza: "fossi in Conte rassegnerei le dimissioni più velocemente della luce. Se avessero un po' di dignità non arriverebbero a domattina".

La sconfitta rischia di pone di fatto una pietra tombale sulla l'alleanza M5S-Pd. Il governo non è in discussione, e ciò viene ribadito sia dai Dem sia dal Movimento. Ma sulle Regionali 2020 la sensazione è che Di Maio voglia tornare all'antico, a cominciare da Emilia Romagna e Calabria. Anche perché l'alleanza con il Pd non ha pagato né per la coalizione di governo né per il Movimento che ha preso meno della metà dei voti dei Dem. "Il patto civico per l'Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l'esperimento non ha funzionato. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti", si legge in un post del M5S su facebook che assicura, comunque, come al governo "si rispetteranno gli impegni".

Esce con le ossa rotte dal confronto elettorale umbro è il Movimento 5 Stelle e il suo capo politico. Il risultato finale è pesantissimo, con quel 7 per cento che vede i pentastellati finire dietro anche Fratelli d’Italia (impensabile fino a poche settimane fa). A caldo le analisi portano a ritenere un errore lì'alleanza, mascherata da accordo civico, con il Pd, ma approfondendo l’analisi non è difficile rintracciare altri motivi che portano alla clamorosa sconfitta, a partire dalle feroci divisioni interne sempre più evidenti.

Certo, anche il Partito democratico non ha proprio nulla da esultare. Ha sempre governato la Regione ed ora si vede ridotto al 22 per cento. Paga lo scandalo che ha portato alle elezioni e che ha visto coinvolta la presidente uscente. ma sicuramente deve riflettere sulla sostenibilità di una alleanza con il Movimento 5 Stelle che gli elettori, almeno quelli umbri, hanno dimostrato di non gradire.

Nel campo del centrodestra, detto della forte affermazione della Lega, ha motivo di stappare bottiglie di spuntante anche Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni va in doppia cifra e conquista il 10 per cento arrivando quasi a doppiare Forza Italia (ferma al 5,5 per cento).

 

 

 

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