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Le motivazioni antiche e attuali dei ritardi di sviluppo del Mezzogiorno

In primis, diciamo che il lento sviluppo del Mezzogiorno affonda le radici nella storia, al tempo della rivolta di Masaniello, dal 1647 al 1648; del Regno di Napoli e Regno di Sicilia; sottoposti all’egemonia della Spagna. Ma c’è di più. De Viti De Marco, noto meridionalista, descrisse, senza mezzi termini, come le politiche illiberali di quel periodo storico, ma, anche, una irresponsabilità delle classi dirigenti successive, abbiano condotto ad un persistente divario economico-sociale tra il Nord e il Sud del Paese Italia. Pertanto, non è un caso se negli ultimi decenni il distacco socio- economico tra Nord e Sud del Paese si è costantemente allargato. Vediamo perché. “Se vivi al Sud hai meno probabilità di sopravvivere a tumore”: questa frase è il risultato di dati diffusi da “Eurocare 5” i quali, confermano che le percentuali di sopravvivenza al tumore, sono più elevate nei paesi che investono di più, in sanità. E l’Italia, purtroppo, risulta agli ultimi posti. In particolare, poi, le regioni del Sud, risultano più penalizzare rispetto al Nord. Dalla cronaca di questi giorni si è rilevato un caso di sanità, molto eclatante: nel Salento, a due donne, operate di tumore, per ottenere l’esame della Tac è stato fissato l’anno 2017. La spesa sanitaria in Puglia, nel 2014, è stata di 7,1miliardi di euro, mentre a parità di popolazione, una regione come l’Emilia Romagna ne ha spesi 8,7miliardi (Dati Agenas). In conclusione, noi pensiamo che ci troviamo di fronte ad una nuova immagine della, ormai, secolare Questione meridionale.

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